Legambiente: “Basta gettare in terra guanti e mascherine”

Firenze, “Si smetta immediatamente con la pratica di gettare per terra questi presidi sanitari – si legge in un comunicato di Legambiente Toscana – Quand’anche non infetti, vanno sigillati in sacchetti dedicati e smaltiti nell’indifferenziato”.

Legambiente fa notare come in questi drammatici giorni di pandemia, chiunque sia uscito di casa per farmaci o cibo avrà fatto l’esperienza d’imbattersi in rifiuti molto “speciali”.

Marciapiedi, giardini, scalinate, cortili, sono infatti costellati di guanti e mascherine usati, che poi magari alla prima pioggia, attraverso il reticolo idrografico minore, finiscono con l’alimentare l’enorme problema dell’inquinamento marino.

Plasmix, lattice, poliestere, polipropilene: una caterva di materiali “sporchi” che finiranno col deturpare in modo per lo più irreversibile l’ecosistema.

“Siamo sorpresi e amareggiati dal constatare che, mentre tutti stiamo cercando di fronteggiare con serietà la più grave crisi sanitaria della nostra storia rispettando rigidamente le regole di distanziamento sociale, sullo smaltimento di guanti e mascherine molti cittadini si stanno lasciando andare ancora a comportamenti assolutamente incivili e inaccettabili; – dichiara Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana – non solo gettare per terra questi presidi sanitari è infatti scorretto e indecente, ma, in caso di contaminazione indiretta, persino pericoloso per il prossimo. A fine uso, raccomandiamo pertanto di sigillare accuratamente in sacchetti dedicati questi accessori che ci stanno diventando così familiari, per poi smaltirli correttamente nell’indifferenziato”.

Riparte “Arcipelago Pulito” con più comuni partecipanti

?Firenze, riparte “Arcipelago Pulito”, il progetto sperimentale toscano preso a modello dall’Unione europea e dal Governo e Parlamento italiano, per contribuire a ripulire dalle plastiche il mare facendo squadra con i pescatori.

Nel protocollo per “Arcipelago Pulito”, firmato oggi dalla Regione Toscana, al comune di Livorno, già presente lo scorso anno, si sono aggiunti i comuni di Viareggio, Porto Santo Stefano e Porto Ercole sull’Argentario, Castiglione della Pescaia e Piombino.

“Sono i porti toscani dove opera il maggior numero di pescherecci” ha spiegato l’assessore alla presidenza della Regione, Vittorio Bugli. Centocinque sono sulla carta attivi nelle sei città: quarantaquattro solo a Viareggio, venticinque sull’Argentario, venti a Livorno, undici a Castiglione e cinque a Piombino”.

La novità rispetto alla prima sperimentazione condotta nel 2018 a Livorno è inoltre che saranno i Comuni stessi, con un proprio e successivo disciplinare, a definire le filiere locali. La regia rimane regionale e ci saranno linee guida uguali per tutti; ma attori e modus operandi potrebbe da luogo a luogo leggermente cambiare. Se nel porto di Livorno infatti è l’Autorità portuale competente ad organizzare la raccolta dei rifiuti, altrove sono le amministrazioni comunali responsabili. Da territorio a territorio cambiano poi i gestori e scelte diverse, rispetto a quella di Revet nel porto labronico, potrebbero essere dunque fatte sugli impianti di selezione e riciclo.

Crescono anche, altra novità, gli ‘sponsor’ privati. Ad Unicoop Firenze si aggiunge adesso Unicoop Tirreno. Fin dall’esperimento di Livorno Unicoop Firenze aveva contribuito alla campagna di sensibilizzazione e deciso di premiare con un incentivo i pescatori che avevano aderito, utilizzando parte dei fondi ricavati dal centesimo che soci e clienti per legge, dall’inizio del 2018, sono tenuti a pagare per i sacchetti in mater-b dell’ortofrutta.

Il nuovo protocollo è stato firmato anche dal Parco nazionale Arcipelago toscano. Gli altri firmatari dell’intesa con la Regione sono gli stessi di un anno fa: Ministero dell’ambiente, Direzione marittima della Toscana, Autorità di sistema del Mar Tirreno settentrionale, Legambiente.

