Legambiente, Toscana: cala inquinamento in città

Buon andamento per le città toscane, ma permangono alcune criticità nel rapporto Mal’aria 2018 di Legambiente Toscana.

Secondo i dati presentati oggi, da Legambiente Toscana, solo la stazione di Lucca/Capannori oltrepassa il limite quotidiano del PM10 fissato per legge a 50 microgrammi per metro cubo, come media giornaliera, da non superare per più di 35 giorni l’anno (a Capannori si è sforato per 53 volte).

Per il biossido di azoto (NO2) si conferma invece il dato negativo di Firenze-Gramsci (dato medio annuale di 60 microgrammi/metrocubo contro un limite di 40), mentre si segnalano dati eterogenei sul territorio per l’ozono. Per migliorare ancora, Legambiente propone interventi strutturali per introdurre target di mobilità plurimodale vincolanti in tutte le città italiane.

“A Firenze in particolare c’è in esercizio finalmente un sistema tranviario degno di questo nome, e aspettiamo a gloria che anche la linea 2 sia finalmente posta in esercizio”, ha spiegato Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana, secondo cui “la mobilità sostenibile è una delle leve fondamentali per far sì che i dati dell’inquinamento l’anno prossimo e fra due anni si abbassino in modo considerevole.”

Legambiente: rischio disastro ambientale al largo delle coste toscane

L’incidente tra le due navi avvenuto ieri a largo della Corsica mette a rischio l’area del Santuario dei cetacei Pelagos, un ecosistema di enorme interesse scientifico grazie alle sue caratteristiche naturali e al patrimonio di biodiversità che custodisce.

Intervista con Fausto Ferruzza,  presidente Legambiente Toscana

Festambiente, trent’anni e non sentirli

?Firenze, presentata la trentesima edizione di Festambiente, la cittadella ecologica di Legambiente festeggia infatti trent’anni di politica, di ambientalismo e di musica, nello scenario del Parco della Maremma.

Estate all’insegna della buona musica, di ambientalismo e di politica, dal 10 al 19 agosto a Rispescia (Grosseto), alle porte del Parco regionale della Maremma, sorgerà una vera cittadella ecologica di tre ettari, dove riscoprire, per 10 giorni, il rispetto per l’ambiente, tra concerti musicali, proiezioni cinematografiche, spazi per bambini, spettacoli teatrali e sana alimentazione.

“Trent’anni rappresentano senza dubbio un traguardo di grande rilievo – ha spiegato Angelo Gentili, coordinatore nazionale di Festambiente – Da quando siamo partiti con la prima edizione parlavamo di ecologia, biologico, raccolta differenziata e c’erano pochi esempi di buone pratiche e poca era la consapevolezza delle persone. Oggi, seppur con un pianeta in grave pericolo, un popolo sempre più vasto sostiene l’ambientalismo e moltissime sono le buone pratiche positive da valorizzare.  La scommessa che anche quest’anno vogliamo fare è convincere che attraverso la nostra cittadella ecologica e solidale i decisori politici dell’importanza dell’ecologia, non come fiore all’occhiello, ma come asse portante.  Per questo coinvolgeremo i visitatori di Festambiente che diventeranno veri e propri protagonisti di questo grande obiettivo raggiunto: un festival a emissioni zero, che racconta in modo evidente come le nostre utopie siano possibili”.

“Per noi di Legarnbiente partecipare alla Festa nazionale, a Rispescia, significa passare in rassegna, come in un meraviglioso concentrato, temi e impegno di un anno intero – ha affermato Fausto Ferruzza presidente di Legambiente Toscana – Solidarietà, economia civile, sostenibilità degli stili di vita: siamo da trent’anni a pungolare amministratori e governanti. Costanti, tenaci e pungenti. Per questo non ci risparmiamo nelle proposte, convinti che per cambiare il mondo – come ci ha insegnato Alex Langer – non possiamo che proporre un modello di società desiderabile e divertente… Che altro dire allora se non: BUONA FESTAMBIENTE TRENTA E LODE a tutti!”.

Gimmy Tranquillo ha intervistato Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana e l’assessora all’ambiente e difesa del suolo della regione Toscana Federica Fratoni:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2018/07/180725_03_FESTAMBIENTE_FERRUZZA-FRATONI.mp3?_=2

INFO: https://www.festambiente.it/

Rapporto Ecomafia: Toscana tra le regione più colpite da ecoreati

Presentato oggi a Palazzo Vecchio il rapporto Ecomafia 2018 sulla criminalità ambientale in Italia. Toscana resta al sesto posto: tra le regioni più colpite nella classifica degli ecoreati.

