Sinead O’Connor e Courtney Barnett al Festival Dei Popoli

Le vite ‘contro’ di Sinead O’Connor e Courtney Barnett  nei documentari musicali del 63° Festival dei Popoli a Firenze dal 5 al 13 novembre. Tra i titoli anche Meet Me in the Bathroom, sulla folgorante stagione del rock newyorchese di Strokes e Interpol, e Il rumore dell’Universo, con Giovanni Truppi

La fiamma che arde e si spegne nella carriera di Sinead O’Connor in “Nothing Compares” di Kathryn Ferguson; l’ultima stagione gloriosa del rock nella NY anni Zero di Strokes e Interpol in “Meet Me in the Bathroom” di Will Lovelace e Dylan Southern; il ritratto di uno dei padri del jazz moderno, Thelonious Monk, in “Rewind & Play” di Alain Gomis; la storia toccante della “diva dai piedi scalzi” Cesária Évora e del riconoscimento tardivo del suo talento; l’accesso intimo senza precedenti nella vita della cantautrice anti-influencer Courtney Barnett in “Anonymous Club” di Danny Cohen… Sono le storie dei documentari in prima italiana in programma alla 63° edizione del Festival dei Popoli – nella sezione della rassegna dedicata alla musica, Let The Music Play – che si terrà a Firenze dal 5 al 13 novembre al cinema La Compagnia e in altri luoghi della città.

“La selezione di questa edizione ci riempie di orgoglio – dice Emanuele Sacchi, curatore di Let The Music Play – e si rivolge a un pubblico diversificato. Agli amanti di rock, jazz, avanguardia, a chi è sensibile alle tematiche sollevate da un personaggio controverso come Sinead O’Connor e a chi vuole scoprire il lato nascosto di Thelonious Monk o di Giovanni Truppi. Sei film eterogenei ma accomunati dalla ricerca di registe e registi che intendono uscire dal canone più tradizionale e mescolare abilmente il racconto del musicista e della persona, della sfera pubblica e di quella privata, per meglio comprendere cosa accade dietro le quinte della musica che più amiamo”.

Sei documentari che aprono le porte della musica al cinema, con le storie dei fenomeni che hanno lasciato un segno nel solco culturale del presente. “Nothing Compares” (2022) di Kathryn Ferguson rivisita la parabola artistica della cantautrice irlandese Sinead O’Connor, intransigente sul piano politico e vessata dai media per istanze che nel presente sono diventate un elemento di unione e condivisione. Thelonious Monk rivive in “Rewind & Play” (2022) di Alain Gomis, che mostra la sensibilità del grande pianista jazz in contrasto con il rigido schematismo delle esigenze televisive: un leone in gabbia, libero di esprimersi solo davanti al suo pianoforte. Adattando il testo di Lizzy Goodman, i registi di “Meet Me in the Bathroom” (2022) ricostruiscono con straordinarie immagini d’archivio la New York anni Zero, teatro dell’ultima stagione del rock come dominatore della scena musicale. Prima di Spotify e della musica liquida, prima che hip hop ed elettronica dilagassero ovunque, i nomi di The Strokes, Interpol, Yeah Yeah Yeahs componevano un movimento fatto di grande musica e inarrivabile coolness. “Anonymous Club” (2021) di Danny Cohen  ci porta al fianco della cantautrice australiana Courtney Barnett, performer  introversa che, all’apice del successo, si confronta con improvvisi saliscendi emozionali: il regista, suo collaboratore, la segue in tre anni durante i quali, tra concerti e vulnerabilità, Barnett ricerca strenuamente il proprio posto nel mondo. “Cesária Évora” (2022) di Ana Sofia Fonseca è il ritratto della grande artista capoverdiana, la “diva dai piedi scalzi”, scomparsa nel 2011 e rimasta nel quasi anonimato per mezzo secolo fino al tardivo ma doveroso rilancio internazionale, che l’ha resa una star mondiale; “Il rumore dell’universo” (2022) di Gabriel Azorin apre uno spaccato sul lavoro e sul privato di Giovanni Truppi, cantautore di talento, approdato anche sul palco di Sanremo con la sua proposta personale e inconsueta. Dai palchi si scende nell’underground, con “Not Available – It’s About Yann Keller” (2022) di Federico Savonitto e Gianni Sirch: uno sguardo alla vita dell’artista industrial Yann Keller, performer musicale d’avanguardia che a Berlino ricicla e trasforma gli oggetti più inconsueti, per farne strumenti musicali.

