Villa Ambrogiana Montelupo sarà una delle sedi degli ‘Uffizi diffusi’

Lo ha detto il presidente della Toscana Eugenio Giani durante un sopralluogo con il direttore degli Uffizi Eike Schmidt alla villa medicea dell’Ambrogiana che per decenni ha ospitato un Opg.

La villa Ambrogiana di Montelupo fiorentino (Firenze) sarà, insieme alla villa medicea di
Careggi, una delle sedi centrali del progetto degli Uffizi diffusi, che punta ad allestire in diversi luoghi della Toscana le opere contenute nei magazzini del museo. Lo ha detto il
presidente della Toscana Eugenio Giani durante un sopralluogo con il direttore degli Uffizi Eike Schmidt alla villa medicea che per decenni ha ospitato un Opg.

“La villa Ambrogiana è restituita, dopo aver svolto una funzione delicata di aver ospitato i malati di mente, alla sua vocazione perché questa villa è vocata all’espressione della
bellezza – ha detto Giani -. Questo, grazie all’incontro tra il direttore Schmidt che sostiene quell’idea degli Uffizi non solo come galleria di Firenze, ma come galleria della Toscana, e il
sindaco di Montelupo Paolo Masetti, che è riuscito a portare l’attenzione su questa villa come una delle sedi centrali degli Uffizi diffusi”. Giani ha spiegato che “le opere che oggi sono nei depositi potranno essere nell’Ambrogiana, alla villa di Careggi, alle terme del Corallo di Livorno, a Montecatini all’hotel Excelsior, a San Miniato al Palazzo Grifoni, a Poppi, a Pescia”.

Anche se “la villa di Careggi e l’Ambrogiana sono quelli che vedo più praticabili subito”, in particolare, ha aggiunto Giani, quello “più concreto di tutti è la Villa di
Careggi: Limonaia e giardino per la fine del 2022, struttura aperta per fine 2024”.

Per il direttore Schmidt, “è irresponsabile avere migliaia di opere d’arte nei depositi che
nessuno può mai vedere, mentre qui ci sono i luoghi, anche originali come l’Ambrogiana, dove centinaia di opere che abbiamo nei depositi erano allestite. E’ quindi il posto giusto dove riportare quello che era di questo territorio, e che tornerà presto a casa. Il nostro lavoro ora è di assicurare la grande rinascita della villa Ambrogiana e della villa di Careggi:
questo è l’inizio, poi parteciperà tutto il territorio toscano”.

Uffizi riaprono, Schmidt a studenti, se dovete ‘fare forca’ venite al museo

🔈Firenze, nel quadro delle riaperture consentite con la zona gialla, hanno riaperto anche gli Uffizi, il direttore delle Gallerie Eike Schmidt ha infatti aperto di persona il grande portone di legno sul piazzale degli Uffizi.

Una guida turistica ed una donna di Firenze sono stati i primi due visitatori a tornare nelle sale del museo. Ancora contenuti i numeri degli ingressi, ma fra i primi a tornare dentro la Galleria degli Uffizi in prevalenza c’erano abitanti di Firenze.

“È molto importante che riaprano – ha commentato la guida – Per me è commovente essere di nuovo qui, è come essere a casa. La cultura in Italia è fondamentale speriamo che questa maledetta curva epidemiologica ci permetta di tenere aperti i musei”.

In una sala del secondo piano un’altra visitatrice, una cinquantenne, spiega di essere venuta “a rivedere le mie opere preferite che non vedevo da tanto tempo”.

“Bentornati agli Uffizi dopo 77 giorni – ha detto Schmidt – una chiusura veramente lunga, come quella che abbiamo visto nella Seconda Guerra mondiale. La crisi non è ancora alle nostre spalle, ma abbiamo questo come segnale, ovvero l’importanza della cultura e dell’accesso diretto alla cultura”.

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“Vorrei rivolgere un invito particolare ai giovani – ha detto poi in tono scherzoso il direttore Schmidt – ai ragazzi fino ai 18 anni che hanno anche l’ingresso gratuito: se dovete proprio ‘fare forca’ (espressione tipica fiorentina che indica chi marina o bigia la scuola, ndr) fatelo qui nel nostro museo. Qui si impara comunque moltissimo. E la stessa cosa vale anche per il giardino di Boboli, luogo tradizionale della forca fiorentina. Questo non è soltanto un luogo bello, è anche luogo della conoscenza e dell’identità”.

