Manuale di storia della popular music e del jazz. Nona Puntata

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    L’Acrobata di Giustina Terenzi con il musicologo Fabrizio Basciano, autore del “Manuale di storia della popular music e del jazz”.  In questa puntata: l’ART ROCK PARTE II

    Hendrix sbarca in UK nel 1966 i suoi concerti  influenzeranno personaggi come Pete Towschend degli Who, Jeff Beck ed Eric Clapton, fortemente colpiti dalla sua grande abilità.
    Da lì a poco Hendrix proprio in Gran Bretagna pubblicherà uno dei suoi più grandi successi “Hey Joe”. L’impatto di Hendrix  sulla scena londinese è fortissimo, da li a poco sarebbero nati Led Zeppelin,  Deep Purple, da l’hard rock deriverà poi  l’Hevy Metal.


    A guardare con insistenza alle neo avanguardie colte è il krautrock (anche chiamato con l’espressione tedesca Kosmische Musik, in italiano musica cosmica) è un termine coniato dalla stampa e critica angloamericana in riferimento alla scena musicale costituita dai gruppi attivi in Germania negli anni settanta che hanno prodotto in varia misura forme musicali nuove sulla base del rock progressivo o della musica elettronica tedesca (ad esempio Karlheinz Stockhausen); tra le band più rappresentative i Can, i Faust,  I NEU, Popol Vuh, Tangerine Dream e i  Kraftwerk.

    Nonostante le band krautrock  non trovino il medesimo successo commerciale delle omologhe  band progressive britanniche la loro influenza sulla musica inglese è importante. Il Krautrock  diviene nel tempo un genere cult che va a influenzare  molte band del decennio successivo, pensiamo solo a David Bowie (e la cosiddetta “trilogia berlinese”) e i vari gruppi della new wave, dello shoegaze, del post-rock.
    La scena italiana: nel nostro paese il rock progressive tende a politicizzarsi, non esistono club come in UK o Germania e allora le band si esibiscono spesso in festival organizzati dai movimenti di sinistra, appartenenza che si manifesta relativamente nei testi ma c’è molta più prossimità con la scena britannica  dove si avvertono le influenze dei Deep Purple e dei Jethro Tull  per esempio nel terzo disco dei New Trolls del 1971  che con gli arrangiamenti di Bacalov si colloca nel filone rock sinfonico.
    Bisogna poi ricordare L’uomo degli Osanna sempre del 1971, Collage delle Orme  e Sirio 2222 dei napoletani Balletto di Bronzo. Ma  a distinguersi nel grande contenitore  del rock progressive italico è la PFM che con Storia di un minuto (1972) e Per un amico sempre del 72 getta le basi per uno stile progressive autenticamente italiano.