PD, ex capogruppo al Senato Marcucci non rinnova tessera Partito

“Non ho semplicemente rinnovato la tessera del partito per il 2023”, “poi magari tra 6 mesi decido di riprenderla…”, ha detto l’ex capogruppo dei Dem Andrea Marcucci.

Nel PD  “nel corso degli anni ha espresso tante cose interessanti. Speravo in un partito espressione di un riformismo moderno. Oggi però la sua guida, scelta con meccanismi elettorali pienamente legittimi, è molto distante da quello che penso. Per questo non ho rinnovato la tessera”.  Lo ha detto Andrea Marcucci ex capogruppo al Senato del Partito  Democratico che, dopo 15 anni di militanza, non fa più parte del Pd.

“Con Elly Schlein ci siamo sentiti, penso che riuscirò ad incontrarla nei prossimi giorni perché voglio spiegarle la mia scelta in chiave costruttiva e in una logica di prospettiva – ha aggiunto  Marcucci -. Le riconosco una funzione importante: chi meglio di lei può essere competitiva con i 5Stelle? Un’allenza per contrastare il centrodestra può nascere solo se con i 5Stelle ridimensionati. E lei questa funzione la può svolgere”.

Infine su una possibile federazione dei riformisti, il Terzo Polo, secondo Marcucci “Renzi e Calenda hanno fatto il passo più lungo della gamba. Bisogna puntare alla federazione, come accade in Francia nell’area liberal-democratica, non al partito unico. La litigata tra i due galli nel pollaio è ancora troppo recente, quindi l’ipotesi adesso appare ora un po’ complicata. Però abbiamo il dovere di lavorarci ed io sono un inguaribile ottimista”.

Capitale della Cultura 2024: Viareggio e Grosseto tra le 10 finaliste

Viareggio e Grosseto sono tra le 10 finaliste per diventare Capitale della Cultura 2024. Il Ministero dei Beni Culturali ha emesso oggi la classifica con le dieci città che possono ambire ad aggiudicarsi il titolo di Capitale della Cultura fra due anni.

Grosseto e Viareggio si contenderanno il posto con altre otto città per la Capitale della Cultura nel 2024. Questa la lista completa. 1. Ascoli Piceno; 2. Chioggia (VE); 3. Grosseto; 4. Mesagne (BR); 5. Pesaro; 6. Sestri Levante con il Tigullio (GE); 7. Siracusa; 8. Unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento (SA); 9. Viareggio (LU); 10. Vicenza.

Le Città selezionate verranno audite, in video-conferenza, il prossimo 3 e 4 marzo 2022 da parte della Giuria presieduta da Silvia Calandrelli che dovrà poi indicare al ministro Dario Franceschini la candidatura ritenuta più idonea.

“Un primo importante risultato – scrive su Facebook il primo cittadino di Viareggio Giorgio Del Ghingaro – che conferma quanto la nostra città sia creativa, attraente, innovativa. Adesso si lavora per il risultato: prossimo appuntamento il 4 marzo con l’audizione al Ministero”.

“Sono orgoglioso di annunciarvi – ha commentato il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna – che la nostra città è stata selezionata tra le dieci finaliste per il titolo di Capitale della Cultura 2024».

“Un risultato storico per Grosseto – continua Colonna -, possibile grazie all’impegno, al lavoro di squadra, alla tenacia dell’assessore alla Cultura Luca Agresti, a Promo PA, ai nostri partner istituzionali e a tutta la struttura comunale. Ora, uniti e concentrati in vista dell’ultimo grande step: la selezione della città vincitrice che avverrà ai primi di marzo. La sfida continua!”.

“Complimenti a Viareggio, selezionata oggi tra le 10 città in corsa per diventare Capitale della Cultura nel 2024. Sono orgoglioso di aver sempre sostenuto questa candidatura ed oggi sono ancora più consapevole che Viareggio possa avere le carte giuste per diventare capitale della cultura. Tra le 10 città selezionate, anche un’altra toscana: Grosseto, una soddisfazione in più. Ed ora avanti verso la competizione finale”. Lo scrive sui social il senatore Pd Andrea Marcucci. 