I pescherecci di “Arcipelago Pulito” probabilmente non ripartiranno subito. Almeno non ovunque, anche se già chi è già pronto. Il sindaco Giancarlo Farnetani di Castiglione della Pescaia mostra infatti le foto del centro di raccolta per barche e pescherecci già allestito in porto e solo da inaugurare: contenitori diversi per ogni tipologia di rifiuto e tessere tipo bancomat per l’accesso e la registrazione.  Pronti naturalmente sono già anche a Livorno. Ma nei mesi invernali le uscite dei pescherecci sono di per sé comunque più rarefatte: l’obiettivo è essere pronti e operativi quando le battute torneranno a farsi più frequenti e le amministrazioni comunali, dopo la firma di oggi, avranno dunque tempo per mettere a punto filiere e disciplinari.

“Il vero valore aggiunto e la caratteristica che ha reso unico il progetto toscano rispetto ad esperienze simili realizzate in altri mari e in altre parti del mondo – sottolinea l’assessore Bugli – è sicuramente quello di aver saputo costruire una filiera completa dalla raccolta allo smaltimento. L’integrazione è stato un successo”. E in questo senso ha operato davvero da apripista e modello: fatto proprio prima dall’Unione europea in una direttiva che ha ribadito l’impegno comune nel ‘fishing for litter’ e poi nella legge “Salvamare” che ha ricevuto il primo via libera pochi giorni fa dalla Camera ed ora attende di essere votata dal Senato. “Abbiamo ottenuto un primo risultato, quello di smuovere altre istituzioni – chiosa l’assessore – La sfida ora è sul piano organizzativo”. La sperimentazione serve appunto ad affinare le procedure e misurare costi e volumi. “L’obiettivo – prosegue –  è arrivare, prima ancora che la legge sia approvata, ad avere un sistema di raccolta e smaltimento operativo e testato. Ci stiamo insomma mettendo avanti con il lavoro”.

In sei mesi con sei pescherecci raccolti 18 quintali. Tutto è nato appunto da un vuoto normativo, da colmare. Per assurdo che possa sembrare, i pescatori che accidentalmente assieme ai pesci tirano su con le loro reti rifiuti e plastiche ne sono considerati ancora oggi responsabili nel momento in cui li conducono in porto. Sarebbero anche costretti a sobbarcarsene il costo di smaltimento. Nella pratica quello che così accadeva e da molte parti ancora accade è che i rifiuti venivano rigettati in acqua. Ogni giorno, tra sanpietro e sugarelli, tra scampi e magari qualche sardina, rombo e polpo, tornavano puntualmente in mare vecchie taniche incrostate da conchiglie, a volte sterzi di motoscafi, torce da sub, sacchetti e contenitori di vario tipo.

“Arcipelago pulito” con una speciale deroga ha permesso ai pescatori toscani coinvolti di portarli a terra. Un’idea semplice, in fondo. Di più: per chi lo fa ha previsto anche un incentivo. In sei mesi di attività, da aprile ad ottobre dell’anno scorso, a Livorno una mezza dozzina di piccoli pescherecci con reti a strascico hanno raccolto in mare diciotto quintali di rifiuti (il 20 per cento plastiche riciclabili), pari ad un volume di ventiquattromila litri.  Con trenta o magari ottanta o cento pescherecci coinvolti potrebbero diventare cinque, tredici o diciassette volte di più.

Economia collaborativa e 250 miliardi di frammenti nel Mediterraneo. La nuova edizione di Arcipelago Pulito andrà avanti per la durata di sei mesi (dalla stipula dei disciplinari locali), prorogabili e rinnovabili, parallelamente alle campagne della Regione Toscana contro la plastica ‘usa e getta’ negli stabilimenti balneari, ma anche nelle fiere ed eventi di tutte le province che dalla Regione sono patrocinati e assieme alle collaborazioni che si stanno stringendo con associazioni ed enti per la pulizia e la raccolte delle plastiche a monte, lungo i fiumi.  “Sono tutti esempi di economia collaborativa – ricorda l’assessore Bugli -: una pratica che come giunta abbiamo deciso di portare avanti in più settori, un metodo che parte dal confronto e dalla partecipazione e che ha avuto come primo obiettivo la scrittura due anni fa, alla fine del 2017, di un libro verde”.

