Livorno: Gdf scopre presunta frode, assegni sociali per 67.000 euro

Scoperta presuna frode da parte della Guardia di Finanza di Livorno, dai controlli sono emersi anche 16.000 euro di esenzioni ticket non spettanti

Assegni sociali per 67.000 euro non spettanti e 16.000 euro di illegittime esenzioni dal ticket sanitario: è quanto scoperto dalla Guardia di Finanza di Livorno nel corso di controlli effettuati da gennaio a settembre scorsi in materia di spesa pubblica.

In totale gli accertamenti, eseguiti anche nella provincia di Livorno, sono stati 86: 11 i casi rilevati, spiegano in una nota le fiamme gialle, di fruizioni indebite di prestazioni sociali agevolate e 48 di illegittime esenzioni dal pagamento del ticket sanitario.

In particolare è risultato che un uomo e una donna, entrambi ultrasessantenni e dell’isola d’Elba, avrebbero ricevuto indebitamente l’assegno sociale per complessivi 67.000 euro. La donna avrebbe avuto l’assegno anche negli anni in cui aveva trasferito la residenza in Argentina: essere residenti in Italia è uno dei requisiti per la prestazione.
L’uomo invece, all’atto della sottoscrizione della sua istanza, sarebbe già stato raggiunto da un provvedimento di interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Grosseto: perquisizioni in sede acquedotto e altre società

Sono in corso da stamani perquisizioni, disposte dalla procura di Grosseto, alla sede di Acquedotto del Fiora. Presunti appalti “pilotati”

Presunti appalti dell’Acquedotto del Fiora ‘pilotati’: è questa in sintesi l’accusa che stamani ha portato, su ordine della procura grossetana, a perquisizioni nella sede a Grosseto dell’azienda che gestisce il servizio idrico, società a partecipazione pubblica, e in altre ditte.

Polizia stradale, municipale e guardia di finanza sono nella sede grossetana di via Mameli dove l’ingresso al pubblico è interdetto. Anche i dipendenti sono bloccati all’ingresso principale. Da quanto appreso perquisizioni sarebbero in corso anche in altre società e in altre città.

Notificati contestualmente 14 avvisi di garanzia per corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione di persona incaricata di pubblico servizio e turbata libertà degli incanti.
Tra le altre ipotesi di reato su cui indaga la procura ci sono il falso ideologico e la truffa ai danni dello Stato. In totale sono 4 le società coinvolte.

L’inchiesta, denominata ‘Black Water’, è condotta dalla polizia stradale e da quella municipale. Ad eseguire le perquisizioni anche la guardia di finanza. “Allo stato dell’indagine – spiega una nota diffusa dalla procuratore di Grosseto Raffaella Capasso – è emerso che gli indagati, in concorso tra loro, avrebbero pilotato gare di appalto della società a partecipazione pubblica Acquedotto del Fiora affinchè le gare venissero aggiudicate alle società Newlisi spa (Milano), Ecospurghi Amiata (Siena), Ecospurgo di Emanuele Casprini (Siena), Fratelli Marconi (Grosseto) e Autospurgo Labianca (Grosseto)”.

Corsica, collisione navi: in corso recupero del materiale inquinante

E’ in corso da parte di una delle imbarcazioni italiane il recupero del materiale inquinante fuoriuscito da una delle due navi che si sono scontrate ieri al largo della Corsica

Lo rende noto la Guardia Costiera italiana che, sotto il coordinamento delle autorità francesi, sta partecipando alle attività di messa in sicurezza del tratto di mare dove si è verificato l’incidente.

La centrale operativa della Guardia Costiera italiana, su direttiva del ministro dell’Ambiente italiano, ha disposto l’ invio nella zona di diverse unità navali e anche di un velivolo Atr42 per l’attività di monitoraggio. Tra i mezzi di soccorso andati sul luogo dell’incidente ci sono anche tre unità navali d’altura della società Castalia adibiti al contenimento dello sversamento: la Nos Taurus partita da Livorno, la Bonassola da Genova e la Koral da Olbia.

