Peste suina africana (che non si trasmette agli esseri umani): sorveglianza e prevenzione

Firenze, un percorso di approfondimento sulla sorveglianza e la prevenzione della diffusione della peste suina africana (che non si trasmette agli esseri umani) è stato proposto da Stefania Saccardi (vicepresidente e assessora all’agroalimentare) e da Simone Bezzini (assessore al diritto alla salute) in occasione di un incontro congiunto con le forze dell’ordine, il direttore generale dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana, i direttori della sanità animale delle Asl e i responsabili dei settori regionali competenti. L’incontro, che si è svolto ieri 4 agosto, nella sede della Regione, a Firenze, ha visto la partecipazione, tra le forze dell’ordine, dei Carabinieri forestali della Toscana, del Comando Legione Carabinieri Toscana, del Nas Carabinieri, della Polizia di Stato e delle Polizie provinciali.

L’attuale situazione epidemiologica della peste suina africana nell’Est Europa e in Germania, dove la malattia ha coinvolto sia i suini domestici che i cinghiali, rappresenta motivo di forte preoccupazione per l’Italia. La peste suina africana, lo ricordiamo, non si trasmette agli esseri umani.

Da qui la necessità da parte dei due assessori regionali di coinvolgere tutti i soggetti, che operano in questo ambito, in un percorso condiviso, che consenta a ognuno, secondo la propria competenza e professionalità, di rafforzare il proprio ruolo in una rete di prevenzione, controllo e di lotta contro questo pericoloso rischio sanitario.

“Lavoriamo tutti insieme, ognuno secondo le proprie competenze e responsabilità – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – Siamo di fronte a un problema che non riguarda la caccia o l’eccesso di ungulati o i danni, che questi provocano agli agricoltori e che di per sé sono drammatici per l’economia toscana. Qua si parla di un problema ben più grave, che corre il rischio di riguardare tutta la zootecnia. Quando si parla di impossibilità di esportazione si parla di un danno economico devastante per tutto il settore. Per questo stiamo mettendo in piedi una misura del Psr, per dare una mano agli allevatori così da realizzare recinzioni doppie ed evitare il più possibile il contatto diretto tra i cinghiali eventuali trasmettitori della malattia e le razze, che devono vivere allo stato brado. Le risorse del Psr coprono solo il 40% della spesa complessiva, in condizioni particolari il 50%. Pertanto, siamo consapevoli che la misura grava sull’imprenditore agricolo e sull’allevatore per importi non indifferenti. Stiamo, inoltre, dando un impulso importante al controllo degli ungulati e dei cinghiali dal punto di vista venatorio, su cui chiediamo a tutti i soggetti di darci una mano, a partire dalle polizie provinciali, fondamentali su questo fronte, che deve essere prioritario nelle loro azioni di intervento. Le forze dell’ordine, poi, devono dare una mano sul tema dei controlli, tra queste i Nas svolgono un ruolo essenziale”.

“Tramite questo incontro ci siamo posti l’obiettivo di proporre un percorso di approfondimento, calibrato secondo i rispettivi ruoli istituzionali e ambiti operativi – ha dichiarato l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini – improntato su uno scambio reciproco di esperienze e competenze, diverse ma tutte necessarie e da integrare sempre di più. Nel breve periodo – ha aggiunto – daremo supporto normativo e attuativo al Piano nazionale di sorveglianza della peste suina africana con l’approvazione di un Piano regionale biennale. Contestualmente, andremo ad approvare nel medio termine anche il Piano regionale per la gestione delle emergenze epidemiche e non epidemiche, nel settore veterinario e in quello della sicurezza alimenti di origine animale. Questo strumento di coordinamento risulta indispensabile, per affrontare le situazioni di crisi sanitaria, che possono colpire il comparto zootecnico. Inoltre, recepiremo a breve l’Accordo Stato Regioni sulle linee guida in materia di igiene delle carni di selvaggina selvatica, producendo delle linee guida regionali. È una partita importante, che solo continuando a lavorare in sinergia, tutti insieme, possiamo affrontare al meglio”.

