Frutto di una mediazione durata un mese e mezzo, la nuova Giunta regionale è da oggi al lavoro per il governo della Toscana fino al 2030. Tra novità, riconferme ed equilibrismi nel Pd e tra i partiti del Campo Largo.
Una gestazione lunga e complessa. Equilibri da costruire, tanti, forse troppi. All’interno del Pd, tra il Pd e il Presidente Giani, con gli altri parti del Campo largo, tra i territori e tra i generi. Alla fine la nuova Giunta del Giani bis si presenta così. Il Pd esprime un solo assessore tra i Riformisti, una conferma, Leonardo Marras con sviluppo economico, turismo, agricoltura cave e terme. Gli schleiniani esprimono la vice presidenza con Mia Diop che ha anche le deleghe a cooperazione internazionale, pace, attività di partecipazione, legalità e gestione dei beni sequestrati alla mafia. E poi Monia Monni alla Sanità, Alessandra Nardini con scuola, casa, immigrazione, accoglienza e cultura della memoria, Filippo Boni che avrà invece infrastrutture, trasporti pubblici e urbanistica. Poi gli assessorati degli alleati. Casa Riformista con Cristina Manetti che gestirà le deleghe a cultura, turismo culturale, università, parità di genere e diritto alla felicità, Avs con Alberto Lenzi che avrà lavoro, politiche attive, formazione professionale, innovazione tecnologica e connettività e M5s con David Barontini che si occuperà di ambiente, rifiuti e acqua. Chiude il quadro il nuovo sottosegretario alla Giunta, carica istituita nel precedente mandato ma finora mai assegnata, che spetterà all’ex portavoce di Giani, il neoconsigliere regionale Bernard Dika, che potrà votare sia in assemblea sia in Giunta. Ma probabilmente il vero protagonista della nuova Giunta è proprio lui il Presidente Giani che cumula le deleghe a bilancio, personale, partecipate, sport ed energia.