Il rapporto Ecomafia 2018 ha descritto un boom di sequestri, arresti, denunce e infrazioni accertate. Nonostante nella lotta contro le ecomafie si stia percorrendo la strada giusta con la legge in vigore sugli ecoreati, ci sono ancora molte criticità da affrontare e sanare.

I numeri e le storie del Rapporto Ecomafia 2018 sono stati presentati oggi, nel corso di una conferenza stampa organizzata da Legambiente, che ha visto la partecipazione di Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana, di Nino Morabito, Coordinatore Nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente, di Don Andrea Bigalli, Referente Regionale di Libera e del Col. Luigi Bartolozzi, Comandante dei Carabinieri Forestale di Firenze.

Nel merito, la Toscana mantiene la posizione più alta in classifica tra le regioni del centro-nord e resta stabile al 6° posto nella classifica nazionale; subito dopo quelle a tradizionale presenza mafiosa: Campania, Calabria, Sicilia, Puglia e Lazio. A parlare ancora una volta sono i numeri: 2.138 infrazioni accertate (corrispondenti al 7,1% sul totale dei reati accertati su scala nazionale). In linea generale, quest’anno si registra un peggioramento nel settore del cemento illegale (sale dal 7° al 6° posto) e in quello dei rifiuti dove, sempre in negativo, sale dal 6° al 4° posto nella classifica italiana. Peggiora lo status toscano anche su archeomafie e incendi dolosi.

Sono questi i primi dati che emergono da Ecomafia 2018, le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia, edito da Edizioni Ambiente, con il sostegno di Cobat e Novamont, grazie al capillare lavoro di monitoraggio e controllo svolto in tutta la regione da Arpat e Forze dell’ordine (in particolare Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza). Un volume che raccoglie i numeri delle illegalità ambientali, quattro nuovi approfondimenti (dedicati allo sfruttamento degli animali da reddito, al mercato degli shopper illegali, all’allarme dell’illegalità nei parchi e alle navi dei veleni) e una serie di best practices promosse da Legambiente; ma soprattutto anche per questa edizione Ecomafia 2018 fa il punto sui risultati che si stanno ottenendo in maniera sempre più sistematica grazie alla legge sugli ecoreati. Il combinato disposto del calo di illeciti e dell’aumento di arresti e denunce è merito dei più efficaci strumenti investigativi grazie al rinnovato impianto legislativo che nel 2015 ha inserito nel codice penale i delitti ambientali (Legge 68/2015).

Rispetto allo scorso anno in Toscana sale il numero di denunce (da 1.484 a 2.222) e di arresti (da 0 a 14) e dei sequestri (da 292 a 412). Legambiente ha raccolto ed elaborato i dati relativi all’applicazione della legge 68/2015 al 31 dicembre 2016 da parte delle Forze di polizia e delle Capitanerie di porto. Nel 2016, grazie alla legge 68, stando alle elaborazioni della nostra associazione, le forze di polizia hanno contestato ben 574 ecoreati, più di uno e mezzo al giorno, denunciando 971 persone fisiche e 43 giuridiche (aziende), emettendo 18 ordinanze di custodia cautelare e sequestrando 133 beni per un valore che sfora i 15 milioni di euro.

Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana, ha dichiarato: “Quello che emerge è un quadro di aggravamento della situazione, che non può spiegarsi con la sola motivazione di una robusta (e quindi evidente) azione di contrasto messa in opera da magistrati e forze di polizia. Ci sono dati convergenti in tutte le aree di interesse della criminalità ambientale. Si tratta di un trend in crescita che tocca i rifiuti come il ciclo del cemento, per non parlare degli incendi, per i quali per il 2017 può a buon diritto esser coniato l’epiteto di annus horribilis”.

Per quanto riguarda le attività organizzate di traffico illecito dei rifiuti la nostra regione sale al 4° posto nella classifica nazionale, con cifre a dir poco preoccupanti: 539 infrazioni accertate nel 2017, il 7,4% del totale nazionale; aumentano anche le persone denunciate (779), gli arresti (10) e i sequestri effettuati (218). Su scala provinciale le maggiori criticità si evidenziano nella provincia di Firenze (74 infrazioni accertate, 1,8% su totale nazionale, 101 denunce), seguita da Livorno (41 infrazioni accertate, 1% su totale nazionale, 72 denunce) e da Siena (34 infrazioni accertate, 0,8% su totale nazionale, 48 denunce).

