Aferpi Piombino, domani sciopero di 2 ore su tutti i turni

Sono stati indetti, per la giornata di domani, uno sciopero di due ore su tutti i turni e un presidio alla Aferpi di Piombino (Livorno).

La decisione, confermata oggi dalle assemblee dei lavoratori, è arrivata dopo un lungo confronto con tutti i lavoratori sulla volontà di andare avanti oppure sospendere lo sciopero dopo che le segreterie di Fim, Fiom e Uilm, convocate stamani insieme alle Rsu in direzione aziendale, hanno ricevuto dall’azienda alcune aperture per quanto riguarda “alcune postazioni interessate dal taglio delle riorganizzazioni e sulla tempistica del pagamento del welfare nel mese di agosto”.

“I lavoratori – spiegano Fim, Fiom e Uilm in una nota congiunta – hanno espresso con larghissima maggioranza la volontà di proseguire con la mobilitazione annunciata, indicando alla direzione che lo stabilimento ha ormai la necessità di investimenti per tornare ad essere produttivo e non servono a nulla ulteriori tagli o riduzioni di personale”.

Per il primo turno ed il turno spezzato, lo sciopero si svolgerà con un presidio dalle 10 alle 12 sotto la portineria della direzione. Mentre per il secondo e terzo turno si svolgerà alle ultime due ore del turno.

Dichiarate 4 ore di sciopero in tutte le aziende del gruppo Piaggio

“Per arrivare all’accordo occorrono indicatori che rendano raggiungibile il Premio nonché risposte su part time verticali e i lavoratori del bacino.”

Le tre unioni sindacali Fim, Fiom e Uilm, riunite oggi in una conferenza stampa a Firenze, hanno spiegato che ” l’incontro di oggi a Firenze non ha sbloccato la trattativa sul Contratto integrativo di gruppo. La Direzione aziendale ha dato alcune disponibilità, ad esempio in tema di recepimento della richiesta sindacale di poter accedere alla detassazione del premio, ma non entra ancora nel merito della parte economica e insiste a voler rivedere la disciplina dell’orario di lavoro plurisettimanale.

Come Fim, Fiom e Uilm abbiamo ribadito:

1) Occorre stabilire nuovi indicatori del Premio chiari e intellegibili, anche per rendere più raggiungibili le cifre teoriche dell’accordo del 2009, dato che in concreto in questi anni sono stati erogati solo i 1.200 euro anticipati con quote di 100 euro mensili, a fronte di un importo potenziale annuo massimo di 3.000 euro. Anzi la storia di mancate erogazioni rende ragionevole stabilire gli obiettivi di anno in anno, così da avere momenti di effettiva verifica.

2) Non solo i 1.200 euro annui anticipati mensilmente non possono essere messi in discussione, ma è opportuno rivedere al rialzo le somme anticipate, anche per evitare che un eventuale accordo firmato oggi produca benefici retributivi solo con il saldo dell’anno successivo.

3) Anche sulla base della disponibilità aziendale, bisogna provare a cogliere le opportunità di detassazione offerte dalla normativa sui premi variabili e condizionare alla volontarietà qualsiasi eventuale percezione di somme sotto forma di flexible benefits (beni e servizi del così detto welfare aziendale).

4) Stante la nuova disponibilità aziendale ad accelerare la trasformazione dei PTV in Full-Time, è indispensabile che l’azienda faccia una proposta concreta. Al contempo deve essere affrontato il tema dei contratti a tempo determinato che hanno prestato o presteranno la loro attività lavorativa in Piaggio.

5) Sui temi dell’ambiente e della sicurezza, chiediamo finalmente di chiarire in apposito incontro quali azioni possano essere intraprese per la climatizzazione e per migliorare l’ergonomia. Questo è il primo modo per combattere il tasso di assenza, di cui anche nell’ultimo incontro la Direzione aziendale si è lamentata, proponendo peraltro di inserire apposito e ulteriore indice nel Premio.

