Covid, Giani: “Ragionare su quarta dose a settembre”

Il Governatore della Toscana Eugenio Giani è tornato a parlare della situazione Covid-19 e dell’eventuale quarta dose da settembre.

A margine di una conferenza stampa a Firenze, Giani, ha spiegato di ritenere importante “cominciare oggi, e l’ho detto anche a Pisa davanti al sottosegretario Costa, a domandarci se a settembre vale la pena una vaccinazione obbligatoria di quarto richiamo per tutti. Io mi atterrò a quello che sono le valutazioni dei tecnici e degli scienziati, non possono essere queste valutazioni politiche, però sento che la vaccinazione dovrà essere intensa e quindi vale la pena ragionarci e prendere delle decisioni per tempo. Perché se c’è da programmare una vaccinazione questa volta” sarebbe meglio “non farlo a settembre quando ci accorgiamo che aumentano i contagi”. Per Giani è necessario che sulla quarta dose per il Covid-19, “ci si rifletta ora per poter programmare da settembre l’eventuale vaccinazione di tutti”.

“La vaccinazione in Toscana ha dato ottimi risultati, sono evidenti – ha detto sempre il Governatore toscano -. I nuovi casi positivi sono in diminuzione. Il tasso di positività è, però, in crescita. Se la tendenza sarà questa, sono persuaso che tra settembre-ottobre sarà necessario il richiamo con una quarta dose, partendo dai più fragili per estenderla poi a tutta la popolazione. Ringrazio medici, infermieri, operatori sanitari e volontari che hanno contribuito a creare in Toscana una macchina organizzativa da quasi 9 milioni di dosi somministrate. Siamo pronti ad affrontare le nuove sfide che ci attendono – ha concluso Giani -. La pandemia è stata una grande lezione di consapevolezza e senso di responsabilità”.

Giani è intervenuto stamani a Pisa a un’iniziativa promossa dall’Ateneo pisano, a cui ha preso parte anche il sottosegretario di Stato alla Salute Andrea Costa. Nell’occasione ha incontrato gli studenti dei corsi di laurea triennali e magistrali dell’area di medicina e farmacia, nell’ambito dell’evento dedicato a ‘L’esperienza Covid e le sfide del futuro: il ruolo dei giovani nel Servizio Sanitario Nazionale’.

 

Farmaceutico militare: aumenta produzione cannabis medica

Firmato oggi accordo tra i ministri della Salute Roberto Speranza e della Difesa Lorenzo Guerini siglato oggi a Firenze presso lo stabilimento militare.

Ampliare la produzione di medicinali a base di cannabis presso lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, oggi pari a 600 kg annui, aprendo anche a privati attraverso appositi bandi, per rispondere alla crescente domanda in Italia nell’ottica di arrivare all’autosufficienza, stimata in 2400 kg. Sono gli obiettivi di un accordo tra i ministri della Salute Roberto Speranza e della Difesa Lorenzo Guerini siglato oggi a Firenze presso lo stabilimento militare. Presenti oggi, tra gli altri, anche il commissario straordinario per l’emergenza Covid, generale Francesco Figliuolo, il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, il direttore generale di Aifa Nicola Magrini, il direttore generale dell’Agenzia Industrie Difesa Nicola Latorre, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e il sindaco di Firenze Dario Nardella.

“La firma di questo protocollo è sicuramente un passo avanti per l’autosufficienza di produzione di cannabis terapeutica, una risposta importante che ci fa guardare al futuro con speranza e fiducia. Con l’accordo viene tracciato un percorso nuovo, la possibilità di predisporre dei bandi di produzione a cui possono partecipare sia realtà pubbliche che i privati rispettando delle regole, possiamo tranquillamente l’autosufficienza, oggi nel nostro Paese il fabbisogno è 2400 kg fabbisogno e noi ne produciamo 600 kg”.

Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa a margine dell’accordo tra i ministeri della Salute e della Difesa per ampliare la produzione di cannabis medica, siglato oggi presso lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. “È anche un freno per il mercato illegale, senza dubbio – ha aggiunto rispondendo ai cronisti -, per svuotare il mercato nero e l’autoproduzione, dobbiamo sicuramente raggiungere l’obiettivo nei tempi più rapidi possibili e quello di oggi è un passo importante. Tutto questo rappresenta anche un’opportunità per il nostro territorio, anche a livello occupazionale, ci sono tanti aspetti positivi nell’accordo siglato oggi”.

Omicidio nel Pratese: arrestato presunto killer in fuga da 11 giorni

Il presunto killer che era in fuga da 11 giorni. Marrucci era armato. Nel blitz i carabinieri del GIS hanno usato alcune ‘flashbang’, le granate stordenti non letali che sono in uso ai reparti speciali delle forze dell’ordine.

Trovato e arrestato con l’accusa di omicidio, Stefano Marrucci, fiorentino di 55 anni, sospettato di aver ucciso il 24 novembre con un colpo di pistola davanti alla sua abitazione di Comeana (Prato) Gianni Avvisato, 38 anni. Si conclude così dopo 11 giorni la sua fuga e latitanza.

Stefano Marrucci, hanno spiegato i carabinieri di Prato in una conferenza stampa, è stato trovato a Firenze in un affittacamere abusivo di via Catalani, nella zona del Romito, neanche troppo lontano dalla sua abitazione, che si trova in linea d’aria a circa 100 metri. L’uomo si era rifugiato nella struttura insieme alla moglie peruviana e ad altre tre persone della stessa nazionalità, le sorelle, su cui al momento non grava nessuna accusa.

