

Nonostante le promesse, l’aumento degli organici della polizia penitenziaria in Toscana è solo sulla carta. Perché alla fine, tra prepensionamenti e trasferimenti, degli oltre 600 agenti che necessiterebbero per sanare le carenze, solo una settantina saranno quelli che andranno a rimpinguare le schiere dei poliziotti. E a Sollicciano, su 76 nuovi arrivi, ne rimarrà, pensate, solo uno. I particolari da Domenico Guarino
Quando si dice la matematica. Alla fine, secondo i numeri forniti dal sindacato Uilpa, negli istituti penitenziari della Toscana, dopo tante promesse e tanto rumore, gli effettivi della polizia penitenziaria che andranno a rimpinguare gli esigui organici attualmente in dotazione saranno solo una settantina, a fronte di una carenza che si attesta, secondo le stime , su più di 600 agenti. La beffa e il danno dunque. Visto che, ad esempio, a Sollicciano, alla fine tra prepensionamenti e trasferimenti, dei 76 agenti attesi ne rimarrà in pratica solo uno. Sempre che resista e non dia le dimissioni come sovente accade per colpa delle condizioni di lavoro pessime. E sì, perché la situazione di precarietà strutturale e di sovraffollamento non incide negativamente solo sui reclusi, ma anche sui lavoratori che si trovano a condividere gli stessi problemi e a doverli gestire in una situazione di forte stress. Non va meglio a prato con un saldo positivo di 9, a prato, a Porto Azzurro ( 5) , a Pistoia (1), mentre a San Gimignano il bilancio sarà addirittura pari a zero. Tanti ne escono tanti ne entrano. Insomma, la matematica dicevamo. E crudi numeri, che alla fine come sempre è lo scoglio contro cui si infrange la propaganda. E alle promesse del sottosegretario Del Mastro che si vantava di aver ripianato le carenze della sinistra al governo fa eco il monte ore degli straordinari, praticamente obbligatori di fatto, che ha raggiunto la cifra monstre di oltre 660mila ore in un anno. Con 111 mila giorni di ferie da smaltire.