Grosseto: tenta rapina con un falso pacco bomba

A Grosseto un uomo, non ancora identificato, ha tentato di rapinare l’ufficio postale di Roselle con un falso pacco bomba. Dopo il bluff l’uomo è riuscito a scappare, le indagini per rintracciarlo sono in corso.

Non poteva esplodere il pacco bomba con cui un uomo, forse il gesto di uno squilibrato, è entrato ieri all’ufficio postale di Roselle (Grosseto) mentre scattava l’orario di chiusura minacciando l’impiegata presente.

Lo hanno stabilito, secondo quanto emerge stamani, gli accertamenti tecnici dei carabinieri. Dell’episodio, che ha suscitato un certo allarme, riporta oggi il quotidiano La Nazione.

L’uomo, di mezza età, a volto scoperto, è entrato nella posta minacciando di far esplodere il pacco mentre armeggiava con un telecomando come se volesse inviare l’impulso per attivare un innesco.

In particolare si è avvicinato alla dipendente e le ha mostrato un involucro come se volesse spedirlo: sopra, però, c’era una scritta in cui le si chiedeva di dargli i soldi, sotto minaccia di far scoppiare una bomba.

L’impiegata è scappata nel retro-ufficio e ha chiamato i carabinieri, mentre l’altro simulava l’esplosione, che non c’è stata.

All’interno c’erano materiali che sul momento potevano far pensare a un ordigno, cioè pile collegate da fili elettrici e una bottiglia di vetro con dentro del liquido gelatinoso su cui sono in corso esami di laboratorio.

Al momento sembra escluso che potessero essere congegnati in modo tale da costituire un ordigno efficace, seppur rudimentale. Gli accertamenti tecnici comunque proseguono.

Indagini sono in corso anche per rintracciare l’uomo, che è riuscito a scappare dopo aver spaventato l’impiegata. Gli investigatori hanno una descrizione e potrebbe essere tracciato un identikit.

Sotto sella bici aveva 67 dosi cocaina, arrestato a Grosseto

Il 20enne, mentre era in bicicletta a Grosseto, alla vista degli agenti ha cercato di scappare ma è stato fermato.

Aveva 67 dosi di cocaina, pronte per essere spacciate, per oltre 40 grammi. Con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti è finito in carcere a Follonica (Grosseto),Un giovane di 20 anni, di nazionalità marocchina senza fissa dimora, l’arresto è avvenuto nell’ambito dei servizi straordinari di controllo del territorio nel comune di Follonica predisposti dalla questura con l’ausilio degli equipaggi del nucleo prevenzione crimine.
Durante il controllo i poliziotti hanno notato che nella tasca posteriore dei pantaloni il ragazzo aveva una mazzetta di denaro della quale non ha saputo giustificarne la provenienza, mentre occultato all’interno della bici, nel mozzo della sella, è stato rinvenuto un calzino con dentro lo stupefacente. Il 20enne è stato condotto nel carcere di Grosseto.
Nel frattempo tenta di investire i finanzieri che gli impongono l’alt per un controllo, 25enne calabrese residente in Valdarno fermato dagli uomini delle fiamme gialle della compagnia di San Giovanni Valdarno (Arezzo).
Il 25enne è stato trovato in possesso di 700 grammi di marijuana e arrestato. Tutto si è svolto la notte di mercoledì scorso, quando i militari hanno notato nella zona di Cavriglia, un uomo che, alla vista della macchina di servizio, si è allontanato rapidamente.
Poco dopo gli hanno intimato l’alt e il conducente ha tentato di investire i finanzieri, che sono riusciti comunque a bloccare il mezzo. All’interno dell’autovettura, è stato rinvenuto, occultato sotto un sedile, un involucro contenente circa 700 grammi di marijuana, sottoposta a sequestro. L’uomo è stato arrestato.

In gita a 11 anni si perde nel bosco, ricerche in corso in Maremma

Momenti di angoscia nel territorio di Scarlino, a Grosseto, per la ricerca ancora in corso del bambino di 11 anni disperso nel bosco mentre era in gita con la scuola.

Ricerche in corso per trovare il bambino di 11 anni che, in gita con la propria classe in località Portiglioni, nel comune di Scarlino (Grosseto) sembrerebbe, secondo quanto emerso, essersi allontanato dal resto del gruppo, forse addentrandosi nel bosco, e perdendosi. Da quanto appreso la scolaresca in gita sarebbe arrivata da fuori della provincia di Grosseto.