Quest’anno, 2022, sarà Procida la Capitale della Cultura, mentre nel 2023 lsaranno Bergamo e Brescia. Nel 2021 è stata Parma. L’ultima città Toscana, nel 2015, Siena.

Biblioteca di Lucca, “Perché per tenerla aperta devono peggiorare i diritti dei lavoratori?”

Grazie all’impiego di personale esternalizzato la biblioteca di Lucca non chiuderà. Una soluzione contestata dagli attivisti e attiviste di Mi Riconosci che chiedono il riconoscimento dei diritti lavorativi

Il senatore Andrea Marcucci annuncia che la Biblioteca Statale di Lucca non chiuderà, grazie all’impiego di personale Ales. Ma la prospettiva viene contestata dagli attivisti di Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali.

In questi giorni la notizia dell’imminente chiusura della Biblioteca Statale di Lucca, a partire dal 1 aprile, per mancanza di personale. Arriva ora la rassicurazione del senatore Andrea Marcucci che ha annunciato all’istituto e al sindaco lucchese, Andrea Tambellini, la risoluzione del problema: il Ministro Dario Franceschini, infatti, gli ha informalmente assicurato che il servizio da aprile sarà garantito dal personale di Ales Spa, società in-house del MiBACT.

“Il 20 gennaio, intervenendo al question time della Camera, Dario Franceschini ha sottolineato l’importanza di assumere giovani nella Pubblica Amministrazione: senza un serio reclutamento e un rinnovamento generazionale, infatti, il suo Ministero rischia il collasso, viste le gravissime carenze di personale e l’età media molto alta, quasi 55 anni”, spiegano gli attivisti di Mi Riconosci. “Eppure, nelle stesse ore, si è preferito affrontare un problema come quello della Biblioteca Statale di Lucca, ricorrendo per l’ennesima volta a un palliativo: ricordiamo infatti che Ales Spa, che nasce nel 1999 per supportare il MiBACT nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio culturale, è diventata negli anni lo strumento usato dal Ministero per reperire forza lavoro a minor costo e con contratti precari, evitando assunzioni dirette nella Pubblica Amministrazione.”

 

Ales riceve finanziamenti pubblici per garantire la fruizione di molti siti culturali, in Toscana come in tutta Italia, ma nel farlo alimenta spesso la situazione paradossale per cui nello stesso istituto operano persone con compiti identici ma diverso stipendio e contratto. La società fa inoltre uso abituale di lavoratori a tempo determinato (e determinatissimo, finanche pochi giorni) e recentemente si è distinta per aver lasciato a casa, alla vigilia di Natale, tutti i 90 dipendenti che avevano il contratto in scadenza il 31 dicembre 2020. Il ricorso ad Ales deve essere temporaneo e limitato: biblioteche, archivi e musei necessitano di personale assunto in modo più stabile, tramite concorso; di personale che abbia la possibilità di formarsi e operare in maniera continuativa nell’istituto in cui presta servizio.

“Perché, per tenere aperta la biblioteca ci deve essere un peggioramento dei diritti dei lavoratori lì impiegati? Il senatore Marcucci e l’amministrazione cittadina non ritengono che questo sia un problema?” si chiedono gli attivisti.

11 anni fa la strage di Viareggio, Fico: “Vicinanza a familiari vittime. Stato deve essere in prima linea per sicurezza”

11 anni fa, il 29 giugno 2009, la strage alla stazione ferroviaria di Viareggio. Nella notte, un treno merci deragliò e a causa di una fuoriuscita di gas ci fu un esplosione che distrusse abitazioni e infrastrutture. Nel giorno dell’anniversario, vari esponenti politici hanno espresso il loro cordoglio. Anche Marco Piagentini, presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Viareggio, ha parlato a margine della messa di suffragio delle 32 vittime.

