Controradio Streaming
Mer 11 Giu 2025
Controradio Streaming

Denisa: ruspa nel terreno della casa dell’omicida di Denisa e Ana Maria

Ruspa in azione nell’ambito delle indagini su Vasile Frumuzache, 32 anni, la guardia giurata di origine romena reo confesso dell’omicidio delle due connazionali, Denisa Maria Adas, 30 anni e Ana Maria Andrei, 27

Una ruspa è stata   portata    nel terreno della casa dell’uomo dove ieri, tra l’altro, i carabinieri hanno effettuato altri sopralluoghi insieme al procuratore capo di Prato Luca Tescaroli. Sui luoghi delle ricerche ci sono pattuglie dei carabinieri, i militari del Ris e a Montecatini anche i vigili del fuoco in supporto all’Arma.

Nel giardino adiacente la casa di Monsummano (Pistoia) in cui fino al momento dell’arresto viveva, con la sua famiglia, Vasile Frumuzache, sono stati fatti degli scavi con la ruspa.
In precedenza erano entrati in azione anche i nuclei cinofili dei carabinieri. Nuovi accertamenti sono stati effettuati anche nel box metallico adiacente alla casa.

Nel terreno adiacente alla casa gli inquirenti avevano già trovato, dopo la confessione del delitto di Denisa, quattro coltelli bruciati e l’auto di Ana Maria Andrei, uccisa un anno fa, che l’uomo teneva nel box.

Intanto gli inquirenti, da quanto appreso, avrebbero chiesto alle prefetture di Prato e Pistoia una verifica sui casi di scomparsa di cui si sono eventualmente occupati come per Ana Maria Andrei. La sua sparizione era stata segnalata alla prefettura ma non era poi mai approdata all’autorità giudiziaria essendo stata successivamente qualificata come allontanamento volontario. Fin dalla seconda confessione del 32enne gli inquirenti stanno verificando eventuali casi di scomparsa sospetti nei luoghi dove ha vissuto, compreso la Sicilia.

 

Petrucci (Fdi): legge fine vita in agenda Governo

Così il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Diego Petrucci. La ‘sinistra non ci ha pensato quando era a Palazzo Chigi’

“In Consiglio regionale il nostro no è stato categorico rispetto alla legge approvata in Toscana, perché se va alle singole Regioni la disciplina di questo tema si creano diseguaglianze inaccettabili tra i cittadini. È paradossale che sia stata la sinistra, che invoca la Costituzione a ogni piè sospinto, ad aver voluto questa legge regionale. Non si può essere difensori della Carta a fasi alterne”. Così il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Diego Petrucci.

“Fin dall’inizio di questa vicenda ho sempre sostenuto che servisse un intervento legislativo a livello nazionale, e ho sempre detto che le Regioni non hanno facoltà di legiferare su una materia così complessa che chiama in causa diritti costituzionali, questioni etiche e addirittura di rilevanza penale. Oggi ribadisco questa posizione” ha aggiunto Petrucci.

“Già all’indomani dell’approvazione della legge toscana il ministro Schillaci aveva parlato di tempi maturi per discuterne a livello nazionale – aggiunge Petrucci n una nota -, e proprio ieri il Governo ha avviato un confronto per presentare un testo unitario. C’è da chiedersi perché la sinistra non l’abbia fatto quando sedeva a Palazzo Chigi, visto che la sentenza della Consulta risale al 2019” .

”Il Governo e il Parlamento si accingono a fare una discussione articolata e capace di coinvolgere tutti su un tema così delicato sottolinea -: cosa che però non è stata fatta in Toscana dove il Pd aveva solo fretta di portare a casa il risultato in vista delle regionali”. Per Petrucci “le azioni del Governo e del ministro Schillaci dimostrano la grande capacità di ascolto di questa società nei confronti della società e delle numerose sensibilità che la compongono”

Festival del Bosco, più di 80 eventi nel Compitese

Da Bruno Munari ai fumetti. E poi concerti (Hugo Race), spettacoli, laboratori, libri ed esperienze in natura. Il 15, 22 e 29 giugno 2025, terza edizione del Festival organizzato a Pieve e Sant’Andrea di Compito dal Centro Culturale Compitese (Lucca).

