
Rinnovabili: arriva la sentenza il Tar Lazio, il decreto ministeriale illegittimo nella parte in cui lascia ampia discrezionalità alle Regioni sull’individuazione delle aree idonee agli impianti. Paga un prezzo la Toscana, che era ormai ad un passo dal portare la proposta di legge in Consiglio regionale. Anci Toscana e Upi Toscana: “auspichiamo che il Governo intervenga il prima possibile, mantenendo il principio di un pieno coinvolgimento delle Regioni, delle Province e dei Comuni”.
Tutto da rifare. Ad un passo dal passaggio della legge sulle rinnovabili al Consiglio regionale, Il Tar del Lazio boccia i commi del decreto del MISE che garantiscono la discrezionalità delle Regioni sulla scelta delle aree idonee per gli impianti fotovoltaici. Un colpo di coda che vanifica tutto il lavoro fatto fino ad oggi, dicono l’assessore regionale alle attività produttive Leonardo Marras e il capogruppo del Pd in commissione ambiente alla Camera, Marco Simiani.
Il Tar del Lazio accoglie molti dei punti del ricorso presentato da ANEV, l’Associazione nazionale energia del vento che lamentava la lesione della libera attività imprenditoriale, e obbliga il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Picchetto Fratin, a rieditare i criteri per l’indivduazione delle aree idonee entro sessanta giorni dalla notifica. L’effetto domino riguarda anche la Toscana, col 70 % del territorio fuori da queste zone.
Il Tribunale amministrativo, si legge nella sentenza, lascia in ogni caso un margine di autonomia legislativa a livello locale, purché, scrive, non si prevedano restrizioni rispetto alla legge statale. Il rischio di disomogeneità normativa rischia ora di lasciare il posto a quello temporale: in un’Italia già in ritardo nello sviliuppo delle rinnovabili, la Toscana almeno era partita col piede giusto.