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62° Festival dei Popoli celebra la musica con 5 doc

Dal rock progressivo nell’anteprima del work in progress In the Court of the Crimson King su Robert Fripp e il suo storico gruppo,  al “noise” estremo di A qui veut bien l’entendre, passando per la musica house con il 62° Festival dei Popoli. 5 doc in esclusiva nella sezione “Let The Music Play

In the Court of the Crimson King di Toby Amies (in versione work in progress) non è la semplice celebrazione di un gruppo che ha fatto la storia del rock – si legge  in una nota di Emanuele Sacchi – ma l’intima confessione da parte di Robert Fripp e degli altri componenti della band sul senso di una vita dedicata all’arte. Un film straordinario che siamo felicissimi di presentare in prima assoluta e che costituisce la punta di diamante di una sezione in cui trovano la loro voce anche soggetti normalmente esclusi dall’industria o dallo sguardo dei musicofili, facendo dell’inclusività non solo un termine in voga, ma un vero e proprio programma politico.  Come nella riflessione teorica sul noise di À qui veut bien l’entendre, spiazzante nella forma e nel contenuto. Significativo che, tranne il caso di Laurent Garnier: Off the Record, dedicato a uno dei dj simbolo della french house, gli altri titoli selezionati abbiano al centro una collettività – un genere, una band, un fenomeno di costume. Come se la musica, in tempi pandemici, avesse riscoperto il proprio carattere comunitario e rituale. Per riappropriarsi di quel potere aggregativo che può esprimersi solo al di fuori dell’individualismo della rete e delle bolle, in spazi fisici condivisi, che siano dei palchi o delle scuole di danza. O, perché no, un evento che torna finalmente dal vivo come il Festival dei Popoli” 

PROGRAMMA NEL DETTAGLIO: LET THE MUSIC PLAY

COSMIC CHANT. NIÑO DE ELCE (Canto cósmico. Niño de elche) di Marc Sempere-Moya, Leire Apellaniz (Spagna, 2021, 94’) Un genere musicale associato dal pregiudizio alla tradizione più consolidata e vetusta, il flamenco, rivive sotto forma di performance tra l’avanguardia e la body art. Quella che appare iconoclastia è invece approccio puro e viscerale, intriso di profondo misticismo.   Lunedì 22 novembre, Spazio Alfieri, ore 21:30

FUORICLASSE. DAI BANCHI DI SCUOLA ALLE CLASSIFICHE di Alessandra Tranquillo (Italia, 2021, 76’). Sei storie di ascesa nel mondo della musica pop contemporanea. I talent show e le strategie discografiche hanno mutato forma per adeguarsi a un’offerta sempre più ampia e a una domanda sempre più indecifrabile. I giovanissimi protagonisti testimoniano il cambiamento in atto. Giovedì 25 novembre, La Compagnia, ore 19:00

WORKING IN PROGRESS “IN THE COURT OF THE CRIMSON KING” (WIP) di Toby Amies (Regno Unito, 2021, 85’). Un diario di viaggio al seguito di Robert Fripp & Co. si trasforma in una riflessione sulla caducità di uomini e cose. Per i 50 anni del Re Cremisi una celebrazione intima e spirituale all’insegna della musica di chi per l’arte e la ricerca della perfezione ha dato tutto. Mercoledì 24 novembre, La Compagnia, ore 21:00

LAURENT GARNIER: OFF THE RECORD di Gabin Rivoire (Belgio, Regno Unito, 2021, 90’) Composto da rare immagini d’archivio e filmati del recente tour mondiale di Laurent Garnier, il ritratto intimo ed entusiasmante di un pioniere che ha seguito la propria passione contro ogni aspettativa, contribuendo a realizzare una rivoluzione musicale, sociale e politica grazie alla musica techno. Venerdì 26 novembre, La Compagnia, ore 21:00

TO WHOEVER WANTS TO LISTEN (À qui veut bien l’entendre) di Jérôme Florenville (Francia, 2020, 90’) Il mistero del noise, uno dei generi più ostici del panorama sonoro: perché e per chi produrre “rumore”? Molti si vantano di apprezzarlo, pochi si immergono realmente nei suoi anfratti oscuri. Artisti eterogenei si confrontano mentre vanno in scena. Le loro esibizioni, laceranti ed estreme. Giovedì 25 novembre, Spazio Alfieri, ore 21:30

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🎧 Torna il 62° Festival dei Popoli, dal 20 al 28 novembre

62esimo Festival dei Popoli dal 20 al 28 novembre a Firenze. 80 documentari  tra Compagnia, Alfieri, Stensen ed altri spazi in città. Documentari musicali, film d’archivio, le donne in Medio Oriente e il cinema delle nuove generazioni. Chiara Brilli ha intervistato Alessandro Stellino, direttore del Festival insieme a Claudia Maci  e il presidente Vittorio Iervese

Dal futuro dell’ambiente, al rock nei documentari musicali, dai film d’archivio alle condizioni delle donne in Medio Oriente e il cinema delle nuove generazioni. Novità di quest’anno il Pop Corner, il talk del festival. 9 sezioni per 84 film, incontri con registi, eventi speciali, masterclass e molto altro alla 62esima edizione del Festival dei Popoli.

