Usl Toscana Sud Est, sindacati chiedono più personale

In caso di mancanza di risposte Fp Cgil, Fp Cisl, Fpl Uil annunceranno lo stato di agitazione e poi, eventualemente, lo sciopero dei lavoratori della sanità della Azienda Usl Toscana sud est.

“Le promesse non bastano più. Il personale è in difficoltà, cosi come i servizi. Chi è in prima linea tutti i giorni lo sa bene. E lo sanno bene i cittadini che ogni giorno hanno sotto gli occhi la situazione della nostra sanità. Abbiamo chiesto da tempo di potenziare il personale. Inutile tentare di dimostrare sulla carta che i numeri ci sono”. E’ quanto riportato in una nota a firma della Fp Cgil, Fp Cisl, Fpl Uil dell’ azienda Usl Toscana Sud Est che, in caso di mancanza di risposte, annunciano si andrà allo stato di agitazione e poi allo sciopero dei lavoratori della sanità della Azienda Usl Toscana sud est.

“Nella realtà funziona diversamente: assenze lunghe, abuso di personale interinale, tentativi di coprire i ‘buchi’ con doppi turni e soluzioni che a volte sfiorano l’inosservanza del contratto collettivo nazionale di lavoro. Si aggiungano procedure di mobilità interminabili a causa delle modalità incerte di assegnazione del posto – scrivono -. Già, perché un lavoratore che chiede la mobilità per l’Area Vasta Sud Est può vedersi proporre un posto di lavoro a 100 km da casa ed il paradosso è che invece di avvicinarsi potrebbe allontanarsi, con il risultato che molte sono le rinunce con le conseguenze che tutti possiamo facilmente intuire. E’ chiaro che manca totalmente la capacità di programmazione e di visione a medio termine”.

“Anche per medici e dirigenza tecnico amministrativa la situazione non è dissimile e al momento abbiamo la sensazione di stare su una barca senza controllo – concludono i sindacati -. A questo si aggiunga che da tempo assistiamo al balletto delle nomine dei vertici della direzione che di certo non aiuta a rasserenare gli animi e che contribuisce a creare incertezze senza dare soluzioni. A noi non interessa chi governerà l’azienda, ma come la governerà. I lavoratori hanno bisogno di risposte immediate. Manca il personale. Manca l’organizzazione. Manca la programmazione. Che non vuol dire che non ci siano le carte, ma che le ricadute reali sono inefficaci. Sono cioè mancanti”.

40 anni da Legge Basaglia, inaugurata mostra presso Camera del lavoro Firenze

Una mostra a 40 anni dalla Legge Basaglia che chiuse i manicomi, coi quadri dei pazienti del Centro “La Tinaia”: è l’iniziativa della Fp Cgil Firenze, inaugurata presso la Camera del lavoro a Firenze in Borgo Greci 3 (con Paola Galgani, Alessandro Giorgetti, Paolo Rossi Prodi, Michele Vannini). Allestimento visibile fino al 12 marzo.

Era il 13 maggio 1978, il giorno in cui, dopo anni di lotte, entrò in vigore la Legge Basaglia che portò alla chiusura dei manicomi in Italia, cancellando per questa via l’impostazione repressiva della psichiatria. Sembrano tempi così lontani. Si percepisce quasi una distanza etica, civile, oltre che temporale.

Eppure, prima dell’approvazione della Basaglia, i cosiddetti “matti”, in Italia, venivano rinchiusi dentro i manicomi e subivano trattamenti restrittivi, inumani, che li privavano di ogni identità e la cui dignità di essere umano veniva messa in discussione. Fantasmi, tutti uguali, all’interno di strutture isolate dal resto del mondo, come a rimarcare l’assenza di qualsiasi identità, di qualsiasi cittadinanza. Il voler ridare dignità a queste persone che seppur malate e bisognose di aiuto avevano e hanno diritto ad avere una vita degna di essere chiamata così ha spinto il Parlamento ad approvare il 13 maggio del 1978 la legge 180, che ha portato alla chiusura dei manicomi.

40 anni dopo, la Fp Cgil Firenze, in occasione del suo XI Congresso, in collaborazione con “La Tinaia” Centro di attività espressive, ha intrapreso un percorso di ricordo e riflessioni attraverso le opere pittoriche (quadri e tele) che i pazienti seguiti da “La Tinaia” hanno realizzato in questi anni.

