Falde acquifere più alte in Toscana per effetto del lockdown

Pisa, falde acquifere più alte in Toscana per effetto del lockdown. È questo il dato di partenza di uno studio promosso dall’Istituto di geoscienze e georisorse del Cnr di Pisa e che vede coinvolta l’Università pisana.

L’obiettivo di questo studio sulle falde acquifere, si spiega, è “‘fotografare’ la situazione delle acque sotterranee in Toscana al tempo del Coronavirus. Fra gli effetti della l’emergenza sanitaria c’è stato infatti il blocco pressoché improvviso di molte attività industriali e artigianali idroesigenti, che richiedono cioè acqua per i loro processi produttivi, a cui si aggiunge anche una diversa ridistribuzione dell’acqua potabile dovuta all’assenza di studenti e turisti nelle principali città della regione”.

“Grazie ai dati di monitoraggio quantitativo messi a disposizione del servizio idrologico e geologico della Regione Toscana, abbiamo già osservato un innalzamento delle falde idriche – spiega Roberto Giannecchini, docente del dipartimento di scienze della terra di Pisa -: si tratta di un segnale in controtendenza rispetto alle medie stagionali anche perché da settimane sta piovendo molto poco; il nostro obiettivo è quindi capire il comportamento delle falde in risposta ad una situazione indotta come il lockdown, non solo dal punto di vista quantitativo ma anche qualitativo, e questo anche per identificare gli effetti a breve-medio dello sfruttamento delle risorse idriche, talvolta molto intenso, di alcune aree della Toscana, quali ad esempio le aree di Santa Croce, Bientina, bassa Val di Cornia, Piana di Lucca, Mortaiolo”.

L’indagine verrà realizzata confrontando il monitoraggio quantitativo delle acque sotterranee con una mappatura delle attività in lockdown e non.

Cnr, in zone Pisa +152% mortalità per malattie respiratorie

Pisa, uno studio del Cnr sugli effetti dell’inquinamento atmosferico a Pisa ha rilevato un eccesso di mortalità per malattie respiratorie tra i residenti di alcune zone della città rispetto a chi abita in altre zone.

Lo riferisce lo stesso Cnr che, dopo aver elaborato una prima ricerca, sta facendo partire una seconda indagine, sempre sullo stato di salute sui residenti esposti e sempre con l’Istituto di Fisiologia clinica, su incarico della Direzione ambiente e dell’assessorato all’Ambiente del Comune di Pisa.

Obiettivo, “effettuare un approfondimento sull’impatto congiunto sulla salute del rumore e dell’inquinamento atmosferico”. In particolare, l’Ifc-Cnr di Pisa ha valutato 132.293 residenti dal 2001 al 2014 ed è risultato che “per i residenti nell’area con più alta concentrazione di ossidi di azoto, rispetto a quelli residenti nell’area meno impattata, è emerso un eccesso del 10% di mortalità per tutte le cause e del 21% per malattie cardiovascolari tra gli uomini e un eccesso di mortalità per malattie respiratorie acute (+152%) tra le donne, mentre i decessi per leucemie e linfomi sono risultati in eccesso in entrambi i sessi”.

Inoltre, sottolinea il ricercatore dell’Istituto di fisiologia clinica Fabrizio Bianchi, “l’analisi dei ricoveri in ospedale ha fornito segnali critici sui tumori ematologici nei maschi e i risultati ottenuti sono coerenti con precedenti evidenze maturate in studi sulla salute di popolazioni residenti intorno a inceneritori e più in generale esposte a inquinamento dell’aria”.

“A causa dell’età avanzata dell’inceneritore e di valutazioni strategiche riguardanti il piano regionale dei rifiuti – conclude Bianchi – è stato deciso di chiudere l’impianto, ed è stata confermata l’utilità degli studi epidemiologici di coorte residenziale nelle decisioni istituzionali di questo tipo”.

Cnr di Pisa entra nella rete di eccellenze “A_ Iatris” per cura melanoma

L’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa entra nella rete di eccellenze nazionali “A_ Iatris” per la ricerca e la cura del melanoma.

“Fare in modo che dai laboratori di ricerca escano strumenti diagnostici e terapeutici da trasferire direttamente al letto del paziente – spiega un comunicato stampa – è l’obiettivo della A_ Iatris (Italian Advanced Translational Research Infrastructure), coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità su mandato del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e del Ministero della Salute”.