Dal concerto di Hugo Race agli autori Disney, dalla passeggiata etnobotanica con Marco Pardini al “Silent reading book” all’interno del Camelieto. A Pieve e Sant’Andrea di Compito (Capannori) il 15, 22 e 29 giugno si terrà la terza edizione del “Festival del Bosco” del Compitese e Monte Pisano. Tre giorni più di 80 eventi. Ogni domenica sarà dedicata a un tema: Bruno Munari (15 giugno), le risorse del bosco (22 giugno), fumetti e comunicazione visiva (29 giugno).

In programma spettacoli, dialoghi pubblici, percorsi esperienziali, laboratori per bambini, trekking, musica, incontri culturali, presentazione di libri, yoga, antichi mestieri e molto altro ancora. Ogni giorno stand gastronomici con prodotti locali sia a pranzo sia a cena. Il Festival è organizzato dalla cooperativa Centro Culturale Compitese, con il patrocinio del Comune di Capannori e la collaborazione di decine di realtà locali e nazionali.

«Tre giorni di eventi declinati in altrettante tematizzazioni che dialogano in senso stretto il rapporto tra cultura e natura» spiega Francesco Passaglia, presidente del Centro Culturale Compitese. «La proposta abbraccia l’ambito del benessere, ma anche quello educativo, esperienziale e didattico. Il Festival – prosegue Passaglia – nasce può essere vissuto appieno, per l’intera giornata. Ovviamente all’aperto».

«Salutiamo con vero piacere la terza edizione del Festival del Bosco, un evento di grande interesse che unisce, attraverso molte iniziative, l’aspetto culturale a quello paesaggistico e ambientale, con particolare attenzione all’importanza che il bosco ha per l’equilibrio dell’ecosistema» afferma Claudia Berti, assessore all’ambiente del Comune di Capannori. «L’edizione 2025 – prosegue Berti – mette in luce il rapporto tra arte, creatività e natura, con eventi dedicati a Bruno Munari e al mondo dei fumetti. Il programma vede anche numerosi appuntamenti dedicati a bambini e ragazzi, con l’intento di educare le nuove generazione all’amore e al rispetto per l’ambiente. Il Festival rappresenta anche un’occasione significativa per valorizzare il Borgo delle camelie, il Compitese e, più in generale, tutto il territorio».

La prima giornata, domenica 15 giugno, sarà dedicata all’artista e designer Bruno Munari. Oltre alla mostra munariana dello scultore Andrea Forges Davanzati e alla presentazione del libro monografico scritto da Aldo Tanchis (entrambi protagonisti di dialoghi pubblici), ci saranno anche laboratori munariani curati dall’associazione “Dacosanascecosa”, rete di operatori certificati “Master Metodo Bruno Munari”, ovvero il progetto di educazione alla creatività ideato da Munari e oggi diffuso in tutto il mondo.

In tutti e tre i giorni ci saranno eventi dedicati al benessere (yoga, meditazione, immersioni in foresta), esperienze ludiche e didattiche (i giochi di una volta, i burattini, il mondo degli insetti, il battesimo della sella con l’asino) e laboratori educativi per i bambini (serigrafia, cianotipia, attività creative con gli elementi della natura e laboratori di zoologia, ecologia, botanica e paleontologia).

In collaborazione con la libreria “Bella Storia” di Porcari si svolgeranno letture animate per bambini (con l’illustratrice Alessandra Negri e la scrittrice Sara Piazza) e sarà sperimentato per la prima volta nel Camellietum Compitese il “Silent reading book” (ovvero l’esperienza di leggere in silenzio il proprio libro, senza ausili elettronici). Numerose le presentazioni di libri alla presenza degli autori: Sergio Peter (“Altavìa”), Andrea Cassini (“I diari del lupo”), Francesca Matteoni (“Animali, custodi di storie”) e Marco Pardini (“Cercami nella pioggia. La ballata dei semi dormienti”). Prima della presentazione, il naturopata Pardini condurrà inoltre i visitatori in una passeggiata etnobotanica nel Borgo delle camelie, alla ricerca delle erbe spontanee. In programma anche percorsi per saper distinguere le erbe selvatiche con l’agronomo Maurizio Gioli e la preparazione dell’Acqua di San Giovanni con Claudia Soldatich, consulente in fiori di Bach.