Chiara Brilli ha intervistato Alessandro Stellino, direttore del Festival insieme a Claudia Maci  e il presidente Vittorio Iervese.

Sarà Il nuovo e attesissimo film di Miguel Gomes e Maureen Fazendeiro “Diários De Otsoga” ad inaugurare la 62° edizione del Festival dei Popoli il 20 novembre al Cinema La Compagnia di Firenze.

Girato durante la quarantena, al film è legato il manifesto della nuova edizione: “un capolavoro fuori da ogni schema – sottolinea Alessandro Stellino, direttore artistico del festival – un gesto artistico che è anche una speranza per il futuro, oltre la pandemia”.

“Diários de Otsoga (The Tsugua Diaries) chiede allo spettatore di condividerne lo spirito ilare e giocoso e lo spinge a non porsi domande sulla veridicità di ciò che gli viene mostrato, nella consapevolezza che il cinema – anche quello più strettamente documentario – è sempre e prima di tutto messa in scena. Proprio questo è stato uno dei criteri guida del nostro lavoro di selezione per il programma e siamo felicissimi che a rappresentarlo sia un capolavoro fuori da ogni schema”.

Diários de Otsoga è un’opera in cui la narrazione del racconto si intreccia alle vite dei suoi stessi protagonisti, alloggiati in una fazenda della campagna portoghese, senza che sia mai troppo chiaro cosa accada nella realtà della quotidianità o nella finzione della messa in scena. La proiezione si terrà alla presenza dei due registi

QUI il programma completo del festival

🎧 “Popoli Reloaded”, tornano in sala i documentari dell’archivio del Festival dei Popoli

Firenze, presentato il festival internazionale del film documentario, “Popoli Reloaded”, l’iniziativa è stata organizzata con il duplice intento di celebrare la riapertura delle sale e valorizzare lo storico archivio del Festival dei Popoli, che consta di 15mila titoli.

Sarà il regista rumeno Radu Jude, vincitore quest’anno dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino, il protagonista di Popoli Reloaded, l’iniziativa organizzata dal Festival dei Popoli, il festival internazionale del film documentario, per celebrare la riapertura delle sale e valorizzare lo storico archivio del festival, che si terrà dal 15 al 18 giugno al cinema La Compagnia di Firenze, con una selezione dei suoi film e una masterclass in presenza, evento organizzato in collaborazione con Accademia di Romania in Roma.

Popoli Reloaded è organizzato nell’ambito del progetto per la catalogazione, digitalizzazione e valorizzazione degli archivi del Festival dei Popoli e Mediateca Toscana che vedono impegnate l’Area Cinema di Fondazione Sistema Toscana per Regione Toscana e Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana.

La rassegna nasce per la valorizzazione dell’archivio del festival, un patrimonio a rischio deperibilità e deterioramento, attualmente al centro di un progetto di digitalizzazione e promozione, che vede coinvolti Mediateca Toscana – la biblioteca multimediale specializzata sul cinema e i linguaggi della comunicazione visiva di Fondazione Sistema Toscana – la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana e Regione Toscana. È ingente il patrimonio filmico raccolto dal Festival dei Popoli in oltre sessant’anni di attività, oggi arrivato a comprendere oltre 15.000 titoli tra documentari e opere audiovisive di varie tipologie e supporti.

Grazie a questo progetto e alla prossima applicazione di programmi informatici di ricerca avanzata, PHRemix, realizzati in collaborazione dell’Università degli Studi di Pisa, l’archivio del Festival dei Popoli, all’interno di Mediateca Toscana, è quindi tornato a essere consultabile, a disposizione di studiosi, esperti, professionisti dell’audiovisivo, scuole, per finalità di studio, ricerca e rielaborazione creativa delle immagini.

Popoli Reloaded si collega al progetto per il raggiungimento del pubblico e la divulgazione dei contenuti degli archivi bibliotecari e presenta una quattro giorni di cinema con un programma di 18 documentari divisi per sezioni: Romania Facing the Past: il cinema di Radu Jude (a cura di Roberto Manassero); Diamonds are Forever, film dall’archivio (a cura di Daniele Dottorini); Doc Explorer, la sezione sperimentale; Lo splendore della vita: il cinema di Tizza Covi e Rainer Frimmel (a cura di Daniela Persico in collaborazione con Forum Austriaco).

In podcast l’intervista a Alessandro Stellino, direttore artistico del Festival dei Popoli e a Alberto Lastrucci, responsabile Archivio Festival dei Popoli, a cura di Gimmy Tranquillo.

