Amazon, ad un passo dal computer quantistico

Amazon sarebbe ad un passo dal realizzare le infinite potenzialità dei computer quantistici. La chiave di svolta si chiama ‘cat qubit’

A Pasadena, in collaborazione con il Caltech, l’Istituto di Tecnologia della California, si prepara a nascere il computer quantistico di Amazon Web Services, il primo edificio al mondo ad essere appositamente costruito per accogliere dei computer quantistici. Inaugurato nel 2021, si doterà a breve di computer con processori quantistici a superconduttori con un’architettura all’avanguardia, detta ‘cat qubit’, nome che riprende il famoso esperimento del gatto, appunto, di Schrodinger.

“Il nuovo edificio, nato all’interno del Caltech, può forse definirsi il primo ad essere mai stato realizzato appositamente per ospitare computer quantistici”, ha affermato Simone Severini, direttore del Quantum computing di Aws in occasione dell’evento dedicato al trasferimento tecnologico Converging Skills organizzato dall’Università di Pisa.

Il Centro Aws per il Quantum Computing ospiterà al suo una serie di computer quantistici, ideati dal fisico sperimentale del Caltech, Oskar Painter, che puntano a determinare un nuovo stato dell’arte del settore. Si tratta di computer quantistici con un’architettura che sfrutta i cosiddetti cat qubit, ossia tipologie di qubit (unità di informazione quantistica) che semplificano le procedure per correggere errori.

La tecnologia scelta punta a risolvere almeno in parte una delle maggiori limitazioni allo sviluppo di questa nuova tipologia di computer, ha sottolineato Severini, “ossia riuscire a limitare o meglio correggere gli errori che possono registrarsi negli stati dei qubit”. “Nonostante i tanti successi ottenuti in questi anni i computer quantistici sono ancora allo stadio di prototipi, macchine che fanno intravedere enormi potenzialità ma la cui reale implementazione deve ancora superare molte sfide tecniche” ha concluso lo scienziato.

 

Lavoratori di Amazon dello stato di New York hanno votato ‘No’ alla creazione di un sindacato

I lavoratori di Amazon vicino ad Albany, New York, hanno votato ‘No’ alla proposta di organizzarsi in un sindacato, dando un duro colpo al nascente sforzo di formare uno strumento di tutela dei diritti dei lavoratori di uno dei più grandi datori di lavoro del paese.

Per accedere alla votazione erano stati considerati idonei più di 900 lavoratori dipendenti di Amazon. Scopo del voto era quello di raggiungere una decisione sulla possibilità, offerta ai lavoratori dell’azienda, di unirsi al nascente Amazon Labor Union.

Il nuovo sindacato, gestito dai dipendenti attuali e vecchi di Amazon (lavoratori che non sono affiliati ai sindacati tradizionali), si è visto bocciare la sua proposta. Di fatto il conteggio del risultato ha visto la vittoria dei ‘no’, con 406 voti contrai, e solo 206 voti a favore.

Amazon Labor Union (ALU) aveva conquistato le pagine dei giornali internazionali quando vinse le elezioni sindacali a Staten Island a New York, riuscendo così a sindacalizzare il primo magazzino statunitense di Amazon, uno con più di 8.300 dipendenti. Successivamente però, non riuscì a ottenere abbastanza voti per sindacalizzare un secondo magazzino di Staten Island. Mentre Amazon sta ancora cercando di ribaltare quella unica vittoria dell’ALU creando un caso che probabilmente finirà nei tribunali.

Amazon, che è diventata uno dei principali datori di lavoro degli Stati Uniti, sta conducendo una lotta ormai decennale contro i tentativi di organizzazione sindacale del lavoro mentre, ed ha affrontato cinque elezioni sindacali in meno di due anni. Ma con il risultato di martedì, i sindacati hanno finora sono riusciti a prevalere soltanto una volta su cinque.

Le richieste dei lavoratori pro-sindacati di Amazon sono simili alle rivendicazioni dei lavoratori di tutto il mondo, ed includono una retribuzione più alta e la soluzione di vari problemi legati alla sicurezza sul lavoro.