“La Tinaia”, attraverso il suo lavoro di accompagnamento, scommette sulla possibilità dell’arte, del fare arte, come mezzo per accedere ai mondi chiusi della follia, come occasione di comunicazione e ricostruzione di relazioni interrotte o negate dalla forza distruttiva del disagio psichico.

In quest’ottica la Fp Cgil Firenze ha deciso di organizzare una mostra presso la Camera del Lavoro Metropolitana di Firenze in Borgo Greci 3 da martedì 5 febbraio al 12 marzo, nella corte al piano terra e negli spazi del secondo piano dove ha sede la categoria (mostra che era stata proposta anche durante il Congresso della categoria stessa).La mostra sarà inaugurata proprio martedì 5 febbraio alle ore 9:30 presso la corte della Camera del Lavoro Metropolitana di Firenze in Borgo Greci 3 alla presenza di: Alessandro Giorgetti, Segretario Generale FP CGIL Firenze; Dott. Paolo Rossi Prodi, La Tinaia, Responsabile Centro Salute Mentale Adulti SOS 2, Azienda USL Toscana Centro; Paola Galgani, Segretaria Generale CGIL Firenze; Michele Vannini, Responsabile Sanità FP CGIL Nazionale.

Tra le opere esposte, un “tondo” dipinto su un disco di legno compensato del diametro di 150 centimetri, diviso in quattro settori, pensato per essere appeso con funzione di segnale e caratterizzato da quattro linguaggi pittorici diversi, due donne e due uomini, individuali nella loro espressione ma accomunati dallo stesso progetto.

Livorno, Rifiuti, Aamps: proclamato stato di agitazione

Proclamato oggi lo stato di agitazione in Aamps, la società che si occupa di raccolta e smaltimento dei rifiuti al 100% controllata dal Comune di Livorno. Lo annunciano Fp-Cgil e Fiadel.

A motivare la decisione di Aamps ci sarebbe un elenco dettagliato di questioni lamentate dai sindacati: dalle privatizzazioni di parti fondamentali del servizio, al rifiuto di stabilizzare i precari, a inadempienze contrattuali e mancata manutenzione degli impianti, fino al mancato rispetto delle relazioni sindacali. “Sono questi i motivi – spieganoFp-Cgil e Fiadel – che ci costringono a proclamare lo stato d’agitazione in Aamps. Una scelta dolorosa ma necessaria: nonostante la massima disponibilità al confronto dimostrata da sindacati e rsu la società ha infatti continuato a mettere in campo decisioni unilaterali che mettono a rischio la natura pubblica del servizio, la tenuta occupazionale e l’integrità fisica dei lavoratori”.

Il servizio di raccolta ‘porta a porta’ nel centro, organizzato da Aamps, che dovrebbe partire con le feste natalizie, verrà privatizzato “senza che l’azienda lo abbia comunicato”, sostengono i sindacati. Poi, il fronte del precariato che da tempo i sindacati chiedono di stabilizzare con i lavoratori chiamati a siglare il 31 ottobre scorso la proroga in anticipo rispetto alla scadenza.


“Non una scelta casuale – specificano i sindacati – visto che dall’1 novembre è entrato in vigore il decreto dignità che prevede la riduzione del periodo di precariato da 36 a 24 mesi”.
Poi le inadempienze contrattuali come ad esempio “la modifica dell’orario di lavoro decisa dall’azienda senza il dovuto confronto sindacale”. A ciò si deve aggiungere il licenziamento di un lavoratore “abile alla mansione ma con la sola responsabilità di aver contratto limitazioni psico-fisiche a causa del lavoro svolto in Aamps” e infine la scelta “incomprensibile” – sottolineano ancora Cgil e Fiadel – di non effettuare le necessarie manutenzioni all’impianto di termovalorizzazione: “Una scelta che mette a rischio la stessa continuità aziendale oltre che il servizio pubblico reso alla collettività”.

