Sab 20 Apr 2024

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Protesta dei Disabili alla ‘Festa della Toscana’

?Protesta delle associazioni dei Disabili, davanti al cinema La Compagnia dove si svolgeva la Festa della Toscana 2018, per chiedere alla Regione più risorse per il progetto Vita Indipendente dedicato all’autonomia delle persone con disabilità grave.

“La regione Toscana nel proprio statuto ha come priorità per i disabili e gli anziani la vita indipendente, dicono le associazioni dei disabili – viceversa se rinchiusi in istituto o in ‘case famiglia’, i disabili gravi devono mangiare, andare a letto, alzarsi la mattina, fare le cose più o meno quando decidono i dirigenti di tali strutture”.

Riportiamo quelle che sono le rivendicazioni delle associazioni dei disabili contenute in un volantino distribuito oggi:

  • dai dati in nostro possesso, almeno 200 persone sono ancora in attesa di ricevere il contributo vita indipendente pur avendone diritto;
  • cioè in Toscana almeno 200 disabili gravi rischiano, nel caso di disabilità motorie, di passare la notte sulla carrozzina o tutto il giorno a letto, non poter andar in bagno, mangiare o bere un bicchiere d’acqua; oppure, nel caso di disabilità visive, si rischia di non poter leggere i propri documenti sanitari o le etichette dei pro­ dotti, con conseguenti rischi aggiuntivi per la salute; inoltre, sia per le disabilità motorie sia per quelle visive, si rischia la reclusione a domicilio per l’impossibilità pratica di uscire di casa;
  • tutto ciò perché, non percependo il contributo vita indipendente, tali disabili non hanno i soldi per pagare le persone che li aiutino;
  • se non possono permettersi ciò, a maggior ragione le 200 persone di cui sopra sono costrette a rinunciare a cose naturalissime come il godere delle “piccole” libertà di ogni giorno o il prendersi cura delle persone care;
  1. per ottenere il contributo vita indipendente, ognuna ed ognuno degli almeno 200 disabili gravi deve aspettare che muoia una persona che già lo riceve;
  2. gli importi erogati ad ogni disabile grave sono così miseri che in realtà si tratta di un aiuto significativo solo per chi ha disabilità non troppo gravi, mentre con importi così bassi chi ha necessità di molta assistenza personale, e ne avrebbe maggiore diritto, è lasciato in difficoltà così grandi da costringere tali persone ad un tipo di vita allucinante, di fatto non molto diversa da quella di chi è in prigione.

Pertanto, si richiede:

  1. eliminazione delle liste d’attesa;
  2. adeguamento degli importi erogati alle necessità degli utenti;
  3. continuazione dell’erogazione del contributo vita indipendente oltre il compimento dei 65 anni di età – salvo esplicita rinuncia da parte del singolo utente o che la UVM non dimostri il sopraggiungere della demenza senile nel singolo utente.

Gimmy Tranquillo ha intervistato Raffaello Belli Associazione Vita Indipendente Toscana:

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