Maltempo: cade albero a Siena, chiusa via Battisti

Un albero, a causa del forte vento e della pioggia, è caduto provocando uno smottamento. E’ successo la scorsa notte a Siena dove via Cesare Battisti è stata chiusa al traffico dei veicoli. Non si registrano persone coinvolte.

La pianta, a causa del peggioramento delle condizioni meteo, si è sradicata dal terreno abbattendo un muretto di contenimento e invadendo la carreggiata della strada, arteria di accesso alla città.

Via Cesare Battisti si trova in prossimità del liceo scientifico Galileo Galilei e dell’Istituto Sallustio Bandini che sono regolarmente aperti. Sul posto la polizia municipale e i vigili del fuoco che stanno mettendo in sicurezza l’area in modo da riaprire quanto prima la strada.

Coronavirus, Siena: vendeva mascherine prezzo maggiorato, scoperto

Cinquanta mascherine sono state vendute ad un prezzo maggiorato in un distributore di carburante di Siena.

A scoprirlo è stata la guardia di finanza di Siena, che ha rinvenuto un tavolino appositamente adibito con prodotti per l’emergenza sanitaria, nello specifico disinfettante e mascherine di protezione senza l’indicazione del prezzo di vendita.
“Si tratta di mascherine di tipo Ffp2, che sebbene facenti parte di confezioni da dieci pezzi, venivano vendute singolarmente al costo di otto euro cadauna, un prezzo evidentemente sproporzionato rispetto al valore normale praticato nel periodo antecedente l’emergenza sanitaria”, si legge in una nota delle fiamme gialle che precisa come “una confezione di prodotti della specie era commercializzata, in condizioni normali ad un prezzo oscillante da 10 alle 20 euro”.
I finanzieri hanno contestato al titolare del distributore la normativa in materia di disciplina dei prezzi. Inoltre, hanno provveduto a sequestrare tutte le mascherine rinvenute che risultavano anche prive del contenuto minimo delle informazioni merceologiche del prodotto.

Coronavirus: Toscana, 2 nuovi casi in attesa di validazione Iss

Due nuovi casi sospetti positivi al nuovo Coronavirus in Toscana. Lo rende noto la Regione spiegando che entrambi in attesa di validazione da parte dell’Istituto superiore di sanità. Sono un calciatore 22enne della provincia di Siena e un 44enne che risiede a Torre del Lago e lavora a Vo Euganeo (Padova), uno dei paesi in Veneto chiuso in seguito all’emergenza Coronavirus.

Il 22enne è di Piancastagnaio (Siena), giocatore della Pianese, sabato scorso ha accusato i primi malesseri in albergo ad Alessandria, spiega una nota, dove si trovava in ritiro con la squadra, con cui il giorno successivo avrebbe dovuto giocare. Non ha giocato perché la mattina la febbre è salita. La squadra è rientrata a Piancastagnaio, mentre lui è rientrato autonomamente a casa. Mercoledì mattina gli è stato fatto il tampone a domicilio, che durante la notte ha dato un primo esito positivo. Dalle prime ore di stamattina è ricoverato all’ospedale delle Scotte, a Siena, in isolamento. È in buone condizioni di salute. Gli stessi malesseri sarebbero stati accusati qualche giorno prima da un secondo giocatore della squadra, che l’azienda sta rintracciando.

Il 44enne che risiede a Torre del Lago lavora a Vo Euganeo, in un birrificio, ora chiuso a seguito delle misure prese dalla Regione Veneto. Vive da solo, ha passato il fine settimana con il figlio, ora in isolamento domiciliare fiduciario. L’uomo ha avuto i primi sintomi lunedì, poi con l’arrivo della febbre alta ha avvisato la Asl, che gli ha fatto il tampone a domicilio, risultato positivo. L’uomo è in isolamento domiciliare fiduciario. È in buone condizioni di salute e non ha necessità di ricovero.

Per entrambi i casi sono in corso accurate indagini epidemiologiche su tutti i contatti. Salgono così a sei i casi di Coronavirus in Toscana, quattro dei quali devono ancora essere validati dall’Istituto superiore di sanità.

Il servizio di Lorenzo Braccini.

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Industria 4.0: a Siena presentati i risultati della ricerca

Prosegue il giro di presentazione dei risultati della ricerca sul livello di applicazione delle tecnologie Industria 4.0 nei processi produttivi delle imprese manifatturiere toscane. Oggi, a Siena, presso l’Auditorium di Toscana Life Sciences, che ha collaborato all’organizzazione dell’evento, è stata illustrata la parte riguardante le filiere produttive della chimica-farmaceutica e dell’arredo-casa.