Del recupero si sta occupando uno dei tre mezzi antinquinamento della Castalia, la società convenzionata con il ministero dell’Ambiente. Continua inoltre il monitoraggio della zona da parte dei mezzi aerei e navali della Guardia Costiera e sono stati acquisiti anche una serie di elementi di carattere tecnico sulle due unità coinvolte nell’incidente.

Livorno: porti, siglato accordo per la sicurezza

Firmato oggi a Livorno nella sede dell’Autorità di sistema l’accordo per la sicurezza del lavoro nel porto e nelle industrie dell’area portuale

E’ stato firmato oggi a Livorno il ‘Protocollo per la promozione della sicurezza del lavoro nel porto di Livorno e negli stabilimenti industriali dell’area portuale’. L’accordo prevede una cabina di regia e un nucleo operativo tra le istituzioni per la periodica stesura e attuazione di un ‘Piano di attività’ per la sicurezza sul lavoro in ambito portuale.

Il protocollo è stato sottoscritto dal sindaco Filippo Nogarin insieme a Enrico Rossi governatore della Toscana, e i rappresentanti di Direzione marittima di Livorno, Autorità di sistema, Ispettorato del lavoro, Inail Toscana, vigili del fuoco, Comune di Collesalvetti, Arpat e Asl Toscana Nord Ovest.

“Il 28 marzo scorso – ha commentato Nogarin – Livorno ha pianto la morte di due operai della Labromare. Avevo detto allora che ai lavoratori che operano in ambiente portuale la politica doveva risposte coraggiose in materia di sicurezza e la firma di questo protocollo è un primo passo importante”.

“Con questo atto – ha aggiunto il sindaco – mettiamo insieme tutti gli attori che partecipano all’attività di prevenzione e controllo in materia di sicurezza sul lavoro, promuovendo il coordinamento delle attività e anche la formazione congiunta.Alzeremo così l’asticella di quantità e qualità della sicurezza nel porto e negli stabilimenti industriali che operano all’interno dell’area portuale, con un monitoraggio semestrale dei progressi ottenuti”.

“Tra le particolarità di questo atto voglio sottolinearne una – ha concluso Nogarin – l’organo di coordinamento dei soggetti sottoscrittori, la cabina di regia, potrà essere convocato anche su iniziativa delle associazioni di categoria, inclusi sindacati confederali e sindacati autonomi. Un aspetto sul quale la nostra amministrazione ha voluto puntare”.

Confagricoltura: pomodoro da salsa, produzione in calo del 40%

Confagricoltura, produzione in calo del 40% e una perdita di oltre cinque milioni di euro. Si teme l’aumento dei prezzi al consumo

Il raccolto non è ancora terminato, ma il risultato finale non presenterà grandi sorprese per i coltivatori di pomodoro da salsa, che in Toscana si concentrano prevalentemente sulla costa tra Livorno e Grosseto. Si stima infatti che il prodotto lordo vendibile possa arrivare a 126 mila quintali: il 40% in meno rispetto al 2017.

“Un calo significativo che si traduce in una perdita di fatturato di circa 5,4 milioni di euro» denuncia Antonio Tonioni, presidente della sezione di prodotto ortofrutta di Confagricoltura Toscana. “Grazie al prolungamento dell’estate, la raccolta si è potuta protrarre fino a settembre inoltrato, ma questo non sarà sufficiente a compensare i danni di una primavera eccessivamente piovosa”.

A causa delle abbondanti precipitazioni di aprile e maggio, le piantine di pomodoro sono potute andare a dimora solo a giugno. Il ciclo produttivo dunque è stato troppo corto, e molti pomodori non hanno raggiunto la giusta maturazione.

“I pomodori rimasti verdi sono una perdita totale perché non possono essere commercializzati, rimangono sull’impianto di produzione” spiega ancora Tonioni.

Il danno dunque è notevole per l’agricoltura toscana, soprattutto se si pensa che la coltivazione di pomodori da salsa, cioè quelli destinati all’industria della trasformazione per sughi e pelati, copre 1800 ettari e rappresenta oltre il 90% della coltivazione totale di pomodori. Anche il consumatore ne risentirà. “La scarsità del prodotto, infatti, potrebbe portare ad aumento del prezzo finale” conclude Tonioni.