6) Infine, sulla flessibilità oraria (così detto plurisettimanale) si ribadisce che non deve essere oggetto di revisione la disciplina già vigente, di cui l’azienda si sta avvalendo e che è pienamente adeguata alle attuali esigenze, che come noto sono purtroppo caratterizzate nel corso di anno da periodi di ricordo agli ammortizzatori sociali.

Il prossimo incontro è fissato il 16 e 17 luglio e per allora chiediamo alla Direzione aziendale di dare risposte concrete a tutti gli aspetti sollevati, e a sostegno delle richieste sindacali sono proclamate 4 ore di sciopero per tutte le aziende del gruppo Piaggio da stabilire a livello aziendale entro la data del prossimo incontro”, concludono la comunicazione FIM-CISL FIOM-CGIL UILM-UIL nazionali, al termine del comunicato.

Sciopero metalmeccanici: oltre 10 mila in corteo a Firenze

Oltre 10 mila lavoratori, secondo gli organizzatori e la Questura, stanno sfilando per le vie del centro di Firenze in occasione dello sciopero nazionale dei metalmeccanici. Il corteo è partito da Piazza Cavalleggeri, sui Lungarni, passando poi vicino a Piazza della Signoria, per raggiungere Piazza della Santissima Annunziata dove si svolgerà il comizio finale.

Dietro lo striscione che ha aperto il corteo, sono schierati i segretari regionali di Fim, Fiom e Uilm, il sindaco di Firenze Dario Nardella, e il Presidente della Regione toscana Enrico Rossi. Alla manifestazione partecipano la segretaria generale della Cisl, Anna Maria Furlan, il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, e Gianna Fracassi segretaria confederale della Cgil.

“Oggi scioperano i metalmeccanici. Vogliono la dignità del lavoro. Vogliono che il governo abbia una politica industriale e si impegni al rilancio degli investimenti pubblici e privati. Si battono contro il lavoro precario che li divide e li umilia. Tutto il Paese li ascolti. La sinistra e il Pd stiano con loro”. Lo ha scritto su Facebook il presidente Rossi annunciando la sua partecipazione. Il governatore toscano ha inoltre affermato che i lavoratori metalmeccanici in piazza a Firenze “fanno bene” a manifestare, e “noi siamo qui per testimoniare vicinanza”.

“Non c’è una politica industriale – ha lamentato il presidente della Regione Toscana – nessuno prende in seria considerazione il lavoro, il precariato si estende nelle aziende col lavoro somministrato, non ci sono sufficienti investimenti pubblici e privati, la produttività non cresce. Ci sono 80mila posti di lavoro a rischio in questo settore”. Al Ministero, ha ricordato il governatore toscano, “ci sono tavoli importanti aperti: dovrebbero essere riuniti, magari perché i tavoli da soli non bastano. Aspettiamo risposte per tante vicende toscane, dalla Bekaert a Piombino, dove bisogna ripartire, e altre ancora”.

Fim, Fiom e Uilm hanno proclamato 8 ore di sciopero generale in tutta Italia e organizzato tre manifestazioni a Milano, Napoli e, appunto, Firenze, dove sono confluiti i lavoratori delle regioni del Centro Italia. Con loro anche i segretari generali toscani di Cgil, Cisl e Uil, Dalida Angelini, Riccardo Cerza e Annalisa Nocentini, e quelli di Fim, Fiom e Uilm, Alessandro Beccastrini, Massimo Braccini, Vincenzo Renda. La manifestazione è partita da piazza Cavalleggeri per arrivare in piazza SS. Annunziata, dove è previsto il comizio con gli interventi dei lavoratori e quello conclusivo di Rocco Palombella, segretario nazionale Uilm.

A spingere Fim, Fiom e Uilm a proclamare lo sciopero generale “è la sempre maggiore incertezza sul futuro della categoria, alla luce della contrazione della produzione industriale, della perdita di valore del lavoro e dell’aumento di infortuni e morti sul lavoro” spiega una nota di Cgil, Cisl e Uil Toscana.

