Arriva a sopresa una lettera di licenziamento per “cessazione di attività” dalla casa madre: gli operai della Pell. Daniele di Calenzano manifestano davanti ai cancelli della Sforza Pellettieri, l’azienda committente e a sua volta fornitrice di alcuni dei più grandi brand della moda e del lusso Made in Italy.
La scorsa settimana, infatti, gli operai di Pell. Daniele si sono visti consegnare dalla sera alla mattina una lettera di licenziamento per “cessazione attività”, mentre era in corso una trattativa sindacale per miglioramenti salariali e c’era un canale di dialogo aperto con le due aziende, che non hanno mai fatto cenno a ipotetiche chiusure.
Come si legge in una nota del sindacato, “i lavoratori di Pell. Daniele sono stati per anni costretti a turni di 12 ore per 6 giorni la settimana, senza diritti. Nel 2022 hanno deciso di sindacalizzarsi, è stato sottoscritto un accordo e finalmente hanno iniziato a lavorare 8 ore per 5 giorni, con l’applicazione del CCNL. Peccato che il CCNL fosse quello Artigiano, con un salario di 8,40€ lordi all’ora, e i primi giorni di malattia non pagati”.
“Da mesi – prosegue la nota – era in corso una trattativa in cui era coinvolta anche la Sforza Pellettieri per arrivare a un accordo di secondo livello che prevedesse il pagamento della malattia e miglioramenti salariali. Di accordi identici, negli ultimi tre mesi a Prato SUDD Cobas ne ha sottoscritti più di 70. E non in multinazionali con fatturati miliardari, ma nelle cosiddette “ditte cinesi” della fast fashion, i covi del lavoro nero in cui finalmente gli scioperi stanno riportando i diritti e addirittura condizioni migliorative rispetto al CCNL Artigiano”.
“Ancora oggi, all’interno di Pell. Daniele, i lavoratori non sindacalizzati di nazionalità cinese sono costretti a nastri orari completamente fuori norma. Siamo rimasti a bocca aperta questa mattina a sentire uscire dalla bocca dei professionisti di Pell. Daniele frasi come “è normale, è legale, i cinesi hanno questa tendenza”, tanto quanto a sentire dipendenti e professionisti di Sforza affermare che “non possiamo controllare come si lavora nel nostro subappalto”, e che sostenere che sia illegale lavorare 12 ore al giorno è un’affermazione “ideologica”.
“SUDD Cobas e RSA rivendicano quindi con forza un intervento concreto del committente Sforza Pellettieri e dei brand coinvolti nella vertenza, per scongiurare la perdita dei posti di lavoro presso il subappalto. Se davvero esiste una responsabilità sociale da parte delle “aziende sane” del settore, o da parte dei brand del comparto lusso che vantano codici etici e di condotta, allora questa responsabilità deve essere assunta concretamente per tutelare quei pochi posti di lavoro resi sani dalla sindacalizzazione, in un distretto altrimenti devastato dal cancro dello sfruttamento”.
Il Sindacato rende noto che lo sciopero proseguirà fino alla fissazione di un tavolo sindacale a cui sia presente anche Sforza Pellettieri e che sia teso a fermare la perdita dei posti di lavoro.