Klodiana: iniziativa solidarietà per figli della donna uccisa dal marito a Castelfiorentino

Le imprenditrici agricole di Donne impresa Coldiretti Firenze Prato hanno accolto l’appello del sindaco di Castelfiorentino promuovendo per domani 7 ottobre 2023, al mercato di Campagna Amica del Parco delle Cascine a Firenze, una iniziativa per raccogliere fondi che saranno versati sul conto corrente aperto dal Comune di Castelfiorentino.

Ciclamini e di piante aromatiche, rosmarino, salvia, basilico, nate e coltivate in Toscana in cambio di una donazione economica: è l’iniziativa di solidarietà per aiutare i figli di Klodiana Vefa, la donna uccisa la settimana scorsa a Castelfiorentino (Firenze) dall’ex marito poi suicidatosi.

Le imprenditrici agricole di Donne impresa Coldiretti Firenze Prato hanno  così accolto l’appello del sindaco di Castelfiorentino promuovendo per domani 7 ottobre 2023, al mercato di Campagna Amica del Parco delle Cascine a Firenze, una iniziativa per raccogliere fondi che saranno versati sul conto corrente aperto dal Comune di Castelfiorentino.

Tra i banchi del mercato contadino, per tutta la mattina, sarà allestito uno stand dove saranno distribuiti esemplari di fiori e painte aromatiche .

“E’ una iniziativa che è nata d’istinto, all’interno del nostro movimento, da sempre attento al molto tema della violenza contro le donne. – spiega Silvia Giovannini, delegata Donne impresa Coldiretti Firenze Prato -. La tragedia di Klodiana ci ricorda che il lavoro che dobbiamo fare come comunità e come Paese è ancora molto lungo. Ma ancora più grande è la tragedia dei figli di Klodiana che non hanno più una madre, un padre, una famiglia. E’a loro che oggi va il nostro pensiero e la nostra attenzione”.

Per chi non riuscirà a partecipare all’iniziativa, Donne impresa Coldiretti invita ad inviare una donazione al conto corrente del Comune di Castelfiorentino Iban IT94F0842537790000010299535 con la causale “Klodiana”.

Castelfiorentino: due giorni di lutto per omicidio Klodiana

Intanto proseguono le indagini per rintracciare il  marito  che è sospettato dell’omicidio Klodiana Vefa, la 35enne uccisa ieri con un’arma da fuoco in strada, in via Galvani e che è irreperibile da ieri sera.

il comune di “Castelfiorentino proclamerà il lutto cittadino, con due giorni nei quali le nostre bandiere saranno issate a mezz’asta, le manifestazioni pubbliche saranno annullate, e alle scuole sarà chiesto di stimolare gli studenti circa il tema del femminicidio e della violenza sulle donne”, perchè è “ormai l’ipotesi perseguita dagli inquirenti, una barbara uccisione perpetrata dal marito”, attualmente ricercato. lo ha scritto su FB il sindaco di Castelfiorentino, Alessio Falorni in merito all’omicidio di Klodiana Vefa, la 35enne uccisa ieri con un’arma da fuoco in strada, in via Galvani

“Indiremo stasera, con la partecipazione delle associazioni castellane, una fiaccolata alla quale invito la cittadinanza a partecipare, per una presa di posizione collettiva contro questo terribile, barbaro fenomeno, ahimè così frequente anche nei nostri tempi, e per ricordare Klodiana con il nostro affetto. Non ci arrendiamo all’orrore”.

“Klodiana era una ragazza fantastica, che conoscevo bene personalmente, e che era amata da tutti. Questo fatto ci ha distrutto” scrive su Fb iFalorni , stringendosi “con forza” alla famiglia “soprattutto ai figli che lascia” la vittima.

Dopo aver evidenziato che “purtroppo il tema in questione è ancora una volta quello della violenza sulle donne”, Falorni che rileva però che “perfino ieri” ha ricavato “come ancora alcuni preferiscano rintanare la propria riflessione sulle carenze di sicurezza e di ordine pubblico, invece che sulle cause reali di questo fenomeno”: “Ho letto e sentito in merito commenti agghiaccianti, anche accompagnati da alcune dichiarazioni da parte dei soliti sciacalli politici”.

Intanto sono ancora senza esito  al momento, le ricerche del marito di Klodiana. L’uomo risulta irreperibile da ieri. La 35enne, madre di due figli, si stava separando dal marito. Le hanno sparato in strada con una pistola. Secondo alcuni racconti emersi sul posto sono stati uditi più spari, qualcuno parla di tre. I colpi di arma da fuoco sarebbero stati sentiti sia dai palazzi sia da un circolo Arci nelle vicinanze. 

Sindaco di Castelfiorentino riceve busta con cartuccia calibro 12

Castelfiorentino, in provincia di Firenze, il sindaco Alessio Falorni, ha fatto denuncia ai carabinieri stamani dopo aver ricevuto una busta contenente una cartuccia calibro 12 di solito usate per i fucili da caccia.