Gli organizzatori delle votazioni per aderire a Amazon Labor Union hanno accusato Amazon di intimidazioni e ritorsioni, denunciando che la società ha organizzato riunioni obbligatorie per i dipendenti volte a scoraggiare il voto a favore della creazione di un sindacato.

Per ulteriori informazioni consultare l’articolo “Amazon workers vote against unionizing at upstate NY warehouse” al seguente link: https://www.npr.org/2022/10/18/1128487687/amazon-workers-vote-against-unionizing-at-upstate-ny-warehouse

La serie tv ‘The Rings of Power’, ispirata a ‘Il signore degli anelli’, vista da più di 25 milioni di spettatori globali nel suo primo giorno

Culver City, California, Amazon ha annunciato che la serie televisiva “The Lord of the Rings: The Rings of Power” ha attirato più di 25 milioni di spettatori globali nel suo primo giorno, battendo tutti i record precedenti, segnando la più grande premiere nella storia di Prime Video.

La serie è stata lanciata esclusivamente su Prime Video in più di 240 paesi e territori in tutto il mondo. Jennifer Salke, responsabile degli Amazon Studios, ha dichiarato: “È in qualche modo appropriato che le storie di Tolkien, tra le più popolari di tutti i tempi e quella che molti considerano la vera origine del genere fantasy, ci abbiano portato a questo momento di orgoglio. Sono così grato alla Tolkien Estate, e ai nostri showrunner J.D. Payne e Patrick McKay, al produttore esecutivo Lindsey Weber, al cast e alla troupe, per i loro instancabili sforzi di collaborazione e la loro sconfinata energia creativa. E le decine di milioni di fan che guardano, chiaramente appassionati della Terra di Mezzo quanto noi, sono la vera misura del nostro successo”.

La serie porta sugli schermi per la prima volta in assoluto le leggende eroiche della leggendaria ‘Seconda Era’ della storia della Terra di Mezzo. Questo dramma epico è infatti ambientato migliaia di anni prima degli eventi di Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli di Tolkien, e riporterà gli spettatori ad un’era in cui furono forgiati grandi poteri, regni salirono alla gloria e caddero in rovina.

Iniziata in un periodo di relativa pace, la serie segue un cast corale di personaggi, sia familiari che nuovi, mentre affrontano il tanto temuto riemergere del male nella Terra di Mezzo. Dalle profondità più oscure delle Montagne Nebbiose, alle maestose foreste della capitale degli elfi Lindon, al regno insulare mozzafiato di Númenor, fino ai confini più remoti della mappa.

La serie è guidata dagli showrunner e dai produttori esecutivi JD Payne e Patrick McKay. A loro si uniscono i produttori esecutivi Lindsey Weber, Callum Greene, J.A. Bayona, Belén Atienza, Justin Doble, Jason Cahill, Gennifer Hutchison, Bruce Richmond e Sharon Tal Yguado, e i produttori Ron Ames e Christopher Newman. Wayne Che Yip è co-produttore esecutivo e dirige insieme a J.A. Bayona e Charlotte Brändström.

La serie è quindi un prequel del ‘Il Signore degli Anelli’ di Tolkien, un’opera letteraria di fama mondiale, vincitore dell’International Fantasy Award e del Prometheus Hall of Fame Award. I libri de ‘Il Signore degli Anelli’ sono stati tradotti in oltre 38 lingue ed hanno venduto più di 150 milioni di copie.

Lavoratori di Amazon USA votano contro il sindacato, ma non è finita

Bessemer, Alabama, i lavoratori di Amazon non si uniranno al sindacato, la stragrande maggioranza dei voti espressi dai magazzinieri dello stato del sud, sono stati infatti contrari all’adesione al sindacato ‘Retail, Wholesale and Department Store‘.

Per sindacato si tratta di una pungente sconfitta, nel conteggio finale infatti, tra i lavoratori di Amazon si sono avuti 1.798 voti contrari al sindacato e 738 voti a favore. Ciò significa che Amazon ha resistito alla più grande spinta sindacale tra i suoi lavoratori statunitensi, e ciò nonostante che la formazione del sindacato avesse ricevuto l’approvazione di celebrità, e politici, inclusa la solidarietà implicita del presidente degli Stati Uniti Biden.

