NuovoCoronavirus: test negativo per neonata ancora ricoverata al Santo Stefano di Prato

Per la seconda volta l’Asl ha applicato la procedura di emergenza per la gestione del caso in tempi rapidi ed efficaci. E’ accaduto ieri sera a Prato: una famiglia, rientrata da 9 giorni dalla città di Wuhan, la zona in cui ha avuto origine il Nuovo Coronavirus, si è recata al pronto soccorso dell’Ospedale Santo Stefano preoccupata per la salute della loro piccola di nove mesi.

La neonata accusava alcuni sintomi, tra cui febbre alta, che rientrano nei criteri clinici di soggetto a rischio contagio oltre ad essere positiva al criterio epidemiologico. E’ stata immediatamente presa in carico dal personale sanitario in pronto soccorso ed attivato il percorso di gestione per caso sospetto di infezione da NuovoCoronavirus che prevede il ricovero in isolamento in attesa del riscontro diagnostico.  Il campione biologico è stato inviato al Policlinico di Siena e in poche ore è arrivato il risultato negativo. La piccola è ancora oggi ricoverata in ospedale con sintomi febbrili, ma non si trova più in isolamento.

E’ la seconda volta che l’Asl ha applicato con successo la procedura di emergenza per la gestione di un caso sospetto. Il primo caso è accaduto la settimana scorsa per una donna di 59 anni di nazionalità italiana residente a Prato che ha soggiornato nell’hotel di Roma dove è stata ospite la coppia di cinesi ricoverati all’Ospedale Spallanzani e risultati positivi al Nuovocoronavirus. Anche il questo caso il test ha dato esito negativo.

Per l’azienda sanitaria è positivo il fatto che per la prima volta, da quando è scattata l’emergenza, una famiglia di nazionalità cinese si sia rivolta volontariamente al servizio sanitario, anche se la procedura corretta prevede che il primo contatto sia con la centrale operativa 118.

“E’ importante ricordare a tutti i soggetti che rientrano nel criterio epidemiologico e con presenza di un quadro clinico a rischio di contattare il 118 e non recarsi direttamente in pronto soccorso – spiega Renzo Berti, direttore Dipartimento Prevenzione-  La centrale operativa  prenderà in carico la segnalazione ed attiverà i percorsi necessari all’assistenza e alla verifica diagnostica”

“Ringraziamo tutto il personale sanitario coinvolto per la grande professionalità ed efficienza dimostrata nella gestione del caso–afferma Daniela Matarrese, direttore del Santo Stefano. “

Il 10 febbraio si celebra la Giornata Mondiale per l’epilessia

A febbraio si celebra la Giornata Mondiale per l’epilessia, una delle malattie neurologiche più diffuse al mondo. Quasi 1 italiano su 100 ne è affetto, per un totale di circa 500.000 persone in Italia, di cui circa 35.000 in Toscana.

La Giornata è un momento in cui si promuove una corretta informazione e si sensibilizza l’opinione pubblica riguardo alla malattia; la necessità di una maggiore consapevolezza e conoscenza da parte della popolazione è evidenziata dalle numerose testimonianze di persone affette, che spesso sono vittime di discriminazioni sociali legate a pregiudizi e ignoranza.

La Lega Italiana Contro l’Epilessia (LICE), società scientifica che riunisce circa 1000 epilettologi, ha come obiettivo statutario quello di “contribuire al miglioramento della diagnosi, terapia, assistenza, ricerca, nell’ambito dell’epilessia, nonché al superamento dello stigma sociale a tale patologia correlato, promuovendo e attuando ogni utile iniziativa per il conseguimento di tali finalità”.

La Neurologia dell’Ospedale Santo Stefano di Prato ed i suoi medici LICE parteciperanno come ogni anno all’iniziativa. Nella giornata di domani, infatti, presso gli ambulatori della Neurologia, diretta dal Dott.Pasquale Palumbo il personale infermieristico e la Dott.ssa Eleonora Rosati consigliere regionale LICE per la Toscana insieme agli altri medici dedicati alla cura dell’epilessia (dott. E.Bartolini, dott. L.Kiferle e dott.ssa S.Pradella) saranno a disposizione di pazienti e cittadini per colloqui informativi e distribuzione di materiale informativo. La sede dell’iniziativa è il poliambulatorio al piano terra nella sezione della Neurologica presso l’Ospedale Santo Stefano dalle ore 13,30 alle ore 16,00.

