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Sab 24 Mag 2025
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Regione Toscana si costituisce in giudizio alla Consulta su legge “Fine vita”

“Questa mattina ho firmato l’attivazione della costituzione in giudizio presso la Corte costituzionale avverso il ricorso alla nostra legge, la 16 del 2025, sulle modalità organizzative con cui disporre il trattamento medicalmente assistito per il fine vita”. Lo ha annunciato Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, in conferenza stampa oggi a Firenze, a proposito del provvedimento toscano impugnato dal governo nazionale.

“Non vedo come la Corte costituzionale – ha aggiunto – possa non accogliere lo spirito con cui la Regione Toscana si è proposta con la sua legge di dar seguito ai valori, ai principi che la Corte ha affermato sei anni fa e ribadito in più occasioni. Per quello che riguarda lo Stato, io sono convinto che le nostre sono motivazioni talmente forti che il ricorso che è stato prospettato verrà respinto”.

La Corte costituzionale, ha ricordato Giani, “affermava anche che doveva essere il Parlamento a legiferare sulla materia”, ma “quando sei anni dopo ci rendiamo conto che il Parlamento non ha provveduto, e anzi, vi è stato un tentativo ulteriore da parte di forze dell’opposizione proprio in questi giorni in commissione parlamentare e ancora vi è, come si suol dire, un legislatore recalcitrante, è giusto che le Regioni, che in materia sanitaria hanno una competenza di organizzazione del sistema molto precisa, attribuito dalla stessa Costituzione, procedano”.

Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il responsabile contenzioso dell’avvocatura della Regione Toscana Fabio Ciari e il direttore generale Paolo Pantuliano. Giani ha voluto sottolineare la scelta precisa di voler procedere tramite l’avvocatura regionale: “una sfida – ha detto – che vogliamo gestire in casa, fiduciosi che le nostre strutture faranno valere le nostre ragioni che coincidono con quelle di tanti cittadini. La nostra avvocatura è espressione della competenza e del rigore istituzionale che il contenzioso richiede. Ha già dimostrato qualità e serietà in numerose occasioni”.

Il governatore si è detto convinto “che la forza e il significato profondo della nostra legge sul fine vita siano emersi con chiarezza nel momento in cui in Consiglio regionale è stata votata da una larga maggioranza. Un risultato netto, che ha dato dignità e legittimità alla scelta compiuta. Questa legge si ispira ai principi fissati dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 242 del 2019: quando ci sono condizioni di dipendenza totale da trattamenti medici, una patologia irreversibile, una sofferenza fisica o psicologica giudicata intollerabile da chi la vive, e quando queste condizioni sono accertate da una commissione multidisciplinare e da una persona pienamente consapevole, allora deve essere possibile intraprendere un percorso medicalmente assistito verso il fine vita”.

Per Giani “la Regione Toscana ha voluto affrontare questo tema con grande rigore e responsabilità. Abbiamo approvato una legge che definisce modalità organizzative, come chiarisce anche il titolo stesso della legge: modalità per attuare i principi già affermati dalla Corte Costituzionale. Nulla di più, ma neanche nulla di meno. È su questa base che riteniamo infondato il ricorso presentato dal Governo e per questo ci costituiremo in giudizio davanti alla Corte Costituzionale”. Il governatore ha concluso sottolineando che “il conflitto sollevato è, in fondo, una questione di attribuzione di poteri tra Stato e Regione: e noi rivendichiamo con forza la competenza regionale sull’organizzazione dei servizi sanitari, come riconosciuto dalla Costituzione”.