L’undicesimo anniversario della strage di Viareggio è un’occasione per rinnovare la vicinanza di tutto il Paese a chi, in quella tragica notte del 29 giugno 2009, ha perso un genitore, una moglie, un marito, un figlio, un parente, un amico, così come a chi è rimasto ferito o ha perso la propria casa. Un’opportunità per rinnovare sentimenti di gratitudine verso l’impegno instancabile delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco, degli operatori sanitari e dei volontari che hanno lottato con coraggio contro le fiamme, che hanno prestato i primi soccorsi, che hanno salvato vite e si sono adoperati con ogni mezzo per mettere in sicurezza i luoghi e i cittadini”. Lo ha scritto il Presidente del Senato Elisabetta Casellati in un messaggio inviato in occasione dell’anniversario della strage di Viareggio.

“Ringrazio il Presidente Marco Piagentini, l’Associazione ‘Il Mondo che Vorrei’, ‘L’Associazione familiari vittime 29 giugno Viareggio’ e tutti coloro che, nonostante le difficoltà e le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria, si sono impegnati per rendere possibile questo prezioso appuntamento con la memoria. Una memoria di dolore, precarietà ed impotenza che è entrata nelle case di tutti gli italiani, insieme alle immagini della Stazione di Viareggio e dei palazzi vicini avvolti dalle fiamme; insieme all’incessante suonare delle sirene; insieme ai volti smarriti e spaventati di donne, uomini e bambini che dalle strade e dalle piazze guardavano con apprensione a quel rogo che sembrava non spegnersi mai”, sostiene. “Una tragedia che non possiamo, non dobbiamo, dimenticare mai e in relazione alla quale incombe sulle istituzioni il dovere di fare piena luce – continua il Presidente del Senato – perché rendere giustizia significa non solo accertare le responsabilità di quello sciagurato incidente ma soprattutto verificarne, chiarirne e comprenderne le reali cause e le dinamiche. Perseguire la verità, quindi, per evitare che disastri come quelli che hanno colpito Viareggio o Genova o tanti altri luoghi in Italia si possano ripetere. Perseguire la verità, per capire come e dove intervenire al fine di sanare e migliorare l’intera rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, in sicurezza e a tutela primaria dell’incolumità di ogni individuo. Perseguire la verità, sempre. È un dovere che abbiamo nei confronti delle 32 vite umane perse a Viareggio e verso le vittime di ogni disastro o incidente costato lacrime, dolore e sofferenze a tutto il Paese” ha concluso il presidente Casellati.

“La notte del 29 giugno di 11 anni fa a Viareggio un treno merci deragliò dopo aver superato la stazione ferroviaria della città. La fuoriuscita di gas provocò una terrificante esplosione e un incendio che devastarono, in pochi minuti, infrastrutture e abitazioni. Trentadue furono le vittime. Alle loro famiglie, ai feriti e a tutta la comunità profondamente colpita da quel tragico evento va tutta la mia vicinanza. Alle associazioni dei familiari delle vittime ed alla cittadinanza va riconosciuto il merito di aver portato avanti l’impegno di mantenere viva la memoria di quanto accaduto e di sviluppare iniziative di sensibilizzazione sui temi della sicurezza nei trasporti. Un impegno che non può lasciare indifferenti Istituzioni e politica, su cui grava il dovere di promuovere condizioni di sicurezza sempre più avanzate nel sistema dei trasporti così come sui luoghi di lavoro”. Ad affermarlo è il presidente della Camera Roberto Fico.