Il sindacato sta però presentando una sfida legale contro le elezioni accusando di pratiche sleali Amazon, chiedendo un’audizione da parte del National Labor Relations Board: “per determinare se i risultati delle elezioni debbano essere annullati perché la condotta del datore di lavoro ha creato un’atmosfera di confusione, coercizione e/o paura di ritorsioni e quindi ha interferito con la libertà di scelta”.

Amazon ha naturalmente respinto le accuse, dichiarando: “Amazon non ha vinto, i nostri dipendenti hanno scelto di votare contro l’adesione a un sindacato”. Quasi 5.900 persone lavorano nella struttura di Bessemer di Amazon e più della metà ha votato alle elezioni.

La spinta sindacale a Bessemer è stata la più importante battaglia sindacale degli ultimi decenni. Con una forza lavoro in magazzino in continua espansione, Amazon è diventata il secondo datore di lavoro privato più grande degli Stati Uniti, con oltre 800.000 dipendenti.

I leader sindacali hanno affermato che il voto da solo ha suscitato centinaia di nuove richieste da parte di altri lavoratori di Amazon in tutto il paese. È stata la prima elezione sindacale in un magazzino di Amazon dal 2014, quando un piccolo gruppo di tecnici nel Delaware aveva votato contro il sindacato.

“Stiamo davvero vedendo come l’equilibrio è sempre orientato a favore dei datori di lavoro”, ha detto Rebecca Givan, professoressa di studi sul lavoro presso la Rutgers University. “Organizzare un sindacato in base al diritto del lavoro attuale è estremamente impegnativo: le probabilità sono sempre contro di te”.

In Alabama, Amazon ha scatenato una grossa operazione di respingimento, con lunghe “sessioni informative” obbligatorie e raffiche di messaggi anche sui socials ai suoi dipendenti. L’azienda ha ricoperto il magazzino con striscioni con il suo slogan “Fatelo senza quote”. L’azienda ha sostenuto che il sindacato era interessato solo a raccogliere i soldi guadagnati duramente dai lavoratori sotto forma di appunto ‘quote’ sociali, mentre Amazon paga già 15 dollari l’ora di stipendio iniziale, molto al di sopra, dice Amazon, del minimo locale, e fornisce generose cure sanitarie e altri benefici.

“Questo particolare sindacato non può darci nulla che Amazon non offre già”, ha detto LaVonette Stokes, un lavoratore di Bessemer che ha votato contro il sindacato. “Ci sono molte persone che non hanno mai problemi”.

All’inizio, la spinta del sindacato Bessemer sembrava cogliere di sorpresa Amazon, come gran parte del paese. Storicamente, i sindacati sono stati sempre difficili da formare negli stati del sud come l’Alabama. Ma alcuni lavoratori della Bessemer hanno contattato discretamente la ‘Retail, Wholesale and Department Store Union’ la scorsa estate, pochi mesi dopo l’apertura del magazzino, ed hanno descritto le estenuanti quote di produttività, dicendo di volere più voce in capitolo sul modo in cui le persone a Amazon lavorano, vengono disciplinate o vengono licenziate.

La pandemia ha messo in maggiore rilievo la posta in gioco per i lavoratori e molti lavoratori hanno sottolineato l’immensa ricchezza sia di Amazon, i cui profitti sono saliti alle stelle durante i blocchi, sia del CEO Jeff Bezos, una delle persone più ricche del mondo.

Il sindacato rispondendo alla richiesta dei lavoratori aveva mobilitato un sistema di supporto organizzativo, e in pochi mesi, più della metà del personale di Amazon, presso il magazzino di Bessemer, aveva firmato le carte che richiedevano un’organizzazione sindacale, spingendo così le autorità federali del lavoro a programmare il voto.

Diverse controversie sono poi scoppiate intorno alle elezioni di cui probabilmente si terrà conto nelle sfide legali in sospeso lanciate dal sindacato.

La spinta sindacale a Bessemer ha attirato l’attenzione di star dello sport, politici e celebrità. L’attore Danny Glover, un gruppo di House Democrats e il senatore Bernie Sanders, critico di Amazon di lunga data, sono andati a visitare i lavoratori prima delle elezioni. Gli organizzatori di Black Lives Matter avevano espresso la loro solidarietà, e solidarietà politica, addirittura bipartisan, era arrivata da parte del Presidente Biden ma anche dal senatore repubblicano Marco Rubio.

