Firenze: dall’8 dicembre la ruota panoramica alle Cascine

La ruota è alta  55 metri e  rimarrà fino al 10 giugno prossimo. Tra le altre iniziative  e attrazioni nel periodo natalizio, fra cui la pista di pattinaggio sul ghiaccio di 1340 mq, la più grande d’Italia, e l’albero di Natale intorno a cui pattinare.

La commissione comunale istituita per valutare i progetti per la ruota panoramica, la cui installazione è prevista quest’anno in piazzale Vittorio Veneto, alle Cascine, ha valutato positivamente la proposta pervenuta da The Wheel srl.

La ruota resterà fino al 10 giugno, senza possibilità di proroga perché, come si spiega da Palazzo Vecchio, l’area sarà interessata dai lavori di riqualificazione. Nel progetto presentato e approvato ci sarà anche un villaggio natalizio per famiglie e bambini ed è previsto, come era stato richiesto dal Comune, anche un piano sicurezza con “ampio presidio dell’area”.

“Dopo il successo della ruota alla Fortezza quest’anno abbiamo scelto l’area dell’ingresso delle Cascine, a pochi metri dalla fermata della tramvia quindi in un’area anche facilmente raggiungibile – spiega il sindaco Dario Nardella -. Sarà un vero e proprio villaggio di Natale con tante iniziative per famiglie e bambini che saranno un’ottima occasione per portare socialità e divertimento in questo angolo meraviglioso di Firenze. La scelta di questa posizione è anche stata pensata per garantire presidio sociale e sicurezza: dove c’è socialità, con famiglie, bambini, giovani, c’è anche più sicurezza. Ringraziamo la soprintendente Antonella Ranaldi per l’attenzione dimostrata”.

“L’installazione di una attrazione di spettacolo viaggiante per sei mesi alle Cascine è una sperimentazione per valutarne il gradimento e l’impatto paesaggistico” aggiunge l’assessore al commercio Giovanni Bettarini.

Arno: la Soprintendente lancia da Controradio una ‘call’ per i giardini galleggianti

Arno: la Soprintendente lancia da Controradio una ‘call’ per i giardini galleggianti. Dialogo oggi nei nostri studi con Antonella Ranaldi, 𝘚oprintendente per la tutela dei beni archeologici, del paesaggio e delle belle arti, subentrata nel novembre scorso  ad Andrea Pessina ribattezzato ‘il signor no’ per i numerosi stop posti a partire da quello per le pensiline della tramvia fino al progetto Casamonti per il Franchi.

Ranaldi si pone in discontinuità, come una referente che vede conservazione e sviluppo in dialettica ma non in conflitto.

Ed in studio con Chiara Brilli ha risposto anche alle segnalazioni e domende degli ascolatori, lanciando una proposta: “le sponde dell’Arno mi stanno molto a cuore, sto pensando a recuperarne la vivibilità come sponde arboree con giardini sull’acqua, attendo delle proposte a riguardo”, ha affermato confermando inoltre la fattibilità della ruota panoramica quasi sicuramente alle Cascine.

Uno dei temi caldi è stato quello delle pensiline della tramvia: “Attendo che il Comune di Firenze mi presenti un progetto alternativo da valutare”, facendo alcune considerazioni sul trasporto pubblico e la sua centralità anche nella gestione della Firenze diffusa.

Fiduciosa nel percorso del progetto di restyling del Franchi valutato positivamente, è tornata anche ribadire la contrarietà invece per l’abbattimento delle curve ed  ha mostrato aperture rispetto alla questione viola park ed a quel muretto di due metri che costeggia la struttura e che sarebbe tra gli intoppi che ne ostacolano il via libera all’accessibilità.

Centri storici, dall’Università un confronto tra conservazione e sviluppo

I centri storici, in particolare delle città d’arte, costituiscono una risorsa preziosa e insieme delicata, custode dei valori e delle tradizioni del territorio ma anche oggetto di una fruizione intensiva, con conseguenze importanti sulla qualità della vita.