La peste suina

La peste suina africana (psa) è una malattia virale che colpisce i suini domestici e selvatici. Dotata di una mortalità che può arrivare al 100% della popolazione suscettibile, non è una zoonosi (ovvero non è una malattia infettiva degli animali che si può trasmettere all’uomo), ma può avere un impatto devastante sull’intero comparto suinicolo, con conseguenze rilevanti sia in termini economici, sociali che ambientali.

Il virus è caratterizzato da elevata resistenza nell’ambiente dove rimane infettante per lungo tempo in particolare nelle carcasse infette. Inoltre, gli alimenti realizzati a partire dalle carni di suini affetti da peste suina africana, come i salumi, mantengono il virus vitale per diversi mesi.

Il rischio più imminente di introduzione di questa malattia appare legato al “fattore umano” a seguito di contatto diretto dei suini selvatici o domestici con alimenti e materiali contaminati veicolati da trasportatori, turisti, lavoratori stranieri, viaggiatori.

In particolare, il trasporto di prodotti di origine animale (insaccati) al seguito di viaggiatori e lavoratori provenienti dai Paesi infetti rappresenta il fattore di rischio più rilevante e probabile per l’introduzione del virus nel nostro Paese.

Le attuali consistenze di cinghiali rappresentano un altro elemento di forte preoccupazione in quanto, nella sfortunata ipotesi di arrivo della malattia nel nostro territorio, rappresenterebbero un volano di devastante amplificazione per la diffusione di tale agente patogeno.

Il Ministero della Salute ha predisposto un piano nazionale di sorveglianza, recentemente presentato alla Commissione europea, con l’obiettivo di fronteggiare il rischio di nuova introduzione della psa. Il piano riguarda sia i suini domestici che i suini selvatici, si basa sulla sorveglianza passiva e prevede un innalzamento del livello di attenzione trasversale rivolto verso tutti i principali fattori di rischio.

Tutte le forze dell’ordine che presidiano il territorio rappresentano un fondamentale e strategico livello di controllo nella prevenzione della diffusione di questa malattia. Ogni corpo di polizia, secondo il proprio mandato, effettua controlli in ambiti che spaziano dalla vigilanza della movimentazione di prodotti a base di carne (provenienti da circuiti sconosciuti) alla verifica del rispetto del divieto di foraggiamento dei cinghiali selvatici.

Fiorentina, torna il Giglio dei Pontello sulle maglie

Firenze, “Il design delle maglie ispirato agli anni ’80 e il logo alabardato sui kit gara omaggiano momenti iconici della storia del Club nell’anno del suo 95° anniversario” si legge sul comunicato stampa di presentazione delle nuove maglie della Fiorentina, in pratica ritorna il logo dei Pontello che all’epoca aveva suscitato non poche polemiche.

“La fascia orizzontale richiama alla mente le divise indossate dai Viola negli anni ’80 – continua il comunicato della Fiorentina – una decade a cui tutti i tifosi viola guardano con romanticismo e grande attaccamento, tramandando di generazione in generazione momenti indimenticabili della nostra storia. Il giglio alabardato è anch’esso parte di un patrimonio di immagini e simboli che la Fiorentina ha deciso di “riportare a casa”, nell’anno del 95esimo anniversario del Club, per valorizzarli e riproporli anche a nuove generazioni di tifosi”.

Naturalmente viola la maglia ‘Home’ con la fascia bianca orizzontale dove c’è il logo dello sponsor principale ‘Mediacom‘ e in alto a destra, per chi guarda, il logo del giglio alabardato.

Anche per la maglia ‘Away’ omaggio alla storia della Fiorentina, mantenendo lo stesso design della versione Home, ma di colore bianco con la fascia viola orizzontale insertata.

La terza maglia ‘Third’ della squadra viola, propone lo stesso design nella variante gialla, con la fascia orizzontale viola.

La quarta maglia ‘Fourth’ è proposta in rosso, uno dei colori simbolo del Club, con il nome dello sponsor viola  in fascia bianca.

