Landini a Firenze: “Se il governo vuole confrontarsi con noi deve iniziare a rispondere alle cose che abbiamo chiesto”

Firenze, Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, a margine di una iniziativa della Filcams nel capoluogo toscano, ha commentato l’annuncio da parte del ministro Matteo Salvini di una prossima convocazione dei sindacati al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per un confronto sui diversi progetti in corso

“Se si sono improvvisamente svegliati e ci convocano, – ha detto Landini – spero che non sia domenica alle 19 per poi dirci che hanno già deciso cosa fare il mattino dopo: se vogliono fare trattative col sindacato devono farlo prima di prendere le decisioni, altrimenti è una finta, e noi delle farse ci siamo stancati”.

Più in generale, ha affermato Landini, “se vogliono aprire davvero un confronto con noi, abbiamo avanzato proposte su tutto, e piattaforme per la salute, la sicurezza, le pensioni, gli investimenti nelle infrastrutture. Però il governo deve decidere: se vuole fare vetrine e propaganda noi siamo stanchi, e non ne abbiamo bisogno. Se vuole confrontarsi con noi deve iniziare a rispondere alle cose che abbiamo chiesto, e capire se prima di prendere le decisioni vuole sentire anche il nostro parere ed è disponibile a trovare delle intese, cosa che finora non sta facendo”.

“Non possiamo permetterci come Paese di perdere l’occasione degli investimenti del Pnrr”, anche per non “fare una figura pessima” in Europa, ha affermato Maurizio Landini “Noi corriamo il rischio come Paese di fare una figura pessima nei confronti dell’Europa – ha detto -, perché la realtà è che non siamo in grado di spendere quei soldi se non si fanno delle modifiche, e nel momento in cui in Europa devi chiedere di superare il Patto di stabilità devi anche dimostrare di essere capace di fare gli investimenti e di spendere i soldi che sono necessari per costruire gli asili, per costruire le infrastrutture”.

Cgil, a Firenze si stoppano i servizi di assistenza a persone che soffrono di dipendenze: “Mancato rinnovo della convenzione”

Firenze, interrotti i servizi di assistenza sui bisogni primari e i diritti di cittadinanza per le persone che soffrono di dipendenze, la convenzione è scaduta il 31 dicembre 2022.

A partire dal primo aprile a Firenze ci sarà lo stop pal progetto ‘Out Siders – Unità di Strada’ e verrà rimodulato l’orario (con riduzione d’attività) del progetto ‘Centro Bassa soglia – Porte Aperte’. I due servizi sono gestiti dalla cooperativa sociale Cat e si occupano ogni anno di centinai di persone in condizione di marginalità e con problemi di dipendenza da sostanza stupefacenti.

Questi servizi intervengono sulle necessità e bisogni primari, oltre che i diritti di cittadinanza, che vanno da servizi docce, accompagnamenti sanitari, consulenza legale, servizi sanitari e colloqui. Il progetto ha l’obbiettivo di aiutare le persone a ritrovare dignità ed alternative alla loro condizione.

I servizi saranno però interrotti, spiega la nota della Cgil Toscana, a causa del mancato rinnovo della convenzione da parte della Regione Toscana, per il proseguimento dei servizi di ‘Riduzione del danno’ e di ‘Centro Bassa soglia’ nel Comune di Firenze. La convenzione con Cnca (Coordinamento nazionale comunità di accoglienza) è scaduta il 31 dicembre scorso, anche se il Cat ha mantenuto questi servizi attivi in questi tre mesi del 2023. Sarà però costretta a ridurli.

“Esprimiamo forte preoccupazione e riteniamo grave che la Regione Toscana, oltre a non aver risposto ad una prima lettera da noi inviata nella quale chiedevamo un confronto sulla vicenda, non abbia poi partecipato all’incontro promosso dalla prefettura di Firenze venerdì scorso, a seguito dello stato di agitazione da noi proclamato”, dice Sabrina Tamburini di Fp Cgil.

“Chiediamo alla Regione l’immediata riattivazione delle convenzioni, in mancanza delle quali il sindacato darà vita alle iniziative ritenute più opportune per tutelare sia i lavoratori e le lavoratrici sia l’utenza: siamo pronti alla mobilitazione. In attesa dell’intervento della Regione – conclude -, chiediamo che il Comune di Firenze intervenga per garantire i servizi come hanno già fatto altre amministrazioni comunali, visto che il finanziamento riguarda tutto il territorio regionale”. Sono infatti 12 persone quelle occupate tra lavoratori e lavoratrici.