Tra le altre esperienza in natura sarà possibile visitare l’Antica chiusa Borrini (prima piantagione italiana di tè) e partecipare alle camminate lungo i sentieri del comprensorio, che si concluderanno sempre con un aperitivo condiviso: anello di Sassoballoccioro (15 giugno), Scoglio di Baccalà (22 giugno, con l’alpinista Andrea Lanfri) e anello del Monte Castellaccio (29 giugno, aperta anche ai proprietari di cani coi loro animali).

L’ultima giornata, domenica 29 giugno, sarà dedicata ai fumetti. Molti gli autori presenti coi loro stand e altrettanto numerose saranno le presentazioni di albi. Ci saranno Riccardo Innocenti (Sergio Bonelli Editore), Cristiano Soldatich e Marco Di Grazia (Mirage Comics), Umberto Sacchelli (Disney e Mirage Comics), BIGO (Tora Edizioni e Pacini Fazzi) e Valerio Barchi (indipendente). Sacchelli terrà inoltre un doppio laboratorio per insegnare ai bambini come si disegnano i personaggi Disney, a cominciare da Topolino e Paperino.

Ogni domenica si concluderà con uno spettacolo o un concerto (a partire dalle ore 21). Il 15 giugno, sul palco del Centro Culturale Compitese, si esibirà Hugo Race, musicista e produttore discografico che ha collaborato con Nick Cave, Mick Harvey, La Crus, Afterhours, Nikki Sudden, Robert Forster, Micevice. L’ultimo album, “The Vigil”, è il frutto della collaborazione tra Hugo e Gianni Maroccolo (Litfiba, CSI, CCCP). Questo concerto, che è un’anteprima della nuova edizione dello “Hi-Ho Music Festival”, sarà aperto da due giovani cantautori lucchesi (Maca e Landre). Domenica 22 giugno è invece in programma il mini-musical con i personaggi Disney “Frozen, festa ad Arendelle” (Compagnia Sottosopra) mentre il 29 giugno sarà la volta di “My God is Blues”, recital di racconti, canzoni e dipinti con Marco Di Grazia (armonica e basso), Marcello Rossi (chitarra e voce) e Cristiano Soldatich(live painting).

Tutti gli appuntamenti pubblici del “Festival del Bosco” sono a ingresso gratuito. Per alcune attività esperienziali (trekking e laboratori) esiste una quota di partecipazione ed è necessario registrarsi. Programma completo e scheda d’iscrizione sono consultabili sul sito camelielucchesia.it e sui social (@cc.compitese).

Toscana:  stop a rapporti con governo Israele e riconoscimento stato Palestina

Interrompere ogni forma di collaborazione istituzionale con il Governo israeliano, alla luce delle persistenti e gravi violazioni del diritto internazionale umanitario nella Striscia di Gaza. E’ quanto recita una mozione presentata dal Pd approvata stamani dal Consiglio regionale della Toscana: 24 i voti favorevoli, 7 i contrari. Giani: “Preparerò per lunedì prossimo la delibera di giunta che ci porti a approvare in Consiglio regionale il riconoscimento dello Stato di Palestina come proposta al Parlamento”

“Una mozione che troverà seguito nell’individuazione di quelli che sono i rapporti istituzionali e in quelli che sono i rapporti economici e sociali – spiega il presidente della Toscana Eugenio Giani -. Naturalmente accanto a quella che è l’interruzione dei rapporti con Israele che ha un valore prevalentemente fortemente simbolico perché le relazioni internazionali non sono curate dalle Regioni ma dallo Stato è molto forte il richiamo a quello che è il riconoscimento dello Stato di Palestina“, come da mozione approvata il mese scorso.

