Banca Etruria: azione per risarcimenti Consob a vittime salvabanche 

L’ Associazione Vittime del Salvabanche ha preannunciato con un comunicato che promuoverà “una causa risarcitoria contro Consob, e la società di revisione di Banca Etruria, alla quale potranno aderire i risparmiatori che detenevano titoli di Banca Etruria”.

Questo è avvenuto dopo che “la sentenza della Corte d’Appello di Firenze ha annullato le multe inviate dalla Consob ad alcuni ex amministratori di Banca Etruria e dimostrato con evidenza il cattivo operato della Consob”.

“Adesso non sarà più possibile ignorare il nesso tra il cattivo operato di Consob e le perdite economiche subite dai risparmiatori di Banca Etruria” sottolinea nel comunicato la presidente dell’associazione, Letizia Giorgianni.

Banca Etruria: Corte Appello, crisi nota a Consob a fine 2013

La Consob sapeva fin dal dicembre del 2013 della gravissima situazione in cui si trovava Banca Etruria, grazie ai documenti e alle informazioni ricevute da Bankitalia, e dunque le sanzioni comminate ad amministratori e sindaci per le supposte mancate informazioni contenute nel prospetto dell’aumento di capitale di fine 2013 sono frutto di un procedimento avviato tardivamente. Con questa motivazione la Corte d’Appello di Firenze ha annullato alcune sanzioni emesse dall’authority di Borsa nel 2017 in relazione alla vicenda Banca Etruria.

La decisione riguarda l’appello presentato dagli ex sindaci di Banca Etruria (Tezzon Massimo, Cerini Paolo, Neri Gianfranco, Polci Carlo) e l’ex amministratore Andrea Orlandi, tutti difesi dall’avvocato Renzo Ristuccia, contro le sanzioni emesse da Consob nel luglio del 2017. E segue una sentenza del tutto analoga con cui lo stesso Tribunale ha annullato un’analoga sanzione verso un altro ex consigliere, Alberto Bonaiuti. La Corte d’Appello ha accolto la tesi di amministratori e sindaci secondo cui la Consob avrebbe esercitato tardivamente il suo potere sanzionatorio, oltre il termine di 180 giorni. Nel motivare la decisione i giudici esaminano le interlocuzioni tra le due authority e contestano la tesi secondo cui la Consob avrebbe avuto solo nel maggio del 2016 “la disponibilità di tre fondamentali documenti” di Bankitalia relativi alla situazione di Banca Etruria (la nota rivolta alla banca del 24 luglio 2012, i rilievi dell’ispezione formulati il 5 dicembre 2013 e la nota inviata direttamente al Presidente Etruria il 5 dicembre 2013). Anche se è vero che Consob non ha ricevuto la nota del 24 luglio 2012 è “documentalmente dimostrato che, ben prima di tale momento” l’authority “era sicuramente venuta a conoscenza di documenti di Banca d’Italia” sullo stato di Etruria “ben più pregnanti e significativi” e dunque tali “da dover costituire il presupposto per le verifiche di sua competenza”.

Inoltre il rapporto ispettivo di Banca d’Italia su Bpel “era sicuramente conosciuto da Consob quantomeno a febbraio 2014” e “Banca d’Italia ha sicuramente trasmesso a Consob i risultati dei propri accertamenti ispettivi del 2013” a inizio dicembre 2013. “Ancora più significativa” è la nota riservata di Bankitalia a Consob del 6 dicembre 2013 in cui Bankitalia dice chiaramente che Etruria non è “più in grado di percorrere in via autonoma la strada del risanamento”, imponendone l’aggregazione con un altro istituto e riservandosi “ogni ulteriore iniziativa ritenuta necessaria ad assicurare condizioni di sana e prudente gestione e a tutelare i depositanti della banca”.

“Di più Banca d’Italia non poteva dire a Consob”, affermano i giudici: “Non era abbastanza per Consob – si chiedono – per cominciare ad indagare sulla trasparenza e veridicità del prospetto dell”offerta al pubblico delle azioni in aumento di capitale che si era avuta nei mesi precedenti?”. Sapendo Consob dal 6 dicembre 2013 che Etruria “era sull’orlo del commissariamento a meno che non si fondesse con una banca più grande – concludono i giudici -, delle due l’una”: se l’authority sospettava che il prospetto dell’aumento di luglio 2013 fosse stato “falso e fuorviante”, avrebbe dovuto “cominciare subito l’indagine”. Se invece avesse accertato che era veritiero “non si poteva irrogare alcuna sanzione”.

Banca Etruria: slitta a settembre sentenza per ex dg 

La sentenza del gup di Arezzo Giampiero Borraccia sulla bancarotta di banca Etruria slitta a settembre: non ci sono più i tempi per il verdetto entro luglio.

E’ il senso dell’udienza nella quale l’ex direttore generale Luca Bronchi, uno dei quattro imputati che ha optato per il rito abbreviato, ha affrontato il penultimo tema della sua difesa quello della liquidazione da 1,2 milioni (700 mila euro netti) che banca Etruria gli concesse dopo la rottura del rapporto con l’ultimo presidente Lorenzo Rosi e il Cda.
Per l’accusa è bancarotta per distrazione, perchè quei soldi non dovevano essere pagati. Anzi è la madre di tutte le bancarotte perchè fu la prima a essere contestata nel marzo 2016, agli albori dell’inchiesta, con l’iscrizione nel registro degli indagati di tutto il consiglio d’amministrazione dell’epoca (tranne Giovanni Grazzini astenuto), di Rosi e dello stesso Bronchi.
Il gup Anna Maria Lo Prete corresse poi parzialmente il tiro, una parte della liquidazione (300 mila euro) era legittima a norma di contratto di lavoro, ma tutto il resto era una distrazione da bancarotta per la quale dispose il sequestro dei 400 mila euro residui.
La responsabilità, però, non era del Cda ma solo di Rosi e Bronchi, i due appunto ora a processo per quel capitolo di imputazione. La prossima volta, prima del controinterrogatorio dei pm, Bronchi affronterà l’ultimo capo di imputazione a lui contestato, quello relativo ai finanziamenti a Intermedia, società del finanziere Giovanni Consorte.