Alle ricerche partecipano carabinieri, Soccorso alpino e speleologico ed è stato allertato anche l’elicottero dei vigili del fuoco, mentre le squadre mobili sono già sul posto. Sono presenti poi due squadre cinofili dei comandi dei pompieri di Grosseto e Arezzo, oltre a tutte le associazioni di volontari e Croce Rossa. Allertate anche squadre di altri comandi pronte a intervenire se ci sarà bisogno di altre ricerche, e il 118.

NOTIZIA IN AGGIORNAMENTO

Terrorismo: espulso cittadino albanese residente a Grosseto

Con un provvedimento firmato dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, è stata eseguita l’espulsione di un cittadino albanese dal territorio nazionale per motivi di sicurezza dello Stato. Lo rende noto il Viminale.

Con questa espulsione, la 44/a del 2018, sono 281 i soggetti gravitanti in ambienti dell’estremismo religioso espulsi, con accompagnamento nel proprio Paese, dall’1 gennaio 2015 a oggi. Si tratta di un 42enne albanese, regolarmente residente in provincia di Grosseto, già condannato nel febbraio del 2016 alla pena di 2 anni e 8 mesi di reclusione per partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo internazionale, per aver promosso ed agevolato, insieme alla sorella, la partenza verso il teatro siro-iracheno della foreign fighter italiana Maria Giulia Sergio e del marito, con i quali condivideva l’ideologia jihadista del sedicente stato islamico.

Le successive indagini delle Forze di Polizia, ricorda il Ministero dell’Interno, hanno evidenziato sia i suoi stretti contatti con un estremista macedone espulso nel novembre del 2015 per motivi di sicurezza dello Stato, e sia come avesse ospitato, nel 2014 presso la propria abitazione, un connazionale successivamente deceduto in Siria mentre combatteva per il Daesh. Per questi motivi, il ministro ha firmato il decreto di espulsione per motivi di sicurezza dello Stato per l’uomo che è stato rimpatriato, con accompagnamento nel suo Paese, con un volo decollato dalla frontiera aerea di Roma-Fiumicino con destinazione Tirana.

Note successive hanno rivelato che Il 42enne albanese espulso dall’Italia è Baki Kocu, bracciante agricolo, zio del marito della ‘foreign fighter’ italiana Maria Giulia Sergio, nome di battaglia ‘Fatima’. L’uomo, di fede islamica, ma integralista, nel 2015 fu arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Dda di Milano nell’ambito dell’operazione ‘Martesa’ come fiancheggiatore di una cellula eversiva dedita all’ indottrinamento ed al reclutamento di terroristi da inviare negli scenari mediorientali.
Secondo la Digos di Grosseto, dalle ultime attività di monitoraggio si stava manifestando un fondato pericolo che l’uomo potesse ripetere le stesse condotte di qualche anno fa: pertanto è stato deciso di avanzare la proposta di espulsione dal territorio nazionale. Il 42enne, la notte di martedì, è stato condotto a bordo di un aereo in Albania e lì consegnato alle autorità locali.

Morto Scarck, pastore tedesco dell’unità cinofila dei Vigili del Fuoco

Anche se non indossava la divisa, seguiva sempre fedelmente il suo conduttore su ogni tipologia d’intervento, pronto a lavorare: Scarck è morto pochi giorni fa dopo avere subito un intervento chirurgico nel tentativo di salvargli la vita, ma non ce l’ha fatta.

Era in servizio da oltre quattro anni e si era distinto in varie operazioni di soccorso: Scarck, un cane pastore tedesco di nove anni, era diventato in tutto e per tutto un Vigile del Fuoco, dopo avere superato a pieni voti il periodo di addestramento obbligatorio per entrare a fare parte dell’unità cinofila del comando prov.le di Grosseto.

Il pastore tedesco si muoveva in perfetta simbiosi con il Vd Matteo Angeloni: insieme facevano parte del nucleo cinofilo Vvf della Toscana, ma spesso venivano chiamati ad operare anche sul territorio nazionale.