Industria 4.0 settore tessile-abbigliamento, una ricerca dei tre atenei toscani

Una ricerca per capire il livello di applicazione delle tecnologie digitali Industria 4.0 nei processi di produzione delle piccole e medie imprese (PMI) del sistema manifatturiero toscano. L’indagine, svolta nel periodo luglio 2018–ottobre 2019 da un gruppo di ricerca interdipartimentale dei tre Atenei toscani, ha riguardato anche il settore tessile-abbigliamento.

I dati sono stati raccolti attraverso questionari strutturati di assessment tecnologico e successivi focus group che hanno coinvolto 163 imprese delle Province di Prato, Pistoia e Firenze, cuore dei distretti regionali della moda. “Il quadro che affiora – commenta l’assessore alle attività produttive Stefano Ciuoffo – è complesso e a luci ed ombre: il sistema sembra posizionarsi in una fase di transizione sia in termini di processo di trasformazione sia in termini di numero di imprese che hanno avviato il percorso verso il paradigma 4.0. Diviene necessario accelerare nei tempi e nelle forme lungo tutta la filiera, in un contesto non sempre favorevole in cui alla fase della crisi finanziaria ne è succeduta una di incertezza dei mercati”.

A conferma del risultato di altri settori del manifatturiero regionale, anche nel tessile, a fronte di imprese che hanno avviato i processi di transizione, si registrano alcuni ritardi di altre nel fronteggiare le sfide di Industria 4.0: in media i valori di evoluzione tecnologica 4.0 delle PMI indagate si collocano nella scala di valutazione in una posizione intermedia, con alcuni comparti su livelli ancora non sufficienti. I ritardi riguardano in particolare l’area dell’organizzazione. “Un settore – ha aggiunto Ciuoffo – non immobile, ma che si muove ad una velocità non sempre adeguata alle sfide sempre più complesse della competizione internazionale. Le imprese investono in macchinari e nuove tecnologie digitali, ma permangono dei ‘colli di bottiglia’: ritardi nell’assunzione di figure specialistiche, presenza di attività formative spesso non associate a processi di job rotation, ritardi culturali nell’individuazione e definizione delle competenze critiche. Lo stesso sistema della ricerca deve interrogarsi sulla reale capacità di accompagnare il processo di evoluzione tecnologica nei settori indagati e in sistemi di PMI comunque collocati lungo catene del valore importanti per l’economia regionale, in uno scenario di rapidi cambiamenti di mercato e di crescente digitalizzazione dei processi: solo 1/5 delle imprese intervistate ha collaborazioni con centri di ricerca”.

Il valore dell’indice I4.0 del settore, in una scala da 1 a 6, è 2,49 e colloca le aziende tra beginner (stanno conducendo progetti pilota I 4.0) e intermediate (hanno cambiato orientamento strategico e stanno sviluppando una strategia I 4.0). Un valore che dipende soprattutto da una non ancora sufficiente crescita della cultura imprenditoriale, comunque da sempre abituata alla competizione internazionale, e da un insufficiente cambiamento della struttura organizzativa, necessaria nei processi di transizione al digitale, elemento trasversale a tutte le filiere del tessile-abbigliamento, ma con punte maggiori nel comparto delle filature. Poco oltre il 51% delle aziende opera nel tessile in senso stretto (filatura, tessitura, finissaggio-nobilitazione), circa il 22% nel tessile nonwoven (moquette, materiali diversi dalle fibre tessili, ecc.) e il restante 27% nella maglieria e nelle confezioni.

L’utilizzo di metodologie di pianificazione delle attività di trasformazione e, più in generale, della catena di distribuzione è basso. Gestione dei flussi materiali: quasi il 60% delle aziende non dispone di applicazioni dedicate alla gestione dei magazzini. Solo in casi molto particolari e in aziende più strutturate rispetto alla media è previsto l’utilizzo integrato di magazzini automatici ed un’integrazione tra il software di gestione magazzino e il gestionale per ordini e scorte, a conferma della scarsità di flussi informativi tra i reparti. Nonostante la mancata automazione, la tracciabilità sembra essere un elemento rilevante, soprattutto per le imprese di tessuti particolarmente pregiati, e che lavorano sulla committenza di grandi griffe, che lo considerano elemento strategico per il futuro, sia in termini di sicurezza dello spostamento dei carichi che, soprattutto, per la possibilità di garanti re un prodotto ‘certificato’, o per la provenienza di lavorazioni ‘made in Italy’ o per l’attestazione di produzioni green.