“Lavoro e investimenti devono essere rimessi al centro dell’agenda politica. E’ necessario che il governo e il sistema delle imprese riconoscano il ruolo dei lavoratori. Il governo deve adottare politiche mirate a contrastare le delocalizzazioni e le chiusure di stabilimenti industriali. Occorre investire per creare occupazione per i giovani disoccupati, attraverso il consolidamento di alcuni settori in cui il nostro paese ha la leadership”, spiega la nota. “In Toscana sono oltre 80.000 gli addetti all’industria metalmeccanica e ci sono crisi pesanti ancora aperte, Aferpi, Kme, Bakeart. Servono ulteriori ammortizzatori sociali per far fronte alla crisi. L’economia è ferma anche perché le retribuzioni non aumentano. Vanno aumentati i salari rinnovando i contratti nazionali”, concludono i sindacati.

“Va cambiata drasticamente la linea economica del governo”, ha affermato Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, presente al corteo. “Più investimenti – ha detto – nelle infrastrutture, sbloccare finalmente le infrastrutture, quelle medie e quelle grandi bloccate dal governo almeno per quest’ultimo anno, e investimenti su innovazione, su ricerca, su formazione”. Secondo Furlan il ricorso allo sciopero generale “dipende molto da cosa deciderà di fare il governo. Certo, si profila una legge Finanziaria molto molto complessa. Noi vogliamo che al centro ci sia il lavoro, se no ogni strumento del sindacato ovviamente verrà utilizzato. In ogni caso valuteremo unitariamente”.

La segretaria generale della Cisl ha inoltre dichiarato: “C’è il grande tema della sicurezza del lavoro, dove anche su questo il Governo è completamente latitante, e gravi responsabilità le hanno anche le imprese. Ogni mese è un bollettino di guerra: quasi ogni giorno in tutti i settori produttivi qualcuno muore di lavoro, e anche lo sblocca cantieri, che allarga la possibilità di fare subappalto, non sarà certo una cosa che fa bene alla salute e alla prevenzione sul lavoro”.

“La cosa che ci preoccupa non è tanto la procedura d’infrazione, quanto le misure del governo, che in questi mesi non ha adottato dei provvedimenti che vanno nella direzione dello sviluppo”. Queste le parole di Rocco Palombella, segretario generale della Uilm. “C’è un Paese – ha spiegato – che cresce dello 0,1%: come si fa a rientrare del debito? E come si potrà mai realizzare la riforma della riduzione delle tasse? Non c’è questa possibilità. Ridurre le tasse in un Paese che non cresce significa non crescere, e non far crescere i posti di lavoro, la buona occupazione. Per questo il messaggio di oggi è oltre le imprese, è un messaggio anche nei confronti del Governo”.

“Questa manifestazione è la preparazione di quella che faremo settimana prossima a Reggio Calabria, la seconda manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil: se non avremo risposte valuteremo qualunque tipo di intervento successivo”, e anche lo sciopero generale “non lo escludiamo” dichiara Gianna Fracassi, segretaria confederale della Cgil. “Abbiamo delle proposte e delle idee – ha aggiunto – le abbiamo già spiegate a questo governo a partire da ottobre, però non risponde, sembra quasi inerte. E’ una fase di stallo che ormai dura da mesi, e questo è inaccettabile per il lavoro”.

“Il governo non può più rimanere sordo di fronte a questo grande movimento che vede unite anche le istituzioni” ha affermato il sindaco di Firenze Dario Nardella. “Non si possono tollerare – ha proseguito – decine e decine di tavoli di crisi che si aprono senza prospettiva né soluzione e un’indifferenza totale che c’è da parte di questo governo verso quanto di più prezioso abbiamo, cioè il lavoro, i giovani e gli investimenti. L’Italia è il Paese guida della manifattura europea, insieme alla Germania, ma noi stiamo perdendo terreno e competitività. Non si può andare avanti così, siamo nel cuore di una vera e propria stagnazione economica, per non dire crisi”. Nardella ha sfilato coi manifestanti per un tratto del corteo per le vie del centro di Firenze insieme all’assessore comunale al lavoro Andrea Vannucci. “Sono qui – ha detto – per dare tutto il sostegno possibile ai lavoratori, non solo di Firenze e della Toscana, ma di tutto il centro Italia”.