I rifiuti marini rappresentano una preoccupazione per tutto il pianeta. Si stima che ogni anno vengano prodotte 300 milioni di tonnellate di plastiche nel mondo e che, di queste, otto milioni finiscano nei mari e negli oceani. “Di tutti i rifiuti che affogano in nostri mari, metà sono portati da fiumi e torrenti e arrivano dall’entroterra” ricorda Fausto Ferruzza di Legambiente. Studi effettuati nel Mar Tirreno evidenziano che il 95 per cento dei rifiuti galleggianti avvistati, quelli di dimensione superiore a 25 centimetri, sono plastiche, per il 41 per cento costituite da buste e frammenti vari. Sarebbero almeno 250 miliardi i frammenti dispersi in tutto il Mediterraneo. Per questo è importante muoversi in fretta: per la salute dei cittadini, il bene dell’ambiente ma anche la salvaguardia di alcuni bacini economici, come quelli del turismo del mare.

Il progetto sta diventando anche oggetto di studio all’università. Due studentesse del corso di laurea magistrale in design dell’ateneo fiorentino hanno assistito oggi alla presentazione: stanno raccogliendo informazioni per una tesi in disegno industriale, per progettare ‘arredi’ e strumentazioni che possano aiutare i pescatori nella raccolta e stoccaggio dei rifiuti a bordo.

Gimmy Tranquillo ha intervistato l’assessore Bugli ed il presidente di Legambiente Toscana, Fausto Ferruzza:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2019/11/191111_03_ARCIPELAGO-PULITO_BUGLI-FERRUZZA.mp3?_=1

9,7 tonnellate in meno di rifiuti nell’ambiente

Firenze, presentato oggi il rendiconto di Liberi dai rifiuti, l’iniziativa dei duemila volontari che hanno partecipato alle diciassette giornate di volontariato ambientale promosse da Unicoop Firenze e Legambiente.

Argini dei fiumi, boschi e zone urbane: sono quasi dieci tonnellate, 9,7 per la precisione, le quantità raccolte durante i diciassette appuntamenti sul territorio toscano, ogni volontario ha sottratto all’ambiente in media circa 5 kg di rifiuti.

I risultati della raccolta sono variabili, a seconda delle zone. Alcuni luoghi sono risultati più puliti e l’iniziativa è stata l’occasione per sollecitare una consapevolezza ambientale nei cittadini, più o meno giovani. In altre tappe, l’appuntamento per la pulizia ha dato buoni e “ingombranti” frutti. In altri casi ancora i volontari, dopo aver riempito i sacchetti di indifferenziato e plastica, hanno scoperto e segnalato a chi di competenza vere e proprie discariche abusive.

I ritrovamenti di ‘Liberi dai rifiuti’ sono stati non solo importanti, in alcuni casi anche curiosi, come nel caso di: carcasse di motorini, un kit completo di sedie e tavoli e una parabola per la televisione sulle rive del lago, diversi pneumatici, ben due discariche abusive con materiale di cantiere sulle sponde del fiume, migliaia di cicche, alcune siringhe, una barca e un frigorifero in spiaggia, un altro frigobar nascosto nel bosco, pannelli di legno e rifiuti vari in plastica e ferro, addirittura sanitari.

Per ognuna delle diciassette azioni di cura del territorio, inizialmente previste per il solo mese in maggio, in seguito in alcuni casi rimandate causa maltempo a giugno, la mobilitazione ha coinvolto singoli e famiglie, soci e clienti della cooperativa, soci di Legambiente e tantissimi cittadini, che hanno deciso di dedicare qualche ora per dare una mano all’ecosistema toscano.