Edilizia, CGIL-UIL: in Toscana 10mila posti di lavoro a rischio. Il 1° aprile mobilitazione nelle costruzioni

Cgil-Fillea e Uil-Feneal regionali sabato 1° aprile a Roma per la mobilitazione nazionale sulle costruzioni. “Su codice appalti e superbonus le scelte del Governo sono  sbagliate”.

Mantenere la cessione dei crediti per famiglie meno abbienti, condomini di periferia, case popolari; applicare Contratto nazionale e Durc, combattere i subappalti infiniti: sono queste le proposte che Cgil-Fillea e Uil-Feneal porteranno in piazza il 1° aprile a Roma, periferia Don Bosco, con lavoratori, associazioni ambientaliste, studenti, comitati di quartiere, imprenditori e tecnici, per il lavoro, l’ambiente e la sicurezza nelle costruzioni. Lo annunciano Alessia Gambassi, Rossano Rossi, Daniele Battistini e Paolo Fantappiè, rispettivamente Segretari Generali di Fillea, CGIL, Feneal e UIL della Toscana, che per la mobilitazione nazionale dell’edilizia hanno organizzato pullman da tutta la regione.

“Fai la cosa buona” è il  chiaro messaggio al Governo. “Quella di sabato -dicono Fillea, CGIL, Feneal e UIL della Toscana- sarà una giornata di mobilitazione nazionale per denunciare gli impatti negativi sul settore delle costruzioni del decreto 11/2023 sul Superbonus e per lanciare proposte al Governo per ridurre i danni che deriverebbero dall’applicazione di un decreto, approvato senza nessun confronto con le organizzazioni sindacali (né preventivo alla pubblicazione, né successivo nei tavoli tecnici), che prevede il blocco della cessione dei crediti per i bonus edili a discapito dei redditi più bassi”.

“Saremo in piazza anche contro le nuove norme del codice degli appalti: si tratta di interventi sbagliati nel metodo e nel merito perchè vanno nella direzione opposta rispetto ad alcuni obiettivi che il Paese è chiamato a raggiungere, come quelli contenuti nel Green Deal e nel Pnrr, dall’efficientamento energetico alla riqualificazione del patrimonio edilizio. Scelte sbagliate che in Toscana mettono a rischio 10mila posti di lavoro” aggiungono Fillea, CGIL, Feneal e UIL della Toscana.

Che concludono “c’è un’altra strada possibile: mantenendo la cessione dei crediti per le famiglie con ISEE fino a 30.000 euro, i condomini di periferia, le case popolari. Attuando politiche industriali stabili e strutturali per la rigenerazione delle città e per la riduzione degli sprechi energetici e l’inquinamento. Garantendo qualità del lavoro e delle imprese, rispetto del contratto nazionale edile e vietando il subappalto infinito”.

 

 

 

🎧 Lavoro femminile, i dati della Cgil. “Ancora importanti divari di genere”

Anche in Toscana le donne lavorano di meno rispetto agli uomini. I dati sul lavoro femminile forniti dalla Cgil parlano chiaro: ci sono ancora importanti divari di genere, in termini di partecipazione, modalità di occupazione, pervasività della presenza femminile e percorsi di carriera.

Così Ires Toscana, il centro studi di Cgil Toscana, fotografa la situazione dell’occupazione delle donne in Toscana, presentando uno studio in vista dell’8 marzo, Giornata internazionale dei diritti della donna. In Toscana le donne lavorano in totale 267,4 milioni di ore annue in meno rispetto agli uomini. Il dato sul lavoro femminile è alimentato sia dal minore tasso di occupazione femminile (13 punti percentuali in meno rispetto al tasso di occupazione maschile), sia da una media settimanale di ore lavorate settimanali inferiore di 6,3 ore rispetto agli uomini.

In Toscana, quasi un terzo delle lavoratrici dipendenti ha un contratto a tempo parziale, contro l’8,6% dei lavoratori. Si tratta di un dato in linea con quello italiano ma superiore di oltre 2 punti percentuali rispetto alla media europea. Dal 2014 in poi il tasso di lavoro femminile è cresciuto in maniera uniforme sia in Italia che in Toscana (dato 2021: 59,2%). Conseguentemente, si è leggermente ridotto il gap di genere con l’occupazione maschile. Il tasso permane comunque in entrambi i casi inferiore alla media Ue.