L’Istituto di fisiologia clinica (Cnr-Ifc) partecipa con l’unità di ricerca “Melanoma & skin cancer” di Area vasta nord ovest; a fine luglio, si è svolto il primo incontro ufficiale tra gli attori di questa iniziativa: Giorgio Iervasi, direttore del Cnr-Ifc e responsabile della ricerca traslazionale; Giovanni Bagnoni, coordinatore della rete di Dermatologia dell’Asl Nord Ovest e responsabile clinico del progetto; Franca Moretti, rappresentante dell’Istituto Superiore di Sanità e coordinatore dell’associazione ‘A_Iatris’. Nell’occasione Moretti ha visitato l’ospedale Apuane della rete ospedaliera dell’Azienda Usl Toscana nord ovest, e gli Istituti di Fisiologia Clinica del Cnr di Massa e Pisa.

Prossimo obiettivo di Cnr-Ifc è far parte della rete europea ‘E_Atris’ che vuole fornire accesso alle proprie strutture d’avanguardia ad utenti esterni, appartenenti ad istituzioni accademiche o all’industria, che abbiano conseguito risultati promettenti sotto il profilo della trasferibilità dei loro risultati di ricerca alla clinica.

Sant’Anna di Pisa: ‘il pioppo può assorbire sostanze produzione platica’

Lo studio condotto dall’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, riguarda principalmente l’assorbimento del diottilftalato (sostanza impiegata nel campo della produzione delle materie plastiche, con effetti inquinanti) nel pioppo.

L’inquinamento è un fenomeno diffuso e inarrestabile che incide sempre più sulle capacità produttive dei sistemi agro-forestali e sulla qualità dei relativi prodotti. Questo studio sull’accumulo del diottilftalato nel pioppo è stato pubblicato sulla rivista “Environmental Science and Pollution Research” dal gruppo di docenti e ricercatori dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna della Scuola composto da Francesca Vannucchi, Alessandra Francini, Erika Carla Pierattini e Luca Sebastiani in collaborazione con Andrea Raffaelli dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa.

La ricerca nasce dall’osservazione secondo la quale gli ftalati sono micro-inquinanti di grande preoccupazione a causa dei loro effetti negativi sul funzionamento degli ecosistemi e sulla salute umana, mentre il pioppo potrebbe essere una specie adatta per ridurre gli impatti derivati dalla persistenza di tali composti nell’ambiente. I risultati dimostrano sia l’assorbimento sia l’accumulo nelle radici del pioppo del diottilftalato. Oltre a confermare la tolleranza di questa specie a diversi composti inquinanti lo studio pone le basi per approfondire il metabolismo e la degradazione di queste sostanze tossiche all’interno dei tessuti vegetali.

Quattro giovani ‘hacker’ toscani selezionati per la cybersecurity

Quattro ‘hacker’ toscani parteciperanno alla finale della Cyberchallenge.it, il primo programma italiano di addestramento alla cybersecurity per i giovani delle scuole superiori e delle università voluto dal Consorzio interuniversitario nazionale per l’informatica.

Niccolò Maggioni e Ion Farima (iscritti al corso di laurea in Informatica dell’università di Firenze), Lorenzo Coppi e Riccardo degli Esposti (dell’Itis Antonio Meucci di Firenze) sono i quattro ‘hacker’ toscani che hanno vinto le selezioni regionali per partecipare alla finale a Chiavari (Genova) della Cyberchallenge.it, il primo programma italiano di addestramento alla cybersecurity per giovani di talento delle scuole superiori e delle università voluto dal Consorzio interuniversitario nazionale per l’informatica.

I quattro studenti fanno parte del team creato dal Centro di Competenza Toscano in Cybersecurity, voluto dalla Regione Toscana e partecipato dal Cnr di Pisa, dall’Imt Studi di Lucca e dagli atenei di Firenze, Pisa e Siena. Al test di ammissione si erano iscritti 111 studenti di cui 21 universitari e 90 studenti di scuola secondaria provenienti da varie provincie toscane e ha permesso di selezionare i 21 membri (di cui 5 universitari e 16 studenti delle superiori) che hanno costituto la squadra del C3T denominata ‘Born2scan’.

I quattro toscani vincitori della selezione supportata dal Registro.It e da ‘Colin & Partners’ se la dovranno vedere con i giovani talenti informatici delle 18 squadre provenienti da tutta Italia. I migliori talenti saranno selezionati per formare la squadra Nazionale Italiana di 10 cyber-defender, che parteciperà alle competizioni internazionali, tra cui la European Cybersecurity Challenge.

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