🎧 Toscana: al via corso formazione contro stereotipi di genere

Iscrizioni aperte dallo scorso 22 settembre. Hanno già aderito in circa 400. PARtime, è rivolto a  docenti, educatori e personale Ata, ed è  pensato da Regione  Toscana e Indire per educare alle differenze.

Educazione alle  pari opportunità e dell’uguaglianza di diritti,  rispetto delle differenze,   contrasto delle discriminazioni e della violenza di genere. sono questi gli obiettivi del corso di formazione  PARtime, organizzato da Regione Toscana e Indire  per servizi per l’infanzia e per le  scuole.

PARtime,  è  un percorso di formazione e ricerca sulla cultura del rispetto e della parità, grazie alla collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale e Anci Toscana. Si si rivolge in particolare a  docenti, dirigenti scolastici, personale Ata delle scuole di ogni ordine e grado e a educatrici ed educatori dei servizi per l’infanzia (0-6) del territorio toscano.

Il progetto è stato presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa in Palazzo Strozzi Sacrati dall’Assessora a Istruzione e Pari Opportunità della Regione Toscana Alessandra Nardini, da alcuni rappresentanti del gruppo di ricerca Indire Maria Teresa Sagri e Daniela Bagattini, dal direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Ernesto Pellecchia e da Eleonora Ducci, responsabile Anci Toscana per politiche sulla parità di genere e Sindaca di Talla.

PARtime è organizzato su piattaforma moodle per una “frequenza” in piena autonomia, attraverso videolezioni on demand e kit didattici scaricabili. Al termine, iscritte e iscritti, che potranno partecipare gratuitamente, conseguiranno un attestato che riconoscerà 25 ore di formazione. Il percorso è stato curato da esperte/i di Indire e del mondo dell’Università, dei Centri antiviolenza, della Giustizia.

Sono previste lezioni teoriche e laboratoriali. Le prime permettono di avere un quadro sintetico ma completo sul tema dell’educazione di genere, con particolare riguardo alla didattica curricolare e al ruolo della scuola nella prevenzione degli stereotipi e della violenza di genere, come previsto dalla Convenzione di Istanbul. Le lezioni teoriche sono obbligatorie al fine del conseguimento dell’attestato e sono suddivise in quattro moduli composti da videolezioni.

Le lezioni laboratoriali sono specificamente declinate per le scuole di ogni ordine e grado, offrono idee, suggerimenti e materiali da adottare nella didattica quotidiana.Le iscrizioni sono aperte dallo scorso 22 settembre al seguente link: https://partime.indire.it/.

L’educazione alle differenze e alla parità di genere – afferma l’assessora a istruzione e pari opportunità della Regione Toscana Alessandra Nardini – riveste un ruolo cruciale per destrutturare gli stereotipi e combattere i pregiudizi, tra le principali cause di molti fenomeni: dalla segregazione orizzontale e verticale delle donne nel mondo del lavoro, al divario retributivo, fino alla violenza di genere”. “Per questo – prosegue Nardini – stiamo rafforzando il nostro impegno nel promuovere, a partire dall’educazione dalle bambine e dei bambini, la cultura del rispetto e della parità, nel solco tracciato dalla legge regionale 16 del 2009 sulla cittadinanza di genere, con cui la Toscana si è posta all’avanguardia su questi temi. In questa legislatura abbiamo potenziato il nostro impegno sul fronte dell’educazione anche attraverso i PEZ, i Progetti Educativi Zonali, nelle cui linee guida, dallo scorso anno, abbiamo voluto inserire un’attenzione particolare riservata al contrasto degli stereotipi di genere, che dovrà permeare tutti i progetti, nella prospettiva della promozione delle pari opportunità. Con PARtime ci impegniamo sul fronte della formazione di docenti, educatrici e educatori e di tutte e tutti coloro che lavorano nei servizi per l’infanzia e nelle scuole toscane. Ringrazio Indire per la competenza del gruppo di lavoro impegnato in questo progetto, l’Ufficio Scolastico Regionale e Anci, con cui stiamo cercando di favorire la massima partecipazione”.

