Firenze, intervento di restauro per la facciata della Basilica di Santa Croce

Al via i controlli periodici alla facciata della basilica di Santa Croce a Firenze. L’esame dei tecnici sarà focalizzato sui delicati elementi lapidei, grazie all’utilizzo di un carrello mobile e di una piattaforma aerea che raggiunge i 62 metri.

L’intervento è un’azione programmata dall’Opera di Santa Croce e servirà anche a svolgere ulteriori indagini e approfondire aspetti storico-scientifici sulle caratteristiche della facciata, realizzata nell’800, dall’elegante ritmo architettonico ispirato alla tradizione decorativa fiorentina del Medioevo e del Rinascimento. Un precedente intervento di restauro era stato compiuto tra il 1996 e il 2004, consentendo di intervenire sugli elementi lapidei danneggiati da agenti atmosferici, chimici e biologici.

I lavori della facciata di S.Croce, ricorda l’Opera, iniziarono grazie a una campagna di fundraising ante litteram nella Firenze ancora granducale e furono portati a termine quando la Toscana era ormai parte del Regno d’Italia. L’architetto Nicola Matas, che la progettò e ne seguì i lavori tra il 1857 e il 1863, scelse marmi e serpentino provenienti dalle cave di tutta la Toscana: ci sono i bianchi di Carrara e della Montagnola Senese, il giallo di Siena, i rossi di Monsummano e della Garfagnana, i verdi del Monteferrato di Prato e dell’Impruneta.

Tra quanti contribuirono per la sua realizzazione il papa Pio IX che versò 3.133 lire, il re Vittorio Emanuele II che di lire ne mise 3.190, il granduca Leopoldo e altre persone reali della sua famiglia che si impegnarono con 44.666 lire. L’Opera di Santa Croce di quel tempo mise in piedi un’apposita commissione per la raccolta dei fondi e attivò un’intensa azione di propaganda. La risposta fu generosa. Tra i sottoscrittori, Francis Joseph Sloane, figlio di un banchiere e collezionista d’arte scozzese, anche tesoriere della commissione, che mise a disposizione ben 358.168 lire.

Astori: Betori, Davide fiorentino per sempre

Il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo della città, nell’omelia per i funerali di Davide Astori, ha sottolineato che nella vita, come nello sport, si gioca in squadra, non da soli.

 La vita “spezzata da un male misterioso” di Davide Astori, ha detto il cardinale Betori durante l’omelia, “richiami tutti noi a prenderci cura della vita degli altri, soprattutto dei più deboli e dei più miseri. Abbiamo scoperto in questi giorni, con ammirazione  l’impegno del capitano per i bambini malati nel nostro ospedale Meyer e in Paesi lontani. Ma non meno significativa è stata la testimonianza di suoi compagni più giovani, che nella squadra si sono sentiti da lui accolti, indirizzati, sorretti.”
“Non è un momento semplice, questo, per la pratica sportiva, tra chi la vuole illusoria fabbrica di idoli e chi ne vede solo le potenzialità economiche”, ma la morte di Davide Astori “ha raccolto tante attestazioni da parte di chi gli era vicino proprio a riguardo della ricchezza di valori che egli incarnava con spontaneità e verità. Riportare lo sport alla sua vocazione di luogo di crescita della persona e di promozione della vita sociale dipende essenzialmente dalla circolazione di valori autentici che solo persone autentiche possono assicurare”, ha continuato Betori, ricordando che “Davide Astori è stato un importante uomo di sport”, ed “essergli grati significa esserne eredi, con consapevolezza e semplicità”.
“Nella vita, come sui campi da calcio, si gioca in squadra: nessuno può fare a meno degli altri o può smettere di pensare agli altri. Non è vero quel che ci si vuol far credere da parte di molti, e cioè che una vita per realizzarsi ha bisogno di assoluta autonomia, di illimitata indipendenza, di totale autosufficienza. Pensare questo significa solo creare l’anticamera della solitudine e dell’aridità. Se oggi siamo qui in tanti a piangere che Davide non è più tra noi, è perché egli si è legato a tutti noi, si è compromesso con noi, incrociando le nostre storie e spendendo la sua vita per noi, nelle diverse forme dei rapporti che egli ha costruito attorno a sé”.
La vita, ha detto il cardinale, “ci è tolta dalla morte, come una rapina, in tempi e modi imprevedibili. La fragilità della vita ci pesa in modo insopportabile, a noi uomini e donne che vorremmo avere tutto sotto controllo, essere padroni assoluti di noi stessi, delle nostre scelte, delle nostre possibilità. Della morte non abbiamo spiegazioni da offrire, che possano servire a consolare. Restiamo con il nostro dolore, soprattutto quando la morte ci toglie una persona che amiamo, un amico. È toccato a noi in questi giorni, per Davide. Non chiedetemi quindi ragioni per capire, argomenti per giustificare, motivi per essere consolati. Posso solo piangere con voi. E offrirvi qualche motivo per pensare”.
Firenze riconosce oggi Davide Astori “come uno dei suoi, un fiorentino, da sempre e per sempre”, ha continuato Betori, parlando di “coralità grande” tra “famiglia, squadra, mondo dello sport e tutta una città”, che “rivela anche che una persona è più ancora che le sue qualità, le sue doti: è anche la ricchezza delle relazioni che ha saputo costruire attorno a sé”. Per Betori “questo affetto e questa sofferenza corali ci dicono di Davide la saldezza dei suoi legami familiari; la profondità dell’amore e del progetto di vita che lo ha legato per sempre a Francesca e, grazie a lei, la tenerezza del suo affetto paterno per la piccola Vittoria; il suo impegno come uomo di sport nelle squadre in cui è stato protagonista sui campi da calcio d’Italia e prima ancora nel tessere legami aperti, leali, costruttivi con i compagni, per trovare poi quel ruolo di capitano nella Viola che lo consacra per sempre alla storia di questa società; infine, il suo inserimento in questa nostra città di Firenze”.
“Siamo qui a pregare per Davide, in questa basilica che l’Italia ha voluto fosse il sacrario degli uomini più illustri che l’hanno onorata, e che custodisce le virtù più alte del nostro popolo. Queste virtù noi riconosciamo in Davide – ha aggiunto – e per questo lo salutiamo in questo luogo”

