Anci Toscana e Poste Italiane: verso un tavolo permanente

Anci Toscana chiede a Poste Italiane di istituire un tavolo permanente per monitorare i territori e affrontare in miglior modo le criticità.

Anci Toscana chiede a Poste Italiane di istituire un tavolo permanente, per valutare nel merito e nel dettaglio le eventuali criticità per le innovazioni introdotte dall’azienda, in particolare sulla consegna della posta a giorni alterni: sia per le ricadute sull’occupazione, sia proponendo con ‘linee business’ per le consegne più urgenti.

Lo rende noto Luca Marmo, coordinatore Anci Toscana per le politiche per la Montagna e sindaco di San Marcello Piteglio: “Abbiamo attivato da tempo un percorso di approfondimento con Poste e con i territori interessati soprattutto riguardo le aree periferiche e montane, dove l’effetto della rimodulazione dei servizi può rivelarsi maggiormente impattante. Vogliamo approfondire questo percorso”.

Marmo aggiunge che “l’istituzione del tavolo sarà proficua anche per tenere acceso un riflettore sulle ulteriori criticità che la politica indiscriminata di chiusura degli uffici postali ha prodotto negli anni sui territori, con intere zone sguarnite di punti di accesso al servizio postale universale”.

Sullo sfondo, secondo il sindaco, “la possibilità di immaginare, di concerto con Poste, sistemi di servizio tarati sulle specificità dei territori montani, come ad esempio la consegna dei farmaci o di altri servizi che implichino una interazione diretta fra pubblica amministrazione e cittadino, magari senza escludere la possibilità di una interconnessione con esperienze come le Botteghe della Salute”.

Prato: indagato presidente provincia Biffoni per fallimento Creaf

Matteo Biffoni è stato invitato a comparire dalla procura di Prato come indagato nell’indagine sulle sorti del ‘Creaf’, il centro di ricerca pubblico di via Galcianese, poi fallito, che ha visto investire la Provincia di Prato per diversi milioni di euro senza che l’impresa abbia mai avviato le sue attività.

Biffoni è indagato nel suo ruolo di presidente della Provincia di Prato e il reato che gli viene contestato è quello di ‘cooperazione colposa in bancarotta semplice’. E’ stato lo stesso Biffoni, che è anche sindaco di Prato oltre che presidente di Anci Toscana, ad annunciarlo stamattina nella sede della Provincia di Prato.
“Sono stato invitato a comparire con un atto notificatomi venerdì sera, ha spiegato, e ci tenevo ad essere trasparente ed avvisare personalmente tutti”. In sostanza la procura, con un’inchiesta guidata dal sostituto procuratore Lorenzo Boscagli, contesta agli amministratori del centro di ricerca, di cui la Provincia di Prato è socio di maggioranza, di aver chiesto il fallimento in ritardo rispetto a quanto dovuto. “Sento di aver agito sempre nell’interesse della cosa pubblica”, ha aggiunto Biffoni, che stabilirà ora la strategia difensiva con il suo avvocato Giuseppe Nicolosi.
Il ‘Creaf’, acronimo che sta per ‘Centro ricerche e alta formazione’, era un progetto di cui si cominciò a parlare a Prato nel 2003, quando l’ente provinciale era presieduta da Daniele Mannocci, che poi lasciò il progetto in eredità ai suoi successori Massimo Logli e Lamberto Gestri, tutti amministratori di centrosinistra. Doveva trattarsi di un’eccellenza della ricerca applicata al settore tessile, ma nonostante anni di gestazione e 22 milioni di euro circa investiti, il progetto non è mai riuscito a prendere il via. Il palazzo acquistato in via Galcianese nel 2006 dalla Provincia di Prato, socia per l’81% del centro, mentre la restante quota appartiene ad alcuni Comuni del territorio, non ha mai aperto i battenti.
Lo scorso gennaio si è conclusa con un annullamento la prima inchiesta aperta sul caso, quella della Corte dei Conti, che si è dichiarata non competente sulla materia. Il mese seguente, a febbraio 2018, la società ‘Creaf’ è stata dichiarata fallita dal tribunale pratese. Va invece avanti l’inchiesta della Procura di Prato: con l’attuale presidente della nuova Provincia sale a 5 il numero delle persone iscritte nel registro degli indagati. Oltre a Biffoni il sostituto procuratore titolare del fascicolo Lorenzo Boscagli ha indagato Lamberto Gestri (ultimo presidente della Provincia di Prato), Daniele Panerati, Luca Rinfreschi e Laura Calciolari, tutti amministratori della società in momenti diversi. La procura ipotizza, a vario titolo, il reato di concorso in bancarotta societaria.

Rifiuti: in Toscana poche imprese smaltiscono bene i Raee

Firenze si aggiudica 1,8 mln bando Ue Life Weee.