Rivolgendosi poi ai toscani, che si trovano in zona gialla, Schmidt ha invitato “tutti quelli che possono a venire oggi e domani per gli ultimi due giorni della mostra dedicata ad arte e scienza, con un quadro capolavoro che poi tornerà a Londra la settimana prossima, ed è prolungata fino a maggio la mostra dedicata ad imperatrici, matrone e liberte, e a molti dei segreti delle donne dell’impero romano”

Musei: oggi riapre Boboli, domani palazzo Pitti e giovedì la galleria Uffizi

Continuano le riaperture dei musei: oggi riapre il giardino di Boboli, domani palazzo Pitti e giovedì la galleria degli Uffizi

“Oggi, dopo due mesi e mezzo di chiusura, il giardino di Boboli può accogliere nuovamente i visitatori. Ma questa è solo la prima tappa del nostro programma di riaperture: domani sarà la volta di Palazzo Pitti, e giovedì i corridoi e le sale della Galleria delle Statue e delle Pitture torneranno ad accogliere il loro pubblico”. Parlando poi del futuro dei musei, Schmidt ha concluso dicendo che “la nostra speranza è quella che dalla zona gialla arriveremo nella zona bianca, e che poi il problema a livello mondiale sarà risolto entro quest’anno. Tuttavia anche a rischio che possa essere un’apertura a singhiozzo è una grande boccata d’aria, enorme, anche fosse per una-due settimane. Chi ha occasione di venire nei musei adesso è il momento”.

Lo ha annunciato il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, aprendo i cancelli del parco mediceo, chiuso, come tutti i musei e luoghi di cultura italiani, dal 5 novembre scorso.

GIARDINO DI BOBOLI
L’orario di apertura sarà dalle ore 8,30 alle ore 16,30 nei mesi di
gennaio e febbraio; dalle ore 8,30 alle ore 17,30 nel mese di marzo.

LE GALLERIE DEGLI UFFIZI
I giorni di apertura andranno da lunedì a venerdì, ad eccezione del primo e ultimo lunedì del mese in cui il Giardino, come di consueto, resterà chiuso. L’ultimo ingresso consentito sarà un’ora prima della chiusura. In questa prima fase il Museo delle Porcellane resterà chiuso.

PALAZZO PITTI (aperto da mercoledì 20 gennaio 2021)
L’orario di apertura sarà dalle ore 8,30 alle ore 13,30 dal martedì al venerdì. L’ultimo ingresso consentito sarà un’ora prima della chiusura. Sarà possibile visitare la Galleria d’Arte Moderna, il Tesoro dei Granduchi e la Galleria Palatina, compresa la mostra sul restauro del dipinto di Raffaello con Il Papa Leone X e due cardinali, nella
Sala delle Nicchie. Il Museo della Moda e del Costume resterà chiuso per lavori di allestimento.

GALLERIA DEGLI UFFIZI (aperta da giovedì 21 gennaio 2021)
L’orario di apertura dalle ore 8,30 alle ore 18,30 dal martedì al venerdì. L’ultimo ingresso consentito sarà un’ora prima della chiusura. In questa prima fase sarà possibile intanto visitare le 40 sale del secondo piano, compresa la mostra sul dipinto ‘Esperimento su di
un uccello inserito in una pompa pneumatica’ di Joseph Wright of Derby, capolavoro in prestito dalla National Gallery di Londra (ancora fino a venerdì compreso, perché la settimana prossima il celebre dipinto dovrà ripartire alla volta dell’Inghilterra). Si potrà
visitare inoltre la mostra archeologica ‘Imperatrici, matrone, liberte’

Musei: Toscana via libera da lunedì ma pochi apriranno

Le Gallerie degli Uffizi apriranno i siti all’aperto, ovvero Giardino di Boboli martedì 19 gennaio e forse da lunedì la Loggia dei Lanzi: ci vorrà più tempo per il musei degli Uffizi e Pitti. Resta chiuso al pubblico il complesso monumentale dell’Opera di Santa Maria del Fiore che comprende Duomo, Campanile di Giotto, Battistero e museo.

In base alle novità dell’ultimo dpcm , lunedì 18 gennaio i musei della Toscana possono riaprire al pubblico, anche se soltanto nei giorni feriali: le istituzioni culturali della regione però si muovono in ordine sparso.