Il cane per un cinofilo dei Vigili del Fuoco non è considerato uno strumento di lavoro, ma un compagno con il quale condividere emozioni, soddisfazioni e sacrifici. L’unità cinofila è un team a due, costituito dal vigile del fuoco (conduttore) e dal cane, di sua proprietà. Un rapporto che, nelle operazioni di soccorso, fa emergere sia le capacità umane che dell’animale per garantire il ritrovamento di un disperso in terremoti, alluvioni, crolli, esplosioni, boschi, parchi. Il conduttore, per il cane.

E’ il suo capobranco Scarck aveva mostrato immediatamente da piccolo le sue attitudini per questo tipo di lavoro. Era bravo soprattutto nel contribuire alla ricerca di persone, localizzando sotto le macerie numerose persone, e consentendone l’estrazione di altre ancora in vita. Scarck, nei suoi quattro anni che ha lavorato a Grosseto nel soccorso è stato impiegato su circa cinquanta interventi, molti dei quali importanti e difficili allo stesso tempo.

Il suo conduttore Matteo Angeloni ne ricorda uno in particolare “Stavamo operando nella zona di Montaione Firenze. Eravamo stati chiamati per ricercare una anziana donna tedesca con problemi di Alzheimer che si era allontanata improvvisamente da casa. In quella occasione abbiamo operato in una zona molto difficile da perlustrare non solo per la complessità del terreno, ma soprattutto per il caldo che faceva nel mese di agosto. Ricordo che Scarck fu instancabile in quella occasione, tanto che rischiò parecchio a causa di un colpo di calore, nonostante continuassi a idratarlo e a farlo bere. Contribuì nel ritrovamento della donna che purtroppo era deceduta nel corso della notte” , conclude il Vd Matteo Angeloni, che parla del suo cane con emozione, ricordandolo come un “Collega di lavoro” come in effetti lo è stato.

Grosseto: Via Almirante, per Anpi giorno buio Toscana e Paese

“Oggi è un giorno buio per la Toscana e per tutto il nostro Paese”. Così in una nota la vicepresidente nazionale di Anpi Vania Bagni, anche coordinatrice dell’associazione in Toscana sull’intitolazione di una via a Grosseto a Giorgio Almirante.

Bagni parla di provocazione per aver messo sullo stesso piano Almirante con Enrico Berlinguer “dedicando una strada anche a lui”, personaggi “della storia d’Italia e idee politiche che sono storicamente e culturalmente inconciliabili”. “Condanno – aggiunge – la decisione del Comune di Grosseto, esprimo tutta la mia vicinanza all’Anpi di Grosseto e lancio un appello a tutti i cittadini e le cittadine di Grosseto affinché si oppongano a questa decisione molto preoccupante di un’istituzione democratica. Una scelta, quella del Comune di Grosseto, che mette in discussione i valori democratici di questo Paese”.

Tre strade di Grosseto saranno, infatti, intitolate a Giorgio Almirante, Enrico Berlinguer e alla Pacificazione nazionale. Il Consiglio comunale del capoluogo maremmano ha votato con i voti della maggioranza di centrodestra, astenuto il M5s, contrari Pd e lista Mascagni, una mozione ad hoc. Il provvedimento segue un primo tentativo, risalente all’autunno scorso, di intitolare una strada all’ex segretario dell’Msi, che aveva suscitato le critiche di sinistra e Anpi. Quest’ultime ora tornano a protestare. In particolare alcuni consiglieri dell’opposizione  in occasione del voto, hanno mostrato il ‘bando della morte’, del maggio del 1944, con la firma di Almirante, per chi era renitente alla leva. Fuori dal municipio un picchetto dell’Anpi.

Il testo della mozione in consiglio Comunale a Grosseto per intitolare tre vie a Almirante, Berlinguer e alla Pacificazione nazionale è stato presentato dal consigliere Bruno Ceccherini, che ha ricordato l’ex leader del Movimento Sociale come il primo sostenitore di “una moderna politica di pacificazione nazionale”, Berlinguer come “punto di riferimento per la sua parte politica”, e definendo questa scelta come “riconoscimento pubblico che questi politici hanno avuto nella costruzione della democrazia” invitando a “esaminare la storia senza filtri ideologici”. Sei gli emendamenti presentati dal centrosinistra che ha chiesto di inserire nel testo alcuni scritti a firma di Almirante, quando era direttore della rivista ‘Difesa della razza’, dove plaudeva all’espulsione degli ebrei dalle scuole. Tutti gli emendamenti sono stati bocciati e l’atto è stato approvato con i 19 voti della maggioranza di centrodestra.

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