Dell’Orco su decreto ‘Genova’ e tutela Trenitalia Firenze

Michele dell’Orco si è espresso sul decreto ‘Genova’ che “dovrebbe già arrivare questa settimana, quindi siamo al lavoro per quello: questa è la nostra priorità”, inoltre il sottosegretario è interessato alla tutela dei livelli occupazionali dei lavoratori Trenitalia presenti a Firenze.

Il decreto ‘Genova’ per la sicurezza delle infrastrutture “dovrebbe già arrivare questa settimana, quindi siamo al lavoro per quello: questa è la nostra priorità”. Lo ha detto Michele Dell’Orco, sottosegretario alle Infrastrutture, a margine di una visita all’Impianto dinamico polifunzionale di Trenitalia a Firenze.

“Stiamo facendo un’analisi delle infrastrutture, dei ponti in tutte le regioni”, ha spiegato “compresa la Toscana. Adesso la priorità è all’attività manutentiva, sia delle infrastrutture, e naturalmente anche dei mezzi, un po’ quello che si fa in questa officina”.

A proposito delle frizioni fra il ministro Danilo Toninelli e il commissario straordinario per la ricostruzione Giovanni Toti, Dell’Orco ha detto che “non ci sono grandi incomprensioni in realtà, il governo è unito, ma neanche con gli enti locali, che si devono occupare di trovare una casa anche agli ultimi sfollati. Questa è la loro prima attività”.

“Abbiamo avuto piena rassicurazione che saranno tutelati i livelli occupazionali, e in generale il lavoro manutentivo che viene fatto in questa sede” afferma Michele Dell’Orco riferendosi ai lavoratori di Trenitalia presenti alle stazioni fiorentine.

“Addirittura”, ha spiegato “è previsto per i prossimi anni un incremento sia tecnologico sia di nuovi treni e carrozze che dovranno essere lavorate proprio in questa sede. Quindi portiamo buone notizie: ovviamente vigileremo nei prossimi mesi affinché questo venga confermato naturalmente da Trenitalia”

Anche a Pisa arriva la protesta contro Benetton

Ad organizzare la protesta contro Benetton, con un volantinaggio\presidio in Corso Italia, il Sindacato generale di base e il Partito Comunista, che hanno dichiarato in una nota: ”Sono trascorsi pochi giorni dalla strage di Genova, nel frattempo ogni giorno ci sono morti sul\per il lavoro, le nostre vite sono calpestate in nome dei profitti che negli ultimi decenni sono stati incrementati dalle privatizzazioni.”

”Anche a Pisa e provincia si registrano innumerevoli problemi legati alla scarsa manutenzione del territorio, delle strade, conseguenza anche dello smantellamento delle province e delle sue funzioni. Autostrade per l’Italia, società per azioni con maggior azionista la famiglia Benetton, aveva in gestione anche il Ponte Morandi. La responsabilità di fondo per quanto accaduto a Genova come in molte altre occasioni è di chi ha fatto prevalere all’interesse pubblico, quello del profitto privato. E’ di quelle forze politiche, sostenute dai soliti sindacati amici, che hanno privatizzato i settori strategici del nostro Paese, a partire da quello dei trasporti.”

Proseguono: ”L’ingresso nell’Unione Europea (del Trattato di Maastricht del 92) ci chiedeva la massima liberalizzazione da tutti i “lacci e lacciuoli” che impedivano il “libero mercato”, come la proprietà statale di settori industriali e beni come le autostrade. Erano i Governi “tecnici” che realizzarono in quegli anni privatizzazioni di entità seconda solo al Giappone (vedi relazione della Corte dei Conti 2010). In molti parlano ora dei danni creati dalle privatizzazioni, pochi vogliono nazionalizzare le aziende svendute ai privati e con contratti assolutamente favorevoli.”

”Lo stato in questi anni ha abdicato ad ogni controllo e intervento, i soldi pubblici non si utilizzano per lavori socialmente utili ma solo per regalie alle imprese, per sgravi fiscali e contributi a perdere ottenendo in cambio solo precarietà. Invertire la tendenza alle privatizzazioni, rompere con i patti di stabilità e i dettami di Maastricht per investire nella tutela del territorio, per non favorire gli interessi delle multinazionali, per riprendere in mano le nostre vite sottraendole alle logiche del profitto”.

Cascine: Minuto di silenzio per Genova e Pollino

All’apertura della Festa dell’Unità a Firenze si è fatto un minuto di silenzio per le vittime di Genova e del Pollino, presenti Renzi, Minniti, Sgarbi e Mentana, non c’è invece la Boschi.

La Festa dell’Unità a Firenze si è aperta ieri con il simbolico taglio di un nastro tricolore e un minuto di silenzio, seguito da un lungo applauso, per le vittime del disastro del Ponte Morandi a Genova e della tragedia del Pollino in Calabria.

All’inaugurazione, tra gli altri, prendono parte il sindaco Dario Nardella e il direttore dell’Espresso Marco Damilano, che presenterà il suo libro ‘Un atomo di verità. Aldo Moro e la fine della politica in Italia’ (Feltrinelli).