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha presenziato stamani alla messa di suffragio delle 32 vittime della strage di Viareggio (Lucca) che è stata celebrata nel cimitero della Misericordia e che fa parte delle iniziative che oggi sono organizzate nella città 11 anni dopo il disastro ferroviario del 29 giugno 2009. Il ministro ha seguito tutta la funzione religiosa celebrata dall’arcivescovo di Lucca Paolo Giulietti, poi al termine si è trattenuto con i familiari delle vittime. Tra i temi giudiziari sollevati nei processi sulla strage di Viareggio c’è quello della prescrizione su alcuni reati, contro cui i familiari delle vittime si sono battuti, anche trovando un’interlocuzione col Guardasigilli dei M5s.

“Undici anni fa il deragliamento a Viareggio del treno cisterna di gpl seguito dall’esplosione in cui persero la vita 32 persone. Una notte destinata a restare una ferita aperta nei cuori di tutti noi, cittadini di Viareggio e italiani, oggi come allora riuniti nel ricordo. Piangiamo chi non c’è più, il dolore incalcolabile, per cui nel giugno 2011 ho presentato la legge speciale Viareggio a sostegno ai parenti delle vittime, che non possono essere lasciati soli. Oggi ricordiamo anche il coraggio di Carmine Magliacano, il capostazione che quella notte riuscì a salvare centinaia di vite impedendo ad altri due treni di finire tra le fiamme: la sicurezza deve essere garantita ai cittadini attraverso standard e controlli rigorosi, ma anche grazie all’assistenza professionale di figure fondamentali come i capotreno, affinché quanto successo si trasformi in monito permanente e costruttivo per il futuro dei trasporti nel nostro Paese”. Lo scrive in una nota la deputata toscana di Forza Italia, Deborah Bergamini.

“Il ministro Bonafede è venuto alla messa in ricordo delle vittime come già accaduto negli anni scorsi, in segno di vicinanza nei confronti dei familiari della strage. A lui, al quale abbiamo chiesto di continuare a tenere alta l’attenzione sul nostro processo, va la nostra stima. Alla luce della nostra vicenda giudiziaria ultimamente abbiamo lanciato delle proposte: prima fra tutte l’interruzione della prescrizione nei processi con imputati per disastro colposo, pensiamo per esempio anche a Genova”. Lo ha detto Marco Piagentini, presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Viareggio, il quale, durante la notte del 29 giugno 2009, perse due figli e la moglie. “Riguardo al processo, aspettiamo si fissi una data per la Cassazione – aggiunge Piagentini-. I reati di incendio e lesioni colpose gravi e gravissime sono già andati in prescrizione. I capi d’imputazione rimasti ora a rischio sono il disastro ferroviario e l’omicidio colposo plurimo, per fortuna restano in piedi perché c’è l’aggravante dell’incidente sul lavoro.

“ll 29 giugno, quasi a mezzanotte. Un’esplosione improvvisa squarcia per sempre il cielo estivo di Viareggio. Ricordo le fiamme, lo sbigottimento, la paura, l’incredulità di quelle ore, di quei giorni”. Così con un post sulla sua pagina Facebook il capogruppo Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci ricorda L’undicesimo anniversario della strage ferroviaria di Viareggio. “Viareggio – ricorda il capogruppo- la città scanzonata del Carnevale, la città che insegna al mondo come saper ridere, attonita, senza parole, incredula. Il silenzio sepolcrale del funerale celebrato allo Stadio dei Pini, diecimila persone sugli spalti, eppure nessun rumore, una gran voglia di piangere per una ferita che non avrebbe potuto cicatrizzarsi mai. E poi la fretta, la rabbia, la ricerca affannosa della verità, il processo. Quella notte a Viareggio è successa una cosa che non doveva succedere. 11 anni dopo, in un’altra estate ‘particolare’, il ricordo commosso di una grande comunità che non dimentica, alle 32 vittime innocenti di quella assurda strage”.

Lorenzo Braccini

“Meglio che muoia un renziano che uno di sinistra” polemiche per il post su Facebook

Il segretario dell’Unione Comunale del Partito Democratico di Casciana Terme Lari, Samuele Agostini, ha scritto un post su facebook che ha scatenato molte polemiche: “Se prendessi il virus e mi accorgessi che sono spacciato un minuto prima di morire prenderei la tessera di Italia Viva. Sempre meglio che muoia un renziano che uno di sinistra”. Non sono mancate le reazioni.