“È importantissimo che la decostruzione degli stereotipi di genere inizi in tenera età, come ci dice la stessa letteratura scientifica – ha commentato Eleonora Ducci, responsabile Anci Toscana per politiche sulla parità di genere e sindaca di Talla -. Intervenire anche nei nidi, che tra l’altro sono di più stretta competenza comunale, diventa fondamentale. Ringrazio la Regione e l’Ufficio scolastico regionale perché la regia generale che sono in grado fornire consente di annullare le differenze tra i territori, poiché non da tutte le parti c’è la stessa sensibilità sui temi della parità. Questa regia è anche un modo per ribadire che il contrasto agli stereotipi è una questione che non può essere messa in discussione a seconda degli orientamenti politici che possono avvicendarsi nelle nostre istituzioni”.

A oggi sono in circa 400 tra docenti, educatori e educatrici, personale Ata, ad aver aderito. Sarà possibile iscriversi fino all’8 ottobre prossimo mentre la piattaforma on line sarà attiva dall’11 ottobre. Nei prossimi mesi, è in programma la riapertura dei termini per le adesioni.

La partecipazione alla formazione prevede la compilazione di due questionari: uno propedeutico all’iscrizione, uno a conclusione della formazione, al fine di rilevare aspettative e bisogni del personale educativo e scolastico su queste tematiche e una valutazione del corso.

NELL’AUDIO L’ASSESSORA ALLE PARI OPPORTUNITA’ DELLA REGIONE TOSCANA, ALESSANDRA NARDINI

Pnrr: da Anci Toscana allarme per risorse ai Comuni

Pnrr: avanti con la collaborazione con la Regione Toscana e con la cabina di regia sul Pnrr per portare avanti il lavoro già avviato, ma anche allarme per la mancanza delle risorse umane, tecniche e professionali necessarie a raggiungere gli obiettivi nei tempi previsti.

E quindi la richiesta al Governo di snellire al più presto le procedure, e la proposta alla Regione di finanziare l’utilizzo di competenze esterne. Sono questi i temi dell’intervento del presidente di Anci Toscana e sindaco di Prato, Matteo Biffoni, che ieri (sabato ndr.) ha partecipato all’incontro organizzato dal presidente della Regione, Eugenio Giani, con i sindaci e gli amministratori al Teatro della Compagnia di Firenze.

“Fin dallo scorso aprile Anci Toscana, anche insieme alla Regione, organizza momenti di formazione e informazione per i Comuni sul Pnrr, su tutti i settori che interessano gli investimenti e i progetti del Pnrr- spiega Biffoni, riporta una nota-. Momenti che hanno permesso agli amministratori di iniziare a predisporre i loro progetti. Ma se il 2026 è l’anno in cui si dovranno rendicontare gli interventi, è indispensabile più coraggio per consentire ai Comuni di avere spalle più ampie per lavorare: penso alle assunzioni del personale, che hanno tempi lunghissimi, o alle relazioni con soprintendenze e altri enti statali per permessi e valutazioni. Dobbiamo cambiare passo, dare fiducia ai Comuni e snellire le procedure: altrimenti rischiamo che la fase progettuale vada presto in affanno”.

Da qui la proposta: “L’idea che stiamo elaborando con la Regione è quella di utilizzare anche risorse esterne per supportare i Comuni sui progetti del Pnrr. Penso in particolare ai centri più piccoli, con pochi dipendenti, che non hanno le strutture tecniche interne necessarie ad elaborare la realizzazione di una strada o di una scuola, e neanche possono tralasciare il lavoro quotidiano. Credo che in questo caso, con risorse dedicate- conclude Biffoni- per la progettazione ci si possa avvalere di soggetti privati, naturalmente che abbiano tutti i requisiti necessari”.

Segnale telefonico, circa 50 aree della Toscana non sono coperte

Firenze, “Per riuscire a connettere i 50 comuni della Toscana ancora oggi non coperti dal segnale telefonico, serve un piano di investimenti da parte dello Stato, così come è già stato fatto per la fibra ottica”. Così l’assessore regionale alle infrastrutture digitali, Stefano Ciuoffo, al termine della riunione del tavolo da lui convocato e dedicato alla fonia mobile, al quale hanno partecipato i principali operatori del settore telecomunicazioni e Anci Toscana.