La mancata conoscenza dei processi interni è piuttosto diffusa: il 17% dichiara di non effettuare alcuna mappatura dei processi e l’8% ammette di non sapere nemmeno di cosa si tratti. Solo il 30% delle imprese dichiara un approccio di tipo ‘data-driven’, in cui cioè gli operatori utilizzano tutta l’informazione oggettiva disponibile per modificare o eseguire i propri compiti. Infatti, nonostante il 68% delle imprese dichiari di effettuare l’analisi dei dati storici, solo il 20% ne utilizza i risultati in fase di controllo o di pianificazione delle successive progettazioni.

Un’azienda su 3 non conosce il termine business model, ovvero ciò che descrive, a caratteri generali, come l’azienda crea e cattura valore. Anche quando è conosciuto lo è, in più della metà delle imprese intervistate, principalmente a livelli dirigenziali/gestionali. Prevale ancora un sistema di direzione ‘intuitiva’: il modello di gestione non ha obiettivi sempre ben definiti oppure non ben formalizzati e comunicati solo oralmente, finendo per condizionare le strategie di sviluppo che nel 42% dei casi sono definite solo verbalmente; prevale un approccio più ‘reattivo’ e una logica di governo maggiormente operativa, piuttosto che una strategia di più lungo respiro e ben codificata. Solo 1 azienda su 3 tende a definire le strategie in modo digitale. Da un punto di vista organizzativo, la quasi totalità delle imprese ha un sistema decisionale di tipo centralizzato, tipico delle PMI, spes so a conduzione familiare.

Il lavoro in team riguarda il 44% delle aziende, nel 7% dei casi è individuale e nel restante è misto. Oltre 2 aziende su 3 producono per lotti. Il settore sostanzialmente si divide tra aziende che producono alti volumi con alta varietà (45%) e aziende che producono bassi volumi con alta varietà (42%). La mappatura dei processi aziendali, che in uno scenario di crescente digitalizzazione è cruciale, non solo per la funzione di produzione ma per tutta l’impresa, viene svolta in digitale solo da 4 imprese su 10. Lo stesso vale anche per un’altra attività chiave, la ricerca e sviluppo (R&S), effettuata solo dal 40% delle aziende. Il motivo? Le imprese la ritengono non necessaria in quanto eseguita da soggetti a monte della catena di distribuzione.

L’innovazione aperta è un nuovo approccio strategico e culturale in base al quale le imprese, per creare più valore e competere meglio sul mercato, scelgono di ricorrere non più e non soltanto a idee e risorse interne, ma anche a idee, soluzioni, strumenti e competenze tecnologiche che arrivano dall’esterno, in particolare da startup, università, istituti di ricerca, fornitori, inventori, programmatori e consulenti. Nel settore solo 3 imprese su 10 adottano R&S in questa ottica, il restante non lo reputa rilevante. La maggior parte, il 69%, non ha un archivio storico delle attività di marketing svolte: tra le motivazioni, è un’attività non presente e di bassa rilevanza per il mercato di riferimento.

Coronavirus: “un’opportunità contro la discriminazione” – la diretta di Controradio

Controradio in diretta da Prato per combattere la paura. Due ore di presidio informativo non stop questa mattina con la nostra postazione all’interno del Tempio buddista di Prato che ci ha ospitato per questa occasione di condivisione, confronto e testimonianza.

L’obiettivo comune dei tanti interventi che si sono succeduti (sociali, istituzionali, universitari) è stato quello di combattere i fenomeni di psicosi da coronavirus e gli atti di intolleranza  con la riscoperta dei valori alla base di ogni comunità democratica: il rispetto verso l’altro, l’accoglienza, l’uguaglianza e l’umanità.Tempio buddista Prato

Le dirette di questa mattina condotte da Chiara Brilli e Raffaele Palumbo.

“La città di Prato è una città di accoglienza e non potrebbe essere altrimenti con 100 comunità diverse. Pensare di potere gestire l’immagine di una malattia come uno stigma per una comunità ci rimanda a fenomeni di razzismo” – ha sottolineato il prof. Luca Bravi, storico e pratese (in foto) che è intervenuto insieme a Ernesto Grandini, presidente dell’Associazione Rom e Sinti di Prato ed a Ilaria Bugetti, consigliera regionale Pd e cittadina pratese.

LUISA XU

Parla Davide Finizio Segretario del Tempio Buddista di Prato

Parla Caterina Guidi ricercatrice presso l’Istituto Universitario Europeo e il giornalista Giorgio Bernardini

Parla Luisa Xu responsabile dell’osservatorio sulla sinofobia del Tempio e l’esperta di comunicazione  Silvia Bacci

Coronavirus: negativo test su donna Prato che aveva febbre

Negativo, a Prato, il test pr il coronavirus su una donna di 59 anni, italiana, residente a Prato che ha soggiornato nell’hotel di Roma dove era ospite la coppia di cinesi che ha contratto la patologia e che è in cura nella Capitale.