Astori: funerali, padre compagna accusa malore 

Il padre della compagna di Astori, Frncesca Fioretti, avrebbe accusato un malore mentre era già nella basilica di Santa Croce.

Questa mattina i funerali del capitano della Fiorentina, Davide Astori, nella basilica di Santa Croce. Nella chiesa, il padre della compagna di Davide, Francesca Fioretti, ha accusato un malore. Da quanto appreso l’uomo starebbe meglio e le sue condizioni non desterebbero preoccupazione.

In Santa Croce è arrivata anche una nutrita delegazione della Juventus da Londra, tra gli applausi dei presenti in piazza: tra i componenti della delegazione Allegri, Buffon , Marchisio, Chiellini (che si è fermato anche a salutare alcuni tifosi) Pianic, Marotta, Rugani. In chiesa tanti rappresentanti di squadre di serie A e B. Poco dopo il feretro di Astori, accompagnato dai familiari, tra cui i genitori e i due fratelli, è entrato nella basilica, accolto dagli applausi. La messa ha avuto inizio intorno alle 10.30, circa mezz’ora più tardi dell’orario inizialmente previsto.

Funerali Astori: l’ultimo saluto in S. Croce, lutto cittadino

Migliaia le persone in piazza Santa Croce a Firenze per i funerali di Davide Astori,  celebrati nell’omonima basilica dal cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze.

C’è chi è arrivato alle 7 per potersi mettere nelle prime file. Già tante anche le corone di fiori, tra cui quelle di Juventus, Sassuolo, Lazio, Chievo o di tifosi di altri club, come quelli di Bergamo, provincia di cui il giocatore era originario. Su uno dei palazzi della piazza affisso un cartello con scritto ”Ciao capitano”, firmato dal liceo artistico Alberti. Arrivato anche il gonfalone, listato a lutto, del Comune di Firenze: in occasione dei funerali di Astori il sindaco Dario Nardella ha proclamato il lutto cittadino.

L’area intorno alle piazza è stata anche in buona parte interdetta al traffico in previsione dell’imponente afflusso di persone che vogliono rendere omaggio per l’ultima volta al giocatore scomparso domenica scorsa.

Un lungo applauso e lacrime: così per il passaggio del feretro di Davide Astori davanti allo stadio Franchi di Firenze da parte dei tantissimi presenti che volevano dare il loro ultimo saluto al capitano viola scomparso domenica scorsa. Via via si erano radunate oltre duemila persone. Il carro funebre, scortato da due motociclisti della polizia e quattro della polizia municipale, è passato lentamente davanti allo stadio e tra i presenti in tanti hanno voluto toccare l’auto come per dare una carezza ad Astori.