Festival dei Popoli: la violenza nelle scuole americane nel documentario in anteprima “Bulletproof”

Il documentario “Bulletproof” di Todd Chandler, in prima italiana giovedì 19 novembre nella quinta giornata del 61° Festival dei Popoli. Scopri il programma della giornata.

La macchina da presa di Chandler si muove tra i corridoi di alcuni licei statunitensi per catturare le testimonianze di un sistema costretto a rivedere le proprie priorità in un momento storico in cui il tema della minaccia dall’esterno sembra dominare l’agenda politica e culturale, in cui la paura di una nuova Columbine genera contromisure preventive surreali e inquietanti. Il documentario intreccia prove di basket e lezioni di matematica a modalità più recenti come le esercitazioni di blocco, l’addestramento di armi da fuoco per insegnanti, gli screening con i metal detector.

Le proiezioni online della quinta giornata prendono il via alle 10 con Popoli for Kids & Teens, sezione rivolta ai più giovani e alle famiglie, con la proiezione di “Asylum” di Victor Ridley sulla moltitudine di minori stranieri non accompagnati che ogni anno arrivano in Belgio. La maggior parte di loro chiede asilo, come Sahil, un ragazzo afgano di 15 anni che nel documentario è protagonista.

Si prosegue alle 15 con il Concorso internazionale e il cortometraggio “Bubble” di Eleanor Mortimer, che descrive con sguardo curioso e ironico l’incontro tra uomo e animale, osservando il negozio Terry’s Tropicals, un vero e proprio acquario pieno di pesci tropicali, situato nell’East End di Londra.

E poi in Dissipatio di Filippo Ticozzi il racconto personale e intimo dei mesi del lockdown del regista in una cittadina del nord Italia.

Per il Concorso italiano, l’anteprima assoluta di “L’armee Rouge” di Luca Ciriello che racconta la storia di Idriss Koné, in arte Birco Clinton, arrivato dalla Costa D’Avorio cinque anni fa e oggi abitante dei Bipiani di Ponticelli, nella periferia est di Napoli, da dove lancia la scalata alla scena musicale della comunità ivoriana con l’obiettivo di organizzare una grande festa natalizia.

Infine, tra i lungometraggi in gara nel Concorso Internazionale, This Rain Will Never Stop di Alina Gorlova sulla storia del giovane curdo Andriy, che in fuga dal conflitto siriano, approda in Ucraina. Il destino ha sparpagliato ovunque la famiglia di Andriy, in Iraq e in Germania, e non solo lui – che lavora come volontario della Croce Rossa – ma tutte le persone alle quali è legato abitano terre desolate, zone incerte dell’anima e del cuore, segnate da altre guerre o dal vuoto di una vita senza affetti, immaginari, prospettive.

“Sisters With Transistors” al quarto giorno del 61° Festival dei Popoli

Un viaggio nel tempo per conoscere le eroine della musica elettronica nella prima italiana di “Sisters With Transistors” di Lisa Rovner con la voce narrante di Laurie Anderson, alla 61° edizione del Festival dei Popoli. Mercoledì 18 novembre, su Più Compagnia, la sala virtuale del cinema La Compagnia di Firenze in collaborazione con Mymovies.it

Il documentario fa parte della sezione Let The Music Play, dedicata ai film spettacolari a tematica musicale. La regista, attraverso un excursus di rara originalità sul ventesimo secolo, trasforma l’eterogeneo materiale di repertorio in un’appassionante narrazione tutta al femminile, con la voce narrante della performer musicale Laurie Anderson a fare da raccordo tra gli ipnotici esperimenti di Clara Rockmore, Daphne Oram, Suzanne Ciani, Bebe Barron, Maryanne Amarache e tutte le altre geniali innovatrici del genere.

Alle 15 con il Concorso italiano e l’anteprima assoluta di “Aylesbury Estate”, in cui la regista fiorentina Carlotta Berti segue la vita una comunità resistente alla speculazione nel più grande complesso di public housing di Londra, costruito negli anni ’60 sulle macerie di vecchie case popolari.

In Concorso internazionale il cortometraggio “A Lack of Clarity” di Stefan Kruse JØrgensen riflette sui cambiamenti della società contemporanea, a partire da video di telecamere termiche trovati in rete, che ci riportano alla questione dei meccanismi di controllo sociale e della sorveglianza. Mentre in Forensickness la regista Chloé Galibert-Laîné ripercorre la caccia all’uomo condotta sul forum reddit.com dopo gli attacchi terroristici del 2013 a Boston. Per la sezione Doc Explorer, dedicata all’ibridazione dei linguaggi e alla sperimentazione, in programma “Back to 2069” di Elise Florenty & Marcel Türkowsky che ci porta sull’isola di Lemnos al centro di una battaglia virtuale condotta da giocatori connessi in rete in tutto il mondo.

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