Cgil: superare paga a cottimo per riders, minano sicurezza

La richiesta dopo la morte del giovane Sebastian. Sciopero il 5/10 con presidio in piazza S.Ambrogio

“Una strage che va fermata e che a nostro avviso viene alimentata dal modello organizzativo adottato dalle società, che spinge i lavoratori a correre per una consegna in più e pochi euro da portare a casa a fine serata”. Così la Cgil fiorentina insieme a Filcams e Nidil di Firenze e Filt di Firenze, Prato e Pistoia.

“La morte di Sebastian -aggiunge la CGIL-  il rider investito a Firenze mentre si recava al ristorante per una consegna nella serata di sabato sera, ci lascia sgomenti, ma non abbiamo intenzione di rimanere in silenzio di fronte al terzo rider operante su piattaforma digitale morto in Toscana mentre lavorava, che si aggiunge al rider di Treviso deceduto solo poche settimane fa”.

La CGIL E ricorda lo sciopero di tutto il settore indetto per il 5 ottobre, con un presidio che si terrà alle 18 in piazza Sant’Ambrogio a Firenze. “Chiediamo alle società aderenti ad Assodelivery di assumersi le proprie responsabilità – sottolinea il sindacato in una nota – e garantire piene tutele ai propri rider a partire da un modello retributivo che superi la paga a cottimo e assicuri un corretto inquadramento contrattuale, così come sancito dalle sentenze che in questi mesi sono state emesse da più tribunali. Su questi presupposti vogliamo che il tavolo di confronto con le società riparta per arrivare a regolare questo settore: la vita di un rider vale più di una consegna”.

La Cgil sottolinea infine che “lo sciopero di mercoledì interesserà innanzitutto i rider fiorentini delle società aderenti ad Assodelivery (Glovo, Deliveroo, Uber) ma abbiamo deciso di estenderlo anche ai rider inquadrati come dipendenti nel comparto logistica (Just Eat e Runner Pizza) in solidarietà con i colleghi. e per richiamare l’attenzione alla salute e sicurezza in un settore molto esposto ai rischi”.

“Un giovane rider di 26 anni, Sebastian, è morto in un incidente nella mia città Firenze mentre correva a fare una consegna. Zero tutele, zero diritti. Le compagnie di delivery food non hanno niente da dire? È normale tutto questo in Italia nel 2022?”. Così, invece,  su Twitter, il sindaco di Firenze Dario Nardella.

Rider morto, Nardella: “Serve legge per delivery”

Filcams-Filt-Nidil Cgil hanno proclamato per il 5 ottobre prossimo uno sciopero di 24 ore dei rider fiorentini in seguito alla morte di un giovane rider, 26 anni, avvenuto ieri in ospedale per le ferite riportate in un incidente stradale verificatosi sabato sera nel capoluogo toscano. Per il sindaco di Firenze Dario Nardella “non possiamo chiudere gli occhi davanti a queste tragedie”.

Per il sindaco di Firenze Dario Nardella “abbiamo già più volte detto che è necessario individuare il rapporto di lavoro nell’ambito di un contratto collettivo nazionale, ma soprattutto chiediamo una nuova disciplina a tutela dei lavoratori che fanno questo tipo di attività, ma anche a regolare in maniera semplice ed efficace il settore del delivery. Come città di Firenze lanceremo ai nostri parlamentari del territorio ed anche del resto del Paese, la proposta di scrivere insieme ai rappresentanti dei riders una norma di questo tipo perché se non la fa il Governo, saremo noi a spingere”.

Per Nardella “non possiamo chiudere gli occhi davanti a queste tragedie. La vita umana vale più di qualsiasi altra cosa. Che ci sia qualcuno che perda tempo e chiuda gli occhi davanti a questi eventi drammatici è inaccettabile”. Sui riders, ha poi aggiunto, “quello che abbiamo chiesto al Governo e al Parlamento uscenti lo chiediamo ai nuovi con grande forza: occorre una legge semplice, ma chiara per disciplinare tutto il settore del delivery che ha molti margini economici a scapito dei clienti che pagano di più, dei ristoratori che pagano percentuali molto alte per avere questo servizio e soprattutto dei lavoratori – ha concluso – che lavorano in condizioni davvero precarie con
pochissimi diritti e zero tutele”.