Fim, Fiom e Uilm: sciopero e manifestazione a Firenze per 14/6

Sono previste per venerdì 14 Giugno 8 ore di sciopero generale dei meccanici, indetto da Fim, Fiom e Uilm, con manifestazione a Firenze, con concentramento in Piazza Cavalleggeri, corteo e comizio conclusivo in piazza SS. Annunziata.

L’incertezza sul futuro della categoria stante la contrazione della produzione industriale, la perdita di valore del lavoro, l’aumento degli infortuni e dei morti sul lavoro, hanno spinto Fim, Fiom e Uilm a proclamare, nella giornata di venerdì 14 giugno, uno sciopero nazionale dei metalmeccanici della durata di 8 ore. Nel capoluogo Toscano confluiranno, oltre ai toscani i lavoratori di Emilia Romagna, Liguria, Marche e Umbria.

Secondo quanto riportato dal comunicato di Fim, Fiom e Uilm: “Lavoro e investimenti devono essere rimessi al centro dell’agenda politica. E’ necessario che il governo e il sistema delle imprese riconoscano il ruolo dei lavoratori. Il governo deve adottare politiche mirate a contrastare le delocalizzazioni e le chiusure di stabilimenti industriali. Occorre investire per creare occupazione per i giovani disoccupati, attraverso il consolidamento di alcuni settori in cui il nostro paese ha la leadership.

In Toscana sono oltre 80.000 gli addetti all’industria metalmeccanica e ci sono crisi pesanti ancora aperte, Aferpi, Kme, Bakeart. Sono necessari ulteriori ammortizzatori sociali per far fronte alla crisi. L’economia è ferma perché le retribuzioni non aumentano. Vanno aumentati i salari rinnovando i contratti nazionali.”

A Firenze la manifestazione partirà da piazza Cavalleggeri alle 9.30 per arrivare a piazza SS. Annunziata dove è previsto l’intervento conclusivo di Rocco Palombella, segretario nazionale della Uilm. Antonio Sorgentone si esibirà sul palco nel corso della mattinata.

Aferpi: sindacati, 88% sì ad accordo cassa integrazione

Passata con l’88% di sì, su 451 votanti, la consultazione sull’ipotesi di accordo complessivo per cassa integrazione in deroga sottoposta ai lavoratori dello stabilimento di Piombino (Livorno). Oggi firma a Roma

E’ passata con l’88% di sì, su 451 votanti, la consultazione sull’ipotesi di accordo complessivo per cassa integrazione in deroga e accordo aziendale con Aferpi che i sindacati di Fim, Fiom, Uilm e Ugl hanno deciso di sottoporre ieri ai lavoratori dello stabilimento di Piombino (Livorno). Tutto ciò alla luce dell’assemblea di due giorni fa in cui i sindacati avevano illustrato ai lavoratori la mancanza di risposte da parte del Governo per la possibilità di agganciare la ex Lucchini al decreto 119 del 23 ottobre, al fine di prorogare per ulteriori 12 mesi l’ammortizzatore sociale alle attuali condizioni economiche, e i risultati ottenuti dagli incontri con l’azienda.

“Sulla base di questi risultati – hanno spiegato ieri i sindacati in una nota congiunta – e con la responsabilità di mettere in sicurezza i lavoratori, domani saremo a Roma per apporre la firma sulla cassa integrazione in deroga e l’accordo aziendale che tra le altre cose prevede l’anticipo della cassa integrazione. Rimane tuttavia sorprendente che il Governo attraverso alcuni suoi esponenti dia a tutto il territorio messaggi di sicurezza e serenità non corrispondenti alla realtà”.