Nonostante l’incremento dell’occupazione, nello stesso periodo la disoccupazione femminile in Toscana, dopo un trend di stabilizzazione, ha raggiunto a fine 2021 un livello pari al 19%. In sostanza, un numero crescente di donne è disponibile a lavorare, ma il mercato del lavoro regionale è in grado di assorbire solo una parte marginale dell’offerta. Nelle fasi più difficili del «biennio pandemico» il lavoro femminile è calato fino ad un massimo di 7 punti percentuali (I trimestre 2021), contro il massimo di -4% raggiunto dalla componente maschile. La ripresa post-pandemica dell’occupazione è caratterizzata da alti tassi di precarietà, che riguardano in modo preponderante le donne lavoratrici.

In Toscana nel mondo del lavoro emergono ancora importanti divari di genere, in termini di partecipazione, modalità di occupazione, pervasività della presenza femminile e percorsi di carriera. Considerando in prima battuta i dati sui tassi di partecipazione e di occupazione per genere vediamo che solo il 67% delle toscane con età 15-64 anni è attiva sul mercato del lavoro, contro l’80%degli uomini; un divario simile si osserva nei tassi di occupazione, pari al 63,8% per le donne e al 76,7% per gli uomini. La Toscana presenta livelli migliori di lavoro femminile rispetto al dato nazionale, il quale sconta i valori particolarmente critici del Mezzogiorno. Lo scarto tra uomini e donne è per la nostra regione in linea con il Centro-Nord, con un differenziale che è stabile intorno al 13%.

A parità di mansioni, le donne percepiscono stipendi significativamente inferiori a quelli degli uomini, in Toscana il dato è del 2% in meno se si considera il salario mediano, ma ai due estremi, 10% con salari più alti e 10% con salari più bassi, il salario orario lordo delle donne è inferiore rispettivamente del 6,3% e dell’8,5% (Slide 15). Si tratta di un tema ancora sfuggente, di non facile trattazione le cui cause sono da rintracciare nella differenza fra la retribuzione de jure e quella de facto.

La ripresa post-pandemica dell’occupazione è caratterizzata da alti tassi di precarietà, che riguardano in modo preponderante le donne lavoratrici. Si tratta complessivamente di un’occupazione precaria e discontinua, in cui l’ampia quota di contratti a termine riguarda sia gli uomini che le donne, gli uomini per il 40,5 % e le donne per il 38,1%, ma nello specifico dei nuovi posti di lavoro assegnati a donne emerge un ruolo rilevante del lavoro stagionale (che incide per il 17,3%), della somministrazione (al 12,2%) e del lavoro intermittente (12,9%), tutte forme che segnano una distanza con i contratti maschili.

Gianfranco Francese (presidente Ires Toscana): “La grave situazione di crisi economica e sociale degli ultimi anni restituisce un quadro dell’occupazione delle donne anche nella nostra regione fortemente critico. In un contesto deteriorato riemerge con più forza la figura dell’uomo ‘bread winner’ che rappresenta la fonte di reddito principale dei nuclei familiari, relegando la donna ad un ruolo spesso ancillare nel mondo del lavoro che ne mina sia in termini di partecipazione che di salario le possibilità di una reale autonomia economica e di indipendenza personale”.

Barbara Orlandi (Coordinamento Donne Cgil Toscana): “Lo studio prodotto dimostra che, a fronte di una maggiore richiesta di lavoro da parte delle donne, il mercato del lavoro non è in grado di assorbirla e o l’assorbe garantendo lavoro povero, precario, saltuario e quasi sempre part-time. Ed è proprio il part-time ad essere la forma di accesso al lavoro delle donne maggiormente diffusa, in relazione al tema ‘conciliazione tempo di vita e tempo di lavoro’ che, invece, deve sempre più diventare ‘condivisione dei tempi di vita e di lavoro’; di quel lavoro non retribuito di cui si fanno carico quasi esclusivamente le donne e che riguarda la cura dei bambini, l’accudimento degli anziani, la gestione familiare. Occorre liberare il tempo delle donne”.

‘No alla violenza squadrista’, manifestazione sindacati scuola il 4 marzo

Firenze, il mondo della scuola manifesta sabato 4 marzo nel capoluogo toscano per dire no alla violenza squadrista da condannare senza se e senza ma, per ribadire che l’affermazione e la difesa dei valori della Costituzione nata dalla Resistenza costituiscono un preciso dovere per tutta la comunità scolastica e per quanti a diverso titolo vi agiscono.