Migranti: Fp “Con orario obbligatorio di rientro si crea ulteriore esclusione”

I migranti ospiti delle strutture Cas fiorentine dovranno permanervi dalle 20 di sera alle 8 di mattina, lo dispone la Prefettura. La Fp Cgil: “Si rischia di produrre ulteriore esclusione e di alimentare la spirale di odio e paura che sta alla base dell’insicurezza sociale”

È stato reso noto da alcuni gestori di Centri di Accoglienza Straordinaria situati nel territorio della Città metropolitana di Firenze, che dal 1° novembre 2018 i richiedenti protezione internazionale ospiti dovranno rientrare nelle strutture entro le ore 20 e permanervi sino alle ore 8 successive.

E’ una disposizione scritta della Prefettura: fino a due mesi fa, si parlava solo di rientro notturno. Poi, in un’altra circolare si indicavano le ore 23 come orario di rientro. Con la nuova disposizione, ogni allontanamento al di fuori del predetto orario sarà ammesso soltanto previa autorizzazione della Prefettura stessa, “qualora ricorrano motivate e straordinarie esigenze”.

“La disposizione della Prefettura di Firenze – interviene Serena Spinelli, capogruppo Articolo Uno Mdp in Regione e coordinatrice di Articolo Uno Mdp Toscana – che limita le uscite dei richiedenti asilo dei Cas, obbligandone il rientro entro le ore 20 di sera, appare immotivata e volta ad alimentare un clima di diffidenza che non fa bene a nessuno. Non si garantisce maggiore sicurezza restringendo libertà personali, ai migranti o a chiunque altro, in modo generico, senza distinzione di causa.”

“Di fronte al clima di intolleranza che respiriamo,- prosegue Spinelli – di cui purtroppo abbiamo riscontro anche nella nostra regione, c’è estremo bisogno di fermarsi e fare chiarezza. Ed è per questo che sulla misura introdotta dalla Prefettura di Firenze presenterò un’interrogazione in Consiglio regionale; per chiedere alla Giunta quali sono state le motivazioni che hanno portato la Prefettura a prendere tale decisione e se esiste un allarme sicurezza all’interno dei Cas”.

“Condivido, inoltre, le preoccupazioni sollevate della Fp Cgil poiché, secondo la citata circolare, gli operatori dei Cas dovrebbero aprire, dunque controllare, i pacchi comperati dai migranti, segnalando acquisti spropositati, travisando in questo modo il ruolo degli operatori sociali. L’accoglienza e l’integrazione – conclude il capogruppo – si alimentano di legalità, rispetto delle regole, fiducia reciproca. Trovo sbagliato per chi arriva nel nostro Paese, come per chiunque altro, anteporre divieti, senza motivo e in modo indiscriminato”

“Si tratta di una nuova responsabilità e un ulteriore adempimento in capo alle lavoratrici e ai lavoratori all’accoglienza che va nella direzione opposta a quella dell’inclusione. Gli operatori sociali si trovano ad affrontare compiti per loro impropri all’interno di strutture che mutano la loro natura. Ci pare un intervento disciplinare che, nel tentativo di governare una società frammentata e sempre meno coesa, rischia di produrre ulteriore esclusione e di alimentare la spirale di odio e paura che sta alla base dell’insicurezza sociale. Continuiamo a essere convinti che le comunità locali debbano essere coinvolte nei servizi di accoglienza a partire dalle Amministrazioni comunali e dai loro Sindaci, per uscire dalla gestione emergenziale e costruire servizi di accoglienza ordinari” afferma la Fp Cgil.

Dalla Prefettura ai gestori è arrivata inoltre anche un’altra circolare, sulla questione dei pacchi acquistati on-line dai richiedenti asilo e consegnati dai corrieri nelle strutture di accoglienza. I gestori ora sono invitati a disporre che i pacchi siano aperti alla presenza degli operatori, sia “per ragioni di sicurezza” sia “per verificare che gli acquisti siano compatibili con la situazione economica dell’ospite”.

E se risultano acquisti “spropositati” si dovrà chiedere ragione agli interessati, mentre qualunque circostanza meritevole di approfondimento deve essere riferita alla Prefettura e alle forze dell’ordine.

“Anche in questo caso, – conclude la Fp – rileviamo che il ruolo degli operatori dei Centri d’accoglienza si arricchisce di un’altra mansione imprevista: da educatori del sociale si diventa controllori. No a questa modalità di gestire l’accoglienza ai migranti, restiamo umani e garantiamo sicurezza e integrazione per tutti”.