“Di fatto – hanno sottolineato ancora i sindacati – saranno tolti ai lavoratori 250/300euro. Così facendo Piombino non è più considerato un sito strategico di interesse nazionale.
Continuare a dire che per Le ex Acciaierie sono stati finanziati ulteriori 12 + 13 mesi di cassa integrazione, non corrisponde alla realtà dei fatti che ci è stata esposta al ministero del Lavoro. Se non è un tentativo di salvare la faccia confondendo le acque non può che essere un segno di grande confusione, nella speranza non si tratti di incompetenza”. I sindacati confermano che continueranno ad incalzare l’azienda per il piano industriale, ma anche a chiedere “conto al Governo delle risposte che ad oggi non abbiamo avuto in quanto lo strumento che ci accingiamo a firmare potrà essere interrotto in qualsiasi momento per agganciare condizioni di miglior favore”.

Bekaert, sospesi licenziamenti per un altro mese. Uliano (CISL): ora negoziato serio

Il sì di Bekaert alla proroga dei termini della procedura di licenziamento degli operai dello stabilimento di Figline Valdarno (Firenze) del gruppo belga, è arrivato oggi in occasione del primo incontro in sede istituzionale, presso l’Agenzia regionale Toscana per l’impiego a Firenze, sulla procedura di licenziamento. In occasione della riunione è stato concordato che le parti si ritroveranno il 3 settembre, data dalla quale ripartiranno i termini della procedura.

Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim-Cisl, ha commentato così il risultato ottenuto: “Siamo riusciti ad evitare che il 4 settembre partissero le lettere di licenziamento per i 318 dipendenti” della Bekaert. “Ora si apra un negoziato serio”.

“Non era scontato- prosegue Uliano- l’azienda aveva rifiutato anche davanti al Ministro Di Maio la richiesta di sospensione. Ora in sede regionale, grazie alle iniziative dei lavoratori e alla nostra pressione, ha accolto la richiesta di allungare la fase di confronto con le organizzazioni sindacali fino al 3 ottobre 2018”.

“I problemi rimangono, la vertenza è difficile e molto complicata per il rilevante impatto occupazionale e perché l’azienda non ha modificato la propria posizione. L’azienda – sottolinea il sindacalista – non può pensare di scaricare addosso ai lavoratori gli effetti delle sue scelte, deve aprire con il sindacato un confronto vero ed assumersi tutte le responsabilità sociali verso i lavoratori e verso il territorio”- ha concluso Uliano.

Anche il governatore della Regione Toscana Enrico Rossi ha commentato la vicenda: “Siamo di fronte ad una prima, se pur insufficiente, apertura da parte di Bekaert. Una dilazione che era dovuta, anche solo per buon senso, dato che si evita il confronto a Ferragosto”.

“Ora – aggiunge Rossi – ci aspettiamo che al prossimo incontro, con ragionevolezza e senso di responsabilità verso un territorio e lavoratori che tanto hanno dato in termini di competenza e impegno lavorativo, alla Pirelli prima ed alla Bekaert dopo, venga accolta la richiesta che ripropongo, e che è presente nella posizione dei lavoratori e dei sindacati, per una sospensione più lunga della procedura che possa permettere di verificare e costruire soluzioni serie e credibili per un futuro produttivo del sito di Figline e per il lavoro dei dipendenti coinvolti dai licenziamenti. La Regione come sempre farà la sua parte”.

Le organizzazioni sindacali, si legge inoltre in una nota della regione, pur concordando sulla dilazione di un mese, hanno ribadito che si tratta di tempi non congrui per un vero progetto di reindustrializzazione del sito di Figline.

“Lo  slittamento di un mese è  utile ma non sufficiente” dichiara invece Daniele Calosi, segretario fiorentino della Fiom, “Si tratta comunque della prova che la determinazione della Fiom e dei lavoratori paga e che la procedura può essere modificata o anche ritirata. Il nostro obiettivo, come sosteniamo coerentemente dal 22 giugno, resta la reindustrializzazione del sito produttivo e la salvaguardia dell’occupazione. La Fiom chiederà un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico prima del 3 settembre ed esorta sin da ora il Governo ad utilizzare il tempo guadagnato per giocare un ruolo vero in questa trattativa. Se il Ministro Di Maio è davvero contro le delocalizzazioni metta da parte gli slogan, si presenti al tavolo e ce lo dimostri coi fatti. La Fiom siederà al tavolo per contrattare il lavoro, non le buone uscite.

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