La nuova mozione dem, che ha avuto i voti favorevoli anche di Iv, M5s ed Europa verde impegna la Giunta a interrompere “ogni forma di relazione istituzionale con i rappresentanti del Governo israeliano e con gli enti a esso direttamente riconducibili, che non dimostrino apertamente la volontà di porre fine al massacro in corso”; ad attivarsi nei confronti del Governo italiano “affinché condanni con chiarezza le azioni del Governo Netanyahu in tutte le sedi istituzionali e promuova la sospensione dei rapporti economico-commerciali in essere”.

“La Toscana riafferma con forza – hanno dichiarato il capogruppo Pd Vincenzo Ceccarelli e il consigliere e firmatario Enrico Sostegni in aula – la necessità di ancorare ogni iniziativa internazionale al rispetto del diritto e della dignità umana. Le immagini e le notizie che continuano ad arrivare da Gaza sono inaccettabili e impongono un’assunzione di responsabilità da parte di tutte le istituzioni democratiche. Il nostro non è un atto contro il popolo israeliano che, in parte, è vittima delle scelte scellerate dei propri governanti, bensì totalmente rivolto nei confronti del Governo Netanyahu e ai suoi comportamenti criminali”.

Nel corso della seduta sono state discusse altre due mozioni: una del M5Ss con 2 voti favorevoli, 22 astenuti e 7 contrari e l’altra del centrodestra, con 8 favorevoli, 1 contrario e 20 astenuti.

“Preparerò per lunedì prossimo la delibera di giunta che ci porti a approvare in Consiglio regionale il riconoscimento dello Stato di Palestina come proposta al Parlamento”. Lo ha detto oggi il governatore della Toscana Eugenio Giani al termine della discussione in aula su tre diverse mozioni riguardanti i rapporti tra la Regione Toscana e Israele, una del Pd, le altre di M5s e centrodestra.

“Dobbiamo indurre – ha spiegato – il Parlamento a un atto formale che finalmente dia alla Palestina quel territorio, la titolarità di uno Stato libero e sovrano che consenta di avere maggiore argine rispetto alle scorribande, che sono veri e propri atti criminali del governo Netanyahu, che vediamo ogni giorno portare alla morte bambini, donne, persone indifese in quello che è un vero e proprio scandalo da un punto di vista del rispetto dei diritti a livello internazionale”.

Nel corso del suo intervento in aula, Giani per motivare l’azione autonoma della Toscana ha citato l’articolo 121 della Costituzione, sottolineando che “non c’è bisogno delle cinque proposte (da parte di altrettanti Consiglio regionali) come in un primo momento mi era stato detto. Per poter segnare che alle Camere c’è una proposta di riconoscimento dello Stato di Palestina di iniziativa regionale basta una nostra proposta”, dopo “aver votato un atto formale ad esso dedicato”. In ogni caso, ha anche aggiunto, “in un documento politico manderò la proposta a tutti e 20 i presidenti delle Regioni”.

Card. Lojudice: su fine vita urge confronto, centrali cure palliative

Lo dice il cardinale Augusto Paolo Lojudice, presidente dei vescovi toscani e membro del consiglio permanente della Cei sul primo caso di suicido assistito nella regione. “La vicenda ci lascia con una profonda amarezza.

“Di fronte alla malattia grave e alla sofferenza dobbiamo prima di tutto affrontare la questione con il massimo rispetto e con la nostra preghiera, ma certamente ci tengo a sottolineare il principio dell’inviolabilità della vita umana, dal concepimento alla morte naturale. La vicenda ci lascia con una profonda amarezza ed è il segno di come sull’argomento del fine vita ci sia la necessità di un vero confronto a livello nazionale, lontano dai riflettori, che punti prima di tutto a ridare centralità alle cure palliative accompagnando il paziente non più guaribile nel tempo della sofferenza e del fine vita”. Così il cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena e presidente della Conferenza episcopale Toscana in merito al primo caso in Toscana di suicidio assistito dopo l’approvazione della legge regionale su tempi e modi di accesso al fine vita.

