Pensionato avvelena una trentina di alberi su una provinciale, denunciato

Firenze, una pattuglia della Stazione CC Forestale di Borgo San Lorenzo notava, lungo la strada provinciale del Passo del Giogo SP 503 in Comune di Scarperia e San Piero, il danneggiamento di una pianta di tiglio posta a margine della viabilità, in particolare  individuavano sul fusto della pianta, all’altezza di un metro circa, un foro della larghezza di circa un centimetro.

Da ulteriori accertamenti risultava che le piante a cui era stato praticato almeno un foro sul fusto, erano ventisette, appartenenti a specie forestali arboree (tigli, olmi e robinie), radicate sul margine a valle della strada provinciale, per uno sviluppo lineare di una sessantina metri, su proprietà della Città Metropolitana di Firenze, ente gestore della strada e parte offesa del reato.

Dalla descrizione dettagliata dei Carabinieri Forestali, si apprende che i fori, tutti circolari di circa un cm di diametro, erano di recente realizzazione, con presenza a terra della segatura della forma tipica di una perforazione fatta con un trapano e che erano stati praticati ad un’altezza variabile da terra, con andamento dall’alto verso il basso e con profondità variabile a seconda del diametro della pianta. In alcuni fori era possibile constatare la presenza di sostanze liquide maleodoranti di natura non accertata.

Inoltre, i quattro tigli di maggiori dimensioni, apparivano ‘seccaginosi’, probabilmente a causa dell’iniezione di sostanze velenose avvenuta precedentemente, come dimostrava la presenza di fori non recenti sul tronco.

Le piante alle quali i fori sono stati praticati più di recente invece, non presentavano ancora gli effetti dell’avvelenamento, che si mostrerà probabilmente nei prossimi giorni.

Dall’attività investigativa condotta dai militari, emergevano responsabilità a carico di un pensionato della zona, che probabilmente aveva agito al fine aumentare l’illuminazione naturale e la vista sulla vallata del Mugello dell’abitazione a monte del tratto di strada.

Sono in corso di valutazione ulteriori perizie per individuare le sostanze utilizzate per danneggiare le piante.

Terremoto Mugello: 120 persone la notte scorsa nei ricoveri

Nei centri di ospitalità allestiti per i terremotati del Mugello, in particolare abitanti nei comuni di Barberino, Borgo San Lorenzo e Scarperia San Piero, sono state accolte la notte scorsa 120 persone, 37 delle quali nei locali dell’Autodromo di Scarperia secondo qunto riferisce la protezione civile della Città Metropolitana di Firenze. Il dato appare in calo.

Nella notte di lunedì complessivamente gli ospiti dei ricoveri sono stati 473, la notte del 10 dicembre 314, nella notte successiva 282, quindi 120 stanotte. A questo punto, informa la protezione civile, alle persone che temporaneamente non potranno rientrare nella propria abitazione saranno proposte sistemazioni alternative in alberghi e strutture ricettive per le quali la Città Metropolitana ha preso contatti anche con i Comuni della Piana di Firenze.

“Ricordiamo – raccomanda Massimo Fratini, consigliere delegato della Protezione civile della Città Metropolitana – di verificare sempre che la fonte delle informazioni che circolano in questi giorni, diffuse attraverso i più svariati canali social o gruppi whatsapp, provenga sempre da canali ufficiali ed istituzionali”.

Sarà predisposta questa sera o al massimo domani mattina un’ordinanza del Comune di Barberino di Mugello (Firenze) per ridurre la zona rossa nel centro del paese. I vigili del fuoco hanno completato i sopralluoghi nell’area e il Comune sta effettuando gli ultimi approfondimenti per revocare o confermare le ordinanze di inagibilità degli edifici nel tratto iniziale di corso Bartolomeo Corsini. E’ quanto emerso nel corso di una riunione operativa svolta a Barberino per fare il punto sull’emergenza sisma in Mugello, alla presenza dell’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni. Presenti i sindaci dei comuni interessati dal sisma, la Città metropolitana di Firenze con il delegato alla Protezione civile Massimo Fratini, la Protezione civile, i tecnici regionali, i vigili del fuoco e le forze dell’ordine.
Al di fuori della zona rossa, come negli altri comuni interessati, spiega una nota, proseguono le verifiche in base alle segnalazioni dei privati. Nei territori colpiti sono ancora 120, in progressivo calo rispetto ai giorni precedenti, le persone presenti nelle strutture di accoglienza individuate dai Comuni dopo il terremoto. Pertanto sia la palestra di Barberino che l’Autodromo del Mugello, continueranno ad essere allestiti come punti di ricovero. Ai nuclei familiari oggetto di ordinanza di inagibilità sarà messo a disposizione nei prossimi giorni un servizio di accoglienza presso strutture alberghiere.