La missiva, indirizzata a lui stesso, è stata recapitata ieri, sabato, nella cassetta delle lettere dell’abitazione del padre. È stato lo stesso sindaco, tramite Fb, a riferire l’accaduto.

“Esco adesso dalla Caserma dei Carabinieri, dove ho appena provveduto a sporgere denuncia per un fatto grave capitatomi nella giornata di ieri – scrive il sindaco nel post che accompagna la foto della lettera sulla sua pagina Facebook. – Mi è stata recapitata, attraverso la cassetta delle lettere di mio padre, la busta in foto, contenente una cartuccia calibro 12. La busta è attualmente nelle mani delle Forze dell’Ordine, e la vicenda già segnalata alla Prefettura (e quindi al Viminale)”.

“Non è mia intenzione fare la vittima; – continua Falorni – alla fine, non è una situazione del tutto speciale per un Sindaco: non avete idea di quanti colleghi in Italia subiscono minacce simili, e anche di peggio. Dovremmo piuttosto ricordarcene in ogni occasione in cui capita di produrre pensieri qualunquisti sulla politica e su chi se ne occupa. Diciamo che è un rischio che si mette in conto, quando si amministra la cosa pubblica, ed è anche, senza tanti infingimenti, una delle cose per cui non è che ci sia tutta questa corsa a fare il Sindaco, ultimamente. Quindi, bene che queste cose si sappiano”.

“Per quanto mi riguarda, non sono un uomo infallibile e ho senz’altro tanti difetti. Ma ho un’idea piuttosto precisa di chi sono, come persona. Sono nipote di un partigiano, che si è iscritto al PCI in clandestinità e portava la propaganda partigiana in giro in bici all’epoca in cui fare questo significava farsi fucilare. I valori della politica e della cosa pubblica mi sono stati insegnati fin da piccolo dalla mia famiglia. Non ho mai rubato un euro, nella mia vita, e so per certo che non lo farò mai. Cerco di svolgere il mio ruolo di Sindaco al meglio delle mie capacità, e sempre con piena coscienza e responsabilità di quello che faccio, privata e pubblica”.

“Un buon lavoro agli inquirenti. – conclude Falorni – Il mio continuerà senz’altro esattamente come sempre”.

Inchiesta concerie: avvio monitoraggio pozzi Arpat, sfiducia cittadinanza nell’ente

Il KEU è un materiale derivante dal trattamento termico dei fanghi di depurazione prodotti dal depuratore Aquarno, nel quale vengono convogliati i reflui delle aziende conciarie di Santa Croce. Avvio controlli pozzi Arpat

È in fase di avvio la campagna di controllo di Arpat delle acque dei pozzi privati collocati in prossimità delle aree interessate dal potenziale inquinamento dovuto all’utilizzo dei materiali contenenti il cosiddetto KEU, in diversi punti del territorio tra cui Peccioli, Crespina Lorenzana, Massarosa e Montaione.

Arpat già da alcuni giorni sta raccogliendo le richieste provenienti dai cittadini attraverso il numero verde 800 800 400. “Al momento abbiamo ricevuto circa 50 domande di analisi e, già nel pomeriggio di giovedì 22 aprile, sono iniziati i primi campionamenti di pozzi situati nelle vicinanze della Strada Regionale 429 Lotto V. I pozzi campionati finora sono 14 e le analisi, eseguite presso i laboratori dell’Agenzia, sono finalizzate alla ricerca di metalli e cromo esavalente”, si legge nel comunicato stampa.

Il KEU è un materiale derivante dal trattamento termico dei fanghi di depurazione prodotti dal depuratore Aquarno, nel quale vengono convogliati i reflui delle aziende conciarie di Santa Croce; le miscele di Keu, con altri materiali inerti, venivano qualificate come sottoprodotto e commercializzate dall’impresa di Lerose, come materiale per vari impieghi; a seguito di alcune indagini tecnico-analitiche il materiale è risultato un rifiuto speciale.

Nel frattempo cresce la sfiducia della cittadinanza verso l’Arpat. Si legge sulla pagina facebook dell’Assemblea permanente No Keu che il 17 aprile ha indetto la prima manifestazione e prepara iniziative di protesta anche a Santa Croce: “I cittadini che vivono o coltivano le terre lungo la SR 429 non si fidano neanche di Arpat, c’è un sentimento di rabbia e sfiducia verso tutto il sistema politico e imprenditoriale. Molti stanno facendo analizzare i pozzi a spese proprie. Stiamo anche pensando di organizzare una raccolta fondi per chi non può permetterselo”.

E sull’operatività di Arpat sono state sollevate anche questioni relative al depotenziamento dell’ente: “Nel 2019, stante quanto desunto dal bilancio di Arpat, recentemente analizzato in commissione – affermano Elisa Montemagni, Giovanni Galli e Marco Landi, consiglieri regionali della Lega – sono diminuite le ispezioni ambientali, i campioni analizzati, vi è stata, altresì, una drastica riduzione sui controlli agli impianti geotermici, sulle emissioni in atmosfera, sulle cave e sull’amianto”.