Firenze, insieme a Siviglia, si è aggiudicata il bando europeo Life Weee (Waste Electrical and Electronic Equipment) da 1,8 milioni di euro. Il progetto, presentato oggi in un evento nel capoluogo toscano, punta a sensibilizzare imprese e cittadini sul ritiro e il corretto
smaltimento dei rifiuti elettrici ed elettronici, che al loro interno hanno anche materie prime facilmente riciclabili.

Il progetto mette insieme Anci Toscana, Camera di Commercio e Università di Firenze, Regione Toscana, Ecocerved, e Camera di Commercio di Siviglia. “Sarà anche una sfida – ha affermato Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di Commercio – per tutti quegli imprenditori che desiderano dare un significato concreto e sfidante alla parola innovare, oggi tanto di moda ma che rischia di avere pochi contenuti concreti all’interno”.

In Toscana il progetto europeo Life Weee, nei prossimi tre anni, ha l’obiettivo di estendere i punti di raccolta ad almeno 5mila negozi e uffici pubblici (adesso sono 230), sensibilizzare
istituzioni e cittadini, aiutare la nascita di startup che favoriranno questo processo, premiare le imprese che certificheranno il corretto ritiro e smaltimento (con il marchio
‘I am green’) con incentivi sulla tassa dei rifiuti.

“Dell’Europa siamo abituati a vedere solo i difetti – ha affermato Simona Bonafè, eurodeputata Pd e relatrice a Strasburgo del pacchetto sull’economia circolare – in questo caso vediamo anche invece le grandi opportunità che può portare in un settore, quello dei rifiuti elettrici ed elettronici, che è importantissimo per mettere in circolo materie prime scarse e costose che incidono sulla competitività del nostro sistema Paese”.

Secondo Federica Fratoni, assessore regionale all’ambiente, “l’occasione è preziosa perchè mette ancora una volta in evidenza un punto: la via della sostenibilità è l’unica possibile per un sviluppo ritrovato dopo una crisi economica che continua a farsi sentire nei nostri territori. E la circolarità fa parte di questo nuovo modello con ricadute che saranno certe anche sul piano economico occupazionale. C’è un lavoro da fare, tutti insieme, ma sostenuti anche dal trend positivo registrato dalla raccolta di Raee che in Toscana cresce ogni anno, siamo certi che potremo raggiungere i nostri obiettivi nella
costruzione di un percorso virtuoso”.

In Toscana quasi un’azienda su quattro (il 73,7%) però non conosce le regole sullo smaltimento di vecchi prodotti elettrici ed elettronici, i Raee: secondo un sondaggio realizzato dalla Camera di Commercio di Firenze su un campione di 1.275 imprese, presentato oggi in un evento, solo il 53,5% delle imprese smaltisce negli appositi centri di raccolta questi apparecchi. Soltanto il 26,3% accetta il materiale usato dai cittadini, sebbene per oltre 10mila imprese in Toscana, fra cui i grandi negozi, sia un obbligo ritirare prodotti usati come smartphone, tablet, computer, TV, neon, piccoli e grandi elettrodomestici, anche senza che venga acquistato un nuovo prodotto (il cosiddetto ‘uno contro zero’).

I documenti utilizzati per portarli allo smaltimento sono sbagliati nell’82,3% dei casi. D’altro canto, secondo quanto emerge dall’indagine, le imprese sono disposte a cambiare questi comportamenti soprattutto per tutelare l’ambiente (67,5%) e recuperare i costi (48,2%), mentre questa buona pratica non viene ancora usata come attività di marketing aziendale (7,8%).

 

 

 

Firenze: giro vite anti slot, no vicino parchi e scuole

Studiosa: a Firenze si spende più della media nazionale per il gioco d’azzardo.

A Firenze stop all’apertura di sale slot e a nuove ‘macchinette’ nel raggio di 500 metri da
scuole, impianti sportivi, discoteche, parchi, sportelli bancomat e altri luoghi sensibili. In più, penalità nell’assegnazione di contributi e nel riconoscimento di canoni agevolati a esercenti del settore, e siti di gioco online bannati dal wifi comunale. Queste alcune delle misure contenute nel nuovo regolamento anti-slot che ha avuto il via libera della giunta di Palazzo Vecchio su proposta dell’assessore allo sviluppo economico Cecilia Del Re: emanato dopo la bocciatura, da parte del Tar, dell’ordinanza con cui Palazzo Vecchio fissava a 14 ore giornaliere al massimo l’apertura di sale slot e videopoker, il testo attuale prevede inoltre che debba essere emessa una nuova ordinanza, che, in base ad una intesa tra Stato e Regioni del settembre scorso, fissa a 18 ore il limite di esercizio quotidiano di questi spazi.

