L’appello di Confagricoltura Toscana: “La burocrazia soffoca le aziende forestali”

Firenze, negli ultimi anni le imprese forestali stanno affrontando l’accumularsi di norme ed adempimenti burocratici che rendono difficile lo sviluppo del settore.

Almeno il 53%, seppur sia un dato in continua crescita, del territorio toscano è ricoperto da boschi. “Basta questo elemento per capire che la gestione delle foreste è strategica per la Toscana. Oggi però il grande ostacolo è la burocrazia che soffoca le aziende forestali” ha affermato il vicepresidente di Confagricoltura Toscana Carlo Bartolini Baldelli mentre si trovava al workshop su “Il bosco tra tradizione ed innovazione: l’Associazione Fondiaria” organizzato da Anci Toscana a Chiusi della Verna (Arezzo).

In una nota ha anche aggiunto come le attività forestali “producono economia per le aree interne e per quelle più isolate, quindi proteggerle e aiutarle significa dare una risposta allo spopolamento della montagna e delle realtà più lontane dai grandi centri urbani”. “Negli ultimi anni – ha continuato – si sono accumulati norme e adempimenti burocratici che stanno rendendo sempre più complesso ed oneroso il lavoro per le imprese forestali. È giusto ribadire che la gestione del bosco, oltre ad essere fondamentale per una corretta manutenzione del territorio e un presidio contro gli incendi boschivi, produce economia tramite una risorsa che si rigenera e che il legno, anche trasformato, è un prodotto ecologico e riciclabile. Per questo chiediamo una netta sburocratizzazione del settore”.

Confagricoltura Toscana: “2019 da dimenticare per i coltivatori toscani”

Un anno terribile per gli agricoltori in Toscana. A farlo presente, il presidente di Confagricoltura Marco Neri: “Agricoltori puniti da calamità naturali e dai prezzi bassi della grande distribuzione”.

“I cambiamenti climatici non sono più una teoria ma una realtà che gli agricoltori ormai pagano di tasca propria a ogni evento calamitoso. Anche quest’anno siamo qui a fare i conti con danni da maltempo che rischiano di mettere in ginocchio decine di imprese agricole perché si sommano alla politica di strozzinaggio sui prezzi che ci viene imposta dal sistema della distribuzione. Un combinato-disposto che sta piegando le gambe a molti di noi” sottolinea Marco Neri tracciando il bilancio 2019 per il settore agricolo della Toscana.

“Quello che più ci fa male però non sono i colpi che stiamo subendo al portafoglio ma quelli indirizzati al nostro cuore di toscani- spiega Neri – , perché la politica è distratta e non si rende conto che ogni azienda agricola cancellata dalla Toscana è un presidio sociale, economico e ambientale che viene tolto di mezzo”. “Per questo augurando un buon 2020 a tutti i toscani e ai miei colleghi contadini – aggiunge Neri – voglio fare anche un appello sia alla Regione che alle istituzioni locali: difendete i nostri agricoltori perché in questo modo difenderete la natura e la qualità della vita di tutta la Toscana!”.

“In concreto – conclude Neri – noi chiediamo politiche attive a sostegno del mondo agricolo sia con azioni difensive nei confronti delle nostre produzioni di alta qualità che la distribuzione deprezza in modo continuativo impedendo all’impresa agricola di fare reddito, sia con azioni di aiuto e promozione del marchio Toscana in maniera tale da consentirci di confrontarci nei mercati nazionali e esteri alla pari con gli altri. Infine con misure ad hoc per quelle imprese agricole che operano in aree svantaggiate o marginali della Toscana riconoscendo coi fatti che la loro azione è indispensabile a salvaguardare l’equilibrio ecologico di tutta la regione”.

Olio in Toscana: produzione a picco

La Produzione di olio in Toscana è a picco. Le aziende agricole e frantoi sono in ginocchio e hanno chiesto lo stato di emergenza: i dati raccolti da Confagricoltura al termine della raccolta delle olive si sono rivelati ben peggiori delle già nefaste previsioni e non lasciano scampo. 

“Basta un numero per descrivere la situazione drammatica – dice Orlando Pazzagli, presidente della sezione olivicoltura di Confagricoltura Toscana -. Lo scorso anno abbiamo raccolto dai nostri associati 1.200 quintali d’olio, quest’anno poco più di 500”.

I produttori adesso sperano che si concretizzino presto le misure richieste al ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova nell’incontro dello scorso 4 dicembre: dichiarare lo stato di crisi del settore olivicolo e intervenire con misure a sostegno della liquidità di aziende produttrici e frantoi. I produttori di olio chiedono anche che venga confermata la cifra di 5 milioni di euro a sostegno delle aziende olivicole con il decreto ministeriale previsto nel pacchetto emergenze, ancora da pubblicare.

Maltempo, Confagricoltura: “Nell’aretino le nostre culture distrutte”

Confagricoltura ha diramato un comunicato stampa per mettere al corrente della situazione critica che il maltempo delle scorse ore ha provocato alle culture nell’area dell’Aretino.

I danni ingenti alle culture calcolati hanno convinto l’organizzazione a richiedere lo stato di calamità. Il comunicato di Confagricoltura recita:

“Non c’è altro da fare che avere il riconoscimento di stato di calamità naturale in maniera tale che almeno i danni più gravi possano essere riparati o vedremo decine di aziende chiudere. Stiamo già provvedendo a raccogliere la documentazione per la richiesta ma già ora, nonostante i dati non siano ancora definitivi, siamo in grado di stimare una perdita nelle nostre produzioni superiore in media al 50%, anche se i nostri associati ci dicono che per la grandine sono andati distrutti completamente molti frutteti e le coltivazioni di girasole e mais.” Così Angiolino Mancini, presidente Confagricoltura Arezzo, spiega la dimensione dei disastri che il maltempo ha inflitto sulle imprese agricole di tutta la provincia di Arezzo.