“Rispetto a un anno fa – commenta l’assessore – è cambiato tutto. I piani industriali delle aziende sono stati rivoluzionati e per i cittadini è cresciuta l’esigenza di connessione per poter lavorare, studiare, vivere. Ci auguriamo che il Recovery Plan stanzi risorse ingenti per permettere a tutti i territori di essere connessi”. Nel frattempo, soltanto poche delle 50 aree senza segnale telefonico sono state coperte.

“Di questo – aggiunge Ciuoffo – non si può che ringraziare le società, che sono private e rispondono alle logiche del mercato. Ci siamo però chiesti come poterle incentivare. Prima di tutto dobbiamo aiutarle a ripensare quelle che erano definite aree a bassa richiesta di servizi ma che da un anno, causa Covid, hanno nuovi bisogni di connessioni veloci per comunicare e collegarsi alla rete da dispositivo mobile. Occorre prendere atto della diffusione dello smart working tra i genitori e della didattica a distanza tra i figli”.

Alla riunione hanno partecipato rappresentanti di Tim, Vodafone, WindTre, Iliad, Infratel (la società del ministero dello Sviluppo economico che ha dato vita al Piano banda ultra-larga per quanto riguarda la fibra ottica), del Corecom della Toscana e il direttore di Anci Toscana, Simone Gheri.

Era stata la stessa Anci Toscana a cosegnare un elenco di siti pubblici nei pressi delle 50 zone prive di segnale. L’idea era quella di prevedere l’installazione di un ripetitore senza dover pagare costi di affitto.

Per le zone definite “a fallimento di mercato” dove cioè l’investimento per l’installazione del ripetitore e i costi di manutenzione non sarebbero ripagati da un adeguato numero di clienti che usufruirebbero del servizio con telefonate o traffico dati, per Ciuoffo “non si può attendere che ci siano tutte le condizioni e le autorizzazioni per sostenere gli operatori con sovvenzioni economiche, ma è comunque necessario prevedere un intervento economico diretto dello Stato per coprire quelle aree che nessun operatore è al momento disponibile a coprire, perché non è pensabile che per chi vive in località non urbane non ci siano soluzioni”.

Anci, Nardella su recovery: per appalti solo norme Ue o rischio flop

“Il governo immediatamente deve mettere mano al codice degli appalti: dobbiamo utilizzare solo le norme essenziali previste dall’Unione europea, le norme comunitarie, perché se ci mettiamo sopra tutta quella sovrastruttura burocratica e normativa italiana noi rischiamo di non realizzare neanche un miliardo dei 209 miliardi di opere pubbliche che sono fattibili nel nostro Paese”. Lo ha affermato Dario Nardella, sindaco di Firenze, parlando del Recovery Fund a margine dell’assemblea di Anci Toscana.

“Le regole sono troppo pesanti e complicate, e rischiamo di perdere un’occasione storica”, ha proseguito Nardella, osservando che “l’Agenzia del territorio ci dice che un’opera pubblica di circa 25 milioni di euro, quindi una taglia media per i progetti del Recovery Fund, richiede in Italia con queste regole, con queste norme, più di 10 anni tra progettazione preliminare, progettazione definitiva, progettazione esecutiva, bandi, ricorsi, ricorso al Tar e poi si va in Consiglio di Stato, poi magari l’azienda fallisce e allora bisogna rifare il progetto, ecco più di 10 anni. L’Unione Europea è stata molto chiara e ha detto a tutti i Paesi: cari Paesi, i soldi che vi arrivano col Recovery Fund li dovete utilizzare con tempi precisi, entro il 2023 dovete appaltare le opere. Ora siamo a marzo 2021, abbiamo meno di 24 mesi, mi dovete dire voi come facciamo”.
“I sindaci della Toscana sono pronti come tutti gli altri sindaci in Italia a dare una mano per uscire dal delirio che stiamo vivendo per accompagnare il Paese fuori dalla fase dell’emergenza sanitaria e per stare vicini alla ripartenza economica. Le tensioni ci saranno, e’ inutile fare finta di nulla, pensare che non ci siano conseguenze economiche sarebbe stolto. Siamo pronti a collaborare per cercare le ricette giuste”. Lo dichiara il sindaco di Prato e presidente di Anci Toscana, Matteo Biffoni, a margine dei lavori dell’assemblea, in merito al ruolo delle amministrazioni comunali nei prossimi tempi.