Fonte: Confagricoltura Toscana

A Livorno come a L’Aquila,”brinderemo per alluvione”: nuovo arresto per ex coord. protezione civile

A Livorno come a L’Aquila per il terremoto, al telefono c’era chi si diceva pronto a brindare per l’alluvione del settembre 2017: “Ci siamo allarmati quando da alcune intercettazioni abbiamo sentito dire da alcuni imprenditori ”brinderemo all’alluvione”. Lo ha detto il capo della squadra mobile di Livorno Salvatore Blasco illustrando con il questore Lorenzo Suraci le indagini dirette dalla procura che hanno portato al nuovo arresto di Riccardo Stefanini, ex coordinatore della protezione civile del Comune.

Le indagini della nuova inchiesta avrebbero preso le mosse proprio dalla tragica alluvione del 10 settembre 2017. Secondo quanto è emerso lo stesso Stefanini, preposto alle gare d’appalto avrebbe pilotato le procedure di due gare: da qui l’accusa di turbativa d’asta in concorso con Emanuele Fiaschi, titolare della ditta livornese Tecnospurghi per la gara ”Multiservizi”, e in concorso con Nicoletta Frugoli rappresentante di Comunicaitalia Srl, una società di Roma, per la gara sull’Alert system.

Si tratta di appalti sotto soglia, cioè tutti sotto i 41mila euro. Nel primo caso, un appalto da 35 mila euro, Stefanini secondo la polizia avrebbe favorito Fiaschi facendo di tutto per scoraggiare un altro imprenditore a partecipare alla gara per la fornitura alla protezione civile di mezzi spargisale. Nel secondo, un appalto da 23 mila euro, sempre Stefanini si sarebbe accordato con Frugoli, attraverso uno scambio di mail, sui criteri di scelta per far vincere il bando prima che venisse emesso. Bando che è stato redatto poi con criteri talmente stringenti che alla gara non si era presentato nessun altro. Sia Stefanini sia Fiaschi, legati secondo gli investigatori da un consolidato rapporto fatto di regalie varie, pacchi dono e cene offerte dall’imprenditore, sono indagati anche per truffa aggravata ai danni dello Stato.

In occasione dell’allerta meteo per neve e ghiaccio del 25-26 febbraio e 1 marzo 2018, “sono state accertate gravi irregolarità compiute da Stefanini”, spiegano gli inquirenti, “nel calcolare i costi degli interventi della ditta di Fiaschi”. In sostanza il dirigente del Comune avrebbe artificiosamente aumentato orari e mezzi impiegati dalla ditta gonfiando per migliaia di euro le spese sostenute dall’Amministrazione comunale.  Inoltre sempre nel corso delle indagini sono emerse anomalie nei prezzi fissati da Stefanini a favore del privato anche sui sacchi di sale da disgelo.

“Sono finita in un tritacarne, Lavoro seriamente. Sia io che l”azienda non facciamo queste cose: non ho niente da nascondere. E’ un fulmine a ciel sereno”. Lo ha detto Nicoletta Frugoli, rappresentante commerciale della società Comunicaitalia, che oggi ha ricevuto una misura interdittiva nell’ambito dell’indagine della procura di Livorno. “Desideriamo sottolineare che la stessa ordinanza della procura, di natura puramente cautelativa, dichiara che la esistenza dei presupposti di un reato da parte della signora Frugoli è ancora da accertare”. “Per parte nostra – prosegue la nota della società che ha una sede operativa a Viareggio (Lucca) – sappiamo per certo che tali presupposti non esistono nella realtà fattuale, e che la procura lo confermerà dopo avere completato le indagini”.

“Comunicaitalia rivendica una tradizione di correttezza e trasparenza assoluta nei confronti delle pubbliche amministrazioni, tale per cui non ha alcun timore di alcun accertamento da parte di chiunque. Di più: invita formalmente tutti gli organi di informazione presso la sua sede, della quale sono aperte porte e finestre, per consentire loro di verificare direttamente con quale personale e con quali modalità opera”, conclude l’azienda.

Exit mobile version