Accademia: Cgil, a Firenze visite David senza aria condizionata

Assenza di un impianto di refrigerazione al piano terra della Galleria dell’Accademia di Firenze dove si trova anche la Tribuna del David, e ai visitatori viene dato un ventaglio in cartoncino per potersi sventolare. E’ quanto denuncia la Fp Cgil di Firenze. Replica dell’Accademia: “Faremo nuovo impianto”.

“Già lo scorso anno, l’Accademia era salita agli onori della cronaca per i malesseri accusati da utenti e guide turistiche – sottolinea il sindacato in una nota -. Sia lo scorso anno che
quest’anno i rappresentanti dei lavoratori hanno chiesto un intervento fattivo e immediato all’amministrazione, proponendo l’adozione di semplici misure come la riduzione del massimale delle presenze e l’acquisto di condizionatori portatili, ma l’amministrazione continua a non assumere decisioni”.
Per la Fp Cgil, “la lancetta dei rilevatori di umidità relativa supera il 78%, quando dagli atti di indirizzo per la conservazione del patrimonio artistico le tavole dipinte non possono soggiornare in locali che superino il 60%”. Inoltre, “lo stazionamento sotto il lucernario della tribuna del David non può protrarsi oltre qualche minuto prima che sopravvenga una
sensazione di malessere e di mancanza di aria”. Il sindacato sottolinea che “l’amministrazione continua ad accampare scuse, scaricando la responsabilità del ritardo nella realizzazione dell’impianto su ripetuti sopralluoghi tecnici di ditte esterne
che ad oggi non avrebbero prodotto alcuna pianificazione dell’intervento, che avrebbe anche un’immediata e totale copertura dei costi, stando alle dichiarazioni di ampia
disponibilità di budget da parte della direzione del museo. E’ inammissibile pensare di poter offrire la fruizione del patrimonio culturale in queste condizioni: forse si pensa che
basti dotare il visitatore di un ventaglio di cartoncino giallo per ovviare a tale situazione?”.

“La situazione è sotto controllo. Abbiamo previsto il problema chiudendo certe parti del museo e cambiando le postazioni del personale. Non vi è niente di preoccupante sull’impianto di climatizzazione che non sappiamo già. L’impianto andava cambiato decenni fa. Da marzo finalmente è arrivato un funzionario architetto, abbiamo potuto risolvere
le urgenze e si sta lavorando su un rinnovo completo dell’impianto che ovviamente non potrà aver luogo in piena estate”. Lo afferma la direttrice della Galleria dell’Accademia
di Firenze, Cecilie Hollberg, replicando alle critiche sollevate dal sindacato Cgil Fp riguardo ai disagi che ci sono dentro il museo, in particolare al piano terreno, a causa del clima.
“Le opere non corrono nessun rischio e sono sotto monitoraggio regolare”, ha anche detto Hollberg aggiungendo, sui controlli ai capolavori che potrebbero, eventualmente, subire sollecitazioni anche per le particolari condizioni climatiche, che “nonostante il Museo non abbia un restauratore interno, ci facciamo finanziare dall’associazione Amici della Galleria
dell’Accademia un restauratore che fa controlli frequenti”.

1500 educatori a rischio, lunedì presidio a Firenze

Un presidio davanti alla prefettura di Firenze per sostenere la figura dell’educatore socio educativo e chiedere al Parlamento un intervento rispetto alla legge di bilancio 2018, che nel solo territorio fiorentino mette a rischio 1500 operatori.

E’ quanto organizzato dai lavoratori insieme alla Fp Cgil di Firenze il 4 giugno, alle 11:30.
“Nel territorio fiorentino – spiega il sindacato in una nota – sono circa 2500 i lavoratori che svolgono le funzioni di educatore, animatore e operatore socio educativo. Dal primo
gennaio 2018 la legge di bilancio, all’articolo 1 commi 596-601, ha riordinato la figura dell’educatore, dando una dignità e un riconoscimento ai lavoratori laureati in scienze
dell’educazione, ma allo stesso tempo obbligando chi svolge quell’attività con altro titolo (1.500 nel territorio fiorentino) a sostenere un corso di 60 crediti universitari,
proposto a costi esosi dalle università, per evitare di perdere il posto di lavoro”.

Per questo motivo la Fp Cgil chiede “al Parlamento di modificare il testo normativo recuperando il Ddl ”Iori” al Senato, che conteneva misure per salvaguardare questi lavoratori”.

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