Bimbo ucciso a Firenze, padre condannato a 20 anni di carcere

Il gup di Firenze ha condannato a 20 anni di reclusione l’uomo per l’omicidio del figlio di un anno, durante una lite in famiglia, il 17 settembre 2018 a Scarperia. Condannato anche per il tenato omicidio della moglie, rimasta ferita a seguito dell’aggressione che ha causato la morte del figlio.

Il gup ha invece assolto il 34enne dall’accusa di tentato omicidio della figlia di 7 anni, “perche il fatto non sussiste”. La procura aveva chiesto per l’indagato, difeso dagli avvocati Federico Bagattini e Caterina Manni, la condanna all’ergastolo. Il gup ha riconosciuto l’attenuante della seminfermità mentale, equiparata alle aggravanti dell’aver agito per futili e abietti motivi, della crudeltà, dell’aver commesso il fatto a danno di un minore e davanti all’altra figlia minorenne.

La pena finale, calcolata in 30 anni, è stata ridotta a 20 con lo sconto di un terzo previsto dal rito abbreviato. Disposta anche una provvisionale di 180.000 nei confronti delle parti civili. “Non ci può essere soddisfazione quando si parla della morte di un essere umano, a maggior ragione se si tratta di un bambino. Riteniamo tuttavia che sia stata una sentenza equilibrata, e che ha fatto buon governo delle risultante processuali”, è il commento dei legali.
“I familiari non vedranno un euro a causa dell’incapienza dell’imputato, lo Stato italiano si faccia carico del risarcimento”, è il commento dell’avvocato Massimiliano Annetta, legale della madre e dei familiari del bimbo. A seguito dell’aggressione infatti la donna ha perso l’uso di un braccio nel tentativo di difenderlo dalle coltellate, e per questo non potrà più lavorare. Tuttavia, afferma sempre il legale, a causa dell’incapienza del 34enne non potrà ricevere il risarcimento previsto dal gup.
“Lo Stato italiano non facendosi carico del risarcimento viola una normativa comunitaria – aggiunge il legale – che prevede che in caso di incapienza dell’imputato debba provvedere lo Stato”. Prosegue dunque l’iter del ricorso presso la Corte europea dei diritti dell’uomo presentato dall’avvocato Annetta contro lo Stato italiano.
Inoltre, in base a quanto emerso dagli accertamenti eseguiti dopo l’omicidio del bambino, in una perizia che era stata disposta dal gip di Firenze nell’ambito di una precedente inchiesta per maltrattamenti sempre ai danni della moglie, era scritto che l’uomo era socialmente pericoloso e per questo doveva curarsi, ma poteva essere controllato coi farmaci.

Scarperia: uccise figlio di un anno, chiesto l’ergastolo per il padre

La procura di Firenze ha chiesto la pena dell’ergastolo nel processo con rito abbreviato per l’uomo, Niccolò Petrachi 34 anni, che il 17 settembre 2018 uccise a coltellate il figlio di un anno. Il giudice, sentite le parti, ha rinviato il processo al 24 ottobre per la lettura della sentenza.

L’omicidio del piccolo di appena un anno avvenne durante una lite in famiglia a Scarperia (Firenze), successivamente l’uomo tentò di fare lo stesso con la convivente e con la figlia di 7 anni. Secondo quanto emerso, prima della commissione dell’omicidio la donna aveva presentato diverse denunce a carico del convivente. In una perizia eseguita sul 34enne, nell’ambito di una precedente inchiesta per maltrattamenti, sempre verso la convivente, è scritto che l’uomo era socialmente pericoloso e che per questo doveva curarsi ma poteva essere controllato con i farmaci.

L’ uomo aveva minacciato di uccidere i figli almeno un anno prima di commettere l’omicidio  il 17 settembre 2018. La circostanza, secondo quanto spiegato dal legale della madre del piccolo, l’avvocato Massimiliano Annetta, parte civile, emerge da numerosi sms da lui inviati alla donna e prodotti dal pubblico ministero nel processo con rito abbreviato in cui ha chiesto l’ergastolo per l’imputato. “Uccido i tuoi figli”: questo, secondo quanto emerso dall’udienza, il contenuto di alcuni dei circa 800 messaggi spediti alla donna. “Questa è la prova conclamata che si è trattato di una tragedia annunciata”, commenta l’avvocato Annetta. “I periti di tutte le parti in causa, anche quelli che hanno concluso per l’incapacità di intendere e di volere – ha aggiunto – sono concordi nel dire che si tratta di una persona socialmente pericolosa. Bastava fermarlo prima”. Intanto prosegue l’iter del ricorso presso la Corte europea dei diritti dell’uomo presentato dall’avvocato Annetta contro lo Stato italiano, accusato in merito alla vicenda di aver violato il diritto alla vita non essendo stato in grado di prendere le misure necessarie alla protezione dei suoi cittadini. “Lo Stato italiano non si è presentato alla procedura di conciliazione – spiega Annetta – pertanto l’iter della causa andrà avanti”.