Franco, Mps non sarà oggetto di “smembramento”

Roma, “Non vi sono le condizioni per mettere in discussione la dismissione della partecipazione” dello Stato in Mps. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, è categorico nel motivare davanti alle Commissioni Finanze di Camera e Senato, l’urgenza da parte del Tesoro di raggiungere un accordo con Unicredit sulla cessione del Monte dei Paschi.

E al contempo – di fronte alle preoccupazioni sollevate da quasi tutte le forze politiche e dai sindacati – il ministro Franco si premura di offrire rassicurazioni sul fatto che la banca più antica del mondo non sarà oggetto di “smembramento”, che il governo presterà “la massima attenzione alla tutela dei lavoratori”, che l’operazione con Unicredit non si sostanzierà in una “svendita di proprietà statali” e che l’impegno a compensare Siena e la Toscana per la perdita di un baluardo della loro economia saranno una “priorità indiscussa e incomprimibile” .

Franco sottolinea anzitutto la condizione di fragilità che rende improcrastinabile un’aggregazione di Mps con una banca più solida: “se la banca restasse soggetto autonomo, sarebbe esposta a rischi e incertezze considerevoli e avrebbe seri problemi” ammonisce ricordando che a Siena servirebbe un aumento “ben superiore” ai 2,5 miliardi di euro indicati dal piano stand alone dell’ad Guido Bastianini per “portarla su valori medi delle banche europee”.

Un piano a cui non lesina critiche per non aver tenuto “conto degli impegni” assunti dalla banca con la Ue, che già chiedeva un rapporto tra costi e ricavi del 51% al 2021, a fronte del 74% previsto nel suo business plan dalla banca, che al 2025 si troverebbe ancora inadempiente, puntando a un obiettivo del 60%. Così “nel caso probabile in cui la Commissione Ue ponesse un obiettivo più ambizioso” di riduzione dei costi, ammonisce Franco, “gli esuberi di personale potrebbero essere considerevolmente più elevati” dei circa 2.500 previsti dall’attuale management di Siena. Franco assicura che “l”operazione”, che ha ad oggetto “l’intera attività bancaria” del Monte e non includerà 4 miliardi di euro di crediti deteriorati e i rischi legali, “verrà condotta nel rispetto delle regole della concorrenza”.

All’esito “è possibile che il Mef riceva azioni” Unicredit (si parla di una quota attorno al 5%) ma senza “alterare gli equilibri di governance”. Quanto al ‘conto’ per lo Stato, il bonus fiscale da 2,2 miliardi è “un anticipo” di futuri crediti d’imposta mentre l’aumento da 1,5 miliardi che il Tesoro può iniettare sarà “computato nella valorizzazione dei beni trasferiti a Unicredit”.

Quanto ai rischi legali e agli npl che restano in carico allo Stato sono “presidiati da accantonamenti” della banca. “E’ una trattativa che parte su basi solide, non saremmo partiti se non pensassimo entrambi” di poter arrivare a “una soluzione di mutuo interesse”.

“Auspico fortemente che si chiuda” in quanto “la creazione di un soggetto bancario più stabile e meglio capitalizzato costituisce la via maestra per operare in un mercato sempre più complesso e digitalizzato” ma “non chiuderemo a qualsiasi costo”. Solo in assenza di “una soluzione adeguata”, dice Franco replicando alle richieste di proroga di molti parlamentari, “ci si porrà il problema del tempo”. La fusione verrà condotta in un “contesto di massima attenzione verso le tematiche occupazionali” all’interno di “un progetto di rilancio e di valorizzazione della città di Siena”.

Mps “è la la più antica banca del mondo, la sua storia, il suo nome, il suo marchio – ha detto Franco – sono un valore da preservare”. “La salvaguarda dell’occupazione e del marchio unitamente alla tutela del risparmio e della stabilità del sistema bancario sono le priorità del governo” L’operazione non troverà atteggiamenti ostruzionistici da parte di Intesa, principale concorrente di Unicredit “Tutto quello che può venire per stabilizzare il sistema è un valore”, ha detto il ceo Carlo Messina. Anche per questa ragione “non ci porremo in nessun modo come ostacolo” in sede antitrust.

