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Ven 16 Mag 2025
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ToscanaCronacaPrato: 'frodi su bonus facciate', in Toscana sequestrati 11 milioni

Prato: ‘frodi su bonus facciate’, in Toscana sequestrati 11 milioni

PRATO – Un presunto sistema fraudolento finalizzato alla creazione e commercializzazione di crediti d’imposta fittizi connessi al ‘bonus facciate’, è stato scoperto dalla Guardia di finanza di Prato nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla procura pratese.

Le indagini hanno portato all’adozione di un provvedimento di sequestro preventivo disposto dal gip di 11 milioni di euro tra beni immobili e mobili (8,5 milioni), un albergo, un opificio industriale e una casa (2 milioni) e tre società di capitali per un valore complessivo del capitale sociale pari a 300.000 euro.
Le frodi fiscali contestate sarebbero state orchestrate, spiegano la Gdf in una nota, da un sodalizio composto da un imprenditore già noto per reati tributari e fallimentari, “ideatore del meccanismo fraudolento”, da un prestanome, formalmente intestatario delle società usate per la creazione dei crediti fittizi e da una commercialista attiva tra le province di Prato e Pistoia, già rappresentante legale di una delle imprese coinvolte e “materialmente incaricata della trasmissione all’Agenzia delle Entrate delle comunicazioni finalizzate alla generazione dei falsi crediti”. I tre “sono risultati diretti beneficiari dei profitti illeciti derivanti dalla monetizzazione dei crediti fittizi”.
L’indagine è stata avviata nel 2022 dal Gruppo Prato della Guardia di finanza. Per gli inquirenti gli indagati, attraverso la falsa attestazione di lavori edilizi mai eseguiti, in tutto o in parte, avrebbero indotto in errore l’Agenzia delle entrate, generando crediti d’imposta inesistenti che venivano successivamente ceduti a soggetti terzi in buona fede o monetizzati con il concorso di intermediari professionali. In molti casi, gli immobili sarebbero risultati intestati a persone ignare, talvolta coinvolti solo formalmente tramite la sottoscrizione inconsapevole di atti preliminari o dichiarazioni predisposte ad arte. I presunti proventi illeciti ottenuti dalla cessione fraudolenta dei crediti sarebbero stati “riciclati e reimpiegati mediante complesse operazioni finanziarie e l’acquisto di beni di lusso, immobili e auto di alta gamma”, con l’ intento “di ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa delle somme”. Per le tre società di capitali sottoposte a sequestro nominati dal gip amministratori giudiziari.