Ma la storia non finisce qui, nonostante la sconfitta, solo il fatto che si siano tenute delle elezioni per avere un sindacato negli USA, viene considerato un risultato positivo, risultato che potrebbe spingere Biden ed altri politici statunitensi a rivedere le leggi che danno grandi vantaggi ai datori di lavoro in occasioni come questa, inclusa la libertà di “bombardare i propri dipendenti con messaggi anti-sindacali”, ha detto il professore del lavoro Givan.

🎧 Sciopero globale filiera Amazon:”Oggi non comprate sul sito”

È in corso il primo sciopero globale della filiera di Amazon in Italia. In Toscana coinvolti circa 800 tra dipendenti diretti e indiretti (appalti e delivery).  Carichi di lavoro, turni, stabilizzazioni e clausola sociale tra le rivendicazioni

La Toscana partecipa allo sciopero globale della filiera con due presidi a Calenzano e a Pisa che stanno coinvolgendo circa 800 lavoratori e lavoratrici che scendono in piazza per dare visibilità alle loro rivendicazioni relative a carichi di lavoro, turni e stabilizzazioni. Hanno aderito i sindacati FILT CGIL, FIT CISL, UILTrasporti ed Assoespressi e anche la federazione Federconsumatori che invita i soci a non effettuare acquisti su Amazon durante la giornata di oggi.

La trattativa tra FILT CGIL, FIT CISL, UILTrasporti ed Assoespressi, sulla piattaforma per la contrattazione di secondo livello della filiera Amazon, si è interrotta bruscamente a causa dell’indisponibilità dell’associazione datoriale ad affrontare positivamente le tematiche. I sindacati denunciano la latitanza di Amazon sul tavolo del delivery e l’assenza di risposte della multinazionale americana in relazione alla prosecuzione del confronto, avviato a gennaio scorso, relativamente al personale dipendente ed a quello che opera negli appalti dei servizi di logistica.

“Amazon può e deve coniugare lo sviluppo e il profitto con i diritti di chi lavora”. Lo afferma la segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti in un video di Collettiva nel giorno dello sciopero generale unitario di 24 ore della filiera del colosso del commercio elettronico. “Oggi è una giornata molto importante – dichiara -. I lavoratori e le lavoratrici della filiera di Amazon hanno deciso di protestare per rivendicare un normale sistema di relazioni sindacali. Un messaggio importante rispetto alla necessità di parlare di lavoro di qualità”.

Per quanto riguarda la giornata di sciopero globale Amazon “è importante che Amazon incrementi le proprie attività in Italia, ma non è sufficiente offrire occasioni di lavoro. Abbiamo ancora problemi insostenibili di carichi, di tempi, di eccessiva precarietà lavorativa. In un’azienda con quel tipo di fatturato – continua la dirigente sindacale – è giusto costruire un sistema di relazioni che riconosca ai lavoratori un premio di risultato e condizioni contrattate. Ossia relazioni sindacali stabili”. “Non è facile – prosegue Scacchetti – chiedere oggi ai lavoratori di scioperare. Sappiamo della carenza di lavoro, sappiamo dell’alta ricattabilità degli addetti. Però sappiamo anche che combattere e rivendicare diritti per la propria dignità è l’unica strada possibile per affermare il diritto a un lavoro di qualità. Per questo oggi ringraziamo tutti gli uomini e le donne che hanno voluto dare questo segnale e auspichiamo che l’azienda riprenda un serio percorso di confronto. Riaprendo i tavoli, ma soprattutto trovando soluzioni alle tante questioni aperte. Auspichiamo – conclude la segretaria confederale della Cgil – che il messaggio arrivi forte ai clienti di Amazon e alla cittadinanza tutta perché quest’azienda, come tante altre aziende, può e deve coniugare lo sviluppo e il profitto con i diritti di chi lavora”.

In Toscana si erano già tenuti scioperi negli stabilimenti di Pisa e di Calenzano per richiedere la proroga dei contratti e il miglioramento delle condizioni lavorative.