Il provvedimento, che dovrà passare all’esame del Consiglio comunale, è stato presentato oggi in Palazzo Vecchio dall’assessore Del Re, alla presenza dell’assessore al Welfare Sara Funaro, dell’ordinario di Psicologia dello sviluppo dell’Università di Firenze Franca Tani, della presidente del Consiglio comunale di Prato Ilaria Santi e della responsabile Anci Toscana sul gioco d’azzardo patologico Simona Neri.

“Un intervento complesso – ha spiegato l’assessore Del Re – che nasce nell’ambito di un lavoro fatto con Anci Toscana per arrivare a una regolamentazione il più possibile uniforme, e che poggia su uno studio dell’Università degli Studi di Firenze, a cui ci siamo rivolti dopo che il Tar aveva contestato la carenza di studi scientifici sulla ludopatia alla base della precedente ordinanza di limitazione degli orari”. Lo studio in questione è stato realizzato dal dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Firenze, in particolare da Franca Tani, ordinaria di Psicologia dello sviluppo, autrice di pubblicazioni di livello in materia.

Nel dettaglio, in base al regolamento, non potranno essere aperte nuove sale slot o sale
scommesse nel raggio di 500 metri da luoghi sensibili come scuole, impianti sportivi, chiese, ospedali, università, discoteche, biblioteche comunali, musei, parchi e giardini
individuati con i quartieri, perchè più frequentati da giovani e over 65; il Comune di Firenze non potrà concedere il patrocinio a iniziative o eventi organizzati da soggetti che gestiscono o hanno installate nei propri locali le cosiddette ‘macchinette’.

In tema di contributi e agevolazioni, agli stessi soggetti saranno applicate penalizzazioni nell’assegnazione dei punteggi per l’accesso ai finanziamenti e non sarà riconosciuto il canone agevolato riconosciuto a chi si trova in sedi di proprietà del Comune. Le ultime due misure saranno effettive decorsi 24 mesi dall’entrata in vigore del regolamento, in considerazione delle penali spesso previste dai contratti per il recesso firmai dai gestori.

Infine, dall’entrata in vigore del regolamento i siti di gioco on line saranno bannati dal wifi libero del Comune di Firenze. Gli esercizi ‘slot-free’ potranno esporre l’apposito logo della Regione Toscana, oltre a un logo aggiuntivo a disposizione di quelli che banneranno i siti di gioco on line anche dalla propria rete wifi.

A Firenze si spende più della media nazionale per il gioco d’azzardo. E’ quanto è emerso oggi durante la presentazione del nuovo regolamento antislot del Comune di Firenze. Se gli italiani infatti spendono in media a livello pro capite circa 1500 euro in un anno per il gioco d’azzardo, questa somma, per quanto riguarda il territorio del comune di Firenze, sale a 1600. E’ quanto ha spiegato la docente ordinaria di psicolgia, esperta di ludopatie Franca Tani.

La studiosa ha spiegato poi che a Firenze c’è un numero di punti gioco di oltre cinque volte superiore alla media regionale, un incremento di oltre il doppio del consumo di gioco d’azzardo nell’ultimo biennio rispetto alla media nazionale; una spesa pro-capite per il consumo di gioco che supera del 6% la media pro-capite nazionale. Dati ai quali corrisponde negli ultimi 16 anni un aumento del 76% delle richieste ai centri per disturbo da gioco d’azzardo.

‘Le città del futuro’, 40 sindaci toscani a Montecitorio

Lunedì prossimo i sindaci della regiome, capitanati dal primo cittadino di Prato Biffoni, saranno ospiti della Camera per discutere di amministrazioni efficienti e soluzioni alla sfide future

Saranno oltre 40 sui 600 complessivi, i sindaci toscani che il prossimo lunedì 13 novembre siederanno sugli scranni di Montecitorio, ospiti della Camera dei Deputati e della presidente Laura Boldrini. A guidare la delegazione Anci il presidente Antonio Decaro; i sindaci toscani saranno capitanati dal presidente regionale dell’Associazione e sindaco di Prato Matteo Biffoni.

L’incontro, previsto a partire dalle 11, è intitolato “Le città del futuro”, a sottolineare lo sforzo quotidiano di sindaci e amministratori locali per raccogliere le sfide dell’innovazione e della sostenibilità ambientale, sociale, finanziaria. Nel corso dell’evento, che sarà trasmesso in diretta sulle reti Rai e in streaming sul sito della Camera e su www.anci.it, gli interventi della delegazione di primi cittadini si concentreranno proprio sulle migliori pratiche messe in atto nei Comuni italiani per trovare soluzioni alle sfide del futuro, per una più efficiente amministrazione e per la salute ed il benessere dei cittadini.

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