Intanto la Commissione d’inchiesta sulle banche si prepara a sentire il ceo di Unicredit, Andrea Orcel, probabilmente a settembre. Domani a Siena si approveranno i risultati del trimestre e la transazione da 150 milioni con la Fondazione, che sgraverà da 10 a 6 miliardi di euro il contenzioso legale. Il trimestre è atteso in utile, in linea con i 119 milioni del trimestre. “I dati che verranno pubblicati domani saranno positivi” ammette Franco ma non abbastanza per risolvere “un problema che si trascina da anni”.

🎧 Todde, lavoriamo a una norma per gestire casi simili a Gkn

Firenze, si è svolto il tavolo GKN in prefettura a Firenze. All’incontro, presieduto dalla ViceMinistra al Mise Alessandra Todde, hanno partecipato la Regione Toscana, il Ministero del Lavoro, il comune di Firenze, il comune di Campi Bisenzio, GKN Driveline Firenze S.p.A e sindacati.

“Come istituzioni siamo continuando a lavorare per fare in modo che casi di questo genere non siano più all’ordine del giorno, e che quindi ci vuole anche una risposta normativa rispetto a questo tipo di situazione”. Lo ha detto Alessandra Todde, viceministro allo Sviluppo economico, parlando della vertenza Gkn nel corso di una conferenza stampa al termine dell’incontro di oggi a Firenze tra le parti.

“Il mio gruppo – ha spiegato Todde, riferendosi agli uffici del Mise – sta lavorando ad un impianto normativo che possa fare in modo che questo tipo di situazioni vengano quantomeno gestite in maniera ordinata. Noi siamo in un Paese dove c’è giustamente la libera impresa, dove c’è la possibilità di ristrutturare le aziende, perché questo fa parte dei mutamenti del mercato per poter essere competitivi: ma questo è un percorso che deve essere affrontato in maniera ordinata e soprattutto non devono essere tollerate le speculazioni. Non possiamo pensare che un perimetro occupazionale così ampio, che veramente desertifica un territorio, possa essere oggetto di una speculazione”.

“E’ importante non illudere nessuno – ha proseguito Todde – ci troviamo davanti a una multinazionale, un gruppo che ha preso una decisione, ma la cosa netta che è emersa oggi è che tutte le istituzioni, tutti i livelli di governo, la Regione, le istituzioni locali la Città Metropolitana, il sindaco di Campi che è qua con me, hanno risposto allo stesso modo insieme alle parti sociali: quindi noi siamo compatti e la risposta sarà compatta, e continueremo quelle azioni che stiamo portando avanti, quindi io credo che questo tipo di sospensione sia un elemento di riflessione”.

Todde al tavolo ha parlato di “scelta unilaterale non concepibile” da parte di Gkn, ricordando anche come l’azienda abbia percepito circa 2 milioni di euro di contributi pubblici negli ultimi anni, in larga parte per lo stabilimento di Brunico.

“E’ un gruppo che in Italia ha usufruito degli incentivi che gli sono stati messi a disposizione – ha osservato – ma che non ha esitato, quando si è trattato di parlare dei dipendenti, di prendere una decisione che è stata messa in campo in 24 ore in modalità distruttive per l’attività produttiva e per il territorio”.

In podcast alcune delle dichiarazioni della ViceMinistra al Mise Alessandra Todde e del sindaco di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi.

Appello ai cittadini toscani: “Donate il sangue”

Firenze, un appello ai cittadini toscani per donare il sangue: è quanto lanciato mercoledì dalla Regione Toscana insieme alle associazioni di donatori.

Le ragioni dell’appello sono che oggi, è stato spiegato, nonostante la raccolta di sangue sia in linea con gli anni scorsi, i consumi sono in aumento. Il sistema sanitario si sta riprendendo dalla pandemia per recuperare le liste di attesa bloccate o rallentate per l’emergenza Covid. Per questo in questi giorni le associazioni sono al lavoro per intensificare la chiamata dei donatori.