Per quanto riguarda il cemente, quest’anno la Toscana sale dalla settima posizione alla sesta, aumentano anche le infrazioni accertate: da 222 a 251, (il 6,4 % sul totale nazionale), delle persone denunciate (428); diminuiscono invece i sequestri effettuati (da 61 a 50). Su scala provinciale le maggiori criticità si evidenziano nella provincia di Livorno (53 infrazioni accertate, 1,2% su totale nazionale, 62 denunce), seguita da Siena (53 infrazioni accertate, 1,2% su totale nazionale, 76 denunce) e da Firenze (37 infrazioni accertate, 0,9% su totale nazionale, 41 denunce).

Racket degli animali, bracconaggio, commercio illegale di specie protette, allevamenti illegali, pesca di frodo, ma anche (viste le nuove norme) maltrattamento degli animali di affezione. La Toscana, scende al 7° posto della classifica, con 354 infrazioni accertate, con una percentuale sul totale del 5,1%, 318 denunce, 83 sequestri. Nella classifica provinciale dell’illegalità contro la fauna però compare anche Livorno tra le città italiane più colpite dal fenomeno, con 174 infrazioni accertate e ben il 2,9% sul totale nazionale.

Altro anno intenso per le Forze dell’ordine, in particolare per il Nucleo TPC (Tutela del Patrimonio Culturale) dei Carabinieri, per le cosiddette archeomafie. Inquirenti alle prese coi tanti reati commessi ai danni del nostro immenso patrimonio storico-culturale. A presidiare la classifica nazionale, come una delle regioni maggiormente colpite dai ladri di opere d’arte troviamo la Toscana (3° posto, con 85 furti corrispondenti all’11,8% del totale nazionale) che insieme al Lazio e alla Campania guida la classifica delle regioni con il maggior numero di opere trafugate.

Quest’anno sul fronte incendi, la siccità più grave della nostra storia recente ha determinato un’impennata delle statistiche. La Toscana, infatti, sale in negativo di una posizione, dal 5° al 4° posto nella classifica nazionale con ben 576 infrazioni accertate (8,8% sul totale), 98 denunce, 1 arresto e 18 sequestri.

È ancora allarme sugli shopper fuori legge, che inquinano ambiente e mercato, con sacche di illegalità diffuse in tutto il paese. Come ricorda l’Osservatorio ASSOBIOPLASTICHE, in media 60 buste su 100 in circolazione sono assolutamente fuori norma. Serve dunque intensificare i controlli a tutela dell’ecosistema, dei consumatori e del settore industriale della chimica verde. Sono i mercati rionali di ortofrutta e i piccoli negozi al dettaglio a immettere ancora sacchetti del tutto fuori legge. Dai dati resi noti dal Nucleo speciale tutela proprietà intellettuale della Guardia di Finanza e dal Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dei Carabinieri, nel 2017 le sanzioni pecuniarie comminate ammontano a 5 milioni di euro. Per fare due esempi, l’attività del Nucleo speciale tutela proprietà intellettuale della Guardia di finanza ha portato al sequestro di circa 2 milioni di sacchetti di plastica illegali e 2,3 tonnellate di materia prima usata per produrli. A Napoli, nel 2017 la Polizia locale ha provveduto al sequestro di 1,6 milioni di sacchetti, mentre nei primi 5 mesi del 2018 ne ha già sequestrati più di 122.000.

Legambiente propone alcune manovre in risposta a questi dati:

• Mettere in campo una grande operazione di formazione per tutti gli operatori del settore (magistrati, forze di polizia e Capitanerie di porto, ufficiali di polizia giudiziaria e tecnici delle Arpa, polizie municipali ecc.) sulla Legge 68/2015 che deve essere conosciuta nel dettaglio per sfruttarne appieno le potenzialità.

• Sempre con riferimento alla legge 68 occorrerebbe rimuovere la clausola di invarianza dei costi per la spesa pubblica prevista sia nella legge sugli ecoreati, che in quella che ha istituito il Sistema nazionale a rete per la Protezione dell’Ambiente. Allo stesso tempo è necessario completare l’iter di definizione dei decreti attuativi del Ministero dell’ambiente e della presidenza del Consiglio dei ministri per rendere pienamente operativa la Legge 132/2016 che ha riformato il sistema nazionale delle Agenzie per la protezione dell’ambiente (SNPA).

• Semplificare l’iter di abbattimento delle costruzioni abusive, avocando la responsabilità delle procedure agli organi dello Stato (es. Prefetti), ed esonerando da tale onere i responsabili degli uffici tecnici comunali e, in subordine, soggetti che ricoprono cariche elettive, ovvero i Sindaci.