Casa, presentato il nono rapporto sulla condizione abitativa in Toscana

“Nel 2021 serviranno interventi straordinari per contenere gli effetti dell’emergenza Covid sulla condizione abitativa”. L’assessora Spinelli durante la presentazione del Nono rapporto sulla condizione abitativa in Toscana

“Occorre dare una sempre maggiore centralità al tema della casa, in un anno nel quale si sentiranno in maniera ancora più forte gli effetti recessivi prodotti dall’emergenza Covid. Penso, per esempio alle ricadute che si avranno quando terminerà il blocco degli sfratti. Serviranno perciò risorse e risposte strutturate, anche con modalità straordinarie, che vedano la massima collaborazione ad ogni livello istituzionale tra Governo, Regioni ed Enti locali, insieme alle associazioni e alle categorie coinvolte, per arginare il più possibile le condizioni di disagio e scongiurare l’emergenza abitativa”.

Lo ha detto l’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli concludendo l’iniziativa di presentazione del Nono rapporto sulla condizione abitativa in Toscana redatto dall’Osservatorio Sociale regionale in collaborazione con Anci Toscana e il Settore Politiche Abitative della Regione.

La fotografia statistica riguarda un patrimonio residenziale di oltre 2 milioni di immobili che nel corso del 2019, anno cui si riferisce il rapporto, è rimasto pressoché stabile, mentre sono aumentate le compravendite (+1,5) e sono scesi sia i prezzi (-0,8); nel corso dell’anno inoltre sono rimasti pressoché stabili i costi degli affitti e diminuiti gli sfratti (-12,6% quelli eseguiti).

“Il Rapporto – ha commentato l’assessora – presenta le evidenze relative all’anno precedente alla fase emergenziale, ma è una fotografia preziosa della situazione abitativa in Toscana. Servirà  come strumento di lavoro per i prossimi mesi, quando i numeri ci restituiranno un quadro, reso ancora più complesso dalle conseguenze economiche e sociali della pandemia, che ha colpito in particolare le categorie più fragili e allargato la base dei bisogni. Per questo sono e saranno necessari strumenti altrettanto articolati: trovare una risposta adeguata a chi ancora è in attesa di un alloggio Erp e individuare soluzioni di affitto calmierato attraverso interventi di edilizia sociale, per un sostegno mirato a una fascia media impoverita dalla crisi in corso, anche in relazione a piani innovativi di rigenerazione urbana, di sostenibilità ambientale ed energetica, di qualità del vivere e dell’abitare”.

“Con l’emergenza sanitaria legata al Covid-19 e le ripetute chiusure – ha proseguito Serena Spinelli – restare in casa è stata una condizione abituale che ha ancora più reso evidente la condizione di disagio abitativo in cui versano migliaia di famiglie anche in Toscana, in un anno che ha visto ampliarsi la forbice delle disuguaglianze interne alle nostre comunità. Gli effetti di questa situazione potrebbero amplificarsi nel 2021 se cesserà l’utilizzo di alcuni ammortizzatori sociali e non verranno confermate alcune misure ad hoc: nel caso della casa, potrebbe risultare fortemente critico il termine del blocco degli sfratti. Saremo chiamati ad intervenire, oltre per chi si troverà immediatamente in situazione di difficoltà, anche per che vi si potrebbe trovare, cercando di prevenire quelle situazioni di estremo disagio economico che impediscono di far fronte alle spese dell’abitare (affitti, mutui, spese di condominio, spese per bollette e manutenzione degli alloggi) e per le quali si sono già create situazioni di indebitamento”.