Il Coordinamento Rider della Cgil Torino (Camera del Lavoro, Nidil e Filt Torino) esprime cordoglio e vicinanza alla famiglia del ragazzo: “Il giorno prima nella nostra città – prosegue il sindacato – sono accaduti tre infortuni, di cui uno particolarmente grave. Il problema non è solo il cottimo nelle consegne che costringe i rider a correre per poter guadagnare qualche euro e non scendere nel ranking reputazionale che permette di avere accesso ai turni “più remunerativi”, ma soprattutto le condizioni di lavoro. Il luogo di lavoro sono infatti le strade delle nostre città con qualsiasi condizione meteo”.

“Nonostante la norma nazionale su salute e sicurezza e alcuni protocolli aziendali – prosegue il sindacato – continua a non esserci tutela soprattutto nei casi di pioggia e intemperie, perché le aziende non accettano di fermare il lavoro per tutelare la sicurezza dei lavoratori. Purtroppo, conosciamo solo
gli infortuni che i lavoratori possono dichiarare perché la maggioranza non vengono denunciati per diversi motivi: per paura di ritorsioni da parte delle aziende, per l’impossibilità di lavorare con la propria identità (caporalato digitale) dovuta alle norme sbagliate sull’immigrazione e perché, nonostante le norme, l’Inail difficilmente riconosce gli infortuni in questo settore”. “Chiediamo inoltre nuovamente – chiude il coordinamento rider – un’attenzione e un intervento da parte di tutte le Istituzioni preposte” ricordando che per informazioni e tutele è presente uno sportello rider al sindacato.

Per Emiliano Fossi, neo deputato del centrosinistra della provincia di Firenze: “La morte di un giovane di 26 anni è sempre una tragedia, ma quella di Sebastian porta con sé anche un fortissimo senso di ingiustizia. I rider hanno pochi diritti, tanti rischi: è ora di intervenire. Da parte mia mi impegnerò in
prima persona per combattere contro il precariato e contro chi non si preoccupa della sicurezza dei lavoratori”.  “Sono d’accordo col sindaco Nardella – aggiunge in una nota -, è necessaria una nuova disciplina a tutela dei lavoratori. Giovani e no, senza tutele, senza garanzie: o facciamo qualcosa adesso per loro oppure perdiamo tutti”.

Arriva anche il commento di Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana: “Siamo arrivati anche a provvedimenti legislativi in Consiglio regionale, ma è evidente che occorre andare ancora oltre: occorre una legge nazionale che ponga i rider fra i lavoratori con tutte le tutele del contratto
nazionale”. “Il fatto che possano essere precarizzati e sottopagati – ha
proseguito il governatore – è un qualcosa che urta la più profonda sensibilità di chi ha responsabilità istituzionali. Per questo quando vennero davanti alla Regione per invocare delle misure, io volli stare con loro, addirittura mi misi con il motorino a circolare con loro per dimostrare vicinanza. Ma soprattutto quello che conta è che poi stringemmo con dei protocolli di intesa le prime forme di tutela per il loro lavoro”.

Per Giovanni Galli e Federico Bussolin, rispettivamente consigliere regionale e comunale della Lega: “Il gravissimo fenomeno delle morti sul lavoro ha fatto, purtroppo, una nuova vittima a Firenze, dove un giovane rider ha perso la vita mentre stava facendo una classica consegna. E’ fondamentale che il tema della sicurezza in ambito lavorativo debba essere affrontato con la massima determinazione ed urgenza, e tale questione non deve richiamare le coscienze di tutti solo nei giorni successivi al drammatico episodio, per poi, colpevolmente, essere completamente dimenticata, aspettando la prossima vittima”.

