Incidenti lavoro: operaio cantiere navale muore nel Pisano 

Si chiamava Alessandro Colombini, l’operaio di 39 anni morto la notte scorsa nel cantiere navale Seven Stars di Pisa. L’uomo lavorava come saldatore per una ditta di carpenteria che opera in appalto, la Mp Metal di Cascina (Pisa). Rossi: “Inaccettabile morire sul lavoro”.

Sull’episodio, accaduto nel cantiere navale di Pisa, stanno indagando i funzionari della Medicina del lavoro dell’Asl Toscana nord ovest. Il cantiere è stato sequestrato. Secondo quanto si è appreso, la vittima è caduta da un’altezza di circa quattordici metri ma non è escluso che l’incidente sia avvenuto quando il lavoratore aveva terminato il suo intervento e stava scendendo dal ponteggio. Su questi aspetti sono in corso gli accertamenti anche attraverso la raccolta di testimonianze del personale presente in cantiere al momento della caduta.
Il presidente della giunta Enrico Rossi e tutta la Regione Toscana si stringono intorno alla famiglia di Alessandro Colombini: “Purtroppo la lista degli infortuni mortali si allunga ancora una volta”, dice Rossi nel messaggio di condoglianze e ribadisce come sia “inaccettabile morire di lavoro, sul lavoro”.
“L’impegno per la sicurezza e la diffusione di una cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro – prosegue -, deve essere intensificato. E questo è un compito che spetta sia alle istituzioni sia a tutti gli altri soggetti del mondo produttivo”. Il presidente ricorda che “la Regione ha messo in campo risorse ingenti e anche uomini e mezzi per arrestare la piaga delle morti sul lavoro. Ma questo non basta. La mortalità ha raggiunto una nuova soglia di cronicità”.
Per Rossi “occorre un nuovo patto tra capitale e lavoro per mettere al centro la vita e la sicurezza delle persone. La crisi ha intensificato lo sfruttamento del lavoro e ha spinto alla deregolazione delle tutele. Conquiste che sembravano acquisite per sempre non lo sono più. La distanza tra i principi della Costituzione e le condizioni materiali del lavoro è sempre più grande. Questo ci riempie di dolore e sofferenza. Serve però trasformare questa emergenza, come in altre circostanze è avvenuto, in un nuovo punto di partenza per una nuova stagione dei diritti dei lavoratori”.

Sparatoria Pisa: Iacono chiede scusa, ma non è collaborativo

Il 21enne sardo Patrizio Giovanni Iacono, protagonista della sparatoria di Pisa, si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia di questa mattina.

Resta in cella Patrizio Giovanni Iacono, il sardo di 21 anni che venerdì scorso ha sparato fuori da un bar a Pisa, ferendo quattro persone. Stamani nell’interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il gip ha convalidato l’arresto con l’accusa di tentato omicidio e disposto la custodia cautelare in carcere.

Assistito dagli avvocati Elias Vacca e Giuseppe Carvelli, quest’ultimo pisano e presente all’interrogatorio, il giovane ha deciso di non rispondere alle domande ma di fare solo alcune dichiarazioni spontanee riferite poi dal legale ai giornalisti: “Si è scusato – ha spiegato Carvelli ai cronisti – con le persone ferite e ha mostrato dispiacere per l’accaduto, comprendendo che la reazione avuta in seguito al diverbio è stata del tutto spropositata”.

Iacono, tuttavia, ha mantenuto la posizione che ha assunto dal momento dell’arresto e che non è affatto collaborativa, rifiutandosi di rispondere sia su come abbia reperito le armi che gli sono state sequestrate nel box vicino casa, sia su dove abbia nascosto la motocicletta e le due pistole utilizzate per sparare fuori dal bar.

Pisa: spara da moto e ferisce 4 persone

4  persone sono rimaste ferite, sembra in modo non grave, dai colpi di pistola sparati da un motociclista nel quartiere del Cep, a Pisa.

Il motociclista  era stato rimproverato da alcuni passanti per i suoi passaggi spericolati e a forte velocità nelle strade del quartiere. E’ questa la versione riferita agli inquirenti dai testimoni che hanno assistito all’episodio. Lo sparatore sarebbe un ragazzo giovane, italiano, residente nello stesso quartiere che è tuttora in fuga.

I colpi avrebbero raggiunto i feriti alle braccia e alle gambe, ma nessuno di loro sarebbe in pericolo di vita. Secondo quanto si è appreso, il motociclista avrebbe prima esploso un colpo con una piccola pistola e poi sarebbe tornato a piedi sul posto, una caffetteria del quartiere in quel momento affollata di clienti, facendo fuoco con un’altra pistola ad altezza d’uomo e a distanza ravvicinata. Subito dopo è fuggito a piedi ed è tuttora ricercato dalle forze dell’ordine. Il giovane potrebbe essere ancora armato.

