Sab 27 Apr 2024

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Morto durante controllo in money transfer: aveva mani e piedi legati

Ha accusato un malore mentre era a terra contenuto dagli agenti, secondo quanto si apprende, l’uomo deceduto ieri sera durante un controllo di polizia in un money transfer di Empoli (Firenze).

Il pm Christine von Borries, magistrato di turno, ha effettuato ieri il sopralluogo nel negozio. Il 31enne, secondo quanto appreso da fonti investigative, si era presentato nel negozio per trasferire del denaro, 20 euro.

Quando il titolare gli ha contestato l’autenticità della banconota da 20 euro e ha chiamato la polizia l’uomo si è agitato e sembra che sia uscito all’esterno. Gli agenti sono arrivati e lo hanno bloccato per verificare quanto detto al 113 dal negoziante. Nel frattempo, mentre il 31enne dava in escandescenze, è intervenuto anche il 118, già avvisato.

Durante le fasi dell’intervento l’uomo sarebbe stato colpito da arresto cardiaco. Vani i tentativi di rianimarlo, durati oltre un’ora.

Sarebbe al momento a carico di ignoti, secondo quanto si apprende, il fascicolo aperto dalla procura di Firenze per la morte del 31enne, Arafet Arfaoui, deceduto ieri pomeriggio per un malore in un money transfer di Empoli, durante l’intervento di polizia e 118.

Domani la pm Christine Von Borries, titolare dell’inchiesta, affiderà l’incarico per l’autopsia.
Continuano intanto gli interrogatori del personale intervenuto ieri sera, che dovrebbero terminare nel pomeriggio. Gli inquirenti starebbero inoltre eseguendo accertamenti per verificare la tempestività e l’appropriatezza delle cure ricevute dal 31enne da parte dei sanitari quando è stato colto da malore. In base a quanto si apprende, in quel momento la dottoressa del 118 era già presente sul posto.

A contattare i soccorsi erano stati poco prima i poliziotti, affinché si valutasse l’opportunità e la possibilità di sedare l’uomo, che continuava a dare in escandescenze. Nel corso del controllo il 31enne si sarebbe scagliato contro i quattro agenti intervenuti per calmarlo, anche mordendoli. Per immobilizzarlo i poliziotti lo avrebbero ammanettato e gli avrebbero bloccato i piedi con una corda, che sarebbe stata legata in maniera da non costringerlo, lasciandogli un minimo spazio di movimento.

La pm di turno della Procura di Firenze, Christine von Borries, ieri sera si è recata sul posto e poi ha disposto l’autopsia per chiarire le cause della morte del tunisino. L’uomo viveva a Livorno e sembra che soffrisse di problemi di alcol. Il magistrato ha disposto anche l’acquisizione delle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona.

Von Borries, sta inoltre ascoltando il personale della polizia, e sembra anche quello sanitario, intervenuto nelle fasi del controllo per fare luce sulla dinamica dell’episodio. Gli accertamenti su quanto accaduto sono condotti dalla squadra mobile della questura di Firenze.

“Torniamo ancora una volta a ribadire quanto sia essenziale la dotazione di taser e telecamere per gli uomini in divisa operativi su strada. Sono strumenti necessari per la tutela e la trasparenza”. Così Stefano Paoloni, Segretario generale del sindacato autonomo di polizia (Sap), commentando la notizia del tunisino morto ieri sera a Empoli.

“Con il taser, soggetti che danno in escandescenze, possono essere bloccati evitando il contatto fisico. Con questo strumento non letale, che chiediamo a gran voce, si tutela sia il poliziotto che il fermato – continua Paoloni in una nota -.”

“Le telecamere sono altrettanto importanti – prosegue -, perché dissipano ogni dubbio sulla genuinità dell’intervento, fungendo da testimonianza importantissima, soprattutto in casi come questo, dove si registra un tragico epilogo”.

“Un altro aspetto importante – conclude il segretario del Sap – è la natura dell’intervento. Quando viene allertato il personale medico a causa dello stato di alterazione del soggetto, l’intervento non deve essere più di polizia, ma di natura sanitaria, in cui gli agenti devono essere deputati a fornire semplicemente ausilio e supporto. Ci auguriamo che sia fatta quanto prima chiarezza sull’accaduto e che nessuno strumentalizzi la vicenda, come avvenuto in passato in casi analoghi”.

In un tweet, il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, è tornato sull’argomento: “Immigrato, con precedenti penali e fermato per aver usato denaro falso, è morto per infarto nonostante immediati soccorsi – ha scritto Salvini – . Mio sostegno ai poliziotti che, aggrediti, hanno fatto solo il loro lavoro: per fermare violento ed evitare danni si usano le manette, non le margherite.”

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