Gli appuntamenti di ‘Liberi dai rifiuti 2019’ hanno rappresentato l’ultima fase del progetto “Ecooperare”. Nato coi primi incontri volti a identificare le buone pratiche e i consigli per aiutare l’ambiente, esso si è sviluppato con la prima guida partecipata all’ecologia quotidiana d’Italia. E visto che l’argomento rifiuti è risultato il più popolare durante tutto il percorso, ecco l’idea di ritrovarsi per dedicare qualche ora a ripulire i luoghi che più ci stanno a cuore. Alle iniziative hanno partecipato anche le scuole e, in particolare, gli studenti che da gennaio ad aprile scorso hanno preso parte ai percorsi educativi sulla sostenibilità ambientale.

Il sito di riferimento con il resoconto degli appuntamenti, le immagini e i video delle iniziative è www.ecologiaquotidiana.it.

“Tanta partecipazione e la consapevolezza che il futuro dell’ambiente dipende da ognuno di noi. Questi i risultati emersi dalle diciassette tappe di Liberi dai rifiuti che hanno evidenziato l’urgenza di agire, tutti insieme, a tutela dell’ambiente – fanno sapere da Unicoop Firenze – Oltre alle attività sociali, come Liberi dai rifiuti, l’impegno della cooperativa si rafforza con le scelte dell’impresa: dall’eliminazione della plastica usa e getta dagli scaffali al progetto Zero polistirolo in discarica, che ha riguardato le pescherie, noi ci siamo. Pronti a sperimentare buone pratiche che speriamo diventino condivise e a prendere decisioni che possano condizionare, in meglio, i comportamenti dei consumatori”.

“Pensando a questa prima edizione di Liberi dai rifiuti, che ha riscontrato un successo clamoroso, viene in mente un vecchio detto della tradizione vernacolare toscana: «Occhio che non vede, cuor che non duole» – afferma Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana – e il motivo è presto detto. Le situazioni che abbiamo scoperto più critiche riguardano proprio quelle aree che, per ragioni diverse (lontananza dai centri urbani, effetto enclave protetta, mancanza di presidio sociale), non sono costantemente vissute dai cittadini. Buttare dal finestrino di un’auto in corsa, entrare in un bosco e sversare abusivamente rifiuti, disfarsi addirittura di elettrodomestici fuori uso, sembrano tutte pratiche inimmaginabili in Toscana, eppure accadono ancora se non ci si sente osservati. Questo, al di là di un trend generale, che vuole la Toscana comunque tra le regioni più virtuose, non ci deve far demordere sia sul piano educativo che su quello della mera repressione del fenomeno” – conclude Ferruzza.

GLI APPUNTAMENTI:

3 maggio Tavarnuzze, Impruneta, lungo la Greve

10 maggio Poggibonsi, lungo il Torrente Staggia

11 maggio Bientina, oasi di Bosco Tanali

11 maggio Pontassieve/Pelago (Fiume Sieve)

12 maggio Sesto Fiorentino, Polo Scientifico dell’Università di Firenze

17 maggio Firenze, Parco dell’Albereta

24 maggio Scandicci, lungo la Greve

24 maggio Calambrone, spiaggia e pineta

25 maggio Arezzo, Parco del Pionta

25 maggio Cerreto Guidi, nella frazione di Stabbia

25 maggio Pistoia, lungo il Torrente Vincio

25 maggio Barberino di Mugello, Lago di Bilancino, località Andolaccio

31 maggio Tavarnelle Val di Pesa

1 giugno Ponte a Elsa, Empoli, sul Fiume Elsa

9 giugno Siena, zona ospedale

9 giugno Balze, Sentiero dell’acqua zolfina

22 giugno Sansepolcro, lungo il Torrente Afra.

I numeri di Liberi dai rifiuti :

2.000 volontari

9,7 tonnellate di rifiuti raccolti

40 ore di azioni di cura del territorio

4mila cartoline del concorso La Natura ti premia distribuite

“Liberiamoci dai rifiuti”: 17 giornate di volontariato ambientale

Saranno 17 le giornate di volontariato, promosse da Unicoop Firenze e Legambiente, intitolate “Liberiamoci dai rifiuti”. Dal 3 al 31 maggio appuntamenti in tutta la regione per ripulire argini di fiumi, boschi e città.