“Tra l’altro – rilevano i consiglieri – alla luce delle recenti indagini sui rifiuti tossici, il ruolo di Arpat è destinato a diventare sempre più cruciale per monitorare determinati siti e per salvaguardare, parimenti, la salute dei cittadini. Purtroppo, però i dati della produttività rilevano che solo il 25% di quanto programmato sia stato fatto a proposito degli scarichi industriali, solamente il 33% per quel che concerne l’attenzionamento all’inquinamento derivante dall’amianto ed addirittura è pari a zero quello relativo alle attività di raccolta, trasporto e stoccaggio dei fanghi da depurazione ed il loro successivo utilizzo in agricoltura; percentuali molto eloquenti che devono, considerata la stretta attualità, fare quindi attentamente riflettere”.

 

Castelfiorentino: Cacciata di casa perché lesbica, sindaco “la aiutiamo noi”

Vicenda è stata raccontata da 22enne di Castelfiorentino. Il sindaco Falorni ha lanciato un video appello alla giovane perché si metta in contatto con lui.

“A Castelfiorentino una ragazza è stata cacciata di casa perché lesbica. La famiglia l’ha minacciata: ‘Se torni ti ammazziamo, meglio 50 anni di carcere che una figlia lesbica’. Succede nella nostra Toscana, nel 2021. L’odio e la violenza che i familiari hanno rivolto alla ragazza sono raccapriccianti e dimostrano che non c’è più tempo da perdere: il Ddl Zan va approvato”. E’ quanto affermano in una nota congiunta da tre parlamentari toscani del Pd Caterina Biti, Dario Parrini e Luca Lotti in merito alla vicenda raccontata su Fanpage da una 22enne di Castelfiorentino (Firenze) che ha riferito di essere stata cacciata di casa e minacciata dalla famiglia perché lesbica. Il ddl Zan è il decreto legge contro l’omotransfobia approvato alla Camera nel novembre 2020 e attualemente bloccato al Senato. “Lo dobbiamo a lei, e a tutti coloro che si sentono in pericolo ad esprimere i propri sentimenti, che vengono isolati, cacciati, aggrediti per la persona che amano – prosegue la nota degli esponenti del Pd -. È una battaglia da condurre con tutte le nostre forze in Parlamento, ma è una battaglia che va vinta anche nella nostra società: ne va della vita delle persone e del nostro grado di civiltà come Paese”.

Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Castelfiorentino Alessio Falorni, lanciando via Fb un video appello alla giovane perchè si metta in contatto con lui “al più presto possibile perché tenterò con tutti i mezzi a mia disposizione di darle una mano”: “Come sindaco non permetterò mai che a Castelfiorentino una persona possa essere discriminata in questo modo, cacciata di casa e trattata come un reietta solo perché innamorata di una persona dello stesso sesso. Ci sono dei valori e dei princìpi che vanno garantiti e difesi”.

Castelfiorentino: perde una mano per colpa di un petardo

Protagonista un uomo di 45 anni che ora è ricoverato in prognosi riservata, non è in pericolo di vita e, sotto shock, ha riferito ai carabinieri di non ricordare niente dell’accaduto. Avrebbe raccolto il petardo da un cespuglio.

Un uomo di 45 anni è stato ricoverato all’ospedale di Careggi a Firenze dopo essersi gravemente ferito in seguito all’esplosione di un grosso petardo, subendo l’amputazione della mano sinistra. I fatti sono accaduti  ieri verso le 15 in una piazza di Castelfiorentino
(Firenze). Le circostanze sono ancora al vaglio dei carabinieri. Quel che è certo è che l’uomo si è avvicinato a un cespuglio e ha raccolto un petardo inesploso che in quel momento è deflagrato.

Il 45enne è stato assistito dal 118 e portato in ospedale in elisoccorso. I militari al momento non sono riusciti a chiarire la dinamica, nemmeno tramite i testimoni presenti in
piazza, che non hanno fornito indicazioni utili, e vaglieranno le immagini della video sorveglianza per capire come siano andati i fatti.
Il 45enne, ricoverato in prognosi riservata, non è in pericolo di vita e, sotto shock, ha riferito ai carabinieri di non ricordare niente dell’accaduto.

Secondo quanto ricostruito poi dai carabinieri, il petardo esploso si trovava vicino a un cespuglio in piazza Achille Grandi, di fronte a una chiesa e in un punto frequentato da molte persone.
Il boato è stato avvertito in gran parte dell’abitato di Castelfiorentino, mettendo in apprensione i residenti, tanto che in molti sono andati in piazza dove si è formato un capannello di persone.

Non si esclude al momento sia la pista del ritrovamento dell’ordigno, sia che il 45enne ferito fosse stato lui stesso a lanciarlo. Al momento non è chiaro né chi ha portato l’ordigno in un luogo di ritrovo, nè perchè sia stato posizionato in un cespuglio. Indagini dei carabinieri in corso.

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