• Approvare il disegno di legge sui delitti contro fauna e flora protette inserendo – all’interno dello stesso nuovo Titolo VI bis del Codice Penale – un nuovo articolo che prevede sanzioni veramente efficaci (fino a sei anni di reclusione e multe fino a 150.000 euro) per chi si macchia di tali crimini.

• Suscita perplessità il nuovo istituto giuridico della non punibilità per particolare tenuità dell’offesa introdotto dal Dlgs 16 marzo 2015, n. 28, che soprattutto nel caso dei reati ambientali contravvenzionali rischia di vanificare molti procedimenti aperti. Per scongiurare tale rischio chiediamo che venga quanto meno esclusa l’applicabilità al caso dei reati ambientali.

• Nell’ottica di garantire migliore protezione al nostro patrimonio storico‐culturale, occorre rivedere il quadro normativo, partendo dal dato di fatto che, se si esclude il delitto di ricettazione – che è quello che si prova a contestare nei casi più eclatanti e che prevede una sanzione massima di otto anni – il rimanente quadro sanzionatorio in mano agli inquirenti è ancora troppo generoso per i trafficanti. Basterebbe recuperare il lavoro fatto nella passata legislatura, e sollecitato dagli allora ministri competenti Franceschini e Orlando, con la Delega data al Governo per la riforma della disciplina sanzionatoria in materia di reati contro il patrimonio culturale, per arrivare all’approvazione di un nuovo titolo “Disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale”: testo che dovrebbe rappresentare un nuovo punto d’inizio per la materia.

• Sul fronte agroalimentare, a nostro avviso, bisognerebbe riprendere la proposta di disegno di legge del 2015 sulla tutela dei prodotti alimentari della Commissione ministeriale presieduta dall’ex procuratore Gian Carlo Caselli, che introduceva una serie di nuovi reati che vanno dal “disastro sanitario” all’“omesso ritiro di sostanze alimentari pericolose” dal mercato.

• L’accesso alla giustizia da parte delle associazioni, come Legambiente, dovrebbe essere gratuita e davvero accessibile. Altrimenti esso rimane un lusso solo per chi se lo può permettere, e tra costoro non ci sono sicuramente le associazioni e i gruppi di cittadini.

• Chiediamo inoltre al parlamento di istituire al più presto le Commissioni d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulla vicenda dell’uccisione della giornalista Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin.

Nino Morabito, coordinatore nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente ha affermato che il fenomeno della criminalità ambientale in Italia “non viene affrontato a nostro avviso ancora adeguatamente”, ma “ci confortano le dichiarazioni del neoministro dell’Ambiente Costa che ritiene importante rafforzare la normativa, varare i decreti attuativi non ancora varati, rimuovere il vincolo dell’invarianza di bilancio.

“Abbiamo proposto delle azioni da fare – ha detto l’esponente di Legambiente – a partire dal rafforzamento di alcuni reati. Il tema dei rifiuti sta beneficiando della legge 68/2015, ma questa legge ha bisogno di essere rafforzata”.


Per quanto riguarda altri ambiti “c’è ancora tantissimo lavoro da fare”, ha aggiunto Morabito, ricordando che, ad esempio, “alle oltre 4.500 infrazioni rilevate dalle Capitanerie di porto corrispondono zero arresti: è indicativo del fatto che manca non la capacità di indagine, ma gli strumenti per bloccare chi aggredisce il nostro mare”.

Pendolaria 2017:una Toscana a due velocita’ – Fausto Ferruzza

Da un lato troviamo una regione virtuosa rispetto a tante altre, con una continuità negli stanziamenti a partire dal 2012, innovazione del servizio e aumento quantitativo su specifiche linee. Dall’altro lato numerosi sono ancora a tutt’oggi i disagi quotidiani sul nodo di Firenze, ove ci si attarda su un progetto di sottoattraversamento che appare ogni giorno di più insostenibile. E’ questa l’immagine del rapporto di Legambiente Pendolaria dedicato alla mobilità sostenibile e ai diritti di chi ogni giorno si sposta in treno. C’è ancora molto da fare. Carrozze vecchie, ritardi, aumento del prezzo dei biglietti e degli abbonamenti. In Toscana, dal 2010 al 2017 la media dei tagli ai servizi è stata del -1,7% e la media degli aumenti tariffari del +25,3%. Per non parlare dell’età media dei convogli in circolazione che è di 11,4 anni, mentre quelli con più di 15 anni sono il 12, 2% per un totale di 410 treni.

Exit mobile version