Parterre, stop alla “cupola‑teatro”: Comune frena il progetto vetrina di Nardella

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    Parterre, stop alla “cupola‑teatro”: Comune frena il progetto vetrina di Nardella
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    Il Comune avvia la revoca dell’aggiudicazione a Libertà Entertainment: la cupola trasparente sul giardino storico divide, la Commissione edilizia boccia il progetto e la sindaca apre al ritorno a un assetto più sobrio e verde.

    Il futuro del Parterre torna nel limbo, tra accuse incrociate, veti tecnici e un cambio di linea politica a Palazzo Vecchio. Al centro dello scontro c’è il progetto “Theatre Sphere” di Libertà Entertainment, società che fa capo all’imprenditore ed ex politico Giovanni Fittante, unica partecipante e aggiudicataria nel giugno 2024 del bando per la riqualificazione del complesso di piazza della Libertà. L’idea era trasformare l’area, oggi segnata da anni di abbandono e uffici comunali residuali, in un polo multifunzionale per eventi culturali, musicali, aziendali e slow food, con un teatro all’aperto immerso nel verde e coperto da una grande cupola trasparente in vetro e acciaio.​ Proprio quella cupola, però, è diventata il pomo della discordia: la Commissione edilizia ha espresso un parere preventivo negativo sul progetto illustrato in gara, rilevando criticità per l’impatto sullo skyline e sulla percezione del giardino storico affacciato su piazza della Libertà. Una seconda ipotesi progettuale, che avrebbe dovuto correggere gli elementi più invasivi, non è mai arrivata formalmente al vaglio della stessa Commissione, lasciando il procedimento sospeso. Nel frattempo il Comune, per voce degli assessori Caterina Biti (Urbanistica) e Dario Danti (Patrimonio), ha avviato il procedimento di revoca dell’aggiudicazione, spiegando che “non c’erano motivi per stipulare la concessione entro il termine stabilito”, prorogato su richiesta della società fino al 31 dicembre 2025 proprio per consentire gli adeguamenti urbanistici. Libertà Entertainment respinge ogni addebito e accusa l’amministrazione di ritardi non imputabili al privato. La società rivendica di aver dimostrato “costante disponibilità” per recepire le indicazioni del Comune e ribadisce di essere pronta a partire “rapidamente” con la riqualificazione, confermando la volontà di realizzare il progetto originario “pienamente conforme” agli obiettivi fissati dal bando. Al tempo stesso chiede che siano fissate “tempestivamente” le condizioni per l’avvio dei lavori, ricordando che il Parterre è in uno stato di degrado da oltre trent’anni e che ogni rinvio peggiora la situazione.​ Dall’altra parte Palazzo Vecchio appare orientato a un ridimensionamento radicale dell’intervento. Secondo le ricostruzioni di stampa, la sindaca Sara Funaro non intende portare avanti l’impianto immaginato dalla precedente amministrazione Nardella, giudicato troppo impattante sul fronte estetico e poco coerente con l’idea di un giardino storico aperto al quartiere. Nel mirino c’è proprio la cupola trasparente, letta come una nuova “bolla” dopo le polemiche sul “cubo nero” sorto sull’ex Teatro Comunale, e più in generale la trasformazione del Parterre in un contenitore di eventi di forte impronta commerciale. L’orientamento della giunta è spostare il baricentro verso un uso più sobrio, verde e di prossimità, con spazi pubblici, funzioni culturali diffuse e un minor grado di costruito stabile.​ Intanto la politica consiliare soffia sul fuoco. Fratelli d’Italia, con la capogruppo Angela Sirello e il consigliere Matteo Chelli, parla di “vaso di Pandora” scoperchiato a distanza di mesi, chiedendo come sia stato possibile dichiarare vincitore un progetto per poi scoprirlo tecnicamente irrealizzabile. I meloniani annunciano un’interrogazione e puntano il dito sui controlli svolti in fase di gara, domandando se ci fossero altre proposte e quali verifiche siano state effettuate sull’impatto urbanistico ed edilizio dell’intervento. Se il procedimento di revoca arriverà a compimento, l’affidamento a Libertà Entertainment salterà e in Comune si valuta perfino di non bandire un nuovo project financing, aprendo alla possibilità che il Parterre venga ripensato da zero, con risorse pubbliche e una diversa idea di spazio urbano.