Formato Cartaceo del 9 aprile 2023

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    TORDO João, Biografia involontaria degli amanti, Neri
    Pozza
    [In una strada semideserta della Galizia, due uomini in auto investono un
    cinghiale. Sono in viaggio dal pomeriggio diretti a Santiago de Compostela dove,
    prima che l’animale incrociasse la loro strada, pensavano di cenare, bere birra fino
    a tardi e trascorrervi la notte. L’uomo alla guida è un docente di letteratura inglese
    che, dopo il divorzio dalla moglie, vive lasciando passare i giorni e curando un
    programma radiofonico dall’irridente titolo Giorni felici. Accanto a lui, Saldaña
    Paris, un giovane poeta messicano incontrato tempo prima nel centro di
    Pontevedra, la città in cui entrambi vivono. Un uomo disilluso dalla vita e
    prigioniero di una struggente, ineliminabile malinconia.
    In attesa delle procedure formali, i due amici siedono sulla scomoda panca di un
    posto di polizia non lontano dal luogo dell’incidente, quando Saldaña Paris rivolge
    al suo interlocutore una singolare richiesta: leggere un manoscritto che lui
    conserva come un prezioso lascito da cui gli è impossibile separarsi. Non è il libro
    di un autore qualsiasi, né tantomeno l’opera di una giovane promessa, ma una
    sorta di requiem della donna che lui ha sposato e amato di un amore così forte e
    dolente che gli impedisce di sfogliare ora quelle pagine, per non riandare con la
    mente e il cuore a un tormentoso passato.
    Determinato a liberare Saldaña Paris dalla pena che lo affligge, il professore scorre
    quelle pagine dalle quali emerge l’involontaria biografia di due amanti. Un’intensa
    storia d’amore e ferite inflitte con inaudita violenza, una storia che lascia a colui
    che è sopravvissuto una sola possibile strada: riconciliarsi col passato per non
    compromettere irrimediabilmente il futuro.
    Biografia involontaria degli amanti è un magnifico romanzo sull’ossessione
    amorosa e sul potere lenitivo delle parole.
    «E i ricordi non alimentano nessuno, non mettono cibo in tavola né ci fanno
    compagnia la notte».
    «All’epoca ho passato molte notti e molti giorni con Saldaña Paris. (…) Abbiamo
    imparato a godere del silenzio l’uno accanto all’altro, sebbene, durante quei
    momenti senza parole, io non smettessi di interrogarmi su di lui e sul passato
    che, nelle parole di Julia, era un luogo pericoloso che poteva contaminare il
    futuro in modo irrevocabile».
    «”Il problema delle parole” ha detto guardandosi le scarpe “non è quello che
    possono aiutare a ricordare. È quello che possono aiutare a distruggere”. “Hai
    paura di ciò che può aver scritto su di te?”. “E ho paura di quel che può non aver
    scritto”».
    «Adesso, quando stavo con Jaime, lui mi chiedeva ragione del mio distacco.
    Avevo smesso di guardarlo con tenerezza e di placare i suoi attacchi d di
    guardarlo con tenerezza e di placare i suoi attacchi di balbuzie con le carezze. (…)
    Continuavamo a fare l’amore sul suo letto, ma la sua stanza si era trasformata in
    uno scenario irreale, e il nostro era un gioco da bambini che era andato fin
    troppo oltre. Tutto ha cominciato a innervosirmi… (ma) forse queste sono
    soltanto scuse. Magari ero già stanca di Jaime, o forse lui mi aveva già dato tutto
    quello che io potevo chiedere a un ragazzo di 17 anni del quale ero stata il primo
    amore. Questo pensiero è atroce, ma lo è anche l’adolescenza».

    «All’improvviso ho provato invidia per tutto: per le cose che non avevo fatto; per
    i viaggi che non avevo mai cominciato; per tutte le volte che, vedendo una bella
    donna passarmi accanto, non avevo avuto il coraggio di parlarle».
    «”Se fosse al mio posto, che farebbe adesso?”. “Qual è il suo posto?”. “Quello di
    qualcuno che non è rimasto soddisfatto”. Si è messo a ridere. “Non la capisco. Che
    altro vuole da questa storia? Teresa è morta e il suo amico è in ospedale. Più
    andrà a scavare in profondità, più cose troverà, cose che magari sarebbe meglio
    lasciare sepolte. È così con tutti, con tutte le case, con tutte le famiglie. Il fondo
    del baule è sempre appetibile, ma in genere è pieno di schifezze”».
    «La malinconia è impossibile da combattere perché, a partire dal momento in cui
    ci avventuriamo nel mondo, avremo sempre nostalgia di tutto. Di tutto. Di quel
    che abbiamo fatto e di quel che non abbiamo fatto, di chi abbiamo incrociato sul
    nostro cammino e di chi non riusciremo mai ad incontrare. Occuparsi delle
    piante del nostro giardino è un prolungare l’esistenza di creature che
    morirebbero se non ci occupassimo di loro; significa fare in modo che l’amore
    duri di più af inché, quando ci libereremo di questa vita una volta per tutte, noi si
    possa partire con un cuore che strariperà di tutto ciò che ci lasceremo alle
    spalle».
    «Esistono tante possibilità in questa vita, che a volte mi sembrerebbe più sensato
    evitare di viverla pensando a tutto ciò che inevitabilmente dovremo perdere. A
    guardarci indietro non troveremmo nulla: né l’ombra dei nostri passi né traccia
    delle nostre orme. Oggi so che poco importa. Continueremo a cercare un senso
    alle cose: quanto è lunga questa chimera, quanto è arduo questo cammino in
    cerca di una risposta».]