Banca Etruria: truffa, pm chiede 13 condanne per dirigenti

Davanti al giudice monocratico del tribunale di Arezzo il pm Julia Maggiore, titolare dell’inchiesta su Banca Etruria per il filone relativo alla truffa, ha chiesto tre anni per i così detti ‘istigatori’ ovvero coloro che, secondo l’accusa, avrebbero pressato i direttori delle filiali a vendere le obbligazioni subordinate a un pubblico indistinto.

In tutto le richieste di condanna avanzate dal pm al termine della sua requisitoria, sono tredici, una quella di assoluzione.
Le richieste partono dai 3 anni e 800 euro di multa per i dirigenti Luca Scassellati e Federico Baiocchi Silvestri a 2 anni e mezzo, e 700 euro di multa, per Samuele Fedeli e Luigi Fantacchiotti. Per loro l’accusa era di istigazione alla truffa. Per gli altri nove, accusati di truffa aggravata, la richiesta è stata di un anno e mezzo di reclusione e 600 euro di multa.
Chiesta invece l’assoluzione per un quinto dirigente Paolo Mencarelli dal momento che la truffa era stata denunciata da un ingegnere aretino che aveva perduto nella risoluzione della banca mezzo milione. Il professionista ha ritrattato in aula, ammettendo che la firma sul documento di acquisto delle subordinate era effettivamente la sua.

Etruria: indagati commissari nominati da Bankitalia per abuso d’ufficio

I commissari di Banca Etruria nominati da Bankitalia nel febbraio 2015 e rimasti in carica fino alla risoluzione del novembre successivo, sono indagati dalla procura di Arezzo per abuso d’ufficio.

La vicenda è relativa alla vendita di un pacchetto di sofferenze dell’istituto, realizzata dai commissari a ridosso della risoluzione.
E’ quanto pubblica oggi la Stampa, spiegando che il fascicolo di indagine è stato aperto nel 2018 e che a ottobre scorso il gip ha autorizzato la proroga delle indagini.
Secondo quanto riportato dal quotidiano, la vendita riguarda un pacchetto di crediti del valore nominale di 301,7 milioni di euro ceduto per 49,2 mln, con una plusvalenza per l’istituto di circa un milione.
In base a quanto riportato nella richiesta di proroga delle indagini l’abuso d’ufficio è ipotizzato perchè la vendita sarebbe avvenuta “a prezzi, condizioni contrattuali e in tempi tali da violare quanto disposto” dall’articolo del testo unico bancario che regola i compiti dei commissari nonchè anche la violazione da parte dei commissari dell’articolo 97 della Costituzione circa il dovere di imparzialità tenuto conto delle offerte o disponibilità avanzate da terzi.

Banca Etruria: udienza rinviata al 15/1, sentenza a fine maggio

E’ stata rinviata al 15 gennaio 2019, per un difetto di notifica, l’udienza preliminare del processo per falso in prospetto di Banca Etruria.

L’udienza su Banca Etruria era in calendario oggi davanti al gup Fabio Lombardo che, dopo aver verificato l’irregolarità formale dovuta al difetto di notifica, ha rinviato al prossimo 15 gennaio. La chiusura del processo, ma è ancora molto presto per dirlo, sarebbe stata indicata per il prossimo 20 maggio. Sul banco degli imputati l’ex presidente Giuseppe Fornasari, l’ex direttore generale Luca Bronchi e il funzionario Davide Canestri.

Il capo di imputazione è ‘falso in prospetto’ e si riferisce al collocamento nel 2013 delle obbligazioni subordinate poi azzerate dal decreto Salvabanche. Secondo l’accusa, sostenuta dal pool di magistrati che si occupano della vicenda Etruria e dei vari filoni, i risparmiatori al momento della sottoscrizione dei titoli non sarebbero stati informati correttamente sulla reale situazione dell’istituto di credito.

Banca Etruria: anche dal Veneto alla manifestazione di Arezzo

Sono arrivati anche da Vicenza con lo striscione ‘Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza’ per sostenere i risparmiatori di Banca Etruria

“Siamo in attesa di conoscere se arriveranno i soldi per i rimborsi, quello che conta è che sia fatta giustizia”, ha detto Luigi Ugone dell’associazione ‘Noi credevamo in Banca Popolare di Vicenza’. “Quello che è più clamoroso – ha puntualizzato Letizia Giorgianni del Comitato vittime salvabanche – è che purtroppo quello che è accaduto a noi può ancora succedere dal momento che nel processo non sono state coinvolte Consob e Bankitalia. Se anche arriverà giustizia dal tribunale cambierà poco”. Il corteo, con il drappello di manifestanti muniti di cartelli di protesta su cui si legge ‘assolto, prosciolto, prescritto, tutti santi’, ‘banchiere delinque giustizia connivente’, è partito dal centro di Arezzo, dove si trova la sede storica della ex Banca Etruria fino al palazzo di giustizia dove si sta svolgendo l’ udienza per il filone bancarotta. Oggi sono in corso le arringhe degli avvocati difensori degli imputati.

Toscana e Lazio: assalti in banche, arrestato a Catania

Arrestato Sebastiano Chiarenza, dopo una condanna dovuta ad assalti in banche della Toscana e  del Lazio, era un componente di una banda di rapinatori

Sebastiano Chiarenza, 53 anni, è stato condannato dal Tribunale di Cassino (Fr) a 8 anni e 4 mesi di reclusione per rapine commesse da una banda in banche della Toscana e del Lazio tra il 2008 e il 2011.

Lo ha catturato il personale del commissariato di San Cristoforo a Catania, in esecuzione di un ordine di carcerazione, emesso lo scorso 24 settembre, dalla Procura di Cassino per danneggiamento, furto aggravato e rapina aggravata.

Tra i colpi messi a segno dalla banda spicca quello ai danni della filiale di Grosseto della Banca Etruria che fruttò un bottino di circa 300.000 euro.

Chiesta archiviazione, ma resta indagato, Pierluigi Boschi

Arezzo, alcuni quotidiani riportano oggi la richiesta dell’archiviazione, per quanto riguarda il filone delle indagini del falso in prospetto, per gli ex componenti del CDA di Banca Etruria, tra cui Pierluigi Boschi, padre dell’ex ministro Maria Elena.

Sempre per il filone relativo all’accusa di falso in prospetto nell’ambito dell’inchiesta sul crac di Banca Etruria per il quale era indagato Boschi, la procura di Arezzo ha invece chiesto il processo per l’ex presidente dell’istituto Giuseppe Fornasari, l’ex dg Luca Bronchi e l’ex dirigente Davide Canestri, l’udienza preliminare è prevista per il 6 dicembre.

Ma il padre dell’ex ministra Boschi resta ancora indagato per bancarotta, nel filone sul crac di Banca Etruria, secondo l’accusa infatti, sarebbero state applicate delle ‘condotte distrattive’, per almeno 300 milioni, solo negli ultimi anni di vita della banca, da parte degli amministratori dell’istituto bancario.

Tra le ‘distrazioni’ ricordiamo il caso, che fece scalpore, del finanziamento alla ‘Privilege Yard’, per un fantomatico yacht, da 30 milioni, che avrebbe dovuto essere già in costruzione a Civitavecchia, che però non venne mai realizzato.

 

Exit mobile version