Il tema è stato al  centro del convegno “Proteggere i centri storici”, oggi a Villa Ruspoli  a cura del Dipartimento di Scienze giuridiche (Dsg) dell’Università di Firenze, del Comune di Firenze e della Fondazione CR Firenze. Il convegno è frutto del progetto di ricerca “Tradizione e innovazione dei beni culturali e trasformazione dei contesti urbani” che il Dipartimento  ha condotto grazie al finanziamento della Fondazione CR Firenze sul tema della città come “spazio giuridico” nel quale i processi produttivi, le rendite, le tecnologie, il mondo del lavoro e le istituzioni devono avere una propria regolazione. Numerosi i soggetti intervenuti per un confronto che porti a nuovi stimoli e contributi rispetto alle strategie di gestione e sviluppo della città. “Istituzioni e centri storici”, “Il commercio e le attività economiche” “Il fenomeno dell’overtourism” i temi delle tre sessioni di lavoro aperti con il  saluto il sindaco Dario Nardella, la rettrice Alessandra Petrucci, il presidente della Fondazione CR Firenze Luigi Salvadori, insieme al presidente della Camera di Commercio di Firenze Leonardo Bassilichi e al direttore del Dsg Andrea Simoncini.

AUDIO: le dichiarazioni di Salvadori e di Petrucci

“Firenze è stata tra le prime città in Italia a vietare con un regolamento certe tipologie di esercizi in centro storico, a partire dallo stop in piazza del Duomo ad un grande fast food, occorre ragionare su come regolamentare residenza e turismo, la riqualificazione delle piazza attraverso i servizi, e molti altri aspetti complessi e delicati. Per questo sono molto contento dei tanti attori presenti a questa iniziativa perché solo insieme possiamo gestire la situazione”, ha detto Nardella.

“Abbiamo la grande fortuna che tutti vogliono venire a Firenze, la cosa brutta è che ci sono  350 mila abitanti con 16 milioni di presenze turistiche dunque occorre trovare un equilibrio: non pensare come comune ma come area metropolitana e ragionare sui flussi quotidiani e su come gestirli e contrastare il turismo mordi e fuggi che impatta solamente senza apportare benefici”, ha dichiarato Bassilichi.

“Il centro storico non finisce nei suoi confini e questo in particolare per Firenze, le vedute, la corona delle colline, il modo di apprezzare la città porta a considerare il centro storico qualcosa che tesse delle relazioni con il territorio.Tema cruciale ovviamente la conservazione, ma anche lo svuotamento, l’intervento più legittimo è il restauro in un centro storico che però  è un sistema complesso, vivo, fatto di interferenze coi sistemi sociali dunque occorrono politiche che riguardano gli aspetti sociali del vivere”, ha sottolineato la sovrintendente Ranaldi.

Stadio, Soprintendente “No abbattimento curve, andare avanti con restauro”

Stadio Franchi – La Soprintendente Antonella Ranaldi, a margine di un evento a Firenze, interviene sul futuro del progetto del nuovo stadio e sullo stop dei 55 mlilioni di euro del Pnrr da parte dell’Ue. “Andare avanti con i finaziamenti ministeriali confermati, a partire dal restauro. Ipotesi di abbattimento delle curve non sono contemplate per un bene monumentale tra i più significativi di Nervi, che non può essere stravolto”

“Le curve del Franchi non possono essere abbattute, è un bene tutelato. Non si può stravolgere l’opera ma occorre andare avanti nella riqualificazione con la parte dei finanziamenti confermati, a partire dal restauro”. Lo dice la soprintendente Archelologica, Belle Arti e Paesaggio per a Città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato Antonella Ranaldi, a margine di un evento, rispetto al nuovo stadio di Firenze e al restyling del Franchi. “Con l’amministrazione c’è sintonia nel perseguire l’interesse verso un bene pubblico”, ribadisce (AUDIO).

“Una parte del finanziamento è venuto meno ma vediamo poi quello che succederà. La parte del finanziamento del Ministero che è la più consitente è confermata, andiamo vanto con quella intento”, aggiunge sottolineando come ci sia sintonia con il Comune.

“L’accordo e la concorrenza con le amministrazioni pubbliche è un dovere e dal dialogo e dal misurare anche posizioni diverse, finora non è accaduto, si trae arricchimento e i rapporto con l’amministrazione comunale sono ottimi perché perseguiamo lo stesso fine, la tutela del bene pubblico”, conclude Ranaldi.

Stadio, Soprintendente Ranaldi: “La copertura deve cambiare”. Nardella: “Faremo pannelli meno impattanti”

Firenze, lo Stadio Artemio Franchi torna a essere dibattito della politica cittadina.