Banca Etruria: risparmiatori manifestano davanti tribunale Arezzo 

Un gruppo di risparmiatori ha manifestato questa mattina davanti al tribunale di Arezzo in relazione al processo in corso su Banca Etruria.

Un gruppo composto da una cinquantina di risparmiatori ha manifestato questa mattina davanti al Tribunale di Arezzo dove è in corso l’udienza per il processo con rito abbreviato relativo al filone bancarotta dell’inchiesta su banca Etruria.

In aula l’ex dg dell’istituto di credito Luca Bronchi che così come l’ex presidente Giuseppe Fornasari, l’ex vicepresidente Alfredo Berni e l’ex consigliere Rossano Soldini ha optato per il rito abbreviato.

“Dopo la fregatura Banca Etruria no a quella della Magistratura”, “Banchiere delinquente giustizia connivente” gli eloquenti cartelli esposti dai manifestanti guidati dalla presidente dell’associazione Vittime salvabanche Letizia Giorgianni che ha detto: “la nostra preoccupazione è che tra denunce ritirate e scadenze dei termini alla fine chi ha concesso prestiti facili causando la bancarotta di Etruria non verrà punito”.

Al termine una delegazione di risparmiatori è stata ricevuta dal procuratore della Repubblica di Arezzo Roberto Rossi che ha ascoltato le istanze e rassicurato sui tempi dei processi e l’impegno della procura.

Banca Etruria: appello slitta un anno, protesta degli ex obbligazionisti

Presidio degli ex obbligazionisti di Banca Etruria, dell’Associazione “Vittime del salvabanche” questa mattina, davanti al Palazzo di Giustizia di Firenze, per protestare contro il rinvio di un anno del processo di appello per il filone di inchiesta su Banca Etruria, relativo all’accusa di ostacolo alla vigilanza.

Alcune decine i risparmiatori di Banca Etruria che, insieme alla presidente dell’Associazione Letizia Giorgianni, a partire dalle 9, hanno manifestato davanti al tribunale di Firenze, gridando “vergogna vergogna”: sono stati esposti striscioni con scritto “giustizia connivente” e “la giustizia si è persa tra i boschi”.
“Il processo è stato rinviato per un anno per indisponibilità degli avvocati, questo vuol dire che il buonsenso è stato calpestato”, afferma Andrea Vivi, uno dei risparmiatori presenti oggi al presidio. “Rimandare il procedimento di un anno avvicinandolo alla prescrizione e tutto perché gli avvocati non sono disponibili fa capire – aggiunge Vivi – che c’è un disegno per non far pagare chi deve pagare; purtroppo gli unici ad averci rimesso siamo noi”. “Si vuole abbuiare tutto – conclude – su 135mila famiglie per ora ne sono state rimborsate parzialmente meno di 15mila”.

Salvini ad Arezzo: “Se centrodestra al Governo, truffati dalla banche saranno risarciti”

Megafono alla mano il leader della Lega Matteo Salvini, dinanzi alla sede di Banca Etruria ad Arezzo, annuncia che se il centrodestra andra’ al governo risarcira’ “chi e’ stato truffato” nella vicenda delle banche. “Voglio mandare a casa il Pd, Boschi e Renzi”.

Salvini afferma: “Avete visto ieri sera al tg1 quel frescone di Renzi che dice che la disoccupazione e’ diminuita? C’è un partito, il Pd di Renzi che ha preso la Toscana come mucca da mungere, e una volta incassato il malloppo se ne va da altre parti e manda madamigella Boschi a candidarsi a Bolzano perche’ hanno vergogna di farsi vedere dai cittadini”.

“Tassa unica al 15%, cancellare la legge Fornero che fa lavorare i 66enni ed impedisce ai 20enni di inserirsi nel mondo del lavoro -aggiunge il leader della Lega-. La Toscana è stata sfruttata e derubata della sua identità economica, è l’ora di ripartire dai piccoli”, ha aggiunto Salvini incontrando alcuni negozianti insieme al responsabile regionale Manuel Vescovi e i candidati in Toscana Claudio Borghi e Tiziana Nisini.

Riferendosi agli ultimi sbarchi ed agli ultimi dati sull’immigrazione aggiunge: “Vogliamo arrivare a eliminare tutti i clandestini e restituire l’Italia agli italiani. Soccorrere tutti, trarre in salvo tutti ma riportarli subito nella loro terra d’origine”.

Al Corriere il leader della Lega,  chiudendo all’ ipotesi di un governo di larghe intese ha dichiarato “Se succedesse questo sarebbe un tradimento non di Salvini o della Lega, ma degli italiani. Io personalmente, a fronte del fatto che mancano trenta giorni al voto, ho un’idea per l’Italia per i prossimi trent’anni”. Poi dà un giudizio positivo sul Quirinale:”Penso che Mattarella svolgerà il suo ruolo nel rispetto di tutti, non come fece Napolitano”. Alla domanda se la Lega non si lascerà tentare da un’alleanza con il Movimento 5 stelle, Salvini risponde netto: “No. Di Maio cambia idea troppo spesso su temi troppo importanti come lo ius soli o l’immigrazione”. La Fornero? “Non lo so, forse siamo vicini. Ma non è questo il punto. Se andiamo noi al governo la legge Fornero non vede il 2019”.

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