“Tra i due settori – commenta l’Assessore alle attività produttive, Stefano Ciuoffo – occorre fare un importante distinguo, perché le tradizioni produttive di alcuni settori sono un valore aggiunto di cui tenere conto: l’analisi infatti è particolarmente composita e fotografa le naturali differenze tra settori  e addirittura, all’interno dei medesimi, anche fra le varie specializzazioni di fase. Questo aiuta a conoscere la complessità del fenomeno della digitalizzazione che va affrontato, anche a livello politico, in modo differente. Non esiste una one best way per approcciare la sfida Industria 4.0, né il raggiungimento di valori di soglia di maturità tecnologica alti sono richiesti allo stesso modo a tutti gli operatori.

E’ importante, però, – prosegue Ciuoffo –  attivare e sostenere uno dei motori di cui si compone Industria 4.0, ovvero migliorare risorse e competenze, soprattutto in termini di cultura dell’innovazione e struttura organizzativa, il vero tallone d’Achille nel processo di trasformazione digitale. Chimico-farmaceutico e arredo-casa sono due comparti rilevanti per la Toscana, peculiari del nostro sistema economico: una transizione compiuta al nuovo modello sprigionerebbe ancor più vaste opportunità. L’innovazione non è un’opzione, ma una necessità per chi vorrà rimanere sul mercato: questa è la sfida per il tessuto imprenditoriale”.

Le differenze tra settori delineate dal rapporto trovano la massima espressione nei risultati presentati oggi: da un lato il chimico-farmaceutico, con livelli più avanzati nell’affrontare la sfida Industria 4.0, soprattutto per maturità tecnologica e capacità operativa di digitalizzazione della comunicazione, raccolta dati e utilizzo di macchinari, compresi robot; dall’altro l’arredo-casa, dove l’artigianalità mantiene ancora un ruolo centrale ed il livello di assorbimento delle tecnologie 4.0 resta variabile, per via dei vincoli e della dimensione della manualità, in molti casi vero valore aggiunto.

L’indagine complessiva è stata condotta nel periodo luglio 2018–ottobre 2019, da un gruppo di ricerca interdipartimentale dei tre Atenei toscani, con questionari di assessment e focus group somministrati a distretti tecnologici e aziende. Le aziende coinvolte per la sola analisi delle due filiere sono in tutto 91: 44 del chimico-farmaceutico e 47 del sistema casa. Il campione non è statisticamente rappresentativo dei settori, seppur sufficientemente popolato e qualificato.

Mediamente, le PMI intervistate presentano valori di evoluzione tecnologica 4.0 intermedi (su una scala da 1 a 6). La media regionale di tutte le filiere è 2.6: il chimico-farmaceutico si attesta a 2,93, l’arredo a 2.45. Sono aziende che, posizionandosi tra i cosiddetti beginner (ossia, stanno conducendo progetti pilota su Industria 4.0) e intermediate (hanno cambiato orientamento strategico e stanno sviluppando una strategia di Industria 4.0), dimostrano una certa dinamicità e vivacità e che, come altri settori, si stanno muovendo verso la trasformazione digitale, seppur ad una velocità non sempre adeguata alle sfide sempre più complesse della digitalizzazione. Investono comunque in macchinari e nuove tecnologie, con un’elevata comprensione del valore dei propri dati e della loro tutela, adottando adeguate soluzioni tecnologiche in cybersecurity, una delle tecnologie abilitanti Industria 4.0 maggiormente diffusa e adottata.

Soprattutto nel chimico-farmaceutico emergono segnali positivi riguardo la cultura della digitalizzazione del dato e la sua introduzione lungo l’intera filiera, per superare la centralità dell’operatore, che invece è un tratto tipico dell’arredo-casa (40%). In entrambi i settori, seppur con valori diversi, resta ancora da fare sul fronte dell’interazione con i macchinari, elemento tipico dell’approccio Industria 4.0: se nel chimico-farmaceutico è da ricondurre alla compresenza negli stabilimenti tra macchinari altamente tecnologici e altri più obsoleti, nell’arredo-casa, convivenza tra lavorazioni artigianali, delicatezza dei materiali lavorati e alto livello di personalizzazione dei prodotti rendono più difficile l’automatizzazione dei processi.

Riguardo al livello di maturità organizzativa, per entrambi si registra un indice inferiore rispetto alla capacità tecnologica, confermando alcuni ritardi del sistema toscano a fronteggiare le sfide di Industria 4.0, sia come capacità dell’organizzazione di fare network organico che, soprattutto, di dotarsi di strumenti di comunicazione e condivisione di dati di tipo digitale. Sono tuttavia promettenti i valori della propensione al cambiamento e della collaborazione sociale, soprattutto per il chimico-farmaceutico, che svolge internamente attività di ricerca e sviluppo (95%) e di progettazione prodotto (77%) attraverso team multidisciplinari.