La soprintendente Antonella Ranaldi, succeduta ad Andrea Pessina, in un’intervista a Repubblica, ha praticamente detto che la copertura dello Stadio Artemio Franchi è da cambiare: “È un progetto interessante, soprattutto perché quello che sembrava inizialmente un limite, la tutela dell’architettura di Nervi, si è rivelato invece una risorsa. Il nuovo stadio rispetta filologicamente l’originale e protegge le gradinate. Il punto più critico semmai è il fotovoltaico. Mi aspetto una soluzione tecnologicamente più avanzata rispetto alla semplice posa dei pannelli sulla copertura”. Infatti, prosegue, “La tettoia è molto visibile dalla collina di Settignano, ci vuole qualcosa che sia esteticamente più accettabile. Si potrebbe trattare di materiali più performanti oppure di pellicole fotovoltaiche, meno impattanti. Aspetto la proposta degli architetti”.

Il sindaco di Firenze Dario Nardella, a margine di un evento in città, ha commentato le dichiarazioni dalla soprintendente sul restyling dello stadio Franchi. “La prescrizione sui pannelli” della copertura del nuovo stadio Artemio Franchi “era già stata fatta presente, vuol dire che faremo i pannelli meno impattanti e più belli. Per il resto apprezzo il fatto che la soprintendente abbia espresso un giudizio positivo su tutto il progetto. Noi andiamo avanti, senza nessun problema”.

Antonella Ranaldi, soprintendente Belle arti di Firenze: “Loggia Isozaki, non sappiamo se si farà: probabilmente no”. E poi ‘Stadio’ e ‘Fotovoltaico’

Firenze, Antonella Ranaldi, soprintendente Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Firenze, in audizione in videoconferenza alla commissione Cultura e sport del Consiglio comunale di Firenze, ha affrontato alcuni dei temi importanti dei quali si dovrà occupare nel suo mandato.

Per la Galleria degli Uffizi “ci sono altri lavori che interesseranno l’uscita, quindi sul retro – ha detto la soprintendente Ranaldi – e si è inserito questo tema della loggia Isozaki che non sappiamo se si farà: probabilmente no, quindi bisognerà vedere quale soluzione mettere in opera”.

Per quanto riguarda i cantieri e l’ormai famigerata gru che sta caratterizzando da anni lo skyline del centro storico di Firenze: “quello che ho raccomandato, soprattutto ai miei, è cercare di accelerare e toglierli, perché siamo in dirittura d’arrivo in questo senso – ha detto Antonella Ranaldi – Si è fatto tanto per gli Uffizi – ha aggiunto -, sono stati interventi distribuiti nel tempo in tanti anni, con tanti finanziamenti”, e “il museo è sempre stato aperto e ha accolto i visitatori: il prezzo è stato quello degli apparati di cantiere che ci devono essere, e che sono ben visibili”.

Stadio Artemio Franchi

Sul restyling dello stadio Artemio Franchi, Ranaldi ha sottolineato: “Il percorso che è stato fatto dal mio predecessore ha permesso la tutela di un’opera di architettura molto importante”, perché “non è il fatto che lo stadio sia tutelato a impedire che ci possano essere interventi, e così vale per tanti altri edifici, opere d’arte, opere di architettura. Si tratta quindi di avere una posizione ferma, ma nello stesso tempo aperta alla vivibilità di questi edifici, senza la quale tutto deperisce”.

Fotovoltaico a Firenze

“Firenze è una città particolare, che merita tutte le attenzioni, quindi non si può dire che il fotovoltaico non si possa fare, però va regolamentato come in effetti è stato fatto con l’esclusione di alcune zone”, perché “che si possa mettere dappertutto mi sembra complicato – ha affermato Antonella Ranaldi – Se ad esempio – ha spiegato – si individuano delle zone, capannoni industriali, nuove costruzioni, il patrimonio costruito dal Dopoguerra in poi, cioè quello che non ha 70 anni e che è estesissimo, come sede privilegiata proprio per la produzione di energia elettrica, secondo me si fa un’operazione un po’ da gestire, in cui bisogna fare delle scelte, in comprensori più di tipo industriale”.

In questo modo, ha osservato Ranaldi, sarebbe possibile “compensare quelle limitazioni per cui i proprietari che vivono nel centro, nella zona Unesco, non possono usufruire di questi benefici. Compensarle individuando anche interventi importanti ed estesi in cui viene utilizzato il fotovoltaico, che può essere un elemento di progettazione”. In ogni caso, ha concluso la sovrintendente, “confido anche in un impiego tecnologico avanzato: ci sono impianti fotovoltaici invisibili. Il tema è proprio quello della visibilità e della collocazione, quindi incentivare una ricerca tecnologica verso soluzioni ecocompatibili è un compito della soprintendenza”.

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