La manifestazione per dire ‘No alla violenza squadrista’, già annunciata qualche giorno fa da ‘Priorità alla Scuola’ ai microfoni di Controradio, raccoglie l’appello delle RSU di tutte le scuole fiorentine, che in un loro documento hanno scritto: “Noi crediamo nel valore della Scuola Statale di questa Repubblica e, poiché sappiamo quanto l’indifferenza sia un male silenzioso che mina alle fondamenta la democrazia, vogliamo reagire e chiediamo alle organizzazioni sindacali e a tutte le realtà democratiche e antifasciste di questa città e di questo Paese di schierarsi al nostro fianco”.

Indetta dai sindacati CGIL, CISL e UIL di Firenze e dalle federazioni nazionali della scuola, la manifestazione prevede un corteo che raggiungerà piazza Santa Croce alle 15. Gli interventi dal palco saranno affidati a rappresentanti eletti nelle RSU degli istituti scolastici fiorentini, ai quali si aggiungeranno rappresentanti della società civile e di associazioni che hanno assicurato la loro presenza (ARCI, ANPI, ACLI). Prevista anche la partecipazione, con un proprio intervento, del sindaco di Firenze Dario Nardella.

“Crediamo che i gravissimi fatti accaduti davanti al liceo Michelangiolo non possano rimanere senza una risposta ferma e chiara – affermano Francesco Sinopoli (FLC CGIL), Ivana Barbacci (CISL Scuola) e Giuseppe D’Aprile (UIL Scuola RUA) – che intendiamo dare facendo nostre le parole del Presidente Mattarella, che ci ha ricordato quanto sia importante affermare modelli di vita che si contrappongano a quelli improntati a violenza, prepotenza, sopraffazione. È in questo modo che si pongono le basi per una democrazia fondata sulla civile convivenza. Il ruolo svolto dalla scuola è in questo senso fondamentale, per questo la violenza esercitata davanti alle sue porte è ancor più inaccettabile e pericolosa”.

Dai segretari generali dei tre maggiori sindacati della scuola giunge intanto anche la più ferma condanna per le gravi minacce rivolte di recente al ministro Valditara, “al quale – affermano Sinopoli, Barbacci e D’Aprile – esprimiamo tutta la nostra solidarietà”.

Tir giù da viadotto A1, Cgil ‘è una morte sul lavoro’

Firenze, per la Cgil l’incidente di stamani sull’A1 vicino a Firenze, dove il conducente è morto nel suo Tir precipitato da un viadotto e andato in fiamme, “è un’altra inaccettabile tragedia sul lavoro.

“Non conosciamo ancora il dettaglio della dinamica incidentale. Sappiamo, tuttavia, che in quel tratto autostradale, purtroppo, non sono pochi questi tragici eventi”. Lo evidenzia Monica Santucci, segretaria generale della sigla Filt Cgil in Toscana, sigla che alla famiglia esprime “solidarietà e cordoglio”. Santucci ricorda che “pochissime settimane fa, ad esempio, vi fu un incidente tra tre Tir che, tra l’altro, produsse code chilometriche nel tratto metropolitano fiorentino e perfino dentro la città di Firenze”.

“E sappiamo – aggiunge – che in quel tratto autostradale, ma non solo, occorrono non tanto maggiore automazione per l’esazione dei pedaggi e per i controlli a distanza, bensì un presidio fisico dei lavoratori più diffuso in tutta la infrastruttura e, quindi, anche maggiori investimenti per gli organici, ai fini di un controllo capillare del traffico; lo sviluppo dei presidi di prevenzione anti incendio; una potenziata assistenza all’ utenza in loco e non da remoto”.

Una “infrastruttura pedaggiata che vive, dunque, anche dei introiti diretti dei cittadini ha sempre maggiore necessità non di essere presidiata virtualmente ma sotto il controllo in h24 di una presenza fisica degli operatori”.

Filt Cgil chiederà a Regione Toscana, Province, Città metropolitana e Aziende interessate “una riunione congiunta che inizi a monitorare le problematiche inerenti quell’importantissimo percorso autostradale, che unisce il sud e il nord del Paese, e si dia vita ad una cabina di regia unificata in grado di sviluppare più controlli, più assistenza, più sicurezza”.

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