A Firenze riapriranno già da lunedì i musei civici, mentre gli statali del Bargello fanno sapere di essere a lavoro per tentare di aprire almeno tre siti del complesso: il museo
nazionale del Bargello, le Cappelle Medicee e Palazzo Davanzati.

Annunciano inoltre la riapertura da lunedì il museo della Città di Livorno, e a Pistoia il Civico d’arte antica in Palazzo comunale, lo Spedale del Ceppo e il museo del Novecento di palazzo Fabroni; tra quelli che non riapriranno ci sono la parte museale del Duomo di Siena e la Torre di Pisa.

“In questi giorni- conferma l’assessore di Firenze alla cultura, Tommaso Sacchi – abbiamo lavorato senza sosta per organizzare la riapertura e possiamo annunciare che lunedì saranno di nuovo visitabili tutti i musei comunali”.

Con la loro riapertura sarà inaugurata anche la  mostra di Henry Moore al museo Novecento, e riaperta la rassegna dedicata a Raffaello in sala d’Arme di Palazzo Vecchio e quella fotografica di Massimo Sestini nell’ex refettorio di Santa Maria Novella. Le Gallerie degli Uffizi apriranno i siti all’aperto, ovvero Giardino di Boboli martedì 19 gennaio e forse da lunedì la Loggia dei Lanzi: ci vorrà più tempo oer il museo degli Uffizi e Pittio. Resta chiuso al pubblico il complesso monumentale dell’Opera di Santa Maria del Fiore che comprende Duomo, Campanile di Giotto, Battistero e museo.

La Galleria dell’Accademia di Firenze ha reso noto che sarà pronta il 13 febbraio: durante la chiusura per il lockdown, ha avviato lavori ancora in corso. Ripartono dal 21 gennaio l’Archeologico nazionale di Firenze e San Marco. “Messi in ginocchio dal protrarsi della pandemia – dice Patrizia Asproni, presidente del museo Marino Marini di Firenze che lunedì non riaprirà – le nostre istituzioni museali sono oggi in grave sofferenza, tanto
in termini di risorse economiche quanto per l’assenza di pubblico”.

“Uffizi da mangiare” al via il format video con i grandi chef

Nuova serie di  filmati che il museo fiorentino si accinge a lanciare su Facebook. Ogni domenica dal 17 gennaio, le Gallerie posteranno un video nel quale un noto chef sceglierà un’opera dalle collezioni e proporrà al pubblico una ricetta

Ogni domenica, a partire dal 17 gennaio, le Gallerie posteranno un video dove un noto cuoco o personaggio del mondo enogastronomico sceglierà un’opera dalle collezioni e, ispirandosi agli ingredienti raffigurati (frutta, verdura, carni, pesce), proporrà al pubblico ricette o cucinerà pietanze durante il video stesso.

Obiettivo della serie è illustrare e approfondire l’intimo legame che – soprattutto attraverso l’intrigante genere della natura morta – unisce da sempre l’arte della pittura a quella della gastronomia.

Con ‘Uffizi da mangiare’ sarà dunque possibile vedere Fabio Picchi, patron del Cibrèo di Firenze  confrontarsi con il ‘Ragazzo con pesce’ del settecentesco Giacomo Ceruti. Dario Cecchini, macellaio e ristoratore di Panzano in Chianti, già noto per aver  portato in cucina i versi della Divina Commedia dantesca, “servirà” la sua versione della ‘Dispensa con botte, selvaggina, carni e vasellame’ di Jacopo Chimenti detto L’Empoli. Anche la chef stellata Valeria Piccini, del ristorante Da Caino, a Montemerano nel grossetano, proporrà una sua ricetta da una ‘Natura morta’ dell’Empoli, mentre Marco Stabile, altro chef stellato “sfiderà” in tavola niente di meno che i ‘Peperoni e uva’ di Giorgio De Chirico.

“Negli ultimi decenni, il vincolo tra arte e gastronomia è diventato una vera e propria scienza e materia di una seria indagine storica –  spiega il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt  – il nostro intento, in questi video, è quello di creare un legame ancora più stretto con le opere del Museo, inserendole in un contesto attuale e vitale. Il cibo dipinto e quello cucinato si incontrano così su un piano di verità che stimola l’attenzione dell’osservatore e porta alla ribalta i significati profondi e inaspettati nascosti nelle scene e nelle nature morte create dai pittori”.  INFO

 

‘Advancing Women Artists’: Dove sono le donne?