L’assessora ha ricordato alcune delle misure ad hoc messe in atto quest’anno per fronteggiare l’emergenza: dai contributi straordinari per sostenere il pagamento dei canoni di locazione, al recente bando da 30 milioni con risorse del Fondo sociale europeo, nel quale la quota parte maggiore è stata destinata ai contributi per gli affitti.

“I dati e le informazioni presenti all’interno del rapporto – ha concluso l’assessora – ci aiuteranno nei prossimi mesi a capire meglio le dinamiche e gli impatti di processi in rapido movimento. Di sicuro le misure di sostegno all’affitto, di contrasto alla morosità incolpevole, di ampliamento e riqualificazione del patrimonio di edilizia residenziale costituiranno le prime solide basi di intervento sul tema dell’abitare, cui andranno aggiunti, soprattutto a livello di governo centrale, tutte quelle iniziative che ci aiuteranno a fronteggiare la probabile ondata recessiva”.

I dati del  rapporto: le compravendite
Per il sesto anno consecutivo il mercato della compravendite toscano segna una crescita delle transazioni su base annua, anche se si riduce l’intensità di tale incremento (+1,5%), così come anche la flessione dei prezzi, che mostrano lievi scostamenti nel 2019 rispetto all’anno precedente (-0,8).

Si conferma l’importante ruolo dei mutui, che caratterizzano il 52,7% delle transazioni, anche se si riscontra una lieve riduzione relativa del numero di acquisti immobiliari realizzati utilizzando un finanziamento bancario (pari allo 0,5%), a fronte di un altrettanto leggero incremento nel capitale impiegato. Si modifica altresì la lunghezza di questi rapporti, con la durata media dei mutui in Toscana che passa da 23,7 anni a 24,1 (in Italia la variazione è da 22,9 a 23,1 anni). La rata media decresce, passando dai 606 euro mensili del 2018 ai 594 del 2019.

I dati del rapporto: le locazioni
Il mercato delle locazioni resta stabile: nella maggior parte delle città capoluogo, i prezzi rimangono invariati o leggermente ridotti. Complessivamente l’andamento medio dei prezzi è in diminuzione se esaminiamo un arco decennale, seppur con differenti intensità nei vari comuni.

Il Fondo sociale per l’affitto per il 2019 ha avuto a disposizione risorse pari a poco più di 11 milioni di euro per il Fondo sociale per l’affitto, di cui solo il 6% proveniente
da stanziamenti ministeriali del 2019, mentre le restanti quote provengono da Regione, Comuni e residui degli anni precedenti.

I dati del rapporto: L’edilizia residenziale pubblica
Il patrimonio ERP è composto da 49.996 alloggi (+ 468 unità rispetto al 2015). Nell’anno 2019 sono entrati a far parte del patrimonio disponibile per la locazione 186 nuovi alloggi già assegnati.

Negli ultimi bandi generali emanati dai Comuni toscani sono state presentate complessivamente 19.821, di cui 14.875 ammesse (77,1%). Il tasso di soddisfazione annuale della domanda è stato del 6%, con 1.135 nuove assegnazioni.

Per il triennio 2020-2022, la Regione Toscana ha destinato 32,4 milioni di euro per interventi di manutenzione, qualificazione, efficientamento energetico e ripristino del patrimonio ERP.

I dati del rapporto: Gli sfratti e i fondi destinati al contrasto della morosità
incolpevole

Il 2019 vede confermarsi il trend di riduzione degli sfratti, in corso da alcuni anni. Le richieste di esecuzione sono state 6.553 (-23,1% sul 2018), i provvedimenti emessi 3.30 (-14,8%), le esecuzioni 2.260 (-12,6%). In termini relativi, una esecuzione di sfratto ogni 735 famiglie residenti rappresenta un miglioramento rispetto al 2018 (uno sfratto ogni 644 famiglie), ma conferma che la regione è un’area ad alto stress abitativo.

Tra le misure di contrasto al fenomeno sfratti, il Fondo nazionale per la morosità incolpevole ha destinato 3,7 milioni di euro alla Toscana nel 2019: 231 i nuclei familiari richiedenti il contributo sono stati 312, i beneficiari della misura 259.

