Ven 26 Apr 2024

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Morì cadendo da balcone, difensore: “Vanneschi innocente, no prove tentata violenza”

L’udienza è stata aggiornata al 14 dicembre: dopo le repliche il collegio si riunirà per la sentenza

Tentata violenza sessuale e morte in conseguenza di altro reato le accuse per i quali il pm Roberto Rossi ha chiesto sette anni per ciascuno degli imputati. L’assoluzione perchè il fatto non sussiste la richiesta dell’avvocato difensore Buricchi, per Vanneschi.

“Un ragazzo buono, che ad ogni accenno di rissa si allontanava, che fa volontariato, può costruire una versione così machiavellica, concordandola al momento con l’amico, mentre Martina cade, pensando anche a rimettere tutto a posto in camera?”. Questo uno dei passaggi dell’arringa, oggi in tribunale ad Arezzo, dell’avvocato Stefano Buricchi, difensore di Luca Vanneschi, il 27enne imputato con Alessandro Albertoni per la morte di Martina Rossi, la studentessa genovese deceduta il 3 agosto 2011 precipitando dal balcone di un hotel a Palma di Maiorca.

“Nei casi di suicidio accaduti negli ultimi anni come per esempio quello di Rossi di Mps non c’è mai stato un testimone ma qui invece c’è la cameriera Francesca Puga che ha visto Martina cadere ed ha riferito che la giovane non ha urlato nel precipitare, che era sola, che nessuno la inseguiva e che Martina secondo lei si lasciò cadere volontariamente” ha sostenuto Buricchi aggiungendo: “Il racconto dei ragazzi trova riscontri precisi in tutte le circostanze ma soprattutto durante le indagini non sono mai state trovate tracce di violenza sessuale. Ne del resto dalle foto si evince confusione o disordine in camera, particolare che contrasta con un tentativo di violenza. Quanto alla testimonianza dei turisti danesi – ha aggiunto – non è perfettamente lucida dal momento che sia lui che la figlia furono svegliati da un urlo ma non fecero nulla.”

“Riferirono che c’erano persone che strillavano giù a terra ma che pensavano si trattasse di ubriachi. Dalla camera di fianco non hanno mai sentito nulla”. “Non propendo per il suicidio” di Martina, ha detto ancora, “ma perché escluderlo. Non mi sento insomma di escluderlo”.

Questo processo non ci ha dato risposte. Per questo chiedo l’assoluzione anche sulla base dell’insufficienza di prove”. Così ha concluso la sua arringa l’avvocato Tiberio Baroni, difensore di Alessandro Albertoni, imputato insieme a Luca Vanneschi.

“Questo processo vive su una pressione mediatica eccessiva da sempre e ciò non giova alla chiarezza del caso. Tutti i nostri testimoni hanno avuto un travaglio mediatico eccessivo”, le parole di Baroni durante l’arringa, durata tre ore. Il legale ha anche mostrato in aula, durante la sua arringa, il video di un’emittente che a suo avviso avrebbe influenzato i testimoni (lo stesso avvocato ha presentato un esposto sul video).

Successivamente il legale ha insistito sulla mancanza di tracce di dna provata da tutti i consulenti, insistendo poi sull’impossibilita da parte dei due giovani di organizzare in quatto secondi una versione alternativa all’accaduto. Baroni ha poi posto l’accento sulla sparizione di dati dal cellulare di Martina e di altro materiale che sarebbe stato aperto durante il passaggio tra Genova ad Arezzo. “In un caso quel materiale l’ho visto in tv”.

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