Arezzo: scoperta e sequestrata discarica abusiva

I carabinieri forestali e la polizia municipale di Arezzo hanno scoperto e sequestrato una discarica abusiva di rifiuti speciali, per lo più pneumatici esausti, in un’area di circa un ettaro nella zona San Zeno, alle porte della città.

Il legale rappresentante dell’impianto e proprietario dell’area è stato denunciato per l’ipotesi di reato di realizzazione e gestione di una discarica abusiva.

I militari avevano notato, lungo la linea dell’alta velocità, un’area invasa da rifiuti speciali. Le indagini hanno appurato che l’area era nella disponibilità di un’officina che vi accumulava i rifiuti provenienti dalla propria attività senza alcuna autorizzazione.

Discarica Raee: un arresto domiciliare ad Arezzo

Circa 11 mila tonnellate di rifiuti pericolosi vetrosi di apparecchiature elettriche e elettroniche (Raee) stoccati illecitamente davanti a un capannone in una zona con vincolo paesaggistico ad Agugliano (Ancona), sequestro di conti correnti e postali per oltre 3 milioni di euro, quattro misure cautelari personali tra cui una agli arresti domiciliari ad Arezzo e sequestro di 12 camion.

Sono numeri dell’operazione “Raehell” dei Carabinieri Forestali di Ancona, svolta nella discarica Raee, iniziata nel 2017 e culminata con l’esecuzione di misure cautelari eseguite con la collaborazione dei militari di Arezzo, Rimini e Lucca.

La Procura distrettuale antimafia di Ancona ha indagato 20 persone tra Ancona, Rimini – dove avevano sede le due società coinvolte nel mancato smaltimento dei rifiuti pericolosi per un guadagno illecito di oltre 2 milioni di euro, e alcuni amministratori – Arezzo e Lucca; contestati, a vario titolo, reati di associazione per delinquere, traffico illecito di rifiuti e falso in atto pubblico.

Grosseto: quattro indagati per frode su accise alcolici

Venti perquisizioni sono scattate stamani in società, studi di commercialisti e abitazioni private in più città italiane per un’inchiesta della guardia di finanza coordinata dalla procura di Grosseto, su una presunta frode fiscale nel settore delle accise sugli alcolici.

Come spiegato in una nota del procuratore del capoluogo maremmano, Raffaella Capasso, “gli illeciti posti in essere dagli indagati allo stato integrano un’ingente evasione nel settore dell’accisa e dell’Iva quantificata in circa due milioni di euro”. Le perquisizioni sono state condotte dalla Gdf di Grosseto con l’ausilio dei colleghi delle altre città e con la collaborazione di personale dell’Agenzia delle Dogane. Le operazioni di polizia giudiziaria sono state condotte su Grosseto e Arezzo e nelle province di Udine, Bolzano, Novara, Genova, Ancona, Viterbo, Napoli, Avellino, Caserta e Palermo. Al centro dell’inchiesta “ingenti movimentazioni di bevande alcoliche meramente ‘cartolari’ tra Stati dell’Ue e, in alcuni casi, anche extra Cee: essenzialmente i prodotti venivano immessi in consumo sul territorio dello Stato illegalmente nonostante dalle dichiarazioni doganali si evincesse l’acquisto, da parte del ‘deposito fiscale’ sito in Grosseto, degli stessi alcolici”.

Arezzo, blocca il ladro dopo sms prelievo bancomat

Un sms ha avvisato sua moglie del prelievo bancomat, il marito è sceso in strada mentre il malvivente era ancora allo sportello.

Entra in casa di un professionista aretino, ruba la borsa della moglie poi va alla banca praticamente davanti all’abitazione dei derubati e preleva soldi dal bancomat usando il codice trovato sul telefono. Il marito della donna se ne accorge perché intanto arriva un messaggio sul telefono della consorte, dunque l’uomo scende nella via e blocca il ladro ancora davanti allo sportello automatico. E’ accaduto ad Arezzo in quartiere Saione.