Il report “Power, Profits and Pandemic” della ong internazionale Oxfam denuncia che i 25 miliardari più ricchi hanno aumentato la loro ricchezza di importi sbalorditivi durante i primi sei mesi del 2020. In particolare, Jeff Bezos, che a inizio anno ha lasciato la guida di Amazon, avrebbe potuto pagare personalmente a ciascuno degli 876.000 dipendenti un bonus una tantum di  105.000 dollari ed essere ancora ricco come lo era all’inizio della pandemia.

Secondo quanto riporta Il Post, nel terzo trimestre del 2020, Amazon ha registrato il triplo dell’utile netto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un totale di 6,3 miliardi di dollari, raggiungendo un flusso di cassa operativo di 55,3 miliardi tra settembre 2019 e settembre 2020, più del 50% in più rispetto all’anno prima. Da fine febbraio, il valore delle azioni di Amazon è aumentato circa del 60% e in questi mesi la società ha raggiunto i profitti più alti della sua storia, prosperando in un periodo di grave crisi economica per tante categorie di lavoratori: tra cui proprio i proprietari di negozi fisici, quelli che da anni in molti casi già pativano la competizione dell’e-commerce.

Federconsumatori invita i soci a non effettuare acquisti su Amazon per sciopero lunedì

Il 22 marzo è stato indetto il primo sciopero nazionale di 24 ore dei lavoratori Amazon per rivendicare condizioni di lavoro più dignitose e attente alla salute dei lavoratori, nonché maggiore stabilità sotto l’aspetto contrattuale.

Federconsumatori, da sempre impegnata per la sostenibilità sociale del mercato, per aumentare la consapevolezza dei consumatori anche su questi delicati temi, ha deciso di aderire per solidarietà allo sciopero del 22 marzo, invitando i suoi soci a non effettuare acquisti sulla piattaforma in questa giornata. “Un piccolo gesto che darà più forza a tutti: a chi chiede di lavorare in condizioni sostenibili ed a chi acquista, rendendolo protagonista di scelte e comportamenti volti al cambiamento degli stessi modelli produttivi, orientandoli sempre più all’equità ed al rispetto dei diritti e della sicurezza”, si legge nella nota diffusa.

“Lunedì sarò a fianco dei lavoratori Amazon che scendono in piazza per rivendicare diritti fondamentali, a cominciare dal diritto alla sicurezza”. Lo annuncia il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo. “Ci sono diritti che riguardano la persona in quanto tale – spiega Mazzeo – e non importa che lavoro faccia e dove e come lo faccia. È il diritto alla sicurezza e alla salute. Lo Stato deve garantire e tutelare il lavoratore ovunque sia, e in questo la Regione, con le Asl e i suoi Dipartimenti per la prevenzione igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro (Pisll) ha il dovere e il potere per far rispettare questo principio elementare”. “Sto preparando con gli uffici legislativi del Consiglio regionale – aggiunge il presidente – una proposta di legge specifica sulla tutela e la sicurezza dei lavoratori della ‘gig economy’, dai riders ai corrieri e fattorini ad esempio di Amazon e di altre catene dell’e-commerce, perché c’è un vuoto normativo che va colmato e spesso impedisce a chi deve tutelare e garantire salute e sicurezza di farlo concretamente”.

“È evidente che la gig economy pone questioni che non rientrano negli schemi classici a cui ci siamo abituati – conclude Mazzeo – e la politica deve avere l’ambizione e la lungimiranza di scrivere nuovi diritti e penso che se la sinistra vuole avere un futuro deve entrare in questo campo con tutti e due i piedi e lo sguardo rivolto al futuro. Anche per questo, con il consigliere Iacopo Melio stiamo pensando di dedicare tutta una parte della prossima Festa della Toscana proprio a un confronto su questi nuovi diritti. Perché la Toscana è la patria di diritti civili fondamentali fin dal 1786 con l’abolizione della pena di morte e della tortura, e noi ora vogliamo che lo diventi anche dei nuovi diritti sociali a partire dalla sicurezza e dalla salute di chi lavora, qualsiasi lavoro faccia”.

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