Alla kermesse democratica fiorentina, che andrà avanti fino al 16 settembre nel parco delle Cascine, ci saranno il segretario Pd Maurizio Martina, Matteo Renzi (che, si apprende, ha confermato la presenza ma non ancora una data), gli ex ministri Marco Minniti, Graziano Delrio, Luca Lotti e poi, tra gli altri, Vittorio Sgarbi ed Enrico Mentana. Non ci sarà, invece, Maria Elena Boschi.

Festa dell’Unità Firenze: ricordo vittime Genova e Pollino

Domani, 30 agosto, inizierà la Festa dell’Unità nel parco delle Cascine, Firenze, in apertura sarà tenuto un minuto di silenzio per le vittime di Genova e della tragedia del Pollino, in seguito spettacoli e presentazione del libro di Damilano.

Al via domani la Festa dell’Unità nel parco delle Cascine di Firenze che anche quest’anno è festa del Pd di Firenze e regionale.

Domani, giovedì 30 agosto, gli stand apriranno alle 19, ma l’inaugurazione ufficiale sarà presso il palco centrale alle 21 con un minuto di silenzio per le vittime del crollo di Genova e quelle della tragedia del Pollino.

Poi taglio del nastro con i segretari del Pd comunale e metropolitano, Massimiliano Piccioli e Marco Recati, insieme al sindaco di Firenze Dario Nardella.

A seguire primo appuntamento della Festa con la presentazione del libro di Marco Damilano ‘Un atomo di verità. Aldo Moro e la fine della politica in Italia’.

Per gli spettacoli, alle 22.30, presso lo Spazio endless summer, concerto ‘Musiha.’

Crollo Genova, prof.Casagli: “messa in sicurezza territorio opera non più rimandabile”

“Non sappiamo che peso abbia avuto il disseto idrogeologico nel crollo del Ponte Morandi e del viadotto Polcevera, quello che è certo”, dice Casagli, professore all’università di Firenze “è che la messa in sicurezza del nostro territorio non è più rinunciabile”.

Sul crollo del ponte Morandi interviene il prof.Nicola Casagli, docente di geologia applicata presso il dipartimento di di Scienze della Terra all’Università di Firenze: “Genova è una città compleassa dal punto di vista geografico, geologico, e della quantità di infrastrutture accumulatesi nel tempo”.

“Il ponte era un’opera un po’azzardata”, continua Casagli, “con un utilizzo del cemento precompresso anomalo, che non è più stato seguito negli anni successivi”.

“Il rapporto con il territorio di Genova è complesso” sottolinea il docente, “è un concentrato di rischi idrogeologici, non voglio dire che vi siano relazioni tra questi e il crollo del ponte, saranno le indagini ad appurarlo, ma è un punto da considerare”.

“L’italia è un paese costruito negli anni 60 e abbandonato alla fine degli anni 90, è urgente un grosso piano di messa in sicurezza, non credo che si possa pensare uno sviluppo attraverso grandi opere, il futuro deve essere sulla manutenzione, la messa in sicurezza e la valorizzazione dell’esistente” conclude Casagli.

 

Trovate l’intervista completa qui: https://www.controradio.it/podcast/crollo-genova-prof-casagli-messa-in-sicurezza-territorio-opera-non-piu-rimandabile/

 

 

Crollo Genova, prof.Borri: “il problema riguarda tutta l’Europa”

“Il crollo del ponte Morandi pone il tema della manutenzione di tutte le infrastrutture realizzate in Europa durante il boom degli anni 60/70, con materiali molto meno resistenti di quelli attuali” dice il docente di ingegneria civile dell’università di Firenze. “In Italia manca la cultura della manutenzione”.

Riguardo al crollo del Ponte Morandi interviene il professore Borri docente di ingegneria civile a Firenze: “quando ci si chiede se fosse una tragedia prevedibile, va considerato che non esiste niente di prevedibile nello scibile umano, la tecnologia utilizzata per questi ponti è stata brevettata dal professore Morandi, però con l’evolvere della tecnologia le opere vanno aggiornate.”

“La sicurezza evolve parallelamente alla tecnologia” continua il docente, “non si può pensare che un collaudo valga per 50 anni. Quello che doveva essere fatto era una manutenzione del ponte dopo aver preso coscienza del metodo utilizzato per la costruzione.”

“Tutte le opere che sono state costruite vanno revisionate” sottolinea il professore, “è necessaria una cultura della qualità e del monitoraggio permanente in Italia.”

Guardando al futuro “Va demolita la struttura e ricostruita, il punto sarebbe decidere se ricostruirlo nello stesso luogo o meno, vista l’urbanizzazione forsennata di Genova sarà difficile trovare un’alternativa a quel tracciato” conclude Borri.

Trovate l’intervista completa qui : https://www.controradio.it/podcast/crollo-genova-prof-borri-il-problema-riguarda-tutta-leuropa/

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