L’uomo, 41enne con precedenti per droga, è stato trattenuto dal marito della derubata nonostante insistenti tentativi di fuga finché è stato arrestato dalla polizia intervenuta sul posto con la volante. Il giudice di Arezzo Giulia Soldini ha convalidato l’arresto. Il pm Bernardo Albergotti, che sosteneva le accuse di furto aggravato e uso indebito di carte di credito, ha ottenuto la custodia cautelare in carcere per il ladro.

Arezzo, al via processo crac Banca Etruria, 2400 parti civili

Circa duecento le nuove richieste di costituzione di parte civile che si aggiungono alle 2.000, tra risparmiatori e azionisti, già ammesse dal gup.

Al via da oggi, al tribunale di Arezzo, al maxi processo per il crac di Banca Etruria. Tra le  nuove richieste di costituzione di parte civile quella della vedova di Luigino D’Angelo, il pensionato di Civitavecchia suicida il 28 novembre 2015: la donna, ha spiegato il legale che l’ha rappresentata all’udienza odierna, ritiene che la morte del marito derivi dalla bancarotta dell’istituto aretino con la conseguente perdita di azioni e subordinate. Nuova richiesta di costituzione di parte civile anche per il Comune di Arezzo con l’avvocato Lorenzo Zilletti e una richiesta di danni anche di immagine. A chiedere di costituirsi parte civile per altre posizioni (oltre al migliaio già accolto) Adusbef e Federconsumatori nonché Banca Cis di San Marino.

Nessuno dei 25 imputati era presente oggi in aula. Prossima udienza, il 19 aprile quando saranno esaminate le nuove richieste di parte civile. In base al calendario stilato dal presidente del collegio del tribunale, Gianni Fruganti, dovrebbero tenersi udienze ogni venerdì. Per il processo già attrezzata, in caso di necessità per l’alta affluenza, una seconda aula con maxi schermo.

Banca Etruria, Pierluigi Boschi: nuova richiesta di archiviazione

Nuova richiesta di archiviazione, nell’ambito dell’inchieste sull’ex Banca Etruria, per Pierluigi Boschi, per il reato di bancarotta fraudolenta contestato per liquidazione da 700.000 euro all’ex dg dell’istituto di credito Luca Bronchi. Ora l’attesa è per la decisione del gip di Arezzo.

Il pool guidato dal procuratore della Repubblica Roberto Rossi non ha ravvisato elementi contro Pierluigi Boschi, il 70enne padre dell’ex ministra e sottosegretaria Maria Elena. A febbraio scorso era stata archiviata per Boschi l’accusa di ‘falso in prospetto’.

Con l’eventuale accoglimento della nuova richiesta di archiviazione, Boschi, dal 2011 consigliere di Bpel e dal 2014 vice presidente fino alla messa in risoluzione del 22 novembre 2015, vedrà cadere tutte le contestazioni penali ipotizzate nei suoi confronti, restando in piedi l’azione di responsabilità promossa dal liquidatore Giuseppe Santoni e le sanzioni elevate da Banca d’Italia (recente la conferma in Cassazione per 144 mila euro).

Secondo il Corriere di Arezzo, che riporta stamani la notizia della richiesta di archiviazione per il reato di bancarotta fraudolenta nell’ambito di Banca Etruria, Pierluigi Boschi potrebbe presto “vedere la fine dei suoi guai giudiziari”. Le indagini della procura di Arezzo, sempre secondo il quotidiano, avrebbero concluso che Boschi non avrebbe responsabilità nella dissipazione del patrimonio della banca, in particolare riguardo all’assegnazione di una maxi-liquidazione lorda di 1,2 mln di euro all’ex direttore generale Luca Bronchi. Così la procura ha proposto richiesta di archiviazione al gip.

Già da qualche mese, invece, il gip di Arezzo ha messo in archivio, cancellandola, l’accusa di falso in prospetto per lo stesso Pierluigi Boschi, che per questo filone particolare della vicenda Bpel era indagato in un gruppo di 21 soggetti ex amministratori e dirigenti della banca. Su questa accusa il gip aveva concluso che 18 indagati, tra cui Boschi, fossero da archiviare dato che il cda aveva delegato il dg Bronchi a redigere il prospetto per il collocamento di obbligazioni alla clientela.

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