“In questi giorni stiamo registrando una fase particolarmente critica, che necessita della collaborazione di tutti. Le donazioni programmate non sono sufficienti a far fronte alle necessità, che stiamo registrando e che ci porta ad una situazione particolarmente preoccupante – ha spiegato Franco Bambi, direttore del Centro regionale Sangue -. Abbiamo bisogno di sangue, ma anche di plasma, necessario, oltre che per il trattamento di determinate patologie, per la produzione di farmaci salvavita”.

A rilanciare l’appello alla donazione sono stati anche i presidenti di Avis Regionale Toscana, Claudia Firenze, di Fratres Toscana, Claudio Zecchi, e il responsabile regionale donatori Anpas Toscana, Patrizio Ugolini. Nel primo semestre del 2021, è stato spiegato, rispetto all’analogo periodo del 2019 si è registrato in Toscana un aumento della raccolta di sangue pari a 2,8% a fronte di un aumento dei consumi dell’1,5%.

“A gennaio 2021, la risposta dei donatori è stata tale da avere fatto rientrare in parte l’emergenza, rispetto allo stesso periodo del 2020 – ha detto il presidente della Toscana, Eugenio Giani -. Nel ringraziare tutti loro, rivolgo un appello ai toscani, per continuare a donare il sangue prima di andare in vacanza, ma anche al rientro”. Per l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini “è un momento cruciale, in cui si registra un aumento della domanda e dove ognuno di noi può offrire il proprio contributo”.

Tavolo Gkn: Todde, ‘Se si prendono soldi dallo Stato bisogna poi essere coerenti’

Tavolo Gkn: è iniziata intorno alle 15.30 la nuova riunione del tavolo sulla vertenza Gkn, convocato a Firenze dalla viceministra allo Sviluppo economico, Alessandra Todde, e dedicato alla vertenza della fabbrica di Campi Bisenzio di cui la proprietà ha deciso la chiusura col licenziamento dei 422 dipendenti.

In contemporanea con l’incontro, alcuni lavoratori Gkn stanno facendo volantinaggio a Firenze alla stazione di Santa Maria Novella, in piazza Bambine e bambini di Beslan, e in piazza Beccaria.
“Ho convocato l’azienda e le istituzioni locali, Regione e comuni coinvolti e ho deciso, anche questa volta, di fare il tavolo direttamente a Firenze”. Così la viceministra allo sviluppo Alessandra Todde su Facebook prima del tavolo. “L’obiettivo di oggi è aprire una trattativa per soluzioni che salvaguardino il perimetro occupazionale. Come ho già ribadito, le ristrutturazioni sono lecite, le delocalizzazioni annunciate via mail sono inaccettabili. È importante – conclude – procedere con il confronto tra le parti per trovare una soluzione ad una vertenza così difficile”.

“Noi non stiamo discutendo se sia possibile aprire o no una procedura, stiamo discutendo che un simile atteggiamento scarica tutta la responsabilità sociale dei lavoratori solo sulle istituzioni: i lavoratori non sono un qualcosa da prendere o scaricare, per questo siamo intervenuti in maniera così forte”. Lo ha affermato la viceministra, secondo quanto si apprende, al tavolo sulla vertenza Gkn in corso a Firenze.

“Questo tavolo serve a trovare delle soluzioni serie e concrete, che mettano in sicurezza il perimetro occupazionale e l’attività produttiva”, ha spiegato Todde, osservando che “l’incontro è stato convocato dal Mise perché abbiamo deciso di gestire questo tipo di vertenza in maniera corale con tutte le istituzioni”. Inoltre, ha aggiunto la viceministra, “ci risulta che il gruppo Gkn abbia utilizzato fondi dello Stato in misura sostanziale, provenienti dalle due Regioni che ospitano gli stabilimenti. Se si prendono i soldi dello Stato, si deve mantenere un atteggiamento coerente da parte del gruppo, senza fare scelte unilaterali sulla vita dei lavoratori e senza evitare di coinvolgere per tempo le istituzioni”. 

Exit mobile version