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Mer 9 Lug 2025
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Prato, Diocesi: è stata Caritas a denunciare la presenza di droga in centro accoglienza

La sottolineatura arriva dalla  diocesi di Prato a proposito degli sviluppi delle indagini della procura, che ha individuato nella struttura della Caritas la base di stoccaggio e rifornimento di stupefacenti -cocaina e hashish – per i detenuti reclusi nel carcere della Dogaia.

La segnalazione della presenza di sostanze sospette, droga, nella struttura di via Pistoiese a Prato “è stata fatta dalla Caritas di Prato”. E’ stato il direttore, don Enzo Pacini, a informare la Polizia penitenziariae tramite questa ha presentato denuncia in procura”.

“È stata la denuncia di don Enzo Pacini a permettere il ritrovamento della droga all’interno di ‘Casa Jacques Fesch’ dedicata all’accoglienza dei detenuti in permesso – spiega una nota della diocesi – Il sacerdote, cappellano del carcere della Dogaia e direttore della Caritas diocesana di Prato, ha informato in prima istanza la Polizia penitenziaria che durante
le pulizie ordinarie della struttura era stata rinvenuta una sostanza sospetta. Questa denuncia è stata poi trasmessa in procura”.

La ‘casa Jacques Fesch’ di via Pistoiese, intitolata a un criminale francese che si era convertito in carcere, nasce nel 1990 ed è stata fortemente voluta dai cappellani del
penitenziario di Prato  per dare un tetto ai detenuti che hanno ottenuto un permesso ma non hanno un posto dove stare.

La  Casa fornisce un servizio di alloggio temporaneo, viene spiegato ed è anche “un luogo protetto dove i carcerati possono incontrare i loro familiari”.    “Si tratta di un servizio prezioso – spiega don Enzo Pacini – perché dà modo a chi non ha una casa di poter usufruire di un permesso per uscire dal carcere. La nostra è una struttura che ha contribuito e sta contribuendo a percorsi di rieducazione e di reinserimento sociale dei detenuti”. Nella gestione sono impegnati quattro volontari. Non hanno  compiti di custodia, né di vigilanza, sono incaricati di curare l’accoglienza e diverificare il corretto utilizzo degli spazi.

La diocesi di Prato sottolinea che, al momenti, “la struttura non è posta sotto sequestro” comunque sia “la Caritas è in attesa di sapere se ci saranno eventuali limitazioni”.