L’uomo, 46 anni, sarebbe sato rapito, poco dopo le 4.20 di ieri, all’esterno di un locale di karaoke di prato da due persone che si sono qualificate come appartenenti alle forze dell’ordine.
A riferire il fatto la moglie del 46enne, che si chiama Yixian Yang, e un amico. La Procura di Prato ha chiarito che l’uomo “non risulta esser stato controllato da esponenti delle forze dell’ordine nè destinatario di provvedimenti emesso dall’autorità giudiziari italiana” spiega la procura dando notizia della denuncia di rapimento. Sempre la procura, in una nota, riferisce che l’amico del 46enne ha riferito che “lo stesso è destinatario di provvedimento emesso dalla Repubblica popolare cinese”.
Nel tentativo di individuare il presunto rapito, la procura invita “i cittadini che dovessero avere informazioni a chiamare” lo 05747051″, numero del centralino del comando provinciale dei carabinieri di Prato.
L’uomo sarebbe stato indagato in Cina con l’accusa di aver svolto scommesse tramite il canale social we chat, con un giro di circa 6 milioni di euro di profitto, il 46enne cinese il cui rapimento è stato denunciato dalla moglie e da un amico a Prato. E’ quanto emerge dalla ricostruzione fatta al momento dagli inquirenti: proprio per quell’indagine l’uomo risulterebbe destinatario di una misura cautelare emessa dalla Repubblica popolare cinese, motivo per cui quest’anno sarebbe fuggito in Italia insieme alla moglie e a uno dei tre figli, 10 anni di età.
Su quanto avvenuto ieri mattina, il 46enne sarebbe stato sequestrato dopo essere uscito da un locale alla periferia di Prato mentre era insieme a una donna e a un’amico. Due persone, descritte agli inquirenti come italiane, si sarebbero qualificate come appartenenti alle forze dell’ordine, invitandolo a seguirle per poi allontanarsi in auto con l’uomo. Dopo ci sarebbe stato un contatto telefonico poi più nulla.
Come spiegato dalla procura pratese, il 46enne “non risulta esser stato controllato da esponenti delle forze dell’ordine nè destinatario di provvedimenti emesso dall’autorità giudiziaria italiana”.