Scarperia: Alia ammassa cassonetti in disuso, una denuncia

Nella località Pianvallico nel comune di Scarperia (Firenze), un centinaio di cassonetti in disuso, ammassati e smontati in una strada pubblica in attesa di essere conferiti negli appositi impianti, sono stati scoperti dai carabinieri forestali, che hanno denunciato per gestione illecita di rifiuti speciali non pericolosi il legale rappresentante di Alia, la spa deputata alla gestisce i servizi ambientali a Firenze nella Toscana centrale.

L’area dove erano stati stoccati i rifiuti (108 cassonetti di materiale metallico già smontati e 90 telai metallici di supporto cassonetti) è stata sequestrata. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri forestali di Borgo San Lorenzo, i cassonetti, ritirati nei mesi scorsi da Alia spa per il passaggio alla raccolta ‘porta a porta’, erano stati depositati in una strada senza sfondo e qui sottoposti al trattamento propedeutico allo smaltimento e al recupero, prima di essere inviati in un apposito impianto.
L’area, riferiscono sempre i forestali, non era delimitata né da barriere né da segnali stradali che impedissero il libero accesso, e inoltre non vi erano cartelli per indicare la presenza di un cantiere. I carabinieri sono poi tornati nella strada in un secondo momento, trovando gli operai che stavano caricando i cassonetti metallici, già schiacciati per ridurne il volume, su alcuni autocarri. I conducenti dei mezzi hanno spiegato che stavano caricando i rifiuti prodotti da Alia e che li avrebbero conferiti in un impianto a Siena, come rifiuti di ferro a acciaio.
“Veniva contattato un referente legale di Alia – si spiega in un comunicato dei forestali – il quale riferiva che l’attività posta in essere non richiedeva nessun tipo di autorizzazione ai sensi del testo unico ambientale, ritenendo dunque l’attività di riduzione volumetrica consentita”. “I militari – prosegue la nota – hanno invece ritenuto che fosse posta in essere un’attività di gestione di rifiuti speciali non pericolosi, su viabilità pubblica”.
“I cassonetti messi nell’area, in località Pianvallico nel comune di Scarperia (Firenze), sono in attesa di verifica della destinazione o raggruppati per essere inviati alla rottamazione o recupero. Il materiale è in gran parte già stato tolto”. Questo è  quanto precisa Alia dopo la denuncia arrivata al rappresentate legale della società di raccolta e smaltimento rifiuti a Firenze e in Toscana nell’ambito di un’indagine condotta dai carabinieri forestali che hanno sequestrato un’area dove erano stati ammassati cassonetti dismessi. “L’utilizzo della zona è stato autorizzato dall’Amministrazione comunale per un uso temporaneo, reso necessario dall’attivazione nel Mugello del servizio di raccolta porta a porta dei rifiuti urbani e la conseguente rimozione delle postazioni stradali. Si precisa, infine, che il materiale presente da trattare, è stato registrato e tracciato dall’Azienda”, precisa ancora Alia nella nota.

Firenze, padre che uccise bimbo è ‘in grado di sostenere un processo’

Lo ha stabilito una perizia disposta dal giudice per le indagini preliminari i cui risultati saranno discussi il 15 aprile prossimo in incidente probatorio.

E’ in grado di sostenere un processo, il 34enne che uccise il figlio di un anno a coltellate, il 14 settembre 2018 durante una lite in famiglia a Scarperia (Firenze), e tentò di uccidere la figlia di 7 anni e la convivente. Lo ha stabilito una perizia disposta dal giudice per le indagini preliminari i cui risultati saranno discussi il 15 aprile prossimo in incidente probatorio. Sempre secondo quanto stabilito dal perito, al momento della commissione del reato l’uomo “versava in condizioni di capacità di volere grandemente scemate”.

Tuttavia, stabilisce la consulenza, il 34enne, che è difeso dagli avvocati Federico Bagattini e Caterina Manni, “è in grado di comprendere il contesto giudiziario in cui si trova”, “sa che gli viene contestato un preciso reato” ed è “in grado di argomentare la propria difesa”. Dunque, è in grado di sostenere un processo. In base agli esami eseguiti, il 34enne risulta affetto da un “grave disturbo della personalità”, ed ha una tendenza alla minimizzazione dei propri disturbi associata a una bassa aderenza alle terapie farmacologiche, associata a una tendenza all’abuso di alcol. Pertanto, deve essere considerato “una persona socialmente pericolosa”.

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