Firenze, con il messaggio “Missione Compiuta”, chiude dopo 14 anni di impegno nella salvaguardia dell’arte creata da donne e nella riscoperta di una parte dimenticata del patrimonio culturale, ‘Advancing Women Artists’.

‘Advancing Women Artists’ (AWA), è un’organizzazione americana no-profit, con sede a Firenze, la cui missione, come si legge sul sito web dell’organizzazione, è quella di restaurare gli innumerevoli dipinti e sculture di artiste donne all’avanguardia, dimenticati per secoli.

Firenze, è famosa in tutto il mondo per gli incredibili capolavori d’arte dei suoi musei, alle Gallerie degli Uffizi, sono esposte le opere dei maestri del Rinascimento come Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello, “Advancing Women Artists” fa però notare la scarsa attenzione che viene data alle opere d’arte di donne spesso relegate nei depositi dei musei fiorentini.

AWA nasce nel 2009: “Ho iniziato ad andare nei magazzini e nelle soffitte dei musei e controllare cosa c’era effettivamente, cosa lavora per le donne”, dice Linda Falcone, direttrice di Advancing Women Artists in un’intervista per il prestigioso network radiofonico pubblico americano, NPR (National Public Radio) – Era qualcosa che non era mai stato fatto prima perché nessuno si era mai posto la domanda: ‘Dove sono le donne?'”.

Da allora, AWA ha fatto luce su una parte dimenticata del mondo dell’arte, identificando circa 2.000 opere di artiste che stavano raccogliendo polvere nei musei pubblici italiani e nelle chiese umide. Ha inoltre finanziato il restauro di 70 opere prodotte dal XVI al XX secolo.

L’organizzazione Advancing Women Artists, è stata fondata da Jane Fortune, una filantropa americana morta nel 2018. Fortune era un’intrepida detective d’arte che i fiorentini avevano soprannominato “Indiana Jane” in omaggio allo stato americano di nascita, ma anche alla sua abilità di andare a scovare tesori nascosti.

È un dato di fatto che per secoli in Italia, alle donne con talento artistico non è stato permesso di entrare nelle accademie. E i nomi delle poche artiste dei secoli passati, sono per lo più sbiaditi nell’oblio.

Durante il Rinascimento, dice Falcone sempre nella sua intervista a NPR, “le donne non avevano la cittadinanza. Non potevano produrre arte come professione. Non potevano emettere fatture. Non potevano studiare anatomia”.

Nonostante queste forti restrizioni le artiste donne esistevano, ed alcune di loro hanno potuto studiare pittura negli studi dei loro padri, in particolare Artemisia Gentileschi, figlia del pittore del XVII secolo Orazio Gentileschi.

Advancing Women Artists è responsabile del restauro di David e Bathsheba, uno dei suoi dipinti che è stato trovato dopo essere stato nascosto nell’attico di un palazzo fiorentino per 3 secoli e mezzo.

Il gruppo ha anche riscoperto una tela lunga 6 metri raffigurante 13 maschi a grandezza naturale: l’unica Ultima Cena conosciuta dipinta da una donna, la suora domenicana Plautilla Nelli del XVI secolo, la cui bottega era all’interno di un convento a Firenze.

Attualmente con il sostegno di Advancing Women Artists, la restauratrice d’arte Elizabeth Wicks, americana che vive Firenze, sta restaurando due grandi opere di Violante Ferroni, una bambina prodigio del XVIII secolo di cui oggi si sa poco.

Falcone afferma che attraverso lavori di restauro, documentazione e mostre, AWA ha contribuito a un crescente interesse e consapevolezza a livello mondiale per l’arte da parte delle donne.

Nonostante questi successi, l’organizzazione ha recentemente annunciato che chiuderà il prossimo giugno perché non ha fondi sufficienti per continuare, ma Linda Falcone dice che il gruppo ha realizzato ciò che si era prefissato di fare: “È una vittoria perché siamo arrivati a poter esclamare ‘wow’, siamo a un punto in cui i musei iniziano a dare valore alla parte femminile della loro collezione”.

Advancing Women Artists ha adempiuto alla sua missione, afferma Falcone, perché gli amanti dell’arte stanno ora iniziando a trovare risposte alla domanda: Dove sono le donne?

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