Ven 3 Mag 2024

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Omicidio-suicidio in centro rifugiati, indagini e sequestro dei cellulari

Omicidio-suicidio in centro rifugiati, indagini dei carabinieri e sequestro dei cellulari – Si chiamava Sadat Sayed Arif, il 33enne profugo afghano ucciso oggi da un connazionale nel centro di accoglienza a Villa Monticini a Tavarnuzze (Firenze).

Il 33enne, con il sogno di fare il videomaker, aveva la qualifica di pizzaiolo. Stava seguendo un corso per diventare pizzaiolo anche il suo omicida, Farad Pazhwak, profugo afghano di 36 anni, che dopo il delitto si è ferito al collo e gettato da una finestra, ed è morto poche ore dopo all’ospedale di Careggi dove era stato ricoverato in prognosi riservata. Nessuno avrebbe assistito alla scena ma alcune persone presenti nel centro sarebbero subito accorse dopo aver sentito urla, e avrebbero dato l’allarme.

Ai loro occhi sarebbe subito apparsa una scena grave con molto sangue ovunque e la vittima che è stata colpita più volte al collo e all’addome. Sul posto i carabinieri, il 118 e la pm Ornella Galeotti. Nel centro, fanno sapere dalla Caritas che gestisce la struttura, non si erano mai verificati attriti e tensioni, anche tra i due, e nulla avrebbe fatto presagire un simile accaduto. I carabinieri indagano sulle cause che avrebbero fatto scattare il litigio tra i due connazionali e poi l’omicidio, ed hanno sequestrato i cellulari di entrambi.

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