Gio 25 Apr 2024

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🎧 La pelletteria toscana rischia una nuova crisi con lo scoppio del conflitto in Ucraina

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🎧 La pelletteria toscana rischia una nuova crisi con lo scoppio del conflitto in Ucraina
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Nel 2021 la pelletteria toscana è cresciuta del 32,5%, esportati beni per 5 miliardi di euro, ma per Assopellettieri serve prudenza. A causa all’attuale incertezza internazionale il rischio è la perdita di competitività rispetto ai colleghi europei ed extrauropei.

Il sistema della pelletteria della Toscana prova a recuperare il terreno perso a cusa della pandemia, ma la crisi in Ucraina rischia di far saltare il banco. Se l’anno appena trascorso, infatti, ha visto una forte ripresa del commercio, il 2022, rischia di essere peggiore rispetto anche al 2020, a causa proprio della guerra scoppiata in Ucraina. I dati presentati stamani da Assopellettieri indicano un incremento nel 2021 del 32,5% rispetto al 2020. Buoni numeri che ancora non raggiungono, però, quelli del 2019, da cui la separa ancora un gap del 7,1%.

La Toscana è comunque la prima regione italiana per le esportazioni del settore con un + 10,9%, con il Veneto la seconda regione che si ferma al 4%. Nel 2021 sono stati esportati 5 miliardi di euro contro i 3,8 del 2020 e i 5,4 del 2019. La parte del leone la fa Firenze che, con oltre 4,2 miliardi di beni esportati, segna un +42,3% sul 2020 e riduce al -4,8% il distacco con il 2019. Il capoluogo toscano, da solo, rappresenta un terzo dell’export nazionale di settore.

La pelletteria toscana, uno dei motori trainanti dell’export, è un settore fatto di manodopera specializzata e di materie prime provenienti dall’Ucraina e da altri paesi dell’Est. Per questo ci si prepara ad una “tempesta perfetta”, come affermato da Andrea Calistri.

L’intervista ad Andrea Calistri, vicepresidente di Assopellettieri, a cura di Lorenzo Braccini, è disponibile in podcast.

Sono 17mila le famiglie toscane coinvolte nella lavorazione del cuoio e delle pelli. La Toscana esporta 20,9 milioni di euro (2021), di cui 18,3 verso la Russia. Il conflitto esploso alla fine di febbraio porterà ad un rincaro del costo della produzione, tra la chimica e l’energia necessaria per produrre le pelli. Ricordiamo che la filiera pelle copre il 16,3% dell’export manifatturiero toscano e rappresenta il primo macrosettore di attività regionale per export.

“Stiamo vivendo una situazione grave e instabile, che mette ulteriormente a dura prova l’economia dopo i due anni deifficilissimi della pandemia – afferma Leonardo Marras, assessore all’economia della Toscana -. I dati sull’export ci dicono che i numeri stanno tornando a crescere, che nle mondo c’è tanta voglia di prodotti italiani, simbolo di qualità e bellezza, ma di fronte all’attuale incretezza internazionale non possiamo abbassare la guardia.”

 

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