Falso allarme nel cuore del centro storico pisano poco fa dove le forze dell’ordine affluite in forze hanno chiuso il ponte di Mezzo e un tratto di lungarni fino all’altezza di palazzo Blu dopo che si era diffusa la voce che nei pressi del museo ci fosse lo sparatore che in mattinata ha ferito quattro persone al Cep. Per alcuni minuti polizia, carabinieri e guardia di finanza hanno cinturato la zona con agenti armi in spalla in strada davanti a centinaia di passanti sbigottiti. Alla fine gli inquirenti hanno dichiarato il cessato pericolo ma il fuggitivo, probabilmente armato, non è ancora stato rintracciato.

Si chiama Patrizio Iacono, ha 21 anni è di origini sarde, il giovane che stamani nel quartiere Cep di Pisa, nel quale vive insieme alla madre, ha sparato contro alcuni avventori di un bar con i quali aveva avuto un diverbio poco prima per le sue evoluzioni spericolate con la moto da cross. Il ventunenne, che è ancora in fuga e che gli inquirenti stanno cercando setacciando palmo a palmo la città, ha numerosi precedenti per rapina e altri reati contro il patrimonio e avrebbe usato armi clandestine. Secondo quanto si è appreso, le pistole utilizzate da Iacono per ferire i clienti del bar sarebbero entrambe illegalmente detenute e probabilmente provenienti dal mercato nero e con matricola abrasa.

[Notizia in aggiornamento]

In 250 alla cena solidale per i lavoratori Tmm

La cena si è svolta a Pisa, è stata organizzata da Cgil. “auspichiamo e sollecitiamo ciascuno di noi si adoperi affinchè la battaglia continui”.

Circa 250 persone l’altra sera hanno preso parte, a Pisa, alla cena di solidarietà per raccogliere fondi da destinare alle famiglie dei lavoratori della Tmm di Pontedera (Pisa), da mesi senza stipendio e che rischiano il definitivo licenziamento per la cessazione dell’attività.

Lo rende noto la Cgil. “Nel ringraziare tutti, anche coloro che non hanno potuto partecipare all’iniziativa e che, comunque, hanno voluto lasciare un contributo alla causa – scrive il sindacato in una nota – e nella speranza che resti alta l’attenzione su questa vicenda, auspichiamo e sollecitiamo ciascuno di noi, per le proprie possibilità e competenze, a continuare ad adoperarsi affinché la giusta battaglia di questi lavoratori possa concludersi con un risultato positivo”.

Alla serata hanno partecipato anche esponenti politici e istituzionali del territorio.

Pusher prova a fuggire, arrestato da poliziotto-atleta

Lo spacciatore, fuggito a piedi dopo l’alt delle forze dell’ordine, non ha avuto scampo. Il poliziotto, in forze alla stradale di Pisa, è un ex atleta delle Fiamme Oro. Il pusher trasportava 100 grammi di droga fra cocaina ed eroina.

La polizia stradale di Pisa ha arrestato uno spacciatore tunisino che, nonostante l’alt, è sceso dall’auto e ha tentato di fuggire a piedi attraverso i campi vicini alla strada senza fare i conti con il fatto che uno degli agenti era abituato a correre, avendo prestato servizio nel gruppo sportivo delle Fiamme Oro.

Il poliziotto lo ha quindi raggiunto, immobilizzato e arrestato. La pattuglia della stradale si è insospettita per l’andatura disinvolta di un’auto con due persone a bordo e l’ha affiancata intimandole di fermarsi, ma quando la vettura si è fermata il passeggero si è lanciato fuori dall’abitacolo cercando di fuggire a piedi.

Dopo un inseguimento di circa un chilometro tra i campi fangosi, il poliziotto ha raggiunto e placcato lo straniero che, durante la fuga, si era disfatto di un pacchetto contenente oltre 100 grammi, tra eroina e cocaina. La droga, secondo gli investigatori, una volta immessa nel mercato dello spaccio avrebbe fruttato circa 3.500 euro, mentre il tunisino, arrestato per detenzione di stupefacenti e resistenza, è stato rinchiuso al carcere Don Bosco di Pisa.

Turbativa asta: Bufo non risponde a gip

Roberto Bufo, arrestato lo scorso 9 gennaio nell’ambito dell’inchiesta delel aste pilotate a Pisa, si è avvalso della facoltà di non rispondere di fronte alle domande del gip.

Si è per il momento avvalso della facoltà di non rispondere Roberto Bufo, giudice del tribunale di Pisa arrestato lo scorso 9 gennaio nell’ambito di un’inchiesta della procura di Genova su presunte aste pilotate.

Stamani era in programma l’interrogatorio del giudice da parte del gip nel carcere di Massa (Massa Carrara) dove è recluso. Il difensore dell’imputato, avvocato Alessandro Civitillo, ha poi spiegato che il suo assistito stamani “si è avvalso della facoltà di non rispondere però, dopo aver valutato le oltre 3000 pagine di atti processuali, ci presenteremo davanti al pm di Genova per spiegare il suo reale comportamento”.

“E’ una posizione collaborativa, certe cose le ammetterà, di alcune condotte ammetterà la responsabilità, altre circostante dovranno essere spiegate”.

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