“La solitudine e il dolore devono trovare rete a cui aggrapparsi. Il diritto alle cure palliative è un diritto fondamentale da garantire a tutti i pazienti e sono convinto che su questo ci sia ancora tanto da fare” ha aggiunto Lojudice

🎧 “Scrittori d’azione e non artisti” Montale e  Bonsanti: mostra e doppio anniversario per il Vieusseux

Logo Controradio
www.controradio.it
🎧 "Scrittori d’azione e non artisti" Montale e  Bonsanti: mostra e doppio anniversario per il Vieusseux
Loading
/

“Scrittori d’azione e non artisti”. Eugenio Montale e Alessandro Bonsanti: un percorso tra i Fondi del Gabinetto Vieusseux è la mostra, curata da Elisa Martini dell’Archivio Contemporaneo Bonsanti, con cui il Gabinetto Vieusseux di Firenze celebra quest’anno due importanti anniversari: i cento anni di Ossi di seppia di Eugenio Montale, direttore del Gabinetto Vieusseux dal 1929 al 1938, Premio Nobel per la letteratura nel 1975, e il cinquantenario della fondazione dell’Archivio Contemporaneo, istituito il 17 ottobre 1975 da Alessandro Bonsanti. AUDIO – Le interviste sono a cura di Chiara Brilli

Il percorso espositivo ricostruisce il sodalizio fra Montale e Bonsanti attraverso libri, manoscritti, dattiloscritti, corrispondenze, fotografie e documenti appartenenti ai Fondi del Gabinetto Vieusseux – fra cui quelli di Carlo Betocchi, Irma Brandeis, Emilio Cecchi, Giacomo Debenedetti, Angiolo Orvieto, Pier Paolo Pasolini, Vasco Pratolini e Giuseppe Ungaretti. Racconta la nascita di un’unione di intenti e di un’amicizia che diviene tracciato comune, sia per l’avvicendarsi dei due alla guida del Gabinetto Vieusseux sia per il loro perseguire un’idea di cultura di ‘resistenza’: uno mediante la sua poesia e l’altro attraverso il suo operato come direttore dell’istituzione fiorentina.

La mostra, che inaugura oggi, mercoledì 11 giugno, alle ore 15.30, alla presenza della vice presidente del Senato onorevole Anna Rossomando, è in programma fino al 23 dicembre, all’Archivio Contemporaneo Bonsanti del Gabinetto Vieusseux, Palazzo Corsini Suarez (Via Maggio 42, Firenze). Sarà visitabile, a ingresso libero su prenotazione, inviando una richiesta a archivio@vieusseux.it

“Una mostra che celebra due anniversari che hanno segnato la cultura italiana e un sodalizio intellettuale importante, quello tra Montale e Bonsanti; un’iniziativa che racconta un pezzo prezioso di storia del Paese e della nostra città che non solo va ricordato ma che è anche occasione per riflettere sul presente, caratterizzato purtroppo ancora da guerre e situazioni drammatiche. – Ha detto la sindaca Sara Funaro – Gli intellettuali di quell’epoca che hanno saputo fare sentire la propria voce sono anche al giorno d’oggi per tutti noi un grande esempio. Firenze è stata città di fermento straordinario con il Gabinetto Vieussuex ma anche con tante riviste che hanno saputo esprimere voci dissidenti. Con questo percorso diamo la possibilità ai cittadini di rivivere questo momento e riscoprire un patrimonio straordinario della nostra città. Chi si occupa della cosa pubblica deve sempre tenere presente quanto arte, cultura e letteratura rappresentino nella storia il più grande motore di comunicazione per arrivare al cuore dei cittadini e questa mostra lo dimostra”.

Due anniversari in uno – dichiarano il presidente Riccardo Nencini e il direttore Michele Rossi –, quanto mai intrecciati: i cento anni di Ossi di Seppia e i cinquanta dell’archivio del Vieusseux, di nuovo stretti nelle vite dei protagonisti. Il fatto che ‘la storia non è maestra di niente’ (Montale) non significa disperdere il valore della memoria. La memoria del vivere liberi, il testimone che Montale e Bonsanti si passano”.

