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Aferpi, Re David: “vogliamo essere ottimisti”
Francesca Re David, segretaria generale della Fiom-Cgil, esprime il suo ottimismo sulla situazione della Aferpi di Piombino.
“Rispetto a come è stata drammatica quella vicenda, ci sembra che si sia incamminata in una soluzione positiva, quindi vogliamo essere ottimisti”: lo ha detto Francesca Re David, segretaria generale della Fiom-Cgil, parlando della situazione della Aferpi di Piombino a margine di un evento sulla sicurezza a Firenze.”
“Per quanto ci riguarda – ha proseguito – ci vuole una sicurezza per l’insieme dei lavoratori, e crediamo che ci sia anche un impegno positivo da parte anche delle istituzioni, sia nazionali che locali, che si muove in quella direzione. Non molliamo niente sul controllo per quanto riguarda la situazione, però è una situazione sicuramente molto migliore di quella che oggi ci troviamo all’Ilva”.
“Bisogna fare in modo che a Piombino ci siano tutte le reindustrializzazioni che sono state previste, per cui bisogna fare in modo che il governo apra tutti i dossier che sono stati lasciati dal precedente governo, e che li concluda nella maniera più utile possibile”: lo ha detto Marco Bentivogli, segretario generale della Fim-Cisl, a margine di un evento sulla sicurezza a Firenze. “Piombino è stata per tanti anni una delle capitali dell’acciaio di questo paese – ha aggiunto – bisogna fare in modo che questo avvenga con un upgrade di tecnologie e di capacità produttiva”. Secondo Bentivogli, sul caso specifico di Aferpi “siamo in una situazione che deve essere confermata come una svolta, non perdendo più tempo perché se ne è perso fin troppo”.
“Ci sono tutte le condizioni per assicurare un futuro” allo stabilimento Aferpi di Piombino, ma “per poter dire questo dobbiamo verificare gli investimenti, e dobbiamo verificare il piano industriale”: lo ha affermato Rocco Palombella, segretario generale della Uilm-Uil, a margine di un evento sulla sicurezza sul lavoro a Firenze. “Solo quando abbiamo verificato realmente, concretamente queste cose – ha aggiunto – possiamo parlare di uscita da una situazione di crisi”.
Incidente stradale: frontale a Piombino, un morto
Un uomo di 37 anni è morto la scorsa notte a Piombino (Livorno) dopo uno scontro frontale tra due auto sulla strada provinciale della Principessa.
La vittima è Alessandro Pipino, originario di Brindisi, operaio a Piombino, che era alla guida di uno dei due veicoli. Ferito l’altro conducente: è ricoverato in ospedale ma non è in pericolo di vita.
La dinamica dell’incidente, avvenuto in un tratto sostanzialmente rettilineo, è al vaglio dei carabinieri di Piombino ma secondo una prima ricostruzione sembrerebbe che sia stata l’auto della vittima a invadere la corsia di marcia opposta, forse per una distrazione o un colpo di sonno del conducente. In seguito allo scontro uno dei due veicoli è finito anche fuori strada.
Piombino, Rossi: “obiettivo la stesura dell’accordo di programma in tempi rapidi”
“Intendiamo arrivare in tempi brevi alla stesura dell’Accordo di programma con le istituzioni per dare e avere un quadro di certezze circa gli impegni reciproci in materia ambientale che possano creare le condizioni per gli investimenti sull’area industriale di Piombino da parte del gruppo indiano che si appresta ad acquistarla”. Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha spiegato così il significato della riunione che ha tenuto questa mattina presso i suoi uffici di Palazzo Sacrati Strozzi con le organizzazioni sindacali, presenti anche il sindaco di Piombino, Massimo Giuliani e il consigliere regionale Gianni Anselmi.
“Spero – ha detto il presidente – che rispetto all’atteggiamento del nuovo Governo prevalga il principio della continuità amministrativa. La Regione Toscana è stata parte attiva e ha svolto un ruolo decisivo per arrivare a questo punto. Adesso è il momento di chiudere l’Accordo di programma. Penso poi che sarebbe il caso di fare anche un accordo tra Stati, tra Italia e India per avere certezze sui reciproci impegni. E, nel caso in cui per qualche motivo l’acquisto non dovesse andare in porto (ma le cose mi sembrano ben impostate e credo usciremo con una soluzione in tempi brevi) sono senz’altro per la nazionalizzazione del sito industriale piombinese, come del resto aveva ipotizzato anche Matteo Salvini in campagna elettorale, proprio a Piombino”.
Parlando con i giornalisti, Rossi ha aggiunto che sarà necessario chiudere anche l’accordo con il Ministero del lavoro per avere la riconferma delle misure di protezione sociale e ha detto di essere preoccupato che non ci siano esuberi e che i lavoratori non siano lasciati per strada.
“Per il resto – ha poi concluso – dobbiamo lavorare perché l’attività riprenda a pieno ritmo. Noi stiamo ragionando sulla opportunità di andare anche ad un Accordo di carattere locale che riguardi i tempi, la questione degli esuberi che non vogliamo, come partire da subito con le demolizioni per creare già da quest’anno una maggiore occupazione e la richiesta che entro il 2019 si dia avvio ai lavori per la realizzazione dell’altoforno elettrico”.
E’ questo il quadro della situazione e delle prospettive che è stato fatto con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali “con piena soddisfazione da parte di tutti” e il presidente ha annunciato che la Regione (presente oggi anche con il consigliere per i problemi del lavoro, Gianfranco Simoncini e con il responsabile della segreteria del presidente, Paolo Tedeschi) nei prossimi giorni sarà nuovamente a Roma per proseguire il lavoro.
“Infine – ha sintetizzato con una battuta – su Piombino adesso bisogna avere anche un po’ di fortuna, anche se fare più in fretta di come abbiamo fatto finora, è difficile”.
Piombino, Aferpi: piano Jindal da subito con 435 lavoratori, a regime nel 2022
È quanto fanno sapere i sindacati al termine dell’incontro al ministero dello Sviluppo economico. Il piano di Jindal per le acciaierie Aferpi di Piombino prevederebbe nelle linee guida il riavvio già entro quest’anno dei tre laminatoi per cui verrebbero reimpiegati 435 lavoratori.
Il progetto per l’area a caldo verrà presentato invece tra 18 mesi e dovrebbe portare alla realizzazione di due o tre forni entro il 2022. Nel 2019 l’occupazione nella laminazione salirebbe a 645 unità e 705 nel 2020. Nell’area a caldo sarebbero impiegati tra i 600 e gli 800 lavoratori. Quindi si arriverebbe a 1.500 circa mentre oggi in Aferpi si sfiora quota 2 mila. Tuttavia, fanno notare sempre i sindacati, da qui a cinque anni ci dovrebbero anche essere dei pensionamenti.