La metà dei beneficiari si è trovata nella situazione di morosità incolpevole in seguito al licenziamento o al mancato rinnovo di un contratto a termine.

Sentiamo l’assessora regionale alle politiche abitative Serena Spinelli e Maurizio de Zordo, settore politiche abitative della regione

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2021/01/210128_02_RAPPORTO-CONDIZIONI-ABITATIVE.mp3?_=2

 

 

Migranti, rinnovato accordo Regione-Anci per progetti di inclusione

Migranti: rinnovato l’accordo di collaborazione tra Regione e Anci nell’ambito dell’accoglienza, integrazione e tutela dei cittadini stranieri in Toscana.

Lo stabilisce una delibera della Giunta, constatato che il rapporto di collaborazione si è proficuamente rafforzato nel tempo attraverso politiche e azioni che hanno permesso da un lato di accompagnare il territorio nelle diverse fasi di avvio e consolidamento delle Società della Salute e riorganizzazione delle zone distretto nell’ambito socio-assistenziale e sociosanitario. E, dall’altro, di implementare a livello regionale le politiche regionali per le persone straniere, con particolare riferimento ai processi di sostegno all’attuazione e monitoraggio delle progettualità relative al Libro Bianco sulle politiche di accoglienza dei richiedenti asilo politico e titolari di protezione internazionale o umanitaria, approvato con la delibera 1304 nel 2017.

“Con questa decisione – spiega l’assessore all’immigrazione Stefano Ciuoffo – sarà data continuità anche al supporto da parte di Anci Toscana all’analisi degli esiti delle 40 esperienze progettuali di integrazione e coesione sociale e di tutela dei bisogni essenziali delle persone ammesse a finanziamento (su 47 presentati), nell’ambito del bando emanato dalla Regione nel corso del 2019 per sperimentare forme innovative di welfare di comunità, offrire e mettere a disposizione sistemazioni alloggiative temporanee, far crescere le competenze e l’inserimento lavorativo, favorire l’inclusione sociale e la tutela dei diritti di persone e famiglie, che si trovano in uno stato di particolare precarietà sociale. Azioni positive per l’integrazione dei cittadini stranieri che hanno promosso partecipazione, orientamento alle opportunità della formazione e dell’inserimento lavorativo, e all’accesso alle prestazioni sociali, sanitarie e socio-sanitarie, in una prospettiva di partenariato e collaborazione tra enti locali e enti del terzo settore”.

“L’associazione dei Comuni – continua Ciuoffo – seguirà il monitoraggio dei progetti in corso di realizzazione e le competenze che si formano al suo interno sono utili esperienze anche per progetti futuri. Con il bando furono finanziati progetti pilota relativi a interventi di accoglienza temporanea, di accompagnamento all’autonomia e al pronto intervento sociale, attività di orientamento e di consulenza a carattere giuridico-legale. Insomma, azioni per escludere abbandono ed emarginazione di coloro, anche stranieri, privi di mezzi e di reti di inserimento sociale e lavorativo. In sostanza per favorire l’inclusione e la coesione sociale. Su questo l’impegno della Regione prosegue”.

I progetti realizzati, si ricorderà, prevedevano azioni di orientamento ai servizi (il 92%) e di supporto all’abitare (il 90%), promozione della coesione sociale (88%), pronto intervento (83%) e consulenza legale (80%). 18 progetti hanno avuto come capofila soggetti pubblici, i restanti 22 soggetti del Terzo Settore. 26 progetti hanno affrontato varie dimensioni della marginalità, dedicandosi a vario titolo a persone disoccupate italiane e straniere, persone vittime di sfruttamento, donne vittime di violenza, donne sole con minori, persone senza dimora, persone con disagio psicologico o dipendenze e l’80% menziona esplicitamente come target tutte quelle persone che vivono in uno stato di vulnerabilità in seguito al diniego di un titolo di protezione, o che hanno conseguito titoli di protezione che non risultano idonei ad accedere ai servizi del sistema SIPROIMI (ex-SPRAR).

 

 

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