Il titolo prende le mosse dall’articolo Fascismo e letteratura che Eugenio Montale pubblica il 7 aprile 1945 sul primo numero di “Il Mondo”, rivista guidata da Alessandro Bonsanti, con Montale come membro di redazione: “La nostra riconoscenza va oggi a uomini come Amendola e Gobetti, Gramsci e Rosselli (per citare solo i nomi di quelli che ci hanno lasciato), scrittori d’azione e non artisti, che seppero indicarci con l’opera e con l’esempio la via che deve seguire un italiano universale, cioè un italiano di sempre, nelle ore dell’oscuramento e dell’errore”.

La guerra non è ancora finita e «Il Mondo» – spiega Elisa Martini – rappresenta una «via» di resistenza contro l’orrore e le barbarie: un «comportamento del pensiero», come lo definisce Bonsanti, che si concretizza in un percorso tracciato prima dall’uno e poi dall’altro e che inizia nel 1924, quando Montale propone i suoi versi a Piero Gobetti: una piccola raccolta che si intitolerà Ossi di seppia”.

Il volume uscirà il 15 giugno 1925, centenario che questa mostra vuol celebrare mostrandone la genesi e la storia editoriale mettendo al centro un’altra figura, importante per la riuscita della pubblicazione: Giacomo Debenedetti. Le lettere di Montale a Giacomo, conservate all’Archivio Contemporaneo, saranno esposte, in alcuni casi, con a fianco la riproduzione di quelle rivolte a Gobetti.

Nel 1927 Montale giunge a Firenze. Sono anni cruciali: nel 1929 diventa direttore del Gabinetto Vieusseux, frequenta il caffè letterario delle Giubbe Rosse e la rivista «Solaria», sulle pagine della quale il suo nome inizia a intrecciarsi a quello di Alessandro Bonsanti. Il futuro Premio Nobel dovrà abbandonare la direzione del Vieusseux nel 1938, anno delle leggi raziali e degli accordi stringenti con la Germania nazista. Dopo tre anni di interregno, il suo posto viene preso, nel 1941, dall’amico Alessandro Bonsanti (vi resterà fino al 1980), che mostra fin da subito un impegno costante nella ‘rivalutazione’ del Gabinetto Vieusseux. È in una lettera del 1941 che il neo direttore esprime la sua intenzione di organizzare eventi e lezioni riguardanti la letteratura contemporanea e di aprire in futuro, come costola del Vieusseux, un ‘Centro delle letterature contemporanee’, luogo di incontro e di studio: è il primo seme che poi si trasformerà nella realtà dell’Archivio a distanza di anni.

Il 4 novembre 1966 segna un ulteriore punto di incontro: se Montale, tramite i suoi versi, immortala la tragedia dell’alluvione di Firenze in L’alluvione ha sommerso il pack dei mobili, Bonsanti la vive in prima linea scegliendo di salvare il patrimonio librario danneggiato, il cui valore storico è insostituibile. Decisione che prende forma nella creazione del Laboratorio del Restauro. È un pensiero che evolve ulteriormente e trova conferma nella costruzione di una nuova realtà, ossia quella dell’Archivio Contemporaneo, dove – giocando sull’ossimoro del suo nome – le carte appena nate degli scrittori e artisti del Novecento potranno essere conservate e tutelate. Realtà che si concretizza nell’ottobre del 1975, il 17, quando Bonsanti firma il Regolamento del nascente Archivio. Il 23 ottobre dello stesso anno Eugenio Montale sarà insignito del Premio Nobel per la Letteratura, esattamente a cinquanta anni dall’uscita della sua opera prima.

Altri cinquanta anni sono passati: cento dalla pubblicazione gobettiana di Ossi di seppia e cinquanta dalla nascita dell’Archivio, che ha preso il nome del suo ideatore. Due ricorrenze che possono sembrare lontane, ma che in realtà sono due ‘immagini’ della medesima storia, connesse tra loro da quella “via” seguita dai due protagonisti e dal loro comune intento di diffondere, difendere e tramandare la cultura. Strada intrapresa dallo stesso Giovan Pietro Vieusseux, del quale sia Montale che Bonsanti hanno raccolto il testimone.