Diciassette appuntamenti per liberarci dai rifiuti. Sono quelli che si susseguiranno nel mese di maggio sul territorio toscano, grazie alla collaborazione fra Unicoop Firenze e Legambiente e ai cittadini che decideranno di partecipare. Gli appuntamenti di queste giornate di volontariato ambientale, organizzate dalle sezioni soci Coop e dai circoli di Legambiente, prevedono azioni di cura del proprio territorio, come ultima fase di “Ecooperare”. Il progetto, nato con i primi incontri volti a identificare le buone pratiche e i consigli per aiutare l’ambiente, si è sviluppato con la prima guida partecipata all’ecologia quotidiana d’Italia. L’argomento rifiuti è risultato il più popolare durante tutto il percorso, da qui l’idea di ritrovarsi per dedicare qualche ora a ripulire l’ambiente. In programma anche appuntamenti con le scuole.

Le tappe di “Liberi dai rifiuti” coinvolgono zone urbane e altre più verdi, una spiaggia e alcuni argini dei torrenti, con lo stesso obiettivo: lasciare il bosco o il prato più pulito di come lo si è trovato, riflettere su quanto è importante rispettare l’ambiente, dare un esempio pratico di tutela ambientale e impegno civico. Ma anche trascorrere qualche ora come comunità, e alla fine della raccolta confrontarsi su cosa si è trovato, sul corretto smaltimento delle diverse tipologie di rifiuto e sulle altre buone pratiche sostenibili, ferma restando l’importanza di cercare di evitare di produrre più rifiuti del dovuto.

Per partecipare a “Liberi dai rifiuti” è sufficiente presentarsi il giorno individuato sul territorio all’ora indicata al luogo di ritrovo, dove Unicoop Firenze e Legambiente distribuiranno il kit per la raccolta, che comprende guanti e sacchetto, oltre alla maglietta della giornata, illustrata da Makkox, e un piccolo ristoro offerto da Unicoop Firenze.

“Insieme ai soci Coop abbiamo intrapreso il percorso di Ecooperare, che ci ha portato ad approfondire le tematiche ambientali e a constatare un forte interesse per tutte quelle buone pratiche che possono aiutare il pianeta – fanno sapere da Unicoop Firenze – così abbiamo promosso questa serie di 17 appuntamenti di cura del territorio. Ci ritroveremo, insieme a tutti i cittadini che vorranno partecipare, per pulire alcuni luoghi simbolo e per un momento di sensibilizzazione e confronto sull’importanza della tutela dei beni comuni, primo fra tutti l’ambiente”.

“Con guanti, rastrelli, ramazze e sacconi ci ritroveremo in piazze, strade, parchi urbani, lungo gli argini dei fiumi o di un Lago, come al Bilancino, per riappropriarci di una identità plurale e inclusiva, che è proprio il tratto più caratteristico della Toscana dell’Arno – dichiara Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana – Liberi dai rifiuti quindi come momento d’impegno ambientale ma anche e soprattutto come catalizzatore di relazioni sociali sui territori”.

Il calendario delle iniziative su www.ecologiaquotidiana.it

Pendolaria 2018: Legambiente, in Toscana ancora troppo investimento su gomma

Presentato il rapporto “Pendolaria” di Legambiente sullo stato del trasporto ferroviario in Italia. La Toscana è in una buona posizione rispetto alle altre regioni italiane ma sono ancora eccessivi gli investimenti sulla “gomma” ed è ancora troppo grande divario tra Tav e servizio ferroviario regionale.

C’è una Toscana in movimento che viaggia a due velocità. Da un lato troviamo una regione virtuosa rispetto alle altre, con una certa continuità negli stanziamenti, innovazione del servizio e aumento quantitativo dell’offerta di linee. Dall’altro, permane il disagio per l’incuria in alcune stazioni abbandonate o per i cantieri infiniti nel nodo AV di Firenze, dove ci si attarda su un progetto di sottoattraversamento che appare esoso e sempre più insostenibile.

