Mar 16 Apr 2024

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Musei Uffizi, oltre 4 milioni di visitatori nel 2022

Firenze, nel dettaglio, spiega una nota, gli ingressi complessivi sono stati 4.066.366 (+136,2% sul 2021 e -7,4% sul 2019) di cui 2.222.692 per la Galleria degli Uffizi, 650.612 a Palazzo Pitti e 1.193.062 a Boboli.

Per quanto riguarda gli incassi, pari a 35.030.387 euro (+2,7% rispetto al record del 2019), sono arrivati 28,6 milioni dalla bigliettazione, 1,9 milioni da mostre e prestiti all’estero, 1,05 milioni dalle donazioni, 1,3 milioni dalle entrate dirette (diritti d’immagine, affitti spazi) e 2,09 milioni da quelle indirette (royalties e canoni fissi).

Per quanto riguarda il digitale, spiega il museo, sono oltre un milione i follower degli Uffizi su tutte le piattaforme social, mentre sul fronte delle attività sono state proposte 44 conferenze e quattro giornate di studio. Nel corso del 2022, le Gallerie degli Uffizi hanno anche effettuato 164 restauri di opere, 126 interventi di recupero e progettazione architettonica tra cui il restauro delle Reali Poste degli Uffizi, della Biblioteca Magliabechiana e della Kaffeehaus nel giardino di Boboli. Ventisei sono state le mostre organizzate, di cui dieci alle Gallerie e 16 rassegne ‘off-site’.

Il patrimonio artistico si è poi arricchito grazie a 75 donazioni di opere e 288 acquisti. “Dopo le sofferenze della pandemia con oltre 40 milioni di introiti mancati, nel 2022 siamo quasi tornati a livelli pre-pandemici e grazie alla diversificazione di flussi di reddito abbiamo raggiunto il massimo mai realizzato per le Gallerie – spiega il direttore Eike Schmidt – un risultato necessario per poter riprendere a pieni ritmi manutenzioni straordinarie e l’attività di tutela e valorizzazione in parte rallentata durante la pandemia a causa della scarsità di fondi. Siamo perfettamente posizionati per raggiungere nuovi traguardi, sia sul fronte delle visite che degli introiti, nell’anno appena iniziato”.

1 commento

  1. In questi giorni si pone spesso la domanda se i musei dovrebbero essere gratuiti per permettere a chiunque di accedere all’arte e alla cultura. La risposta ovvia sembrerebbe di sì. Ma cosa comporterebbe una scelta del genere.
    La Costituzione prevede solo il referendum abrogativo e non quello propositivo, fatta esclusione per gli argomenti costituzionali. Tra i referendum abrogativi alcuni non sono ammessi, per esempio, quello per abolire le tasse, dato che altrimenti lo Stato andrebbe in bancarotta e non potrebbe assicurare i servizi.
    Lo Stato tutela il patrimonio artistico e l’accesso alla cultura è all’arte è essenziale per consentire a chiunque il “pieno sviluppo della persona umana”.

    Se assumiamo queste considerazioni come fondamentali è facile dedurre che per rendere gratuito l’accesso ai musei dovrebbe subentrare lo Stato per sostenere i costi di gestione ordinaria, straordinaria e anche per finanziare i nuovi investimenti. Premesso che lo Stato ha diversi problemi di finanziamento di settori prioritari come la sanità, credo che tramite un costo “adeguato” (come previsto per le tasse) per visitare gli Uffizi sia giusto versarlo, non solo finalizzato alla stabilità finanziaria del museo stesso ma anche per un principio perequativo verso i musei che hanno minori incassi poiché meno frequentati o troppo piccoli per sostenersi ma importanti per la cultura del paese.

    Lo Stato deve garantire che il patrimonio artistico sia conservato e reso disponibile e se non ricorriamo all’auto finanziamento tramite i biglietti, con criteri perequativi (già adesso gli Uffizi finanziano i musei minori, come il Bargello, il Meyer e contribuiscono a sostenere i costi per diversi servizi sanitari) è facile immaginare che ben presto arriverebbe il momento in cui i trasferimenti sarebbero tagliati e non si coprirebbero i costi e soprattutto non ci sarebbero più investimenti. Le aree archeologiche tornerebbero inagibili, i musei minori abbandonati, la manutenzione trascurata e il patrimonio artistico e culturale non sarebbe più conservato e reso disponibile. E’ sufficiente guardare qualche anno indietro per capire che è così. Con le pizzerie nate in mezzo agli scavi archeologici o le case costruire nella valle di Agrigento, i musei chiusi con un lucchetto per mancanza di personale. Fino a qualche anno fa, la cultura e l’arte non erano considerte ricchezze per il paese ma solo costi.

    Con la cultura non si mangia, questa la convinzione di alcuni, sappiamo che non è così, e adesso sappiamo anche altro: con la cultura e l’arte si può generare ricchezza e non solo quella economica ma anche bellezza. La vera ricchezza non si misura solo con il PIL, ma anche dalla possibilità di creare attrattività per l’arte e la cultura. Dobbiamo custodire il patrimonio che la nostra storia ci ha lasciato, renderlo desiderabile, spacciare e contribuire a creare nuova bellezza. L’autonomia dei musei fondata sull’autofinanziamento ha cambiato la percezione dell’arte e della cultura ed è stato lo stimolo per valorizzare il patrimonio del Paese.

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