Formato Cartaceo del 4 giugno 2023

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    HARUF Kent, Trilogia della pianura (Canto della pianura, Crepuscolo,

                              Benedizione), NNEditore

                         Le nostre anime di notte, NNEdizioni

      [Quest’estate lasciate perdere per una volta le offerte last minute, le suggestioni delle agenzie di viaggi e i consigli degli amici, fidatevi di un libro, anzi di (almeno) quattro libri, e andate a Holt, contea del Colorado orientale, un posto che come la Mompracem di Salgari, la Macondo di Garcia Marquez, Castel Rock di King o la Yoknapatawpha di Faulkner, non si trova su Google Maps né in alcuna guida Lonely Perché Holt è il luogo immaginario dove uno dei più grandi scrittori statunitensi, Kent Haruf (1943-2014) , ha ambientato le sue storie.

    Holt, come ogni piccolo luogo, come ogni microcosmo umano permette un’osservazione perfetta sulle vite minime che racchiude. A Holt vi sembrerà di tornare a casa vostra, Holt vi rivelerà chi siete, a Holt diventerete ciò che siete.

    È un’epica del quotidiano, quella che Haruf racconta, lontana dal mito spietato della frontiera. Qui al massimo ogni tanto si va e si viene da Denver. Non c’è un mondo fuori da Holt, o meglio: c’è ma non interessa così come non c’è in tutte le cittadine, i luoghi e le contee inventati della letteratura. C’è vento e ci sono pianure, ci sono amori e tradimenti e cavalli e profumi e fattorie e roulotte, solitudini e piccole felicità. Potrebbe trovarsi dovunque, Holt, quindi anche dove vivete voi lettori.

    Una trentina di personaggi, con le vicende intrecciate delle loro vite innervano i tre romanzi il cui filo conduttore è sempre quello del tempo che brucia e che ci consuma; alcuni di loro passano da un libro all’altro, altri cadono e altri ritrovano la speranza e la voglia di ricominciare; abbandoni e solitudini ogni tanto cedono il posto a piccole inaspettate felicità, ferite e cicatrici si sovrappongono, la grazia si posa su alcuni abitanti della contea di Holt, un mondo dove non si è saggi e benevoli soltanto per condizione anagrafica, anzi: dai ragazzini e dai giovani arrivano altrettante esemplari azioni come dagli adulti e dagli anziani. Haruf raggiunge il punto massimo di persuasione proprio raccontando dei più anziani e dei più giovani.

    E se la Trilogia è memorabile, ormai un classico della letteratura del ‘900, è con Le nostre anime di notte, testamento spirituale uscito postumo, che Haruf ci strappa il cuore. Siamo a Holt, ovviamente, dove un giorno Addie Moore fa una visita inaspettata al vicino di casa, Louis Waters. I due sono entrambi vedovi e in là con gli anni, e le loro giornate si sono svuotate di incombenze e occasioni. La proposta di Addie è scandalosa e diretta: vuoi passare le notti da me? Inizia così una storia di intimità, amicizia e amore, fatta di racconti sussurrati alla luce delle stelle e piccoli gesti di premura; stanno distesi sul letto, Addie e Louis , sentinelle sotto la pioggia a guardia della loro solitudine. Ma la comunità della contea non accetta la relazione di Addie e Louis, che considera inspiegabile, ribelle e spregiudicata. E i due protagonisti si trovano a dover scegliere tra la propria libertà e il rimpianto.

    Date retta al Sartori, andate a Holt quest’estate. Non ve ne pentirete.]