“Una vergogna che anche di fronte all’allarme sociale generato dal coronavirus, ci sia chi non riesce a fermare l’odio politico per chi ha posizioni politiche diverse. Arrivando addirittura ad augurare la morte”. Ha dichiara il deputato di Italia Viva Marco Di Maio commentando il post.

Il Pd da Roma prende le distanze. “Condanniamo con forza quanto detto dal segretario Pd di Casciana Terme Lari, Samuele Agostini, che in un post su facebook ha rivolto nei confronti di Italia Viva parole infamanti e offensive. Nella comunità democratica non troverà mai spazio l’odio e l’insulto contro i quali ci battiamo e ci batteremo senza guardare in faccia a nessuno”, afferma il responsabile organizzazione del Pd Stefano Vaccari.

“Ci dissociamo dalle parole di Samuele Agostini. Non importa che si tratti di battute ironiche. Il suo post su facebook è di cattivo gusto e quei toni non appartengono allo stile di rispetto che il nostro partito ha nella dialettica politica”. Così il coordinatore della segreteria del Pd toscano, Lorenzo Becattini.

Le deliranti parole del segretario Pd di Casciana Terme Lari non meritano neanche un commento. Credo che Samuele Agostini non abbia ben compreso che nella nostra comunità sono bandite le offese e gli insulti. Sono certo che si prenderanno immediati provvedimenti”. Lo afferma il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci, a proposito di un post Facebook dell’esponente pisano dei dem, che ha scritto: “Sempre meglio che muoia un renziano che uno di sinistra”.

“Ho trovato molto gravi le parole di Samuele Agostini nei confronti di Italia Viva e dei suoi simpatizzanti e non vogliamo in alcun modo che certe affermazioni vengano associate alla comunità del Partito democratico. Per questo oggi stesso, appresa la notizia del suo post su Facebook, l’ho sospeso e ho provveduto a segnalare la vicenda alla commissione di garanzia regionale del nostro partito per i provvedimenti del caso”. Così la segretaria del Pd toscano, Simona Bonafè, in merito al post Facebook di Samuele Agostini contro Italia Viva.

 

 

 

Mostra Raffello, Schmidt: “Comitato si dimette? Non ci mancherà affatto”

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, torna sul caso delle dimissioni dei componenti del comitato scientifico del museo, in polemica con la decisione di prestare il Ritratto di Papa Leone X di Raffaello alle Scuderie dei Quirinale per la mostra in occasione dei 500 anni dalla morte del pittore.

Queste le parole di Schmidt. “Gli Uffizi vanno comunque avanti con il loro grande lavoro scientifico: quel Comitato, insediato lo scorso giugno e dedito a battaglie politicizzate ed ideologiche, non ci mancherà affatto”.

“Solo nel 2019 – ha spiegato Schmidt – le Gallerie, con i loro funzionari e i studiosi, hanno messo nero su bianco oltre 6.500 pagine di ricerche scientifiche, che sono andate a comporre una trentina di volumi, organizzato quattro convegni di studio e decine di conferenze aperte al pubblico. Anche in questo stesso momento agli Uffizi, insieme a tutti i nostri valenti funzionari ed esperti, stiamo portando avanti tanti nuovi progetti di grande valore: continuiamo e continueremo a farlo – conclude -, comitato scientifico o meno”.

“Sto convintamente dalla parte del direttore degli Uffizi Eike Schmidt per la decisione di prestare la grande opera di Raffaello ‘Ritratto di Papa Leone X’ alle scuderie del Quirinale. La contrarietà espressa dal comitato scientifico è a mio giudizio, incomprensibile”. Ad affermarlo il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci, intervenuto sulla vicenda.

Exit mobile version