A raccontare quanto succede alle ferrovie italiane è il rapporto Pendolaria di Legambiente, che dal 2008 analizza ogni anno la situazione del trasporto ferroviario in Italia, con numeri, storie e il duplice obiettivo di illustrare i risultati di politiche e investimenti e di dare forza alla costruzione di un paese più sostenibile.

Il numero dei passeggeri dei treni aumenta ovunque, segnando un nuovo record rispetto al 2017. Ma l’offerta è aumentata soprattutto nella fascia alta, quella delle tratte ad Alta Velocità. Bastipensare che tra Firenze e Bologna, per esempio, l’offerta di treni non ha paragoni al mondo, con 162 treni che sfrecciano a 300 km/h nei due sensi di marcia ogni giorno (erano 152 lo scorso anno, 142 due anni fa, mentre erano solo 18 nel 2002!).

I flussi di pendolari su treno sono in costante aumento in tutto il territorio regionale, arrivati a 234.000 al giorno sulle ferrovie toscane, mentre il totale dei pendolari della sola area fiorentina secondo Istat ammonta a circa 182mila.

“In un Paese in cui nell’ultimo quindicennio si è ancora una volta premiata la gomma, investendo il 60% delle risorse destinate dallo Stato ai trasporti, in nuove strade e autostrade, parlare di mobilità su rotaia e, in particolare, del servizio ferroviario regionale per i pendolari pare un gesto di sana ostinazione; – dichiara Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana – in questo contesto, il boom dell’alta velocità, specie sulla dorsale Milano-Firenze-Napoli, rappresenta un’ulteriore linea di frattura rispetto ai bisogni e alle criticità delle linee locali, che sono quelle che i pendolari frequentano ogni giorno. La Toscana certamente vive una situazione migliore rispetto a molte altre regioni del Centro/Sud, ma nell’ultimo biennio dobbiamo comunque registrare una lieve flessione degli investimenti su servizio e materiale rotabile in proporzione al Bilancio Regionale (0,46% contro 1,1%). Insomma, una situazione dignitosa, ma che abbiamo il dovere comunque di migliorare” – conclude Ferruzza.

Elevando lo sguardo sullo scenario nazionale, nella legge di bilancio ci sono alcune misure puntuali positive, per intervenire nelle città e sulla rete ferroviaria. Secondo Legambiente, però, se il Ministro Toninelli volesse davvero rilanciare il trasporto ferroviario pendolare dovrebbe aumentare le risorse, perché quelle attuali sono di oltre il 20% inferiori al 2009, e rischiano di ridursi ulteriormente se non si sblocca la clausola di salvaguardia nella legge di bilancio. Il Ministero delle Infrastrutture deve poi esercitare un vero e proprio ruolo di controllo sulla rete, per evitare che continuino tagli e disservizi in alcune Regioni, specie del Mezzogiorno.

Legambiente sottolinea come nel bilancio dello Stato già esistano le risorse per realizzare un salto di qualità nel servizio ferroviario. Il problema è indirizzare le rilevanti risorse disponibili, in maniera diversa rispetto ad oggi, ridisegnando con chiari obiettivi le entrate legate ai trasporti (accise, Iva, tariffe autostradali, ecc.) e le voci di spesa (sussidi all’autotrasporto, servizio ferroviario, infrastrutture).

Per scaricare il dossier completo:

https://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/rapporto_pendolaria_2018.pdf

Migliora la qualità dell’aria in Toscana

Secondo i dati presentati oggi, da Legambiente Toscana, solo la stazione di Lucca/Capannori oltrepassa il limite quotidiano del PM10 fissato per legge a 50 microgrammi per metro cubo, come media giornaliera, da non superare per più di 35 giorni l’anno (a Capannori si è sforato per 53 volte).

Per il biossido di azoto (NO2) si conferma invece il dato negativo di Firenze-Gramsci (dato medio annuale di 60 microgrammi/metrocubo contro un limite di 40), mentre si segnalano dati eterogenei sul territorio per l’ozono. Per migliorare ancora, Legambiente propone interventi strutturali per introdurre target di mobilità plurimodale vincolanti in tutte le città italiane.

Intervista con Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana

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