“E’ compito delle istituzioni, ognuno a seconda delle proprie competenze, attivarsi – sottolineano in una nota – al massimo per fronteggiare questa vera e propria emergenza che è quasi quotidiana. Certo, poi vi sono delle categorie di lavoratori (come, appunto, i rider) che hanno davvero poche tutele e quindi la cosa, se possibile, è ancora più rilevante”. Galli e Bussolin invitano a non spengere “i riflettori troppo velocemente su vicende che dovrebbero essere costantemente attenzionate, puntando, realmente, ad elevare al massimo i livelli di sicurezza personale di chi lavora”.

Unicoop Firenze, ai lavoratori va il Premio Variabile di Risultato migliore rispetto al 2019

Filcams Fisascat UilTucs Toscana: “Nonostante la pandemia per unicoop un ottimo obiettivo raggiunto. Segno che la contrattazione paga e che il sacrificio delle lavoratrici ed i lavoratori è stato determinante”

Con la prossima busta paga verrà erogato ai lavoratori, un Premio Variabile di Risultato pari al 25% dell’Utile Commerciale realizzato da Unicoop Firenze, che ammonterà complessivamente a circa 6,5 milioni di euro, che verranno ridistribuiti ai circa 8 mila dipendenti, unitamente a circa 12 mila euro derivanti dal recupero delle differenze inventariali, tutto secondo i criteri concordati nel Contratto Integrativo Aziendale.

L’applicazione vedrà l’erogazione di un Premio medio di 916 euro.

Filcams, Fisascat e Uiltucs giudicano positivo il risultato conseguito, frutto della Contrattazione Integrativa, anche alla luce del contesto dato e perché in controtendenza con quanto avviene nella Distribuzione privata, dove vengono messi in discussione diritti acquisiti e livelli occupazionali.

“Mai come quest’anno, la partecipazione e il sacrificio delle lavoratrici ed i lavoratori di Unicoop- dicono i sindacati- hanno permesso di raggiungere questo importante risultato, sia per i dipendenti che per la cooperativa”.

“Le lavoratrici ed i lavoratori unicoop- prosegue il comunicato dei sindacati-  insieme ai delegati, sono pronti, come sempre, a fare la loro parte per affrontare le difficili sfide che si prospettano, ma chiedono alla cooperativa comportamenti coerenti con una vera distintività, che deve vedere una proficua partecipazione dei lavoratori attraverso le loro rappresentanze ai confronti ed alle scelte.”

“Partecipazione e condivisione delle scelte che dovrà essere l’obiettivo comune con il quale rinnovare il contratto integrativo aziendale, che dovrà confermare la distintività cooperativa anche nella contrattazione” concludono Filcams, Fisascat e Uiltucs

 

Giubbe Rosse: nuova fumata nera per vertenza, ancora sconosciuto proprietario marchio

Vertenza Giubbe Rosse, ancora non si sa chi è il proprietario del marchio: fumata nera ieri al tavolo istituzionale sulla vertenza. La Filcams Cgil Firenze: “Mistero incomprensibile, per noi il marchio non può essere disgiunto da lavoro e locale”

Fumata nera ieri al tavolo di crisi della Città metropolitana di Firenze sulla vertenza delle Giubbe Rosse: ancora non è stato svelato chi è il proprietario del marchio dello storico caffè di piazza della Repubblica, che rimane ad oggi un mistero.

In occasione dell’incontro di ieri, il curatore fallimentare ha comunicato che ad oggi il marchio ancora non è nelle disponibilità della curatela e quindi si potrebbe bandire l’asta sull’esercizio senza il marchio delle Giubbe Rosse. Se questo dovesse determinarsi sarebbe una incomprensibile, perché l’appetibilità del caffè diventerebbe pressoché nulla e l’asta rischierebbe di andare deserta, con i rischi connessi per la chiusura dell’esercizio e quindi la perdita occupazionale. Il curatore fallimentare comunque non ha chiuso la vicenda e ci ha preannunciato che tra una settimana – massimo dieci giorni – ritornerà al tavolo per illustrarci le sorti della proprietà del marchio.

La Filcams Cgil Firenze, davanti a questa preoccupante e pessima prospettiva, ha ribadito la propria posizione sostenendo che il marchio non può essere disgiunto dal lavoro e dal locale; abbiamo il timore che questa vicenda della proprietà del marchio possa diventare il terzo segreto di Fatima senza ragione alcuna. Abbiamo quindi rappresentato al curatore fallimentare anche l’importanza della continuità del contratto dell’affitto del locale, in mancanza della quale si rischierebbe la scomparsa del caffè da piazza della Repubblica.