Nell’ordinanza di proclamazione del lutto il sindaco Nardella invita ad osservare nei luoghi di lavoro un minuto di silenzio e raccoglimento alle ore 13 (numero della maglia indossata da Astori) e ad osservare nelle scuole un minuto di silenzio e raccoglimento, dove possibile, sempre alle ore 13 e comunque nella mattina di oggi. Inoltre, Nardella invita gli esercizi commerciali ad abbassare le saracinesche per 10 minuti dalle 13 alle 13.10 e le scuole a promuovere, in accordo con le autorità scolastiche competenti, autonomi momenti di riflessione e di approfondimento sul tema del valore dello sport e del calcio in particolare.

Alla messa funebre interverranno in prima fila i giocatori della Fiorentina e i vertici della società viola, il sindaco Dario Nardella e l’assessora regionale allo sport Stefania Saccardi. Saccardi, accompagnata dal Gonfalone della Regione, esprime il cordoglio del presidente Enrico Rossi e della giunta regionale alla famiglia dell’atleta e alla squadra di calcio della Fiorentina.  Fino a ieri sera alle ore 22,30 migliaia di cittadini hanno reso omaggio a Davide Astori recandosi per l’ultimo saluto alla camera ardente allestita nel Centro tecnico federale di Coverciano.

Ai funerali è arrivato l’ex presidente del consiglio Matto Renzi, già sindaco di Firenze e tifoso della Fiorentina. Il segretario dimissionario del Pd è entrato in chiesa assieme al patron viola Diego Della Valle. Al suo arrivo Della Valle è stato salutato da un lungo applauso da parte della folla in piazza e l’imprenditore si è rivolto ai tifosi mettendo la mano sul cuore in segno di ringraziamento. Tra le autorità presenti alle esequie il ministro dello Sport, Luca Lotti. Ai funerali partecipa anche Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazione allenatori

Mentre piazza Santa Croce continua a riempirsi di gente,  nella basilica anche  il presidente del Coni Giovanni Malagò, il commissario straordinario della Figc Roberto Fabbricini e il suo vice Alessandro Costacurta e l’ex commissario tecnico Gian Piero Ventura. Arrivate poi le delegazioni delle squadre, tra queste l’Inter, rappresentata da Zanetti, il tecnico Spalletti, Ranocchia, Borja Valero e Vecino, che hanno giocato con Astori fino all’anno scorso. Per tutti applausi, anche all’arrivo della delegazione dell’Atalanta, della Cremonese, del Venezia, del Genoa, rappresentato da un altro ex viola come Giuseppe Rossi. All’interno della Basilica si trovano anche il sindaco di Firenze Dario Nardella e il presidente del Consiglio regionale della Toscana Eugenio Giani.

Il compagno di squadra Milan Badelj, rivolgendosi al suo capitano, al termine dei funerali ha letto a nome dei compagni una lunga e toccante lettera d’addio.”Grazie Davide, tu per noi sei la nostra luce, tu sei il calcio puro dei bambini, il figlio e il fratello che tutti vorremmo avere.Non sapevi parlare le lingue, però ti facevi capire da tutti perché parlavi con il cuore – ha continuato il centrocampista viola – E questo è un doni di pochi eletti”.
Durante la cerimonia funebre ha cantato il coro del Maggio Musicale Fiorentino. All’esterno, con la piazza sempre più gremita, non sono mancati malori con continuo intervento di medici e infermieri.
Con la voce rotta dal pianto, Marco Astori, fratello di Davide, ha preso la parola alla cerimonia funebre: “Non ci sono tante parole: dicevo sempre a lui che quando facevano le interviste diceva sempre le stesse cose, quindi faccio la stessa cosa anche io. In questi giorni ci avete dimostrato quanto volevate bene al mio Davide”.
All’uscita del feretro la folla in piazza ha intonato l’inno della Fiorentina e sono stati accesi fumogeni viola. Dalla piazza, dove erano presenti circa 10.000 persone, viola anche per le tantissime sciarpe portate dalle migliaia di persone presenti, si è alzato poi il coro ‘Un capitano, c’è solo un capitano’. Sul sagrato della basilica intanto il sindaco Dario Nardella, davanti al feretro, ha abbracciato i familiari del capitano viola.
All’uscita dalla chiesa i genitori Davide, Renato e Anna Astori, si sono rivolti alla folla per salutare e ringraziare. Il feretro di Astori è partito, accompagnato dal fratello Marco, per San Pellegrino Terme (Bergamo), paese della famiglia del giocatore, dove stasera si terrà una veglia funebre. Astori sarà poi sepolto nel cimitero di San Pellegrino Terme.
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