La donna pratese, riferisce la Asl, oggi ha effettuato il test, che è risultato negativo. La 59enne ieri ha presentato una sintomatologia febbrile ed il medico cui si è rivolta ha contattato la struttura di Igiene e sanità pubblica di Prato per la segnalazione.

Nella vicenda, spiega ancora la Usl Toscana Centro, è stata allertata la centrale operativa 118 che l’ha fatta portare all’ospedale cittadino Santo Stefano. Nel percorso sono state messe in atto tutte le misure di sicurezza previste. La paziente è arrivata nel reparto di malattie infettive dove sono stati applicati i protocolli ed effettuato i test previsti per la rilevazione della positività al Coronavirus, inviati immediatamente all’ospedale Le Scotte di Siena. Il test è risultato negativo. La paziente, informa la Asl, è ricoverata nel reparto di malattie infettive dell’ospedale, in buone condizioni generali.

“Ringraziamo tutto il personale sanitario coinvolto – sottolineano Renzo Berti, direttore del Dipartimento di Prevenzione della Asl e Daniela Matarrese, direttore dell’ospedale Santo Stefano di Prato -. Tutti hanno dimostrato grande professionalità ed un elevato grado di efficienza”.

“Un Prato di libri”, ripartono le notti bianche per piccoli lettori con Gianni Rodari

Con “un Prato di libri” 2020 ripartono le notti bianche per i piccoli lettori, quest’anno nel segno di Gianni Rodari. Domani al MuMat di Vernio, complessivamente sono sei gli appuntamenti nei Musei e in luoghi significativi della provincia pratese.

Genitori a casa, bambini con sacco a pelo, cuscino e spazzolino e soprattutto tanta curiosità, per una notte di magia e avventura da trascorrere con i libri. Ripartono con febbraio le notti bianche per i piccoli lettori promosse all’interno di un Prato di libri in tutti i comuni della provincia pratese. Il prossimo appuntamento è domani nello spazio del MuMaT di Vernio per un viaggio in compagnia di Stefano Bordiglioni, scrittore e musicista, e le sue letture animate dedicate a bambini dalla terza della primaria alla prima media.

Quasi una generazione di piccoli pratesi è cresciuta con i viaggi e le avventure fantasiose di un Prato di libri che da otto anni conduce con le notti bianche i partecipanti fra le pagine dei libri, dove il profumo d’inchiostro si mescola a quello dei sogni e genera stupori e meraviglie che lasciano a bocca aperta. Filo conduttore delle notti 2020 è Gianni Rodari, poeta e scrittore di cui ricorre proprio quest’anno il centenario della nascita e che con le sue favole, filastrocche e racconti ci ha insegnato quanto la fantasia renda liberi, divertenti e profondi.

Dopo Vernio la grande valigia carica di storie approda a Carmignano il 22 febbraio (ma è già sold-out), poi Cantagallo al Museo Materia, il 29 febbraio; a marzo si torna nuovamente a Vernio (il 28) mentre ad aprile l’appuntamento è a Prato (anche questo già sold-out), infine a giugno una notte fra libri e stelle al Centro visite della Riserva di Aquerino-Cantagallo. Per informazioni e prenotazioni consultare il sito unpratodilibri.com oppure scrivere a unpratodilibri@gmail.com. In ogni incontro i bambini saranno accompagnati dai genitori il sabato sera alle 21 e ripresi alle 8 di domenica mattina.

Gli appuntamenti con le notti bianche tracciano la strada di avvicinamento alla kermesse di un Prato di libri che avrà il suo momento clou dal 21 marzo al 5 aprile costellando di ghiotti appuntamenti un cartellone fatto di incontri, presentazioni di libri nelle scuole, letture e spettacoli ancora da svelare ma di cui si hanno già alcune anticipazioni. Come lo spettacolo musicale e di teatro disegnato Tinotino Tinotina Tinotintintin di e con Elisabetta Garilli e Emanuela Bussolati in programma al Politeama sabato 4 aprile alle ore 18 di cui sono già disponibili i biglietti (in prevendita al Teatro Politeama).

Un Prato di libri è promosso da Il Geranio onlus con il contributo e patrocinio di Regione Toscana, Provincia di Prato, Comune di Prato e di tutte le amministrazioni comunali della Provincia (Montemurlo, Vaiano, Vernio, Cantagallo, Poggio a Caiano e Carmignano).

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