La Filcams Cgil Firenze, insieme ai lavoratori alle lavoratrici, ha ribadito che si batterà per svelare questo mistero incomprensibile sulla proprietà del marchio affinché si restituisca a Firenze e a piazza della Repubblica un locale che fa parte della storia della città, fuori da giochi e giochetti commerciali.

Sciopero nazionale Guardie giurate, 48 ore di stop anche in Toscana

Domani, martedì 29 gennaio, si terrà a Firenze l’attivo dei delegati sindacali di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs per fare il punto della situazione in vista dello sciopero nazionale proclamato per l’1 e 2 febbraio per il Ccnl Vigilanza Privata e Servizi Fiduciari scaduto il 31/12/2015.

Un contratto con le indennità di presenza ferme al 2008, e che negli ultimi 10 anni è stato rinnovato solo una volta. In Toscana, questi lavoratori che ogni giorno rischiano la vita per poco più di 1.000 euro al mese, si fermeranno per 48 ore.

Ma chi è la guardia giurata? La guardia giurata è quella figura che dà sicurezza, e che troviamo nelle stazioni ferroviarie, nei tribunali, negli ospedali, di pattuglia diurna/notturna, negli aeroporti e nei furgoni blindati per trasportare valori necessari a noi tutti; furgoni blindati che vengono presi di mira sempre più spesso da assalitori armati e violenti per un rischio concreto che, ogni giorno, la guardia giurata deve mettere in conto.

Il Ccnl in questione riguarda anche gli addetti ai Servizi Fiduciari, lavoratori che spesso troviamo nei supermercati di tutta Italia. Anche loro svolgono il loro lavoro con grande professionalità nonostante uno stipendio misero e inadeguato rispetto all’impegno e ai rischi quotidiani: la loro paga parte da 797 euro lordi al livello F.

Lo sciopero di 48 ore inizierà a mezzanotte del 1 febbraio e terminerà alle ore 24 del 2 febbraio con una grande manifestazione che si terrà a Milano la mattina del 1 febbraio.
Si prevede una forte partecipazione; da Firenze partiranno più pullman organizzati dai funzionari Giuseppe Martelli, Giuseppe Viviano e Gennaro Cotugno rispettivamente di Filcams, Fisascat e UILTuCS, che domani si confronteranno sugli ultimi dettagli logistici per la trasferta.

Commercio: a Natale è sciopero, la ‘festa non si vende’

Natale, Santo Stefano e Capodanno: sciopero nel commercio proclamato da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Toscana. “Il Governo aveva promesso la chiusura per le domeniche, ma niente è cambiato”

“l Ministro Di Maio e il Ministro Salvini avevano promesso la modifica della Legge Monti con l’individuazione delle Festività con l’obbligo di chiusure per tutti e la reintroduzione della chiusura per le domeniche. Siamo arrivati di nuovo alle festività natalizie e niente è cambiato” lo denunciano i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Toscana,

Che aggiungono: “Noi diciamo: basta promesse, no al sempre aperto; no a lavorare per le feste; il commercio non è un servizio essenziale. Il Governo recepisca la proposta unitaria di Filcams, Fisascat e Uiltucs presentata in Commissione lavoro che prevede: 12 festività civili e religiose con obbligo di chiusura per tutte le attività commerciali; 12 domeniche massime l’anno di deroga alla chiusura, da concordare tra Enti locali e Parti Sociali”.

“In attesa di veder realizzate le richieste, Filcams, Fisascat e Uiltucs della Toscana proclamano astensione e sciopero dal lavoro per il 25 e 26 dicembre 2018 e per il 1° gennaio 2019. Sottolineando quanto molte sentenze hanno sancito: il lavoro nelle festività civili e religiose individuate dal Contratto nazionale non è un obbligo e il lavoratore non può essere comandato al lavoro senza il proprio consenso. Perché la festa non si vende” conclude il comunicato.

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