Gio 18 Apr 2024

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“Stanno tutti male” debutta al Fabbrichino

Da martedì 29 gennaio a domenica 3 febbraio al Fabbrichino (Via Targetti, 10/8, 59100 Prato PO) e con due repliche straordinarie sabato 9 e domenica 10 febbraio debutta in prima assoluta “Stanno tutti male” (feriali ore 20.45, sabato ore 19.30, domenica ore 16.30).

È uno studio collettivo sull’infelicità individuale, una nuova produzione del Teatro Metastasio di Prato e di LaCoz che, con il prezioso contributo della rete, riunisce l’ecletticità di Riccardo Goretti alla sensibilità dell’attore/autore/regista Stefano Cenci e alla musica e alla poesia delle canzoni del cantautore Colapesce.

Si tratta di una ballata semiseria per ridere delle inettitudini, goffaggini, sofferenze e possibilità del nostro schizofrenico mondo d’oggi, un lavoro che trae spunto dal desiderio di ridare un senso all’abusatissima frase “Sto male” che oggi, dentro il party collettivo e bulimico che è la vita, è diventata un modo per affermare la propria esistenza e meritarsi un posto dentro un’ininterrotta centrifuga di stati d’animo.

Dopo aver usato come strumento di indagine collettiva quel diario segreto ma esposto al pubblico che è internet e averlo trasformato in un confessionale – ‘uno sfogatoio’ – per raccogliere le motivazioni profonde dell’infelicità di svariate persone, questa drammaturgia a tre voci si prefigge di dare forma ad un affresco dell’uomo contemporaneo, o forse una caricatura, per poterne ridere.

Afferma Riccardo Goretti “Ci sono domande importanti dietro il piccolo spunto iniziale di questo lavoro: “La nostra società sta bene o sta male? E qual è il termine di paragone di questo stare bene o male? Quale è la scala del bene e del male? E i singoli individui stanno bene o male? È poi possibile che stiano bene gli individui di una società che sta male? E viceversa? E poi, in fondo, è mai stato diverso di così? L’essere umano ha mai trovato ha mai trovato pace in vita o è la vita stessa un continuo mutare e una declinazione ad altra vita, passando da continue morti, e per questo portatrice di sofferenza? Ma a queste domande non ci interessa dare una risposta. Noi ci sentiamo più che altro dei ritrattisti, anzi forse caricaturisti, ci interessa fare un affresco, dando voce a questo benedetto uomo contemporaneo, sentire in cosa crede, di cosa ha paura, cosa lo fa stare bene e cosa male e possibilmente riderne, riderne molto, smisuratamente. Perché c’è davvero bisogno per tutti – checché se ne dica – di ridere come bambini, anche senza motivo, di riderci addosso, perché alla fine si vede… stanno tutti male”.

Intorno allo spettacolo, venerdì fine febbraio a fine replica sul palco del Fabbrichino, il critico Simone Nebbia contestualizza e approfondisce i temi dello spettacolo in un incontro del ciclo LO SPETTATORE ATTENTO.

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INFO:

Teatro Metastasio – tel 0574 608501 www.metastasio.it

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