I carabinieri hanno fatto irruzione nella casa e l’hanno bloccato immediatamente: gli hanno trovato una pistola carica ed è risultato che è la stessa utilizzata per l’omicidio. La pistola era sul comodino a fianco del letto. Secondo gli investigatori dell’Arma, il 55enne si sarebbe spostato di continuo in questi 11 giorni di latitanza per sfuggire alla cattura in previsione di fuggire all’estero.

Nel blitz che ha portato la notte scorsa alla cattura  sono state usate alcune ‘flashbang’, le granate stordenti non letali che sono in uso ai reparti speciali delle forze dell’ordine. Il ricercato, come gli inquirenti sapevano, era armato di una pistola calibro 9×19 utilizzata per il presunto omicidio del 24 novembre scorso. E in numerose occasioni aveva mostrato di usare con disinvoltura le armi da fuoco contro le forze dell’ordine.

Per questo i 30 agenti intervenuti assieme ai carabinieri di Prato hanno utilizzato nell’affittacamere di via Catalani questi ordigni stordenti, alla cui esplosione si genera un intenso lampo luminoso che stimola i fotorecettori delle cellule dell’occhio, provocando un accecamento di circa cinque secondi. Inoltre il rumore generato dalla granata ha lo scopo di assordare il nemico andando ad influenzare il liquido presente nelle orecchie provocando una perdita d’equilibrio. Lo scopo dell’arma è quello di stordire, confondere e paralizzare per alcuni secondi l’obiettivo e di poter operare azioni tattiche in maggior sicurezza.

Gli accertamenti hanno evidenziato che la pistola era stata rubata in una casa del Livornese nel 2014. Sull’arma trovata a Marrucci verranno effettuati accertamenti balistici per stabilire se è la stessa usata per uccidere Gianni Avvisato. Stefano Marrucci è stato arrestato per omicidio aggravato, detenzione e porto di arma da fuoco, evasione dai domiciliari, detenzione di arma e munizionamento da guerra. Sulla moglie e le sorelle, tutte peruviane, trovate nel rifugio di Marrucci sono stati avviati accertamenti per l’ipotesi di favoreggiamento personale.

Cannabis terapeutica: verso bandi per autosufficienza dell’Italia

Cannabis terapeutica: “Nelle prossime settimane saranno pronti i bandi per la coltivazione di cannabis terapeutica ad uso medico da parte di aziende pubbliche e private”.

Lo ha annunciato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. L’obiettivo è fare in modo che l’Italia diventi autosufficiente. Per il 2021 è stato previsto un consumo di oltre 1400 kg, ma lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze (SCFM) – che dal 2016 è stato indicato per la   produzione nazionale di cannabis per uso medico – è in grado di produrne circa 300kg (Foto). Altri 900 kg sono importati per il 2021 attraverso il ministero della Salute olandese, ed il resto per importazione tramite lo SCFM.

L’obiettivo è fare in modo che l’Italia diventi autosufficiente nella produzione della cannabis
terapeutica per la preparazione dei farmaci galenici necessari a migliaia di pazienti per la terapia del dolore contro numerose patologie, a partire dalla sclerosi multipla. Oggi la produzione italiana non basta a soddisfare la domanda e anche le importazioni dall’Olanda non sono sufficienti, tanto che le farmacie non riescono più a soddisfare le richieste dei
pazienti. Potrebbe dunque rappresentare una svolta l’annuncio, da parte del sottosegretario alla Salute Andrea Costa, che nelle prossime settimane saranno pronti i bandi per la coltivazione della cannabis ad uso medico da parte di aziende pubbliche e
private italiane.

A regolare l’approvvigionamento e l’uso in Italia è la legge 172/2017, che ha disposto che le preparazioni magistrali a base di cannabis prescritte dal medico per la terapia contro il dolore, nonché per gli altri impieghi previsti, siano a carico del Servizio sanitario nazionale. L’impiego terapeutico riguarda, in particolare, dolore cronico e quello associato a sclerosi multipla e a lesioni del midollo spinale; nausea e vomito causati da chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV; come stimolante dell’appetito nell’anoressia, in pazienti
oncologici o affetti da Aids; effetto ipotensivo nel glaucoma; per la riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette.
La situazione, al momento, è critica in tutta Italia, avverte il segretario di Federfarma Roberto Tobia. Nelle farmacie sul territorio, così come in quelle ospedaliere, “c’è una forte carenza di cannabis terapeutica per la preparazione dei farmaci magistrali da parte dei farmacisti: le forniture non sono sufficienti e le farmacie – afferma – hanno fortissime
difficoltà rispetto alla domanda in aumento esponenziale di questi farmaci da parte dei malati. Non siamo in grado di fare fronte alle richieste”.

La carenza è cioè “cronica” ed a ciò si aggiunge un altro problema: “Nonostante sia prevista la rimborsabilità dal Ssn, in varie Regioni le preparazioni non sono rimborsate. Così, il costo per i pazienti può arrivare anche ad oltre 500 euro al mese”. attualmente, questi farmaci non risultano erogabili in regime di Ssn in Puglia, Molise e
Calabria. Da qui l’importanza, sottolinea Federfarma, di avviare una produzione in Italia coinvolgendo aziende pubbliche e private.

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