“E’ auspicabile – aggiunge Marco Neri, presidente Confagricoltura Toscana – che questa volta la politica, sia a livello locale che regionale che nazionale, dia subito un segnale di concreta attenzione al mondo agricolo di Arezzo e della Toscana già oberato da pesi e costi impropri. Se sulla testa dei nostri agricoltori verrà messo anche il costo dei danni provocati dal maltempo, è ovvio che molti saranno costretti a chiudere. Per questo motivo chiediamo che sia immediatamente riconosciuto lo stato di calamità in maniera tale da permettere a ogni azienda di iniziare subito con le opere sia di messa in sicurezza che di ripristino che sono propedeutiche per far ripartire la coltivazione e la produzione”.

Toscana, Confagricoltura: “Calo dei consumi fino al 12%”

Secondo Confagricoltura, anche la Toscana verrebbe “travolta dal rallentamento dei consumi” nel comparto ortofrutticolo registrato in tutta Italia e denunciato dalla grande distribuzione organizzata.

La frutticoltura registra un calo del 10% nelle vendite, con un conseguente abbassamento dei prezzi: “La nostra regione si è certamente difesa meglio, ma non è rimasta immune al calo della domanda e alla conseguente diminuzione del valore del prodotto in questi primi quattro mesi dell’anno” spiega Antonio Tonioni, presidente della sezione Ortofrutta di Confagricoltura Toscana, che riporta inoltre le preoccupazioni dei produttori toscani in merito alle mele raccolte nel 2018 e stoccate nei magazzini. “Ci aspettavamo un buon andamento delle vendite. Cosa che non è avvenuta. Le scorte negli impianti frigo, infatti, sono decisamente superiori alla media”.

Le caratteristiche del prodotto toscano, quindi, non hanno impedito il calo della domanda: le mele top di gamma non hanno subito grandi variazioni, nei consumi del prodotto di fascia media è stato registrato un -9% e addirittura un -12% in quello di fascia bassa.

I prossimi mesi saranno decisivi per tirare le somme, ma intanto i produttori sono davanti a un bivio. “Dovremo capire se sarà più strategico abbassare ulteriormente i prezzi per incentivare il consumo o se rischiare di rimanere con il prodotto invenduto nei magazzini” conclude Tonioni.

Agriturismi: Toscana prima in Italia per accoglienza e fatturato

Lo studio di Confagricoltura sulle strutture italiane rivela 4 milioni di presenze l’anno,  più della metà stranieri. La presidentessa di Agriturist Toscana, Cresti: “Manteniamo la nostra autenticità per essere sempre competitivi”.

Toscana regina delle vacanze in agriturismo. Sempre in vetta alle classifiche nel report del Centro Studi di Confagricoltura (dati 2017). “Tendenza confermata anche nel 2018 dai nostri operatori”, dichiara la presidentessa di Agriturist Toscana, Laura Cresti.

Quasi un terzo del totale di chi si vuole godere la vacanza a contatto con la natura sceglie la Toscana, per un totale presenze che sfiora il tetto dei 4 milioni l’anno. Gli arrivi, ossia i turisti accolti, sono quasi 890mila, il 27% del totale.  Siamo anche la regione che offre di gran lunga il numero di posti letto maggiore: più di 62.700, il 24,8% del totale. A livello nazionale, l’accoglienza in agriturismo fattura 544 milioni di euro. La Toscana conquista una bella fetta di questa torta, la più grande, con 138milioni di euro

“La Toscana – dichiara la presidentessa Cresti –  attrae ancora per l’ unicità del suo paesaggio rurale, la bellezza delle sue aziende agrituristiche e la genuinità del cibo offerto. E’ rimasta tra le mete preferite anche nel periodo di crisi di qualche anno fa, quando le presenze crollarono. Oggi possiamo dire con sollievo che la tendenza si è invertita. Gli stranieri sono ancora i turisti che maggiormente apprezzano la permanenza negli agriturismi toscani pernottando più a lungo nelle strutture rispetto agli italiani”

Secondo lo studio, infatti, gli stranieri sono il 67% sulle presenze totali e il 54% sugli arrivi e qui la Toscana si guadagna un secondo posto, seconda solo alla provincia autonoma di Bolzano.

Gli italiani scelgono l’agriturismo per trascorrere week end  o i ponti oppure a luglio e agosto per una vacanza più lunga. La durata media di un soggiorno in Toscana è di 4 giorni, quasi 2 in più per gli stranieri, contro la media nazionale di poco meno di 4 giorni

“La concorrenza tra strutture è sempre più forte e altre regioni stanno diventando  molto richieste e competono con le strutture toscane. Per stare al passo – continua la presidentessa Agriturist Toscana –  la parole d’ordine è innovarsi e proporre sempre servizi nuovi. Penso ai soggiorni esperienziali. In campagna più queste esperienze sono autentiche ed uniche e più viene apprezzata  la vacanza. Per conservare  il nostro primato, le strutture toscane dovranno mantenere la loro autenticità, non cedere alla tendenza dell’omologazione, perché è nella diversità  che sta la forza di un settore che nel tempo si è affermato ed è apprezzato nel mondo”.

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