In un sistema produttivo come quello toscano, in cui centralità dell’operatore e del fattore umano giocano ancora un ruolo prioritario nella digitalizzazione, la questione della creazione di nuove competenze e capacità tramite reskilling degli operatori e/o il reclutamento di nuove figure professionali assume un ruolo centrale. Lo sviluppo organizzativo delle PMI toscane passa, perciò, da dinamiche di cambiamento culturale più ampie e sistemiche, con il management maggiormente propenso a coinvolgere i lavoratori.

Infine, relativamente al ruolo delle politiche regionali, la realtà molto articolata e complessa del sistema produttivo toscano richiede soluzioni politiche specifiche, dato che le esigenze dei settori sono diverse. Occorre senza dubbio migliorare il dialogo tra filiere ed estendere l’impatto della rivoluzione Industria 4.0, coinvolgendo i vari attori che vi operano, con un processo di condivisione che superi l’orizzonte di breve periodo, e promuovere l’integrazione di tecnologie e competenze a livello intra-aziendale ed inter-aziendale.

Violenze su tredicenne, arrestato nel senese

Un uomo di 36 anni, residente nel Senese, è stato arrestato dai carabinieri in esecuzione di una misura di custodia cautelare con l’accusa di violenza sessuale su un tredicenne.

In un video e in alcune foto trovate sul cellulare del ragazzino, secondo quanto spiegato dai militari, la prova degli abusi di cui sarebbe stato vittima il tredicenne. Proprio la scoperta di quelle immagini ha portato il padre del ragazzino a fare denuncia.
Le indagini dei carabinieri hanno poi portato a individuare il 36enne come il presunto responsabile: l’uomo si trova ora agli arresti domiciliari in attesa dell’interrogatorio di garanzia. Da quanto spiegato dai carabinieri, la conoscenza tra indagato e il tredicenne è avvenuta via chat. Sarebbe poi seguito un incontro.
Nel corso della perquisizione domiciliare a casa del 36enne sequestrati alcuni cellulari, computer e decine di dvd che nei prossimi giorni saranno analizzati dagli inquirenti, per eventuali sviluppi investigativi.
Secondo quanto appreso l’arrestato sarebbe un dipendente di un’associazione che lavora nel sociale e si occupa di assistenza. Il video e le foto trovate nel telefonino del ragazzo sarebbero stati realizzati e inviati al tredicenne dallo stesso arrestato. Dalle immagini risulterebbe inoltre che la presunta violenza sarebbe avvenuta a casa dell’uomo.

Neonato con organi addominali nel torace salvato alle Scotte grazie a collaborazione Siena-Arezzo

“Un intervento complesso e tra i pochi in Italia, effettuato al policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena, salva bambino nato con gli organi addominali nel torace a causa di un’ernia diaframmatica.”

Il comunicato del policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena, riporta: “Il delicato intervento è stato effettuato dall’équipe di Chirurgia pediatrica, diretta dal professor Mario Messina, in collaborazione con l’ospedale di Arezzo dove è nato il bambino. «Appena nato – spiega il professor Messina – i colleghi di Arezzo si sono subito resi conto del problema e si sono attivati per stabilizzare il distress respiratorio del bambino, mettere in sicurezza il piccolo e organizzare il trasferimento a Siena.

Il neonato – prosegue Messina – è stato operato in toracoscopia, una procedura chirurgica mininvasiva che con tre fori nell’addome, due da 3 millimetri e uno da 5 millimetri, ha permesso di riposizionare gli organi interni, in particolare spostando dal torace il colon e l’intestino e mettendoli al loro posto nell’addome, e di chiudere l’ernia diaframmatica che metteva in collegamento il torace con l’addome». L’intervento è stato eseguito dal professor Francesco Molinaro con la dottoressa Rossella Angotti, insieme all’anestesista Tommaso Bacconi e agli infermieri Roberta Piazzi e Angelo De Lucia, con tutto il personale di sala operatoria.

«L’intervento – aggiunge il professor Molinaro – è durato circa tre ore ed è stato tecnicamente complesso perché gli spazi per le manovre operatorie erano molto ridotti e le difficoltà respiratorie presenti erano importanti, ma abbiamo preferito l’utilizzo della chirurgia mininvasiva perché questa procedura consente un più rapido decorso operatorio e una miglior risposta da parte del piccolo paziente. Dopo un ricovero in Terapia Intensiva Neonatale, affidato alle cure dell’équipe della dottoressa Barbara Tomasini, il piccolo ha iniziato a mangiare e dopo pochi giorni è tornato a casa. Il follow up sarà seguito dai colleghi di Arezzo».”

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